Exam²

III ~ Un esame "particolare": Questions II!

a tensione gradualmente venne smorzata con naturalezza e disinvoltura. La Fuyutsuki non desiderava imporre un regime di terrore tra i suoi studenti. I metodi di Okada-Sensei, almeno secondo il suo giudizio, erano sbagliati e controproducenti. Un po’ di ansia era doverosa per poterla gestire al meglio e tramutarla in determinazione e concentrazione. Ma spaventare a morte gli esaminandi poteva ridurre le loro conoscenze e capacità, per il semplice fatto che temevano di sbagliare.
Quindi distese il volto in un semplice sorriso, percependo quasi quella ventata di aria fresca entrata nel Campo di addestramento n°6. Il clima che si respirava era completamente cambiato. Gli studenti sembravano leggermente più rilassati e la Genin non poteva far altro che esserne lieta. Desiderava solo valutare le loro capacità nel pieno della loro forma ed espressione. E secondo lei quello era il clima giusto da instaurare.
Gli occhi cristallini della ragazza si soffermarono su entrambi gli studenti. Le prime impressioni che aveva percepito erano piuttosto positive. E sperava di non ricredersi, anche perché l’esame non era nemmeno iniziato, almeno non formalmente. Avrebbe valutato ogni singolo gesto o parola dei due Denshi per poterli valutare al meglio. L’Uchiha sembrava una persona determinata e che sapeva utilizzare la testa. Ben disciplinato e più loquace dei suoi confratelli.
Dopo aver buttato, letteralmente, alle spalle i programmi teorici affrontati dalla classe di Okada-Sensei, la Genin decise di aprire l’esame con una domanda ben precisa. Nulla di pratico o teorico. Desiderava semplicemente capire il modus operandi dei due studenti e valutarne le potenzialità. Attese con pazienza le risposte. E l’Uchiha fu il primo a proferire parola. Gli occhi cristallini della Fuyutsuki si soffermarono sulla sua figura ed ampliò il sorriso non appena rispose esaurientemente alla domanda. Per ora non proferì parola, ma attese anche la risposta della biondina.
Al termine delle risposte dei due Studenti, la Fuyutsuki fece un sospiro di sollievo. A quanto pare in Accademia non riempivano la testa solo di concetti teorici e blande esercitazioni nel Taijutsu. E ciò strappò un sorriso alla Genin, che squadrò con maggior interesse l’Uchiha. Era proprio vero, quel Clan così importante e rinomato del Villaggio della Foglia riusciva a generare valenti Shinobi e Kunoichi al servizio della volontà del Fuoco. E Kazuki-kun sembrava possedere buone capacità analitiche e la sua visione del mondo dei Shinobi non era affatto limitata. - Molto bene! - Iniziò a battere le mani. Era contenta di non dover interagire con studenti passivi, ma molto promettenti. Per ora era rimasta molto colpita dalla risposta dell’Uchiha, ed era certa che Tsuzuki-chan possedesse altre capacità altrettanto valide per una Kunoichi.
- Concordo pienamente sul fatto che uno Shinobi possiede e deve possedere varie caratteristiche. E quindi alla mia domanda non c’era una reale risposta corretta o sbagliata. Ed apprezzo lo sforzo di entrambi nel trovare una caratteristica predominante nella carriera Ninja. - Annuì con un sorriso per poi porre le braccia conserte e diventare leggermente più seria. - Kazuki-kun hai parlato di freddezza e fermezza mentale per portare a termine una Missione o un Incarico. Un requisito necessario, ma non sufficiente a mio avviso. - O almeno questo era il suo punto di vista, che non penalizzava di certo il giudizio finale per l’Uchiha. Anzi apprezzava la sua sincerità. - Nelle situazioni di pericolo entrano in gioco anche altri fattori. E per poter ben gestire l’ansia e lo stress una buona forza mentale è necessaria. Ma un Ninja deve avere una buona motivazione, una forza interiore che lo spinga ad agire nei confronti del Villaggio: La Volontà del Fuoco! - Abbozzò un sorriso per poi continuare. - Secondo voi cos’è? - Anche questa volta la ragazza desiderava scavare nel profondo “io” dei due studenti. Cosa li spingeva a combattere ed ottenere quel coprifronte?
- Ogni Shinobi e Kunoichi delle cinque Terre Ninja percorre una strada, un filone di pensiero, detto il Nindō. Ricordate.. in ogni situazione di difficoltà che sarete costretti ad affrontare in questo lavoro tutt’altro che semplice, c’è solo una cosa che vi distinguerà da semplici mercenari a Ninja: Il vostro Nindō, il vostro credo Ninja! - Senza volerlo la Genin si stava spingendo in argomenti piuttosto complessi, che forse gli studenti non avevano ancora ben chiaro per la loro inesperienza. Ma desiderava capire se avevano la stoffa per essere Ninja. - Anche se è un po’ presto. Voi credete di averne uno? -