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[Free per Oda, Keiji e Sho]

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  1. Jotaro Jaku
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    Jotty2Hotty

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    [Oda]



    Gli dei avevano messo Oda su una strada pericolosa. Ma gli avevano fornito anche i mezzi per attraversarla indenne. Peccato che, come era sua abitudine, Oda avesse avuto la brillante idea di coprire con la trasformazione, il suo biglietto per un passaggio da re. Già, perchè i tatuaggi che aveva addosso, non erano semplici disegni, o semplici scritte, messe lì a caso, e presto ne avrebbe avuto conferma diretta.
    La carovana che si fermò davanti a lui, non era una comitiva di mercanti. Era una comitiva di predoni. Almeno cinquanta uomini. E dopo averlo sentito supplicare per del cibo, e dell'acqua, gli passarono entrambe, per poi saccagnarlo di botte. Lui era stremato, loro erano in troppi. E lo gonfiarono come una zampogna.
    Quando poi si resero conto che non aveva assolutamente niente con sè, da potergli rubare, ecco, allora ricominciarono a massacrarlo di calci, sberle, schiaffi, e uno lo prese persino a palate. Fino a che, dopo averlo praticamente ridotto a un cumulo di lividi [11 Leggere], la sua trasformazione si sciolse. O forse era successo prima, ma nella folla di tizi coperti di cenci per il sole, magari non si erano accorti di questo dettagli, e avevano continuato a gonfiarlo come una comitiva di scolari gonfia l'alunno ciccione della classe quando viene scoperto a ingozzarsi di dolcetti. Fortunatamente per lui, quando uno nel gruppo si accorse dei tatuaggi, cominciò ad urlare agli altri, e si inchinò, con la faccia nella sabbia cocente in segno di pentimento. Immediatamente anche gli altri fecero la stessa cosa. Dopo averlo pestato a sangue, una cinquantina di persone giaceva in silenzio nella sabbia, con la faccia a terra.
    Pochi istanti dopo, l'uomo che per primo si era accorto sei simboli tatuati sul corpo di Oda, si alzò nuovamente, iniziando ad inneggiare al ninja della foglia come si fa ad un conquistatore, come dimenticandosi di averlo appena massacrato di schiaffi nella faccia.

    - Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! -



    E seguirono in coro tutti gli altri, alcuni continuando a inchinarsi, altri alzando le braccia e le armi al cielo. Erano proprio infervorati. E si erano del tutto scordati di averlo coperto di mazzate.

    - Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! Re ! -



    Sarebbe stato preso di forza e caricato su uno dei carri, il più bello, gli avrebbero passato degli abiti da pellegrino del deserto, e avrebbe ricevuto cibo, acqua, e armi. A suo piacimento. Accanto a lui, a guidare la carovana, si sarebbe seduto l'uomo che per primo lo aveva riconosciuto. Ma riconosciuto come cosa? Come il Re dei Banditi, ovviamente.
    Una figura che per i saccheggiatori di strada, equivaleva ad un Kage di un villaggio, per i ninja.

    - Mio Re, sono anni, oltre un secolo, che nessun uomo aveva mai completato le 3 terribili prove per ascendere al trono, quando le avete compiute? Come è stato? Siamo al vostro servizio, ci ordini qualunque cosa e noi eseguiremo, per l'onore della via del Bandito. -

    [Keiji]



    Quando la barchetta gettò l'ancora sulla spiaggia, forse Keiji avrebbe preferito tornare a casa da Genosha a Kiri, a nuoto. Da quella che sembrava la cabina del capitano, emerse un uomo piuttosto grasso, con una giacca da capitano molto molto vecchia e malconcia. L'uomo era senza un braccio, e con un occhio bendato. Samoru! Il ninja marinaio che aveva "accompagnato" Akira e Meika a Genosha tempo prima.
    Il vecchio ubriacone scese dalla nave, cadendo rovinosamente a terra con la faccia nella sabbia, ma senza mollare la bottiglia di Rhum, quindi si rivolse al ragazza, sputacchiando sabbia in giro.
    - Ragazzo, sembri conciato meglio di quando ti ho mollato qua, sei pronto a ripartire? E per la miseria, fatti medicare quell'affare che hai lì. -
    Forse Keiji adesso era abbastanza lucido. Forse il freddo gli aveva limitato il dolore, ma ora probabilmente si sarebbe accorto della totale mancanza del suo orecchio sinistro. Amputato di netto, probabilmente con una lama. Il sangue secco sulle estremità del taglio, a volte ancora sgocciolava da piccole fessure nelle croste.
    - Vieni, andiamo sulla nave che ti passo delle garze, hai trovato la tua ragazza? -

    Quando i due fossero saliti in nave e avessero ripreso la navigazione, Samoru avrebbe risposto a tutte le domande del Kiriano, indipendentemente da quanto fossero state ridicole. Era abituato a marinai ubriachi, nessuna domanda era abbastanza imbarazzante per lui.
    Il discorso sarebbe stato abbastanza lungo, ma in sostanza, tralasciando i comportamenti antisociali, la puzza di morto, e un orecchio mozzato che smerdava sangue in giro, senza che lui prestasse attenzione alla cosa, un mattina di circa 4 giorni prima, Keiji si era presentato sul molo, presso la barca di Samoru, l'aveva praticamente rubata, e aveva fatto rotta per Genosha, con una pala al seguito e una mappa che controllava ogni tanto. Il marinaio era ubriaco nella stiva, e solo in alto mare si era accorto della cosa, e dopo aver chiesto spiegazioni, Keiji gli aveva risposto, svariate volte....

    " Lei è a Genosha, la mia unica ragione di vita si trova a Genosha, devo recuperarla"



    - E insomma questo è quello che è successo. Chi sono io per impedire ad un uomo di ritrovare la sua bella. Ora che ci penso però, dove è finita? L'hai trovata o no, questa Saryo..Saryu...Saruymanzo. No, Saryuzonzo! No. Uhm, non mi ricordo. O era una capra? -

    [Sho]



    Con un drago colossale che gli si parava davanti, Sho aveva provato la via della diplomazia, per evitare di essere divorato in un sol boccone, da quella bestia grande come svariati palazzi. Ma quello che successe dopo, forse non se lo sarebbe mai aspettato. Il drago, sorrise. Non era una smorfia, non si stava preparando a mangiarlo o a incenerirlo, sorrise proprio.

    - Uha uha uha uha, sei davvero divertente Salvatore di Draghi, ti sei destato finalmente. Dormi da quasi 2 giorni. Mi chiedevo se fossi morto. L'aria quassù, non si respira bene, per quelli, come te. -



    Il drago parlava molto lentamente, come fosse in un continuo stato di estasi superiore, roba da creature mistiche che Sho probabilmente non avrebbe mai compreso in tutta la vita.
    Lo strano drago rise nuovamente, quindi sul suo manto iniziò a brillare una flebile luce, e davanti a Sho, comparve una porta fatta di lucciole e altri insetti color oro.

    - Vai ora, Salvatore di Draghi, questo luogo non può accoglierti oltre, quella porta ti farò tornare sulla terra, ti sarò sempre grato per avermi tratto in salvo da quell'orribile luogo. Che la forza dei draghi sia sempre con te. I miei fratelli potrebbero non gradire oltre la tua presenza qui. Buona fortuna. -



    Sembrava piuttosto serio, forse non era il caso di trattenersi troppo oltre.
    In ogni caso, quando Sho avesse deciso di attraversare la porta magica, si sarebbe ritrovato in un posto a lui decisamente noto. Era nelle foreste del paese del fuoco, al confine nord, poteva vedere chiaramente il confine, delimitato dal fiume che congiungeva il paese del fuoco con quello delle Calde Primavere.
    Eppure qualcosa non riusciva a farlo concentrare sulla sua situazione. Aveva qualcosa dentro, all'altezza dello stomaco, che gli stava arrecando un certo fastidio. Non si trattava del demone, che ancora non si era fatto vivo, e gli impediva di entrare nella sua realtà. Il 5 code lo stava come chiudendo fuori, non voleva avere un rapporto con lui, ma non era questo. Aveva come qualcosa sullo stomaco. Qualcosa da vomitare, che presto sarebbe stata impossibile da sostenere. E quando l'avesse fatto, non senza difficoltà, a terra, nel vomito, avrebbe trovato un ROTOLO. UN VERO E PROPRIO ROTOLO DA RICHIAMO.
    In quel momento, il cinque code gli avrebbe parlato, per la prima volta.

    " Certo che fai proprio schifo. Quando ti ho scelto avevo capito che non dovevi starci tutto con la testa...ma non pensavo fino a questo punto. "

     
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