An ache so deep

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  1. eldingar
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    An ache so deep

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    «Caspita. Stanno morendo davvero!»
    Le piante carnivore del negozio floreale di Inoichi Yamanaka davano segni di cedere. Erano le Dionee, molto rare. Avevano la forma di una bocca con denti affilati, sulla pianta della loro "bocca" c'erano diversi sensori che, se venivano toccati in due posti differenti, facevano chiudere la bocca, e con loro veniva intrappolato ciò che avevano dentro. Il biondo provò ad infilare un dito in una Dionea e ad accarezzarle la cavità. Si chiuse di scatto. Per fortuna il loro meccanismo a scatto ancora funzionava.
    Lo studente trovò divertente giocare con i suoi fiori per un po (che tuttavia non avevano abbastanza forza da affettargli il dito e tantomeno di lascarglielo intrappolato). Erano quasi come degli animaletti.
    Peccato che stavano per morire- pensò il ragazzo dispiaciuto. Era dopotutto anche colpa sua...
    Raddrizzò la postura e si guardò intorno, contando tutti i vasi rimanenti delle Dionee. Erano tre. Tutte con un'aria cadente e floscia. Avevano perso un po del loro colorito vivace.
    «Chojiro, dovrete aiutarmi a portarle a casa, qui non possono restare. Gli Yamanaka non vendono piante morte.» disse il ragazzo deciso, sospirando rumorosamente. L'Akimichi stava masticando, perciò rispose solo con un "Ok" gestualizzato dalla mano libera e sporca dei resti delle patatine. Il rosso si rese conto di ciò e se le leccò una per una. Inoichi distolse lo sguardo.
    Un rumore aveva attirato la sua attenzione. Girando il capo verso l'entrata, il biondo notò una figura stante. Affilò lo sguardo e scrutò la ragazza nel complesso. Tsuzuki Haruhi, compagna d'accademica. Non ne ricordò però il nome; non avevano mai avuto contatti amichevoli, ma si conoscevano di vista.
    «Salve!» disse Inoichi, sorridendo. Sarà venuta per fare compere?
    «Serve una mano?» chiese curioso, emulando un tono professionale.
    Si avvicinò quindi di qualche passo alla sua conoscente e si tolse i guanti, posandoli nelle tasche del grembiule. Dopo arricciò il naso e sfarfagliò le ciglia. Non sapeva se doveva usare un tono formale oppure amichevole, perciò lasciò che fosse Tsuzuki a deciderlo.
     
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