La Neve sporca di Sangue

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  1. -Hidan
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    La Neve Sporca di Sangue

    II


    Suscettibile la ragazza.
    Si, si! Scusami! Non volevo offenderti! Cercai di calmare e unitamente scusarmi con la giovane ragazza di fronte a me, unendo alle mie parole i movimenti di entrambi le mie mani, che colpirono un muro virtuale con i palmi rivolti verso di lei.
    Nel frattempo mi aveva appena ricordato che ero su un'isola vicino a Genosha, e solo io come poche persone al mondo potevo sapere cosa significava trovarsi di notte a Genosha. In effetti... Incominciai a massaggiarmi i piedi nudi, delicatamente, per svegliarli dal freddo torpore in cui erano ormai caduti. Mamma mia che mal di testa... L'effetto allucinogeno stava scomparendo, e con questo anche il finto calore del mio corpo, ora circondato dalla notte e dal ghiaccio.
    Mi alzai abbastanza velocemente dal mio giaciglio improvvisato, ma giusto il tempo di risaltarci addosso, impaurito, come una scolaretta, quando il grosso lupo mi ringhiò contro.
    Non sembravo affatto il più temibile dei ninja di Kiri, così spaventato e raffreddato da un lupacchiotto, mentre saltavo sopra la roccia... E nudo, mi stavo scordando... Ma la temibile visione dei pony in gonnella di paglia era ancora impressa nella mia debole mente. Si, si... Al caldo, ma... Vai avanti te, è meglio. Esclamai, lasciando qualche metro di sicurezza tra me e i miei due (?) nuovi amici.

    Per fortuna, soprattutto per il già indebolito corpo, la casa della bambina autoctona era poco lontana dal posto in cui mi ero risvegliato.
    Certo, la parola "casa" era veramente un parolone, visto che sembrava una versione a portar via della capanna di Sanjuro a Kiri, ma almeno offriva un riparo dal vento gelido e dal ghiaccio.
    Sembrava un grande bagno chimico in legno e arbusto, con un bel buco al centro di quei tre metri scarsi di raggio, però aggiungere qualche parola offensiva nei confronti del luogo che ti stava salvando la vita non sarebbe stato affatto gentile. Tranquilla... Non posso dire che ci sono abituato, ma... Ci sono già passato... Brr... Un brivido percorse tutta la mia schiena al solo rimembrare delle tempeste in mare e delle gelide notti passate con Meika a Genosha durante il recupero del metallo per le nuove Sette.
    Il tempo di sedermi e la piccola Ipokash aveva già abilmente acceso un bel fuocherello nel buco al centro della stanza, illuminando la capanna. Ti ringrazio Ipokash... Quindi chi è tuo fratello? Perché fa l'ambulante per Kiri? Perché mi ha voluto portare qui? Domande che volevano una risposta. Domande che non aveva senso, così come i fatti che erano successo d'altronde. Comunque si, qualcosa da mangiare sarebbe proprio d'aiuto... Un rauco rumore dello stomaco si riversò nella capannina da caccia. Come puoi sentire te stessa... Eheh! Cercai di sorridere per nascondere quel poco di imbarazzo che poteva essere rimasto ad un ninja, comandante delle squadre speciali di Kiri, che era stato salvato da una bambina... Nudo. Ma vuoi uscire veramente così? Dai, non fa nulla allora... Ma, senza che neanche me ne accorsi, la freccia dell'arco di Ipokash era stata già scoccata.
    La preda era stata colpita, e la freccia stessa, aiutata come d'incanto dalla tormenta, tornò verso la sua padrona, con ben 3 piccoli scoiattoli intrappolati nella morsa del cristallo collegato al proiettile. Wow! Ma sei fortissima! Incominciai a battere le mani, sbalordito dalla bravura della bambina. Non so cosa sia un Citatap, ma va benissimo comunque. Esclamai, mentre la piccola cacciatrice incominciò a scuoiare i poveri animaletti, che però sarebbero serviti alla causa.

    Anche gli abitanti di Azumaido erano ninja quindi, affini all'acqua, al vento e al ghiaccio, come il paesaggio in cui vivevano. Probabilmente gli abitanti di quella terra avevano imparato a servirsi dei jutsu per cacciare e sopravvivere in quel luogo così freddo e impervio.
    Presto anche le mie domande riguardo al grosso lupo di compagnia ebbero risposte. Non chiarissime, ma pur sempre risposte. Era figlio di un certo grosso lupo bianco delle nevi, e, per non si sa quale motivo, ognuno di questi aveva un nome che finiva con la parola "kamui". Dopo aver chiesto delucidazioni a riguardo, e dopo che Ipokash ebbe superato il momento di fastidio generale che una domanda così sciocca, almeno per lei, poteva provocare, incominciò un discorso filosofico su quello che "kamui" stava a significare.
    Ascoltai il lungo discorso con faccia attenta, annuendo di tanto in tanto, almeno fino alla fine del discorso. In quel preciso momento, infatti, alzai l'indice della mano destra, come chi sta per fare un intervento intelligente. Non ho capito. Contestualmente la testa avrebbe assecondato ciò che la voce aveva preannunciato. In sostanza sono... Gli antichi abitanti dell'isola? La parola "animale" poteva, magari, essere considerata offensiva per quella popolazione, e poi ero certo che una qualche differenza doveva poi esserci, visto che altrimenti non si era fatta troppi problemi a preparare un carpaccio di scoiattolo.
    Già, lo scoiattolo.
    Il cervello dello scoiattolo aiutava a crescere in... Dimensione. Ma per me era troppo tardi. Ehy! Guarda che è solo perché... Perché fa molto freddo, ecco! Non ne avrei avuto comunque bisogno io! Cercai di difendermi, prendendo in mano le piccole cervella del fu animaletto. Ehm... Sicura? Non lo vuoi per te? Cercai di passare la palla, ma dallo sguardo della bambina capii subito che non era una buona idea. Va bene, va bene. Lo mangio io... Allora... Grazie, e buon appetito... Esclamai, mentre con gli occhi chiusi portai le interiore in bocca, mandando giù il più velocemente possibile. E'... E'... Ci pensai un attimo. Non è per niente male! La consistenza era schifosa, siamo chiari, ma il sapore era simile... Sembra pollo. Tutto sapeva sempre di pollo quando non si sapeva che sapore dare o definire.
    Nel frattempo, mentre la zuppa di resti di scoiattolo incominciava a cuocersi per bene, creando un piacevolissimo odore di caldo cucinato nella piccola capannina, la piccola cacciatrice incominciò a raccontarmi la storia del perché ero finito nudo nel ghiaccio. O almeno le origini di quella storia.
    A quanto pareva era tutto frutto di un errore, errore che mi aveva visto - stranamente - vittima ultima, sempre per un errore.
    L'errore di uno sciamano, per essere precisi. Giusto perché a Kiri ormai di sciamani non ne avevamo abbastanza.
    Munkeke, il fratello maggiore di Ipokash, era in cerca di un Kenkichi per difendere la tomba da due misteriosi depredatori. Dannata gentaglia! Esclamai, battendo il pugno sul palmo aperto. Quindi è colpa loro se sono qui! E mentre maledicevo i due misteriosi assalitori, il grande lupo, che era scomparso già da tempo, torno con pesanti vestiti per me. Oh... però, che carino. Grazie mille! Chiunque ti sposerà sarà veramente fortunato! Sono sicuro che troverai un bellissimo marito. Dissi, mentre mi vestivo, indossando i pesanti abiti di pelle, pronto a sfidar nuovamente la tempesta. Ipokash! Voglio sdebitarmi! Chiusi il mantello. Portami alla tomba! Non sono un kenkichi, ma sono uno spadaccino! Sarò ben lieto di aiutare voi e i Kamui! Non lascerò che nessuno disturbi più la vostra comunità! Mi battei con il pugno destro il petto. Procurami un paio di spade e li faccio a fettine io per voi! Sorrisi alla cacciatrice. E poi sono proprio curioso di conoscere questi kamui. Sembrano tipi interessanti!
     
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