La grande Retata

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  1. Yusnaan
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    La Grande Retata

    Lo stupido idiota


    Parlato Kiyomi
    Parlato Maki
    Parlato Atasuke

    Raizen sembrò decisamente sorpreso di vedere che la prima ad arrivare in orario fu proprio la ragazza con cui aveva stretto quel piccolo patto tempo prima, dicendoglielo proprio senza trattenersi, al quale rispose con un sorriso, senza commentare. Alla sua domanda se conoscesse qualche casa libera nelle vicinanze, le fece notare che ora che aveva uno stipendio fisso avrebbe potuto pagarsi una casa rateizzando il mutuo. Non che ne avesse chissà quanto bisogno, visto le risorse economiche della famiglia alle spalle e tutto il denaro che vinse alla festa di fine anno, tuttavia l'idea non l'aveva sfiorata fino a quel momento, ritenendola una soluzione più che ragionevole, così che avrebbe potuto anche possedere una casa tutta sua e in una zona migliore di quella in cui abitava temporaneamente.
    Mh, mi piace l'idea, non ci avevo pensato. Si, sarebbe proprio comodo, almeno lascio quel buco in cui mi sono ficcata.
    Il tempo di finire quell'ultima frase, che già cominciarono ad entrare nella stanza altri ninja, uno dopo l'altro, ma lei non si scomodò neanche a voltarsi per guardarli, in fondo avrebbe dovuto fare un noioso avanti e indietro col collo solo per vedere le facce di altri ninja che avrebbe potuto guardare anche dopo, quindi perchè disturbarsi.
    La prima ad arrivare aveva la voce di una ragazzina, molto bene educata visto il modo di salutare anche eccessivamente formale, per poi passare a varie altre persone in maggioranza uomini che ad uno ad uno fecero capolino dalla porta salutando l'hokage, finchè non venne il turno della voce di una giovane donna che ruppe il silenzio della stanza coi suoi modi alquanto informali, quasi rozzi. Lo sguardo di Kiyomi fu attratto da quest'ultimo ingresso, voltando solo leggermente la testa di lato per poterla guardare con la coda dell'occhio.
    Il suo abbigliamento non era dei più sobri che si fossero visti in giro, con pantaloni neri di pelle e bustino del medesimo colore particolarmente scollato, senza contare gli stivali fino al ginocchio e il lecca-lecca ficcato in bocca. Tutto l'insieme non è che riuscì a dare una così bella immagine di sè, almeno dal punto di vista di Kiyomi, che riportò subito lo sguardo in avanti, quasi alzando gli occhi al cielo per quella visione atroce.
    Santa pace, deve aver sbagliato palazzo, il bordello è qui affianco.
    In fondo, senza essere munita neanche di un coprifronte, chiunque avrebbe potuto scambiarla per qualcun altro, e nonostante non potè negare il suo aspetto fascinoso, non provò neanche per un secondo a metterla al suo confronto, non considerandola per niente al suo livello, ma forse era una certezza data più dalla sua vanità che dalla realtà dei fatti.

    Sembrava che non ci fosse più nessun altro da attendere, potendo finalmente cominciare la riunione, ma fu proprio quando Raizen avrebbe dovuto cominciare il suo discorso, che la porta si spalancò di colpo provocando un rumore assordante e facendo spazio ad un uomo che fece irruzione nella stanza, urlando come un forsennato ed ovviamente invogliando tutti i presenti a voltarsi istintivamente verso di lui, compresa la kunoichi.
    SIGNOR HOKAGE NON SONO STATO IO E SE SONO STATO IO NON ERO NELLA FACOLTA' DI INTENDE E DI VOLERE!!
    Kiyomi rimase piuttosto sorpresa da quella scena. Era un uomo piuttosto alto, con dei lunghi capelli talmente lisci e biondi che avrebbero potuto far invidia ad una donna, ed un kimono a fiori che probabilmente avrebbe fatto un migliore effetto indossato da lei, eppure in quel momento non ci fece caso, osservando solo il modo in cui quello strano tipo cercò di riparare alla figuraccia fatta dopo essersi reso conto di non essere sotto processo.
    AAHAHAHAH EVIDENTEMENTE SCHERZAVO! Disse, o per meglio dire, urlò.
    Che povero idiota.
    La kunoichi riportò lo sguardo in avanti, sperando che dopo che quel energumeno avesse terminato di salutare con quei suoi modi grezzi i conoscenti, Raizen potesse prendere a parlare della missione, ma sul finire, il biondo si espresse ancora una volta accennando al fatto di essere al verde prima di ruzzolare giù dalla sedia. Kiyomi non potè fare a meno che voltarsi verso la fonte di quel fracasso, notando che quell'idiota si era ritrovato a terra sorridendo come se niente fosse, cosa che le fece istintivamente alzare gli occhi al cielo, ma stavolta non in modo borioso, ma quasi divertito, senza però farsi scappare neanche un sorriso.

    Quando arrivò il momento di formare le squadre, una volta avvicinatisi tutti alla scrivania dell'Hokage per avere le disposizioni, quel ninja dai modi ridicoli se lo ritrovò ancora davanti, non molto distante da lei. In quegli attimi prima che Raizen gli facesse esplodere in faccia la sua boccetta con chissà quale liquore, Kiyomi si fermò a notare senza farsene accorgere di come quel kimono a fiori che su chiunque altro sarebbe sembrato ridicolo, in fondo non gli stesse poi così male, e non senza notare anche che i suoi particolari capelli (come non ne aveva mai visti) ed i tratti del volto le risultassero alquanto gradevoli alla vista. Al momento della ramanzina di Raizen, nonostante provò ribrezzo per le parole che usò quest'ultimo, le sue labbra si contrassero involontariamente in un leggero sorriso che tentò di nascondere mordendosele lievemente e guardando in basso.
    In ogni caso, scoprì quasi malvolentieri di essere in squadra con lo stesso guardiano che la ricevette al gate il fatidico giorno in cui conobbe l'Hokage e che segnò un grande cambiamento nella sua vita, oltre anche ad un ragazzino mingherlino che probabilmente non si era mai sporcato le mani di sangue.
    Successivamente, Raizen cerchiò sulla mappa gli obbiettivi che avrebbero dovuto raggiungere, indicando un albergo per lei e la sua squadra.
    Niente di più facile, anche se non capì cosa volesse intendere l'Hokage quando parlò degli occhietti magici di Atasuke, ma in quel momento non restava altro da fare che prendere una delle boccette e berne il liquido, sfilando il tappo con due dita della mano sinistra e richiuderlo dopo aver ingoiato quella specie di medicinale cercando di non badare al sapore, sebbene si trovasse d'accordo con quanto osservò il suo nuovo caposquadra. Nel mentre, non capì perchè anche il gigante dietro la scrivania ingurgitò quel liquido, ma anche se non lo conoscesse perfettamente, era chiaro che avesse qualcosa in mente, alzando la boccettina di vetro al cielo prima di bere per rispondere al suo brindisi.

    Una volta che la seduta potè dichiararsi sciolta, la ragazza seguì il suo caposquadra fuori dall'ufficio, dove ad attenderli c'erano altri ninja, sottoposti di Atasuke, ai quali quest'ultimo diede tre di quelle fiale da cui bevvero anche loro il liquido sintetico, per poi mandare via gli altri a cui non ne aveva dato. In pratica sarebbero stati in 6 a partecipare a quella missione e non in 3, cosa che rassicurò alquanto la genin, prima che Atasuke cominciò a rivolgersi proprio a lei per sapere in cosa fosse specializzata, senza però puntualizzare il modo in cui andò a finire il loro primo incontro.
    La ragazza non fece una piega a quella quasi provocazione, rispondendo tranquillamente alla sua domanda dopo che questi ricordò ai presenti le priorità e la pericolosità della missione.
    Non accetterò alcun danno collaterale su questo punto, siamo intesi?
    Ma certo. Rispose annuendo. Sono contenta che tu non mi abbia dimenticata, ma vedi di non pensarmi troppo, la notte.
    Comunque, le mie abilità sono anche altre, in particolare sono molto pratica di tajutsu con armi di vario genere. Credo tu abbia notato la spada a doppia lama alle mie spalle, ma mi diletto anche con questi.
    Disse alzando le mani fin sopra le sue spalle ed afferrando i manici dei due Sai che facevano capolino da esse, estraendoli dal loro fodero e mostrandoli al caposquadra. Me la cavo abbastanza bene, sono molto pratici. Aggiunse, prima di farli roteare brevemente tra le dita e riponendoli al loro posto.
    Inoltre mi diletto anche un po' nei genjutsu, ma non sono poi così abile.
    Kiyomi fu sincera, in quanto se si parlava di abilità ninja sapeva riconoscere i propri limiti, tuttavia a quel punto, come ebbe fatto lei, pretese la stessa cosa anche dagli altri suoi compagni di squadra, dato che neanche lei aveva mai visto in azione nessuno di loro.
    Però, dato che dovremmo collaborare tutti, mi spetto che facciate la stessa cosa anche voi, dicendomi che sapete fare e cosa devo aspettarmi. Disse, rivolgendo lo sguardo un po' a tutti i membri della squadra ed aspettandosi una risposta.
    Quando fosse stata messa al corrente di quello che aveva richiesto e fosse giunto il momento di partire, non avrebbe avuto altro da aggiungere, seguendo il suo team giù per le scale, ma per qualche strano motivo, prima di fare il primo passo, quasi istintivamente tornò per un istante con lo sguardo all'interno della sala per cercare di vedere un'ultima volta quello stupido idiota che era riuscito a creare tanto scompiglio in una riunione così seria.
    Quell'adorabile stupido idiota.
     
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