Nuove ali per il Vento

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    Progetti inconclusi







    Quando Shizuka ripetè la domanda di Itai il Colosso si voltò lentamente, non emise nemmeno un suono, nemmeno un respiro appesantito, neanche un muscolo si sarebbe contratto nonostante tutti fossero sul punto di esplodere.
    Bastava una foglia per infrangere quel sottilissimo equilibrio, ma la ragazza fu sufficientemente coscienziosa da poggiarsi su quella superficie con la leggiadria necessaria da non incresparla.
    Si scostò quando gli venne chiesto per poi rispondere alla Kunoichi.

    Se ne stanno occupando i cloni ma dopotutto è sera, i curiosi abbastanza audaci non sono tanti.
    E qui ero intento a fare il mio lavoro.


    Nessuna scusa, nessun tono di rimorso, solo fredde e ciniche parole. Era possibile negarle? No.
    Sarebbe stato possibile in futuro? No.
    Lasciò spazio a Shizuka, seguendo passo passo le sue operazioni e vedendo le ferite del rosso chiudersi rapidamente, anche grazie ai suoi tonici che una volta allontanato dalla morte iniziarono a stimolare le cellule nel giusto modo.
    Appena gli venne dato l’ok si alzò, quasi meccanicamente, dopo aver fatto passare le mani sotto le natiche e sotto le spalle di Hoshi, in modo che il torso si muovesse il meno possibile, sapeva che la schiena non era lesionata, ma la sicurezza non era mai troppa.
    Il viaggio tra le sferette fu rapidissimo, troppo per permettere ad Hoshi di imbrattarlo col suo vomito, ma non abbastanza da impedirgli di rigettargli addosso quello accumulato.

    Oddio.

    Disse tra lo schifato e il preoccupato, il sunese aveva mangiato una quantità tale di roba che le sue emissioni sapevano di scarti di lavorazione industriale del pellame, qualcosa che era meglio non annusare mai nella propria vita. Ma che fosse semplicemente l’effetto di un particolarissimo mal di mare questo Raizen non poteva saperlo. Quando un infermiera lo accolse, ben più professionale di lui, non si mostrò schifata, era già stata preparata al loro arrivo dal clone e li aspettava con un letto munito di ruote.

    Inducete il coma farmacologico prima di subito, ha una buona resistenza ai farmaci ed ha già ingerito tre tonici.

    Glielo portarono via da davanti con una velocità incredibile una serie di voci concitate ripetè le informazioni portate da Raizen, mentre altre rispondevano con nomi di farmaci e antidolorifici in concentrazioni e dosi svariate di cui capiva poco e niente.
    Con quel puzzo si morto addosso si recò alla reception.

    Un bagno, quelli del personale andranno bene, come vede devo lavarmi, chiederanno di me a breve.
    Fateli attendere qui, ci metterò poco.
    Sia cortese, gli spieghi che ero ricoperto di vomito.


    Si sfilò la prima delle due maglie che indossava.

    Mi passi uno di quei sacchi con la chiusura ermetica che avete li dietro.

    Vi infilò la maglia mentre ascoltava le indicazioni.

    Se non credono in qualche modo alle sue parole gliela sbatta in faccia.

    Si allontanò verso i bagni per lavarsi di dosso il vomito del sunese, compito che i detergenti ospedalieri facevano così bene che Raizen si sentiva quasi l’animo sbiancato, stava recuperando un pò della sua tipica faccia tosta.
    Sarebbe tornato dai due rivestito, aveva usato nuovamente il teletrasporto, tecnica particolarmente comoda per evitare i ritardi.

    L’ho fatto mettere in coma farmacologico, gli servirà a mettere ordine senza che niente lo disturbi.
    Shizuka, mi serve un’oretta per farti avere del materiale parecchio particolare, prenditi il tempo per analizzare le ferite di Hoshi e metterle nelle condizioni di un trapianto, o meglio, innesto.


    Non si sapeva cosa avesse in mente il Colosso, ma qualunque fosse il suo piano era già ben delineato nella sua mente, probabilmente mentre Shizuka si occupava di curare Hoshi non era rimasto del tutto immobile, quantomeno il suo cervello.
    Non gli servì infatti ricordarsi di ciò che aveva scoperto alla radice qualche settimana prima e della fortuna che ebbe ad avere Oboro ad essersi occupata delle pulizia.
    La kunoichi si era infatti preoccupata di riordinare le vecchie ricerche e stoccare tutti i materiali in un'unica stanza ascoltando la previdenza dell’Hokage che gli intimò di buttare solo l’irreparabile.
    Passata un ora infatti Raizen sarebbe tornato seguito da una decina dei suoi cloni, due di loro trasportavano una vasca abbastanza capiente da contenere due Raizen affiancati, altri delle apparecchiature che per aspetto estetico parevano essergli complementari. Appena gli fosse stata indicata una stanza, vicina a quella di Hoshi, in cui poter riporre tutte le apparecchiature poterono notare che portava con se anche il resoconto della missione in cui le aveva scoperte con foto dettagliate del luogo e tutte le ricerche cartacee che avevano trovato li, per la precisione, quelle che avevano salvato dall’incendio epuratore.
    Quando i due furono finalmente in solitudine Raizen si decise a scucire la bocca.

    Avevo un progetto.
    Un vecchio progetto.


    Interloquì mentre la mano scivolava dentro una tasca per estrarre un rotolo che aveva probabilmente preso durante la sua sortita.

    Diciamo che avevo in mente delle piccole migliorie, speravo solo di dover essere il primo a sperimentarlo e soprattutto non quando ero a metà dell’opera.
    Ma il bisogno aguzza l’ingegno dicono. E spero.


    Compose un unico sigillo per rilasciare il contenuto del rotolo: un arto artificiale, uno scheletro artificiale di un arto per la precisione.

    Questo.

    Lasciò che Shizuka lo esaminasse, probabilmente rendendosi conto che al tatto non era freddo come il normale metallo, bensì tiepido, era probabilmente un materiale diverso, probabilmente una resina o porse composto, stava di fatto che la sua resistenza[pot. 30 durezza 5], come l’allieva potè notare in caso l’avesse testata, era fuori discussione.

    Però ho iniziato a lavorarci da poco e abbiamo due problemi, ci serve subito e non ho il tempo per imparare a meccanizzare tutti i muscoli del braccio ma soprattutto della mano, Hoshi deve uscire rapidamente di qui.
    Secondo punto e decisamente più grave del primo è già parecchio instabile, farlo svegliare con un arto del tutto meccanico è… impensabile, ammattirebbe nel giro di due secondi.


    Prese un telecomando ed avviò un video.

    Per questo entri in campo tu.

    Avevano scoperto che durante la loro esplorazione alla radice le stanze che andavano scoprendo man mano erano dotate di sistema di videosorveglianza,ed avevano avuto la possibilità di registrare cosa era accaduto al piede di Oboro. Particolare del video che Raizen stava mostrando a Shizuka.

    Guarda con attenzione, come dice la voce quella roba è senziente, ma non sta divorando Oboro, la sta riprogrammando, o almeno ci tentava prima che quella pazza scatenata si tranciasse via il piede.
    Io non so molto di quella roba, ma son riuscito a capire che è un organismo composto da piccoli organismi, in grado di replicare, adattarsi.


    Indicò l’osso artificiale e poi se stesso.

    Quello che ci sta attorno invece tocca a te.
    Nel mentre che studierai queste ricerche io mi occuperò di scannerizzare le ossa ad Hoshi della gamba e del braccio restanti, le specchierò per avere un modello preciso, però se non erro c’è qualche differenza di dimensioni tra destra e sinistra, aggiusteremo al meglio quando ricreerai i muscoli.
    Ah, mi raccomando, non soffermarti alla superficie, ho in mente di fare un piccolo upgrade al sunese.
    Studia fino a farti sanguinare gli occhi piccola uchiha.


    Si alzò con un sorriso ed uscì, dopotutto anche lui aveva il suo da fare, e poi aveva piantato Itai fuori dalla sala, restare li da solo, senza nemmeno poter origliare, cosa impossibile da fare visto le precauzioni prese da Shizuka all’interno del suo ufficio.

    Lo rimetteremo in sesto.
    Quando si sveglierà penso se ne accorgerà a stento.
    Ma dobbiamo prepararci a modo, io ho da procurarmi qualche lastra del corpo di Hoshi.
    Seguimi.


    Parlava mentre camminava.

    È l’ultimo incidente che succede.

    Disse con un tono conclusivo, e anche se Itai non poteva saperlo era quello di una persona che aveva deciso di non concedere più possibilità ad una “personalità” fin troppo invadente.

    Come abbiamo intenzione di muoverci Itai?
    Io avrei un pacchetto abbastanza importante che ho tenuto ben nascosto che dovrebbe convincere Oto che ha un traditore tra le sue fila.
    Hai in mente qualcosa di particolare?
    Ti ricordo che abbiamo a che fare con Febh.
    Quello stramboide non è il massimo della prevedibilità, so come prenderlo, ma non è da escludere che potrebbe sorprendermi.


    E non era del tutto irreale, ci era riuscito alla festa per la sua elezione ed aveva qualche idea anche per convincerlo in questo frangente, dopotutto il corpo di Eiatsu era una più che valida motivazione, e da qualche parte Shizuka aveva sicuramente conservato la faccia che aveva utilizzato per infiltrarsi.
     
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