La Fonte Dorata

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  1. -Meika
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    La Fonte Dorata

    II



    Quando sentii Akira arrivare la situazione era decisamente migliorata, ed avevo ormai riordinato quasi tutto. Solo che non mi attendevo di trovarlo totalmente nudo. Rimasi per un secondo tra il sorpreso e lo spaventato quando assunse quella posa da spot trash di serie B, ma non riuscii a non riderne sotto i baffi. Buongiorno, risposi allora, allungandomi appena per baciarlo Ho dormito poco, sottolineai maliziosa. Quando poi lui fece notare come non dovesse girare nudo per casa annuii con decisione.
    Hai presente che io sono in grado di vedere attraverso i muri a diversi chilometri di distanza?, dissi camminando leggiadramente verso la stanza, togliendomi il maglione mentre risalivo le scale. Ecco, mio padre sa farlo ad ancora più chilometri... credo quasi dieci, ovviamente non l'avrebbe mai fatto. C'era una specie di tacito accordo tra gli Akuma che ci impediva di invadere la privacy altrui con i nostri poteri. Per cui sì, dovresti rivestirti, aggiunsi lanciandogli contro il maglione.



    Forse le mie parole dovevano essere sembrate realmente paranoiche, anche se indicavano un disagio più profondo di quanto fossi disposta ad ammettere. Un disagio quasi inspiegabile nato dalla profonda insicurezza che provavo, ma che si faceva forte e rendeva forte quella manifestazione interiore così pericolosa che - se ascoltata - mi avrebbe portata a commettere azioni delle quali certamente me ne sarei pentita. Ma Akira non comprese. Non mi aspettavo lo facesse subito del resto, ma allo stesso tempo la sua leggerezza nell'affrontare l'argomento unita ad una certa dolcezza mi fecero sorridere più tranquilla. Forse gli stavo facendo veramente perdere tempo, forse lo mettevo davvero in pericolo più del dovuto ma non era detto che questo a lui pesasse. Del resto sapevo che nella situazione opposta avrei fatto la stessa cosa io per lui, senza batter ciglio.
    Così annuii alle sue parole ma prima che potessi fare qualcosa, qualsiasi cosa, lui decise di iniziare una battaglia di solletico che sapeva benissimo avrei miseramente perso. Ehi, questo è un colpo basso!, dissi tra le risatine, cercando di sottrarmi alle sue mani ma lui casualmente rotolò su di me. Meglio..., risposi e mi baciò. Forse non così bene..., dissi fintamente pensierosa, mentre portavo le braccia attorno al suo collo. Mi dispiace, forse dovrai impegnarti ancora di più, aggiunsi col tono che assumeva una scherzosa sfumatura lagnosa. Cellulite?, dissi ridendo. Oh tranquillo, so prendermi benissimo cura della mia pelle, aggiunsi mentre le mani scendevano sulle sue spalle, per spingerlo di lato e dunque disteso sulla schiena. Salii a cavalcioni sulle sue gambe, chinandomi poi su di lui per baciarlo, terminando dopo un bel po'. Grazie, dissi allora con un sussurro a pochissima distanza dalle sue labbra. E non rispondere nulla Hozuki, aggiunsi prima che potesse protestare. Le mie labbra scesero sul suo collo.
    Ed appunto, così come si era detto, per tutta la notte, a scacciare i pensieri tristi.


    Il mio umore migliorò sensibilmente da quel momento in poi e per il resto del viaggio fui più simile a com'ero di solito piuttosto che la mia versione immersa in svariati pensieri. Quando però ero sola i miei pensieri tornavano lì e finivano vagamente per incupirsi. Il Demone ricomparve, ma lo ignorai e non mi parlò ancora ed Akira non poté notare che fosse successo. Avrei voluto parlargliene, sapevo che avrebbe compreso, ma al contempo sospettavo che se avessi accentuato le mie paure allora esse si sarebbero condensate ancora più forti e terribili. Per Akira non ero davvero un peso, l'avevo capito senz'ombra di dubbio, ma il timore che venisse ferito era più che mai presente. Ma come aveva detto mio padre l'unica cosa che potevo fare era lottare affinché ciò non accadesse. Eppure ridurre il tutto alla sola preoccupazione per Akira mi sembrava stupido, oltre che non da me. Doveva esserci qualcosa che non avevo ancora compreso, un'ansia nascosta non ben identificata che prescindeva da Akira. Solo una cosa però avevo chiaro in testa: dovevo diventare più forte di quanto ero. Non avevo ben chiaro il perché, ma quella doveva essere la soluzione al mio stato d'animo.


    Giunti a Sakane imboccammo direttamente la strada per il Bosco delle Mille Fonti. Ho saputo che qui vicino a Sakane c'è una donna dalle capacità alquanto particolare, mi è stato riferito dopo la promozione, dissi mentre ci allontanavamo dal piccolo Villaggio. Ne sai nulla tu? Era un caso che l'altra volta venimmo qui a Sakane?, domandai allora con una certa malizia nella voce. Non ero a conoscenza di tutte le sue missioni ed ero certo che se il Mizukage gli aveva detto di tacere lui l'aveva fatto senza indugio. Mi chiedevo se doveva tacere anche di fronte ad una verità tanto evidente. Ma non avrei insistito, non volevo metterlo in difficoltà.
    Viaggiammo diretti verso le Fonti, mentre l'aria man mano che ci avvicinavamo si faceva sempre più pesante ed umida. Akira ne era entusiasta, io meno. L'umidità in estate era stata quasi insopportabile, con le temperature più basse mi fecero sentire più freddo del dovuto. Sì, stavolta andiamo lì direttamente, sperai che i Kappa della Fonte Insanguinata non decidessero di attaccare nuovamente. In ogni caso quello che volevo dirti l'altra notte prima che tu mi saltassi addosso aveva a che vedere con il fatto che volevi imparare a forgiare le spade, dissi mentre camminavamo nel fitto sottobosco. I Kappa della Fonte Dorata potrebbero sapere come... Loro hanno appreso le arti degli umani stando a quanto ci raccontò Shosei l'ultima volta per cui è probabile che tra loro ci siano fabbri che potrebbero insegnarti, spiegai. Non ne ero certa, ma la possibilità era concreta, così come concreta era la possibilità che tali Kappa chiedessero qualcosa in cambio per gli insegnamenti. Andiamo assieme da Shosei e gli chiederemo informazioni sulla Fonte Dorata... sicuro come la morte che ti chiederanno qualcosa in cambio e nel caso ti aiuterò, questo presupponeva con assoluta certezza che il contratto fosse al sicuro con Shosei, pronto ad essere firmato.


    Era quasi il tramonto quando Suigo ci venne incontro. Lo strambo Kappa piombò correndo, agitando le braccia, ma non c'era urgenza nei suoi movimenti quanto più sorpresa e felicità. Meika-chan! Akira-kun!, strillò una volta giunto dinanzi noi. Che bello rivedervi!, e senza domandare il permesso mi strinse in un saldissimo abbraccio che rischiava di incrinarmi qualche costa.
    Ohi, Suigo-san, male..., gemetti e lui sciolse l'abbraccio imbarazzato.
    Oh perdonami Meika-chan, mi sono lasciato prendere, ed in risposta diede una sonorosissima pacca sulla spalla di Akira.
    Suigo-san, come va alla Fonte?, domandai massaggiandomi piano il fianco del torace. Ci sono stati altri problemi?
    Oh no no no, Meika-chan, tutto bene! Piuttosto, che ci fai qui?, chiese allora il Kappa.
    Vorrei chiedere a Shosei di firmare il contratto con voi, come mia madre, risposi e la reazione di Shosei mi lasciò interdetta. Si mise una mano palmata davanti al becco come a voler nascondere un momento di imbarazzo, dunque parlò rapidamente. Oh ma certo certo, però parla con Shosei perché la cosa non è immediata come sembra purtroppo... ma non temere!
    E ti pareva..., borbottai rivolta ad Akira mentre il Kappa ci conduceva verso le mura della Fonte da lì in basso verso la Fonte Pura.


    Mentre camminavamo verso il centro della Fonte diversi Kappa si fermarono a guardarci, incuriositi, ma solo per breve tempo e tornarono ben presto alle loro pigre attività. Sembrava esserci nell'aria una sensazione di estrema pace che mi tranquillizzò. Sarebbe andato tutto bene... che pensiero ottimista. Mai avere pensieri troppo ottimisti.
    Entrati nel palazzo Suigo ci condusse fino al piccolo giardinetto interno dove il vecchissimo Kappa era solito stare.
    Shosei-sama?, disse Suigo. Shosei era in posizione meditativa, profondamente assorto. Così assorto che non risposte.
    Shosei-sama?, Suigo si avvicinò posando una mano sulla spalla del vecchio il quale cadde di lato a peso morto. Addormentato. Oh... dormiva..., disse Suigo ma la caduta aveva fatto risvegliare Shosei il quale si tirò su con aria quasi allarmata.
    Cosa eh? Suigo! È successo qualcosa? Ah no... Meika-chan ed Akira-kun! Quale inattesa sorpresa! Avanti avanti sedete, che ci fate qui?, Shosei indicò l'erba dinanzi a lui e così presi posto di fianco ad Akira.
    Shosei-san, sono qui per il contratto, l'avevo detto ed ora..., ma mentre parlavo fui interrotta da un sospiro di Shosei.
    Oh, il contratto... mia cara Meika, purtroppo il contratto non è più in nostro possesso, a quelle parole rimasi per dei lunghi secondi in silenzio. Avevo creduto che sarebbe andato tutto bene e sarebbe stato facile! Quando la Fonte Insanguinata chiese il permesso alla Fonte Dorata di attaccarci tra le altre cose decisi di responsabilizzare quegli avari affidando loro la custodia del contratto, così da proteggerlo. La Fonte Dorata ha un potere militare superiore al nostro e a quello della Fonte Insanguinata, ed è venuto il momento che comprendano l'importanza di essere dei Kappa. Non che abbia amato particolarmente quella soluzione, ma era quella che mi pareva più equilibrata. Per cui, Meika-chan, dovrete parlare con Kinou che detiene il contratto ora, fece un sospiro È assai probabile che ti chieda qualcosa in cambio.
    ...Tipo cosa?, domandai senza riuscire a trattenere la preoccupazione nella mia voce.
    Forse qualche incarico, non so, i Kappa della Fonte Dorata chiedono sempre ciò che in quel momento potrebbe arricchirli, ma non sono estranei alla contrattazione, disse Ah, ovviamente, mettete tutto per iscritto eh! Non hanno quasi alcun onore, ma preferirebbero gettarsi nelle fiamme che violare un contratto firmato e controfirmato, scosse il capo. Era evidente che ritenesse la cosa stupida. Mentre processavo quell'informazione Akira avrebbe potuto domandare a Shosei qualcosa riguardo i fabbri della Fonte Dorata.
    Oh eccome se ci sono!, avrebbe risposto annuendo con ardore E sono anche estremamente bravi! Ma anche lì temo che ti chiederanno qualcosa in cambio, purtroppo sono fatti così, ma a quello eravamo preparati. Così salutammo Shosei ma mentre stavamo per andarcene il vecchio ci fermò.
    Suigo va con loro, disse e Suigo si riscosse dal silenzio con un balzello.
    Oddio oddio oddio! Devo? Cioè ok, sai, quel posto è così inquietante!, disse il Kappa al suo maestro il quale sorrise, arrancando sulle sue vecchie zampe fin da Suigo, posandogli una mano sulla corazza.
    Non vorrai che quegli imbroglioni tentino di raggirare la figlia di Mai-chan, Suigo, disse Shosei e Suigo scosse energicamente il capo.
    Oh giammai giammai! Avanti ragazzi andiamo! Non avrete nulla da temere!, lui ne era davvero sicuro. Che poi sarebbe effettivamente andata così sarebbe stato un'altra (improbabile) storia.


    Lascio a te l'ingresso e le prime parole con Kinou!
     
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