La Fonte Dorata

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  1. -Hidan
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    La Fonte Dorata

    III


    A quel punto non restava altro che far parlare Meika.
    Nel lussuoso - almeno per quel che poteva riguardare i Kappa - palazzo di Kinou, venimmo condotti nello studio di quest'ultimo per parlare d'affari.
    Una cosa che con me c'entrava veramente poco.
    Potevate chiedermi di ingaggiare battaglia contro uno scheletro di 100 metri che risucchiava l'energia vitale del mondo da solo, oppure di gettarmi a capofitto verso un avversario ben più forte di me, ma chiedermi di contrattare sarebbe stato veramente da folli.
    Non che non potessi farlo, ma la mia pazienza era ben poca cosa e, sebbene sapessi accalappiarmi le simpatie dei più, sapevo che dinanzi ad un astuto e malizioso mercante come poteva essere solo Kinou avrei finito ben presto per arrendermi e... Tagliargli la testa dal collo.
    Perlomeno Kinou era veramente un tipo diretto; senza badare troppo ai modi e all'accoglienza, ci ritrovammo ben presto dinanzi ad una discussione gravosa, soprattutto per le sue richieste. EH?! Un milione.
    Un milione di ryo.
    Ma tu sei tutto scemo! Digrignai i denti, già con la pazienza ai minimi storici.
    Decisi, comunque, di ingoiare il rospo, per non creare più problemi di quelli che già non ci fossero.
    Tra un cetriolo volante e l'altro, dopo qualche insulto, e dopo l'essere venuto a conoscenza che, verosimilmente, una meteora si era schiantata nel bosco qualche giorno prima, evento che era coincisa con il rapimento dei miglior fabbri della fonte da parte dei Naga del bosco, Meika, grazie alle sue capacità dialettiche, riuscì a raggiungere ad un accordo: se fosse riuscita a recuperare i due fabbri, avrebbe avuto la firma sul suo contratto.
    Per quel che concerneva me e il mio interesse ad imparare l'arte dei due fabbri, sempre grazie alla sua abilità, mi erano aperte due strade diverse. Avrei potuto attendere Meika alla Fonte Dorata e imparare dai fabbri dei kappa lì presenti, oppure andare con Meika e rimandare l'addestramento.
    Ma sei seria? La guardai stupita. Me lo stai chiedendo veramente? Ovviamente vengo con te. Non ci sarebbe stato niente che mi avrebbe proibito di seguirla nel covo di un gruppo di Naga. Sia per divertimento personale che per premura nei suoi confronti. Facciamo così, questo è il mio prezzo: recupererò insieme a Meika i vostri due fabbri... Inoltre vedremo se cercare anche ciò che è caduto dal cielo per recuperarlo... Sono sicuro che vi può interessare, o no? Forse avevo trovato dove colpire. Ovviamente ne vorrò una parte anche io... Potrei farci pratica! Allora, affare fatto?

    Una volta attesa la risposta di Kinou, gli eventi della giornata giunsero al termine, visto che fummo accompagnati in una stanza di terza o quarta mano con un leggero strato di muffa. Grand Hotel, insomma... Va bè, abbiamo dormito in posti peggiori... Dissi, ricordandomi la buia e fredda grotta di Genosha con cadavere di orsi polari agli angoli.
    Mi sarei buttato sul letto così vestito e, in men che non si dicesse, e prima ancora di scambiare due paroline dolci e carezze con Meika, mi ritrovai tra le braccia di Morfeo... Russando sonoramente.

    La mattina successiva mi alzai ben riposato, accorgendomi solo in seconda battuta, quando mi girai per cercare il corpo di Meika, che questa era cambiata nella notte. Mh? Tesoro? Sei... Strana... La mano scivolò sulla sua gamba, al buio, umida e fredda.
    E squamosa.
    Fu allora che mi accorsi che avevo dormito tutta la notte Suigo.
    OH CHE SCHIFO! Saltai giù dal letto. Dannata tartaruga che non sei altra! Non ci provare più! Non che fosse colpa sua, visto che probabilmente Meika si era offesa del fatto che mi fossi addormentato istantaneamente.

    Una volta preparati partimmo immediatamente verso la Foresta Profondo, ovvero la parte più interna del Bosco delle Mille Fonti. Dai racconti di Suigo era la parte più antica e tetra di tutto il Bosco, dove le Naga, dopo aver perso le battaglie per il territorio contro gli antenati dei Kappa, si erano radunate e nascoste, firmando una sorta di tregua con questi.
    Un posto pericoloso, dove quelle terribili e feroci creature si erano nascoste per decenni, senza dare, però, mai particolari problemi. Almeno fino a pochi giorni prima.
    Il confine del territorio dei Naga non era ben stabilito, anche perché i kappa si spingevano raramente fino ai meandri del Bosco, essendosi ormai spartiti i territori tra le quattro Fonti, ed essendo queste creature da sempre poco inclini a restrizioni di ogni tipo.
    Cercare di far rispettare regole ferree non avrebbe fatto altro che creare più danni che risolvere problemi.
    La cosa certa era che, quanto più procedevamo nella foresta, quanto più gli alberi si facevano spessi e scuri, mentre l'aria, già di per se pesante e carica, era ormai quasi impossibile da respirare. Anche per un Hozuki. Se continuiamo così tra poco dovremmo nuotare invece che camminare... Commentai, infastidito anche io per la pesantezza dell'ambiente.

    Dopo sei ore circa di cammino, Suigo annunciò che, sebbene non ci fosse mai stato, non dovevamo essere ormai lontani dalla Profonda Foresta.
    Finalmente! Devo dire però che mi aspettavo qualche movimento in più... Insomma... Neanche uno scoiattolo, una biscia, una tartaruga... Non c'è proprio niente in giro eh, Suigo?
    Nessuna risposta.
    Suigo? Mi girai, non riuscendo a vedere lo stesso il simpatico kappa. Ti pare il momento di fare gli scherzi?! Sai bene che presto saremo nel territorio dei... OH CAZZO. UN NAGA!

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    Un enorme Naga, alto più di due metri ma lungo forse sei, con in mano una grossa sciabola acuminata, era apparso, come dal nulla, davanti a noi, a neanche dieci metri di distanza. Circondato da una miriade di grossi serpenti.
    Sssalve, umani. Cosssa volete dalla terra dei Naga? Quesssto è il territorio di re Nack, e io sssono il guardiano. Il mio nome è Nagpur, e vi ordino di andarvene. Il tono era deciso, per quanto viscido. Non abbiamo niente contro voi umani, ma il kappa me lo tengo io... Sssarà un buon passsto. E proprio mentre terminava il discorso, Suigo sbucò dalla cima di un albero dietro al grande rettile, sorretto da due serpenti che lo tenevano legato.

    Un ottimo inizio, non c'era niente da dire.
     
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