An ache so deep

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  1. haru90
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    Una passeggiata per schiarirsi la mente



    La giovane ragazza bionda e dalle lentiggini sul viso aveva deciso di uscire di casa per prendere una boccata d'aria fresca.
    Erano state settimane infernali dove il suo umore era andato da felice e spensierato a terribilmente irritabile e scontroso.

    La giornata era bellissima nel suo villaggio natale, gli uccellini cinguettavano, il sole era alto nel cielo e nessuna nuvola in vista per kilometri.
    Insomma na giornata che avremme messo allegria a qualsiasi persona ma non a lei.

    Indossava la sua solita tuta rossa con due righe laterali bianche sulle maniche e sulle gambe dei pantaloni.
    Una canottiera bianca le faceva da maglietta sul seno fasciato perchè non le desse troppa noia nei movimenti.
    Era un'abitudine che aveva preso da quando le erano spuntati i primi accenni di seno, si sentiva meglio senza che quei meloni le stessero sempre davanti ad oscurarle la vista verso il basso.
    I sandali da ninja crepitavano sul terreno mentre camminava a passi abbastanza veloci.

    Non aveva altro da fare se non camminare, perchè per lei era l'unica valvola di sfogo quando qualcosa non andava nella sua vita sin dal risveglio.
    Teneva le mani dentro alle tasche dei pantaloni della tuta serrate a pugni stretti.
    I capelli biondi erano legati in due codine sulla testa che sobbalzavano ad ogni passo cadenzato della ragazza.
    Gli occhi castano-ambrati erano fissi davanti a se senza guardare esattamente nessun punto di preciso persa nei suoi pensieri.
    Esprimevano un'aria scocciata per chiunque li incrociasse nel suo cammino.

    Ad un certo punto della sua camminata che si era fatta ancora più svelta, notò un movimento con la coda dell'occhio e lo sguardo si posò su un uomo che pensa di conoscere.

    Ma sì!

    Era un suo compagno di accademia. Non ci aveva parlato molto, di solito se ne stava in disparte a prendere appunti durante la lezione. Non comunicava molto con nessuno.
    A dirla tutta era una tipa un po' solitaria.

    Non sapendo cosa fare rallentò il passo pensando che faccio? Lo saluto o deve essere lui a salutarmi? Devo camminare ed andare avanti facendo finta di non averlo visto? Sta lavorando forse è meglio non disturbarlo... Insomma che faccio?Non vorrei essere io a parlare per prima, la cosa mi mette a disagio.

    Si fermò a pochi passi dal negozio e dal ragazzo di cui non conosceva nè il nome nè il cognome.
    Probabilmente l'aveva detto la prima volta che si era dovuto presentare in classe, ma evidentemente non aveva prestato molta attenzione agli altri che la circondavano quel giorno perchè troppo presa dalla sua nuova prospettiva di vita.
    Quella di diventare un ninja.
    Era sempre stato il suo sogno ma ci aveva messo tanto per realizzarlo ed entrare in accademia visto che i suoi erano molto contrari ritenendo quel lavoro pericoloso.
    Le parole di suo padre erano state Non ho intenzione di seppellire mia figlia prima che lei abbia seppellito me. ma picchia e mena l'aveva spuntata ed aveva avuto il loro consenso.

    Fece un respiro profondo coff coff fece per attirare la sua attenzione sempre rimanendo con l'espressione imbronciata sul viso e guardandolo intensamente con gli occhioni castani.
    Pensò e girati cavolo!
     
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