Nuove ali per il Vento

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    Dichiarazioni di Guerra







    Subito dopo l’impatto Raizen sgranò gli occhi, sapeva che la bijudama era pericolosa, letale, ma non a quei livelli. Aveva abbattuto il rosso con un'unica tecnica e di certo non era sua intenzione, sapeva che il jonin della sabbia era forte, pensava che si sarebbe protetto, per quello la tecnica era così sovra dosata!
    Subito dopo il cazzotto al suolo Raizen sarebbe giunto dal ventoso, tenendo in mano tre preziose pasticche[1 Tonico Coagulante + 2 di Ripristino] mentre si inginocchiava le sembianze del demone lasciarono spazio a quelle del se stesso umano.

    Maledetto cazzone!
    Quello stronzo di Diogene deve arti rimesso in sesto con la fottuta plastilina.


    Nonostante l’esplosione bocca e torace erano in sesto, ustioni a parte, ed al momento era tutto ciò che gli serviva.
    Aprì la bocca facendo forza sui denti per poi porre all’interno tutte e tre le pastiglie, aveva vissuto col rosso, e sapeva che non aveva problemi ad ingerire quella merda in quantità superiori ai comuni ninja.
    Una volta assicuratosi che fossero cadute dentro la bocca la serrò nuovamente, aspettando una debole deglutizione o che si sciogliessero in bocca, in entrambi i casi infatti avrebbero sortito i loro effetti.
    Quando Itai e Shizuka giunsero da loro la scena che gli si presentò davanti non era comune, soprattutto se si parlava di Raizen.
    Era ancora inginocchiato, teneva davanti alle gambe la testa del rosso reclinandola di lato in modo che il sangue non ristagnasse nelle vie aree, chino sull’amico sunese borbottava qualcosa di incomprensibile, un misto di turpiloqui, preghiere e richieste di perdono mentre la sua gigantesca schiena si alzava e abbassava gonfiata da un respiro pesante.
    Aveva gli occhi rossi, più del solito, e colmi di lacrime che per ora non erano in grado di abbandonarli.

    Diogene morirà.
    E se Oto lo proteggerà brucerà insieme a lui.
    Nulla, delle sue sordide macchinazioni, sopravvivrà.


    Era complesso dire cosa si potesse leggere negli occhi di Raizen in quel momento, furia, tristezza o pentimento. Tutto era miscelato in un'unica espressione che si amalgamava sul suo viso movimentandone i tratti in un modo nuovo e terribile, ancora nessuno aveva osato ledere in quella maniera un suo amico, e che fosse stato lui, per riparare ad i danni di un’altra persona faceva toccare alla sua rabbia confini del tutto inesplorati.
    Stava col capo chino a guardare il sunese mentre Itai iniziava a passargli chakra e Shizuka a curarlo, quasi inespressivo fino a quando Itai non gli rivolse la parola.

    Taci.

    Disse.
    Una sola, unica parola.
    Distante dai suoi soliti insulti, dalla grezza ironia, dalle prese in giro, gelido ed al contempo incandescente di rabbia. Il mizukage probabilmente si sarebbe accorto che non era il momento per qualsiasi genere di commento, ma qualsiasi altro shinobi avrebbe dovuto fare i conti con i brividi lungo la schiena: quando Raizen taceva non era mai un buon segno. Per nessuno.
    Intanto un Clone si prodigava nel preparare una pista di sferette magnetiche che conducevano all'ospedale, appena avesse ricevuto segnale da Shizuka che era sufficientemente stabile per partire infatti li avrebbe presi entrambi e portati fino alle porte della struttura in meno di un istante.
     
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