Like a DRAGON

[Free per Oda, Keiji e Sho]

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Come un Drago
    Capitolo Uno


    Atto I
    Impossibile possibilità †

    Non riuscivo a capacitarmene. Mi ero davvero ubriacato? Sì, insomma, come diavolo avevo fatto a finire con la faccia intinta nella birra secca del bancone di un bar? Mi ero ubriacato una sola volta nella mia vita ed era proprio quella volta. Possibile che fossi talmente deluso dalla perdita di Saruhyondo da gettarmi nei flussi dell'alcool? No, impossibile, non era un comportamento da me. Ed allora cosa? Qualcuno mi aveva drogato, ne ero certo. Ma per quale motivo? Al mio risveglio avevo tutti i miei oggetti addosso, non ero stato derubato. Nonostante tutto sentivo un piacevole, gelido, soffio che mi accarezzava la schiena. Ancora ero immerso nei miei pensieri, profondamente interdetto su quel mio comportamento tutt'altro che consono alla mia persona. Che fossi stato, in realtà, vittima di uno scherzo? Magari mi ero appisolato fuori da Kiri, nei pressi di quella zona termale, e qualche simpaticone di mia conoscenza, con la complicità del barista, mi aveva teso una trappola. Ma anche andandomene non mi pareva di aver incontrato nessuno che conoscessi. « Aspetta ... » pensai. « Cos'è successo dopo che ho preso la ricevuta di vincita e me ne sono andato? Perché non riesco a ricordare neanche questo?! » Urlai dentro di me. Poi sentii nuovamente quella gelida brezza accarezzarmi ed ad essa si aggiunse il furente fischio del vento. Poi iniziai a percepire distintamente la neve che toccava le mie membra. « Neve?! » pensai infastidito. Riuscii poi ad aprire gli occhi ed in quell'istante, quella che mi sembrava soltanto una brezza, diventò tempesta. Iniziai a tremare dal freddo, quasi vittima di geloni su tutto il corpo. Mi alzai di scatto, notando un piccolo foglietto che avevo in mano e che istintivamente, data la situazione, posi dentro la tasca interna del cappotto, senza badarmene. Dovevo prima trovare un riparo. Mentre mi toccavo il lungo copriabito dell'Armata Fantasma, però, sentii la gelida pelle della mano toccare il petto e non le solite mie bende da battaglia. Mi guardai il torso: ero nudo. « Dove diavolo sono? » pensai mentre, nel modo più veloce possibile, iniziai a scavare una buca nella neve. Girai la testa a destra ed a sinistra, notando di essere su una spiaggia. Sempre che la nebbia ed il forte vento che abitavano il luogo non mi stessero giocando un perfido effetto ottico. Il metodo più sicuro per non morire di ipotermia, comunque era infilarsi sotto la neve, motivo per cui stavo scavando la buca, neve la cui temperatura era zero gradi e non meno ... meno qualcosa, faceva troppo freddo. Un freddo così penetrante che non poteva non ricordarmi che un posto - forse della mia infanzia? Non so, ma la testa mi suggeriva questo -: Genosha.
    Mentre scavavo, e solo mentre scavavo, notai un baule conficcato nella neve, mezzo pure ricoperto da essa, dal quale spuntava qualcosa di appuntito ed arrugginito, ad occhio. Piantai la pala nella neve e rapidamente mi ci avvicinai: un coltello da pesce arrugginito. « Per fortuna ho i miei spiedi, decisamente più vers- » pensai, mentre portavo la mano alla tasca interna dove tenevo il poco equipaggiamento che ero solito portarmi dietro. « Dov'è la mia roba!? » esclamai tra me e me. Non avevo niente. Né spiedi, né tonici, né filo di nylon, niente di niente. Mesto, mi chinai sul baule per prendere il suddetto coltello e lo appesi al fianco porta spada, quel giorno doppiamente vuoto, per poi rifiondarmi immediatamente a scavare. La buca era pressoché pronta quando, in lontananza, vidi una piccola barca arrivare verso la costa. Lasciare la buca avrebbe significato doverla rifare in un secondo momento perché sicuramente riempita dalla neve che stava cadendo, correre verso la barca però poteva significare "caldo". Ed io speravo tanto la seconda, date le pessime condizioni in cui iniziavo ad essere: « Heylà, fermi, per favore, fermatevi! » Avrei gridato correndogli contro ed agitando le mani.

    Adesso dovevo solo riuscire a tornare a casa, dopo, magari, mi sarei dovuto interrogare su cosa fosse successo.




    Legenda


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    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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