La Fonte Dorata

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  1. -Hidan
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    La Fonte Dorata

    II


    Dopo le prime, assurde, preoccupazioni e velleità da parte di Meika, che vennero scacciate nel migliore dei modi possibili, il viaggio verso Taki procedette tranquillo fino a Sakane. Attraversato il passo montuoso, lasciando poi il piccolo villaggio a bordo del lago alle nostre spalle, Meika mi domandò come mai, anche nella precedente visita, conoscevo quella strada, aggiungendo anche che sapeva che nel villaggio era presente una donna dalle abilità estremamente particolari, anche se non sapeva esattamente quali esse fossero. Ehm... La domanda mi spiazzò. Beh, diciamo che... Incominciai a grattarmi la testa, quasi vergognandomi e non sapendo che pesci prendere. Ad essere particolari... Trovata la via d'uscita. Sono molto particolari... Non so se mi capisci, eh? L'avrei guardata con uno sguardo malizioso, facendoli anche un occhiolino. Ti dico solo che quel breve momento valse tutto il viaggio... Continuai a guardarla, cercando di creare una qualche reazione emotiva, che avrebbe anche potuto finire per essermi fatale. Sto scherzando! Cioè, in parte... Senza entrare troppo nel dettaglio, diciamo che questa donna l'ho scoperta io. Adesso faccio da intermediario tra lei e Kiri in una sorta di accordo commerciale che sono riuscito a stipulare con lei... Gli confidai, restando comunque sul vago. Comunque magari ne parliamo in un'altra occasione. Cercai di evitare il discorso per non dover parlare di spaccio di cadaveri e potenti artefatti. Non ti preoccupare, non è pericoloso. O almeno adesso non lo è... O almeno spero... Conclusi, tralasciando il fatto che quella donna mi trasmettesse sempre, per un certo verso, uno strano senso di inquietudine. E comunque ti ricordo che sei stata TU a saltare addosso a ME. Scoppiai a ridere, mettendomi sulla difensiva. Come darti torto, d'altronde... Con un corpo del genere... Faccio fatica a resistermi da solo, sinceramente. Mi accarezzai una ciocca di capelli blu, portandola dietro all'orecchio. Beh, si... Avevo pensato a questa cosa. Visto che è difficile trovare fabbri di fiducia, e visto che ho una promessa da mantenere, ho pensato... "Perché no?". Non dovrebbe essere poi così difficile... Esclamai, mentre Meika mi faceva presente come la Fonte Dorata fosse piena di kappa dalle capacità più umane per quel che concerneva l'artigianato e il commercio. Uhm... Sembra una buona idea! Perché no, parlavo proprio di trovare qualcosa da fare! Conclusi baldanzoso, mentre ci addentravamo sempre più verso il Bosco delle Quattro Fonti.

    Eravamo quasi arrivata alla Fonte quando Suigo sbucò da in fondo al bosco, correndoci incontro con il suo strano modo di agitare le sue strane e lunghe braccia, con le quali andò ad abbracciare Meika, con una certa foga. Ridacchiai mentre l'Akuma veniva stritolata dal kappa, che subito dopo mi tirò una possente pacca sulla spalla, che ricambiai scherzando. Alla Fonte sembrava andare, finalmente, tutto per il meglio, ma le cose non sarebbero di certo state semplici. Credevi veramente che fosse stato semplice? La guardai, facendo spallucce. Forse le nostre missioni non ti hanno insegnato ancora niente? Doveva averlo imparato che con me, con “noi”, non c'era mai nulla di facile.

    Raggiungemmo la Fonte in piena tranquillità, facendo quasi finta di nulla quando qualche kappa un po’ più curioso degli altri si fermava per pochi istanti, interrompendo le proprie attività, per osservarci passare. Seguimmo Suigo attraverso le trasparenti acque che conducevano al centro della Fonte, nel tempio sede di Shosei, leader di quella Fonte. L’essere anfibio sembrava essere in una sorta di trance, in uno stato di profondo divenire, di quando lo spazio-tempo si piega in se stesso, rendendo lo scorrere del tempo assolutamente soggettivo, quasi flebile. Oh, quante volte avevo provato quella sensazione nel mio essere, composto unicamente da conoscenze e flussi di pensieri.
    Esattamente, stava ronfando come un maiale.
    Trattenni a forza una risata, piegandomi su me stesso e tappandomi la bocca con entrambe le mani per evitare di collassare quando la tartaruga con il pollice – o quel che era – opponibile. O quasi. Shosei, è sempre uno spass… Un, un piacere. Volevo dire un piacere. Tagliai corto per evitare rovinose figure davanti ad una così aulica figura.
    Il contratto, ovviamente non c’era. Cioè c’era, ma non era più lì. O meglio era lì ma era stato dato ai kappa della Fonte Dorata. Ovviamente, mi sembra chiaro. Consegniamo il contratto agli unici kappa che venderebbero il guscio della loro madre per pochi spicci… Commentai a mezza bocca, ma con la consapevolezza di essere ascoltato da tutti. span class="parlato" style="color:#0082C3; font-weight: bold"> Va be’, come non detto, tanto sarei dovuto andare comunque lì. Sto cercando dei fabbri. Degli ottimi fabbri. Troverò qualcuno che faccia al caso mio lì? Chiesi a Suigo che, dopo qualche istante di silenzioso ed una fugace scambiata di sguardi con Shosei, annuì. Molto bene. Mi basta sapere questo. Meika, andiamo a prenderci il contratto. Utilizzeremmo i tuoi risparmi, ovviamente. L’idea del viaggio è stata tua e io ti ho offerto un ghiacciolo ... L’altra volta... Mi sembra. La convinzione delle parole diminuiva ad ogni sillaba, quindi decisi di finirla lì. Meika, Suigo, andiamo. E, detto ciò, avrei spinto i miei due compagni a seguirmi verso la nuova avventura.

    La Fonte Dorata era, almeno dai racconti, la più ricca e potente Fonte di tutto il Bosco. I kappa che la abitavano avevano preso le qualità dell’ingegno e del commercio dall’uomo, ma anche uno dei suoi peggiori difetti: l’avarizia. Suigo ci raccontò di come la Fonte Dorata fosse quella che più si avvicinava ad una città tra tutte le fonti, con grandi case e palazzi, alcuni costruiti in legno ed altri perfino in pietra. CI raccontò della loro capacità nel costruire attrezzi agricoli, strade, utensili di ogni tipo e… Anche enormi fucine, da cui sfornavano ogni giorni centinaia di articoli di svariato genere, fino ad arrivare alle armi che poi rivendevano agli stranieri del bosco.
    Dopo all’incirca una mezza giornata di cammino, la foreste, mano a mano, cominciava sempre più a dilatarsi, quasi come se stessimo uscendo da questa. Stavo quasi per chiedere a Suigo se avessimo preso la strada giusta che, in lontananza, incominciò ad intravedersi un alto muro di cinta. La grande muraglia che circondava la Fonte Dorata non era composta da roccia e muschio, come eravamo abituati, bensì da pietre ben lavorate accatastate le une sull’altre, proprio come erano soliti fare gli uomini fin dall’antichità. Inoltre, all’incirca ogni 500 metri, una torre di guardia si ergeva dalle pietre, fatta da metallo e legno, che arrivava a toccare quasi i rami più alti degli alberi. Quando arrivammo finalmente vicino al muro, Suigo ci condusse ad uno dei suoi cancelli. Erano presenti in tutto sei kappa, cinque dei quali finemente armati: grossi scudi rotondi di metallo ad un braccio e lunghe lance nell’altro. Ognuno di loro indossava diverse piastre nelle zone molli del loro corpo, rendendo la loro figura quasi del tutto corazzata da ogni genere di attacco. Proprio a metà dall’apertura delle mura, una piccola postazione in legno delimitava l’area in cui agiva l’ultimo dei sei kappa: questo era ben più piccolo delle guardie, ma molto più anziano, con due piccoli occhiali sul suo becco. Sicuramente un’immagine che non si vedeva tutti i giorni.
    Buongiorno signor… Tartaruga. Io sono Akira Hozuki, lei è Meika Akuma e il tontolone si chiama Suigo. Avremmo bisogno di… Il piccolo kappa neanche mosse la testa, impegnato com'era a leggere una specie di libro-giornale contabile. EHY! Chi siete?! Ma... L'ho appena detto... Io sono Akira Hozuki, lei è Meika Akuma e lui è Suigo. Come dicevo, avremmo bisogno di… Quanti siete?! Qualcosa non andava. Beh... Siamo tre... Cosa fate?! Noi... Cosa portate?! Mostrai le mani. Ma niente, le nostre armi... 100 Ryo. Sentenziò. Guardai in cerca di aiuto Meika e Suigo, ma non poteva arrivare da loro. Presi le monete e gliele posai sul banco. Ecco a voi... Arrivederci! Esclamai, facendo passare davanti di me Meika e Suigo. Quest'ultimo, però, goffo com'era, fece impigliare la mia katana ad una giuntura del suo guscio, finendo per farla cadere. Feci qualche passo all'indietro per prenderla, ma... EHY! Chi siete? Ma sono quello di prima... Quanti siete? Prima eravamo tre, ora sono io e... Cosa fate?! Ma ho appena attraversato... 100 Ryo. Ma se ho pagato adesso! Ho solo attraversato un attimo! EHY! Chi siete? Ma come chi sono? Si, ma cosa portate? Null... E quanti siete? Sono ancora solo... 100 Ryo. Che cazz... EHY! Chi siete? Ma vaffanculo! E colto dal nervosismo incominciai a smanacciare e trascinarmi dietro Meika e Suigo, mentre ancora il buffo kappa continuava a parlare da solo.

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    Arrivammo con il sole ormai calato alla Fonte Dorata. Era, come da voci, la più grande ed estesa, oltre ad essere la più piccola, ed ogni kappa aveva una sua abitazione, grande o piccola che sia, di legno o pietra. Le strade erano ben battute, e quelle principali piastrellate, mentre in ogni dove c'era sempre un fuoco acceso. Quindi i kappa della Fonte Dorata non hanno paura del fuoco... Immaginavo, essendo abituati a lavorare nelle fucine... Riuscii ad ottenere l'informazione da Suigo che, invece, sembrava in gran disaggio ogniqualvolta si avvicinava entro i 10 metri di distanza da un fuoco. Con la luce della luna, la sede di Kinou, il leader di quella fonte, era ben visibile anche se in lontananza. Un palazzo costruito completamente in pietra, alto più di 20 o 30 metri, con ad ogni lato un'ulteriore torrione, sormontato ciascuno da un grosso e rigoglioso fuoco. Di sicuro non gli piacerà passare inosservato...
    Capii poco dopo il perché di quella mania di grandezza.
    Arrivati nel palazzo, fummo accolti da un paio di guardie che ci vietarono l'ingresso alle stanze di Kinou. A quanto sembrava era impegnato con una faccenda grossa. Non potete dirgli che abbiamo una certa urgenza? Sono sicuro che troverà del tempo...
    IL TEMPO E' ORO! Una vocina stridula mi prese alla sprovvista, arrivando dalle mie spalle. Un minuscolo kappa, alto forse poco più di 70 o 80 centimetri, si intrufolò tra le mie gambe con in bocca un cetriolo. Le guardie, al suo passaggio, accennarono un inchino. E tu saresti Kinou?! [Nikou]little_kappa_by_chichapie Problemi per caso?! No. Bene! Come ho detto, ho una grossa faccenda da sbrigare. Il tempo è oro! Ma il mio tempo vale molto di più! E con queste parole sparì la sua figura, inghiottita da un grosso portone di fronte a noi.


     
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