La Fonte Dorata

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  1. -Meika
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    La Fonte Dorata

    III



    La Fonte Dorata non era affatto simile alla Fonte Pura. Quest'ultima aveva risentito davvero poco di tutta l'influenza umana che invece aveva contaminato gli altri Clan dei Kappa. Alla Fonte Pura tutto smebrava così armonioso e naturale, persin quelle che erano costruzioni di derivazione umana sembravano essere fuse con la natura in maniera armoniosa e perfetta. Era un posto dolce in cui passare giornate e non avresti mai indovinato la differenza tra la Fonte Pura ed un placido boschetto isolato dal mondo nei pressi di un bel lago. La Fonte Dorata era una città. Ed era anche ben difesa.
    Compresi il perché fosse ritenuto il clan dei Kappa dal potere militare maggiore. Era il più ricco, il meglio armato, probabilmente il più numeroso. Privo dell'indiscriminata furia della Fonte Insanguinata, probabilmente i Kappa della Fonte Doraa erano dotati anche di maggior intelletto rispetto a quelli della Fonte Pura.
    Certo che erano avidi. La scena che si palesò mentre stavano attraversando aveva del ridicolo. Perché il Kappa che riscuoteva la tassa d'ingresso doveva essere particolarmente rintontito. Così, quando la scenetta andò avanti, la mia unica - normale - reazione fu una genuina risata per tutto quello che stava accadendo.



    Ehm, Akira-kun, credi sia saggio non pagare... loro sono proprio... pericolosi... Suigo ne era chiaramente spaventato, ma posai una mano sulla sua spalla, come per dirgli che andava tutto bene.
    Sembrava un robot, sta tranquillo, i suoi benedetti 100 Ryo li ha avuti dissi, mentre le risatine per la scena si calmavano con una certa difficoltà. Mentre camminavamo, addentrandoci sempre più nel territorio della Fonte Dorata, Akira notò come questi Kappa non avessero paura del fuoco. Suigo però lo corresse.
    Temono il fuoco, ma hanno imparato a domarlo spiegò l'allampanato Kappa.
    Non meno di noi umani, insomma feci notare. Anche gli uomini temevano il fuoco incontrollato. Era un istinto atavico: il fuoco bruciava e faceva male. Tutti, alla fine, lo temevano e scappavano. Suigo si trovò d'accordo, almenoin parte.
    Loro non usano fiamme libere, le confinano sempre in grossi forni. Dopotutto sono dei Kappa, non hanno bisogno del fuoco per sopravvivere, ma solo per il loro lavoro.


    I nostri passi ci condussero fino all'enorme palazzo dorato di Kinou. Cercammo di entrare, ma non ci fu permesso di passare. Kinou era impegnato a quanto pareva. Così impegnato che decise di comparire in qualche modo alle nostre spalle, strillando come un ossesso per poi sparire senza lasciarci nemmeno parlare.
    Quando la porta si richiuse dinanzi il mio naso ero rimasta con una mano alzata in segno di saluto e la bocca semiaperta.
    ...Quel nano sarebbe Kinou? dissi con tono basso, ma decisamente stupito. Ecco perché tutta quella magnificenza. Era tutta una compensazione per via delle sue dimensioni estremamente ridotte. Suigo a sentirmi dire la parola "nano" però si allarmò, gettandosi quasi su di me per tapparmi la bocca con le mani.
    Ssssssh Meika-chan, lui odia quella parola, la odia! quasi strillò il Kappa. Con fatica riuscii a prendere le mani palmate del Kappa e a staccarle dal mio viso.
    Sì ho capito! Lo avevo immaginato borbottai a denti stretti, per poi incrociare le braccia riflessiva.
    Forse dovremmo tentare domani... ormai è quasi notte... provò a suggerire Suigo. Era vero, ormai era tardi, ma non volevo perdere altro tempo inutile.
    Bé, se il tempo è oro, cerchiamo di rendere proficuo il tempo che dovrebbe passare con noi dissi decisa. ignorando la proposta di Suigo. Normalmente non si dovrebbe parlare così, dato che la mia era una sincera richiesta di alleanza più che uno scambio, ma a quel punto non mi restava che metterla in termini che Kinou avrebbe capito. Così mi avvicinai alle guardie e dissi, diretta e chiara, senza tentennamenti di alcun tipo la frase che nel cuore degli avidi era magica al pari del più classico "apriti sesamo".
    Sono qui per parlare di affari con Kinou, sono sicuro che troverà il tempo per questo.
    Affari. Non ero lì per proporre affari, ma in un certo modo potevo metterla in quel modo. Dovevo solo sapere cosa quei Kappa volevano in cambio per il contratto e per le lezioni ad Akira, sperando che il prezzo non fosse poi così elevato. E la parola "affari" ci spalancò le porte del Palazzo d Kinou.


    Le guardie ci condussero al di la del monumentale ingresso presso una stanza abbastanza grossa che non sembrava essere minimamente adatta a dei Kappa bensì per degli uomii. Il pavimento e le pareti erano decorate e diversi globi di vetro pendevano dal soffitto. Emettevano un baluginio chiaro e dorato, molto caldo ed accogliente. Lì li aspettava Kinou, che sgranocchiava un cetriolo preso da un cesto d'argento posato sul basso tavolino dinanzi a lui. Ci fissò con attenzione per un lungo istante, e con sospetto.
    Bé, allora, avete detto che avete affari da proporre. Quali affai? parlava svelto ed in maniera irritante, ma ingoiai quel suo carattere per il bene del Contratto.
    Sono Meika Akuma, Kinou-sama. Il ragazzo che è con me è Akira Hozuki, mentre il Kappa è...
    Suigo, il guardiano meridionale, lo so lo so lo so. E so anche chi siete e della vostra piccola avventura con quei folli della Fonte Insanguinata dell'ultima volta.
    Lo fissai per alcuni secondi. Se sapeva così tante cose perché non aveva accettato di vederci subito? Non eravamo graditi.
    Ecco, allora saprai anche di mia madre, Mai Terumi.
    Sì che lo so! Ah! Quella donna ha il suo nome sul contratto! Aspetta, adesso indovino, tu vuoi firmare il Contratto, dico bene?
    Esatto dissi sicura, preparandomi al rifiuto. Non sembrava essere bendisposto nei miei confronti.
    Avevi detto che avremmo parlato di affari! Bé, questi non sono affari, dovrei cacciarti a calci per l'insolenza! Era falsamente irritato. Stava cercando di mettermi sotto pressione, cercava di far pesare il fatto che il suo prodotto era unico e che il mio desiderio poteva avere un costo molto elevato.
    E qui lo sono. Ho detto cosa voglio, qual'è il tuo prezzo? domandai, ignorando la provocazione.
    1.000.000 di Ryo. In contanti.
    Un milione di Ryo. A conti fatti avrei dovuto lavorare per circa vent'anni o poco meno per accumulare tale somma. Era del tutto irragionevole. Sentii uno strano calore nel petto, era rabbia. Non poteva chiedere un tale cifra! Perché Shosei aveva affidato il contratto a quel folle!
    Kinou-sama il tono di Suigo era cambiato. Non era più pauroso. Era rispettosamente severo. Ho avuto mandato da parte di Shosei-sama di vegliare su questi due ragazzi e non posso fare a meno di ricordare cosa ha giurato a Shosei nel momento in cui ti ha affidato il contratto.
    Tsk, babbeo il tono di Kinou era sprezzante. Il mezzo cetriolo che aveva in mano finì, senza mezzi termini, proprio in faccia a Suigo che fu ribaltato all'indietro dalla forza del lancio. Kinou pareva decisamente contrariato a quel punto. Mi voltai verso Suigo, che si teneva il viso con una mano.
    Ohi ohi ohi... disse dolorante.
    Suigo, stai bene Posso guarirti se vuoi ma il Kappa si rimse in piedi senza lamentarsi Ma ti è uscito di volta il cervello Kinou? Esclamai, rabbiosa, alzandomi di scatto. Non sopportavo che avesse ferito Suigo senza motivo, che l'avesse insultato solo perché aveva cercato di difenderci. Kinou diede alla mia rabbia lo stesso peso che avrebbe dato ad una zanzara particolarmente fastidiosa.
    Siediti e tratta, ragazzina disse il Kappa.
    Meika-chan, Kinou ha giurato di non richiedere mai un prezzo che non possa essere pagato. Ed ha anche detto di non usare solo l'offerta per valutare a chi far firmare il contratto.
    Infatti.
    Ed allora perché un prezzo così assurdamente elevato Kinou-sama!
    Sciocco!
    Perché se avessi potuto pagarlo, l'avrei fatto, no? Interruppi la discussione con un tono di voce un po' basso, quasi stanco.
    Non ho1.000.000 di Ryo. Ma ho le mie abilità di kunoichi e medico. Non ho molti soldi, ricaveresti ben poca cosa da me Kinou-sama.
    Solo a quel punto l'irritante ed avido Kinou si concesse un mezzo sorriso soddisfatto. Si sfregò avidamente le mani.
    Mi va bene, il contratto dopotutto non si consuma, ci guadagneremo di certo.
    Senza dubbio, ci guadagneremo tutti.
    I Kappa del Bosco delle Mille Fonti non sono gli unici animali particolari che vivono da queste parti. Di recente abbiamo avuto parecchi scontro con dei Naga della Profonda Foresta. Gente poco simpatica. In genere non osano alzare un dito contro di noi, ma ultimamente sembrano aver preso coraggio e non so perché. Adesso però hanno passato il limite. Due miei fratelli Kin-Kanadzuchi e Kin-Anbirou sono stati rapiti dai Naga mentre erano nella Profonda Foresta a cercare qualcosa...
    Uhm, c'è stato quello schianto un paio di settimane fa... rifletté Suigo.
    Schianto? Domandai.
    Sì. Abbiamo visto una palla di fuoco cadere dal cielo e poi un forte rumore provenire da nord, verso la Profonda Foresta. Non abbiamo idea di cosa sia, Shosei dice che è una roccia caduta dal cielo.
    Probabile, loro sono andati a vedere e recuperarla, ma i Naga li hanno rapiti. Il loro apprendista, Kin-Tebukuro è riuscito a fuggire e riferirci tutto. Recupera i due, ragazza ed avrai il Contratto che desideri.
    Le condizioni erano piuttosto semplici del resto. Alla fine però, anche quello che doveva essere un viaggio piuttosto tranquillo stava volgendo in qualche modo verso pericoli inattesi.
    Accetto Dissi, poi, dopo qualche secondo decisi di sfruttare l'onda per ciò che doveva fare Akira. Kinou-sama, Akira vorrebbe imparare l'arte della fabbricazione delle armi e delle armature... ed ho immaginato che qui alla Fonte Dorata potrebbe esserci qualcosa a tal riguardo.
    Certo che ci sono ma ragazzo... si rivolse ad Akira, fissandolo in viso Cosa mi darai in cambio?
    Verrà con me! Dissi allora, anticipando l'Hozuki, allungando una mano sulla sua per farlo star zitto. Avrebbe capito che avevo qalcosa in mente per finire al più presto quella storia.
    Credo che sarebbe venuto comunque.
    Lui non rientrava nei patti, Kinou-sama dissi con un sorriso spietato. Avevo fatto attenzione a parlare solo di me e mai di noi. Ero io che avrei dovuto recuperare i due Kappa. Akira avrebbe potuto aiutarmi, ma sarebbe stato un regalo che avevo fatto ben attenzione a non specificare. A quel punto però la presenza dell'Hozuki aveva un prezzo, un prezzo che avrebbe pagato con quelle lezioni.
    Tsk Kinou era evidentemente irritato, ma nella sua testa probabilmente qualcosa andava formandosi. I due rapiti sono i nostri fabbri migliori, ma se Akira vuole può rimanere qui ad apprendere l'arte mentre tu recuperi i due.
    Quella fu una sorpresa. Sia perché i due migliori fabbri erano stati rapiti, una triste coincidenza per l'Hozuki, sia perché esisteva un'alternativa sebbene di qualità decisamente più scarsa.
    Se rimani parleremo del prezzo, giovinastro. Bé, allora, abbiamo un accordo?
    Stava ad Akira decidere che fare. Se rimanere lì ed apprendere l'arte oppure accompagnarmi dai Naga a recuperare i due Kappa. Non avevo bisogno di dirgli che l'avrei voluto al mio fianco, non avevo bisogno di dirgli che se però avesse deciso di rimanere lì me ne sarei fatta una ragione e sarei andata lo stesso. Ma dubitavo l'avrebbe fatto. Sarebbe stato così poco da lui, del resto. Siglati i vari accordi - in forma rigorosamente scritta su mia insistenza e con rilievo di Suigo -Kinou ci avrebbe ospitato nel suo palazzo. E tirchio com'era finimmo tutti e tre in una stanza piuttosto sotterranea e poco luminosa, che odorava appena di muffa.
    Ma il giorno dopo dovevamo partire presto. I Naga e tutti gli inattesi problemi ci attendevano.

     
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