La Neve sporca di Sangue

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  1. -Hidan
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    La Neve Sporca di Sangue

    I


    Perché capitavano tutte a me.
    Eh? Guardai perplesso lo strano tizio dai lunghi capelli rossi davanti a me. No, no. Guarda, non mi serve niente, veramente. Ho già ordinato il nuovo set di coltelli da cucina di NinjaChef la scorsa settimana, dico veramente. Basta così! Cercai di scansare il tizio, facendogli cenno di allontanarsi con le mani. Amico, mi dispiace, capisco che è pesante anche per te fare il venditore ambulante... Mi dispiace veramente... Guarda, vai a casa del Mizukage, lui di sicuro qualcosa te la compra! Lui è un po' taccagno, ma se parli con la moglie vedrai che qualcosa ne esce... Feci cenno di avvicinarsi con la mano, come se dovessi sussurrargli un segreto. Pss... Ti svelo un segreto! Li porta lei i pantaloni in casa! Ma, mi raccomando, acqua in bocca! Adesso vado che è stata una giornata molto lunga! Stentavo a credere che i venditori ambulanti potessero lavorare fino a quell'ora tarda, ma soprattutto che potessero essere così invasivi. Speravo comunque di averlo aiutato, o magari di essermelo solo tolto da davanti.
    Eppure, continuava. Continuava a chiedermi qualcosa riguardo a dei coltelli da cucina, o almeno così avevo capito, oppure se conoscevo dei certi sopravvissuti Kenkichi - immaginai dovessero essere dei produttore di coltelli - e ancora se possedessi o meno una spada.
    Per non chiudergli la porta di casa in faccia con fare troppo maleducato, decisi alla fine di rispondergli. Certo che possiedo una spada. Che fai, non lo vedi? Gli indicai al mio fianco, non senza un po' di sfacciataggine, Sameha, ben sistemata nel suo fodero. Anzi, in verità, ne ho 2. Indicai anche l'altra katana, sistemata sullo stesso fianco ma sotto la spada dello Squalo. Mi dispiace, non conosco questi Kenkichi, ma non metto in dubbio che sia un'ottima marca di coltelli! Adesso, se non ti dispiace, vado a dormire veramen... Eh? L'uomo incominciò a rovistarsi nelle vesti. No, no, no! Niente contratti, non compro niente ho detto! Cercai di fermarlo da lontano con le mani, come se potessi manovrarlo come un burattino. Questo tirò da fuori una tasca un piccolo sacchetto, contenente un non so cosa. Probabilmente erano delle spezie da cucina, anche queste da vendere insieme ai coltelli. Guarda, mi dispiace, non ho spiccioli! Veramente! Ma l'omone tirò il pacchetto di erbe praticamente sui miei piedi. Stava cercando di vendermi qualcosa a tutti i costi, e adesso i suoi modi oppressivi e insistenti incominciavano a infastidirmi. Senti amico, ora basta. Ho detto che non compro niente e non comprerò... Sgranai gli occhi. ORCALOCA. La testa prese a girare, la bocca incominciò a sbiascicare da sola senza che alcuna parola uscisse effettivamente da essa, le orecchie iniziarono a fischiare mentre gli occhi giravano su loro stessi. Sentii i sensi rapidamente abbandonarmi, la percezione con il mondo svanire mano a mano che tentavo di restare in piedi.
    Barcollai verso l'uomo, con l'indice della mano destra alzata. Arrivai, non so bene come, a circa un paio di metri da lui, guardandolo con fare assente come quando ero studente e studiavo le traiettorie balistiche degli shuriken. Mh. L'indice si mosse, come se andasse a colpire un minuscolo tamburo immaginario, prima che la spina della testa venisse staccata definitivamente.

    Quel che avvenne dopo il mio svenimento è, a me, tutt'ora ignoto.
    I ricordi erano brevi e frammentati, offuscati e annebbiati da quelle spezie evidentemente troppo forti. I pochi flash che, più o meno distintamente, riuscivo a ricordare incominciavano con un bellissimo pony.
    Esattamente, un pony rosa dalla folta criniera argentata, su una piccola collina in un cielo stellato. Più precisamente piovevano stelle. [Immagine di riferimento] Mi avvicinavo lentamente a lui. Akira, vieni con me! La sua voce era acuta e limpida. Annuii. Arrrrrivoooooooo.
    Saltai in groppa. Ma tuuuuu, chi seeeeei? Come chi sono?! Sono io! Pinky Pie! Ma adesso basta parlare! E' tempo di volareeeee! Ed ero io in groppa al piccolo pony che correvamo lungo una grande prateria verde, quindi eravamo noi che volavamo alti, alti nel cielo, tra le nuvole e gli arcobaleni. Siiiiiiii. Ed era tutto bellissimo.
    Continuammo a muoversi felici tra le nuvole finché non mi ritrovai su una piccola isola durante un bellissimo tramonto. C'era un piccolo vulcano fumante ma con un gran sorriso scolpito nella roccia nera, ed inoltre ero circondato da tantissimi bellissimi pony colorati. [Immagine di riferimento] Era l'ora dell'aperitivo, ed eravamo tutti felici e spensierati.
    Pinky Pie e Sweetie Belle avevano un gonnellino di paglia verde e stavano danzando una dolce hula davanti a tutti.
    C'era Filthy Rich con la sua camicia a fiori color del sole a tramonto che si gustava un mojito. La piccola Cheerilee che guardava estasiata le sue più grandi amiche. Ms. Peachbottom preparava i drink per tutti a base di vodka e zucchero filato rosa. Poi ancora Caramel, Scootaloo, Rarity, Rainbow Dash, Fluttershy, Hoity Toity, Lightning Dust e anche Princess Cadance... Erano tutti lì! Anche il sempre attivo Derpy che, sebbene l'ora, continuava ancora a fare surf con i suoi immancabili occhiali da sole, mentre Fancypants faceva deltaplano sopra di lui. [Immagine di riferimento]
    Insieme e felici a ridere, scherzare e ballare! Era tutto bellissimo e non avrei voluto svegliarmi mai, ma fu il signore dell'isola, il grande Mr. Vulcano, tanto simpatico quanto brontolone, ad avvertirmi che era ora di andare. Oh oh oh! Akira, è ora di andare! Non volevo svegliarmi. Ma io voglio restare quiiii con voiiiii! Cercai di rispondere, ma Mr. Vulcano non ne voleva sapere.
    Dovevo andarmene. E proprio mentre Mr. Vulcano incominciò ad eruttare un enorme arcobaleno, io mi sentii come più leggero - ancora più leggero - ed incominciai a lievitare. Amiciiii... Devo andare ora... Non piangere piccola Cheerilee... Rimarrete sempre nel miooo cuoreee! Cercai di rassicurare i miei simpaticissimi e coloratissimi amici che, più mi allontanavo, più sembravano dispiacersi. Dispiacere che si tramutò in un generalizzato getto incontrastato e violento di arcobaleni da tutti gli orifizi dei miei piccoli e nuovi amici. E, proprio mentre ormai stavo per toccare le nuvole bianche circondato da vomito color arcobaleno, la sentii.
    Puzza di pelo bagnato.

    PINKY PIE! Urlai di soprassalto, destandomi dal sonno profondo, ritrovandomi improvvisamente al freddo e gelo. Dov'ero finito? Pinky Pie? Cheerilee? Nessuna risposta, solo bianco intorno a me. Mr. Vulcano? Ancora niente. Eppure, qualcosa c'era.
    Freddo e neve sicuramente, ma non solo. Era un grosso lupo dal pelo bianco. Sbuffai, intristito, per quell'orribile e insensata sensazione di deja vù. Rivoglio i miei amici... Ero terribilmente serio.
    Un attimo prima ero a casa mia con un tizio che stava cercando di vendermi coltelli, un attimo dopo ad un festino in spiaggia con dei cavallini magici e colorati, quello dopo ancora in un deserto freddo con una bestia famelica che mi squadrava da non si sa quanto tempo, mezzo nudo e affamato.
    Soprattutto mi accorsi che ero enormemente affamato, eppure avevo mangiato un tonno da un chilo quella sera. Ero sicuro.
    Non avevo tempo per pensare a questo però, avevo un cucciolo di qualche tonnellata di lupo davanti. Calma, Fido, calma... Cercai di rimettermi in piedi, ancora mezzo stordito, quando sentii il lupo parlare. Oh cavolo... Sto ancora dormendo allora. Ne ero quasi felice perché ciò significava che potevo destarmi da un momento all'altro nel mio bel lettone al calduccio. Anche tu con questi Kenkichi? No, lo ripeto, no, sono un Hozuki. Akira Hozuki, e tu come ti chiami, mio nuovo amico? Chiesi all'enorme lupo, prima di accorgermi di star parlando con la persona sbagliata. Era una piccola ragazza la fonte della voce, nascosta tra la folta pelliccia bianca. Ah. Mi sentii - stranamente - un po' idiota. Scusami, faccio dei sogni strani da qualche tempo... Evitai di precisare che tipo di sogni, e sperai che questa non mi chiedesse nulla a riguardo di Mr. Vulcano o il resto dell'allegra combriccola. Ipokosa... Era uno dei nomi più strambi che avessi mai sentito. Non ti preoccupare per tuo fratello, fare l'ambulante è difficile, lo capisco... Solo, che... Dove siamo? Domanda pertinente, il tutto mentre indossavo la pelliccia che mi aveva lanciato, coprendo il mio corpo nudo dalla neve incessante e dal vento freddo.
    La risposta, ovviamente, era quasi scontata. Ero, involontariamente e inconsapevolmente, vicino a Genosha. Azumaido, la Genosha del Sud. Ah, perfetto. No, non era perfetto, faceva schifo tutta quella situazione, ma cercai di non darlo troppo a vedere mentre seguivo la ragazza con il grosso lupo. Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo? Cosa significa che mi ha scambiato per un Kenkichi, uno Shinretsu, o quel che è? Si, comunque, grazie, sto morendo di fame e di freddo... Ma soprattutto di fame... Fame chimica, probabilmente.
    Mi affiancai alla ragazza, cercando di accarezzare sulla testa il suo compagno. Andate tutti in giro con lupi grossi come orsi qui ad Azumaido o tu sei un caso particolare?
    Chiesi, con un po' di paura di finire con una mano divorata, per quanto non avessi un vero problema di poterla perderla, essendo fatto completamente d'acqua.

     
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