Creature del Male, Parte II

Kawa no Kuni

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  1. leopolis
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    «Dialoghi»



    Al sorriso del Flagello Karasu non si scompose, né si mosse. La faccia rimase uguale e impassibile, fredda come la sua maschera. Nessuna emozione albergava nei suoi occhi che Jeral avrebbe poi fissato, e nessuna vi avrebbe preso vita. Era un assassino, un robot. Su un occhio portava il D-Visor per vedere meglio le proprie prede, mentre nell'altro occhio portava solo il gelo e tutta le nagtività possibile di quel mondo che voleva vedere in fiamme. Nessuna emozione venne rivelata nemmeno dopo, quando Jeral accettò la sua mano e quando gli disse che sì, l'affare era, probabilmente fatto. Il corvo rimase ad essere il corvo. Lo rimase anche quando un attimo balenò e si ritrovano a una distanza inimmaginabile dalla loro posizione iniziale, sulla corteccia di quell'albero sul quale vi era il sigillo. Mano nella mano, similmente a un padre e un figlio, ricomparvero a pochi metri da terra, lontanissimi da dove erano, da quel faggio secolare. Il resto venne da sé, e fu proprio così come il corvo lo aveva immaginato: alla stretta della sua mano si lasciò piegare di forza provando non poco dolore per via della presa e si mise in ginocchio dinnanzi all'uomo che aveva cercato per così tanto tempo. Quando poi arrivò la tecnica e il chakra oscuro, molto simile al suo stesso gli pervase corpo e anima, aprì le porte della sua psiche a Jeral in modo completo e totale.
    Nessuna parola però sarebbe stata pronunciata da Karasu; questi anzi avrebbe anzi visto delle immagini complete e dettagliate, realistiche, senza nessuna nota falsa dentro. Erano dei ricordi, o almeno così Jeral li avrebbe potuto comprendere. Dei ricordi vecchi, ma nemmeno troppo: dei ricordi pieni di emozioni, tra le quali vi era solo molto rancore.

    In risposta alla prima domanda, Jeral avrebbe visto prima un ragazzo dai lunghi capelli corvini, con un sguardo felice, ma solitario e un altro shinobicon gli occhi tipici di un Uchiha a fianco a lui. Quell'immagine sarebbe scomparsa subito, sostituita da un branco di corvi intenti a tirare fuori dalla schiena del ragazzo con i lunghi capelli corvini di prima un pugnale. Alla fine sarebbe apparsa solo una maschera, quella del shinobi dinnanzi a Jeral. Una maschera raffigurante un corvo. Perché era così che si chiamava ora. Karasu. Corvo. O colui che fu tradito, e salvato dai corvi divenne uno di loro.

    Per rispondere alla seconda domanda, Karasu si sarebbe concentrato prevalentemente sulla sua nascita e sulla sua amicizia. Era nato a Konoha una ventina di anni prima, in una famiglia completamente composta da membri del clan Uchiha. Entrambi i genitori di Karasu che Jeral avrebbe visto avevano sviluppato lo Sharingan. Poi Jeral avrebbe visto i tentantivi di Karasu di sviluppare anch'egli quel dono oculare, senza però riuscirci, cosa che lo portò su una strada piena di studio e di insidie per imparare a usare la tecnica proibita del Quarto. Un dettaglio importante in tutto quello vi era l'amicizia profonda di Karasu con un altro ragazzo del clan che era riuscito a sviluppare lo Sharingan: Jeral avrebbe visto i loro giochi, i loro allenamenti, le loro passeggiate, i loro pasti, i loro dialoghi, le loro storie. Poi avrebbe visto una missione dura, durissima, forse mortale: Jeral avrebbe visto i due accerchiati dai nemici. Questi dissero che i due avrebbero dovuto combattere e colui che avrebbe vinto sarebbe stato salvato. Poi una sola immagine: Karasu con un pugnale nella schiena in una pozza di sangue.

    In risposta alla terza domanda Karasu avrebbe mostrato la sua vita dopo la sua prima morte. Inseguiva le prede leggendone le tracce lasciate in giro per l'ambiente, e le assassinava furtivo, nascosto, celato. Era un inseguitore e un assassino, dunque; un avventuriero libero come un corvo che girovagava per il mondo cacciando prede sempre più nuove. In contempo era mutato anche il suo chakra: una volta era di tipo fuoco, ma dopo quell'evento era diventato d'ombra. Era una specie di negatività dilagante; un male che avrebbe potuto far appassire le piante e distruggere la terra. Era la morte; era l'ombra. Non per ultimo avrebbe mostrato a Jeral la sua abilità nell'uso della katana e del chakra abbinato alla sua lama: era quello il suo modo preferito per uccidere.

    Alla domanda sullo scopo Karasu, forse per la prima volta dopo tanto tempo, avrebbe sorriso, mostrando delle immagini chiare e inequivocabili.
    In primo luogo, sopra ogni altra cosa voleva sviluppare lo Sharingan: quel che non aveva fatto durante la sua prima vita, avrebbe voluto farlo durante la seconda.
    In secondo luogo voleva il completo sterminio del clan Uchiha, compresa la sua famiglia e la famigia del suo ex migliore amico.
    In terzo luogo aveva fatto nascere nella mente l'immagine di Konoha completamente distrutta dalle esplosioni e dalle fiamme; un villaggio che non esisteva più. Un villaggio distrutto.
    Infine, come ultima immagine avrebbe fatto vedere a Jeral tutto il continente ninja. Da nord a sud, da est a ovest era completamente in disperazione, in fiamme, nel caos più totale e macabro. Era un posto ove fratello uccideva fratello, e figlio pugnalava il padre per un briciolo di pane. Era l'inferno in terra.
    Erano quelli i suoi scopi, e l'ultima era la sua utopia maggiore.

    Alla domanda sui capi Karasu mostrò lo stesso corvo di prima, libero nel cielo com'era. E la risposta era semplice: non aveva capi.

    Sul Flagello Immortale fece nascere solo qualche immagine molto caotica. Voci che aveva sentito, niente di più; per poi arrivare alla traccia che aveva riconosciuto e seguito, analizzato, e che, da bravo inseguitore, lo aveva portato in quella foresta.

    Sulle reali intenzioni Karasu avrebbe mostrato le stesse immagini di prima, i suoi scopi. Erano quelle le intenzioni: uccidere, distruggere, gettare nel caos il mondo intero.

    Una volta risposto alle domande, andò oltre. Con la mano libera tirò fuori un kunai con un sigillo sopra e lo scagliò a 15 metri a destra, facendolo impattare contro la corteccia. Poi sparì, ricomparendo direttamente sull'albero a 15 metri a sinistra di Jeral, con la stessa maschera impassibile di poco prima.







    Chakra: 56 Bassi / 60 Bassi
    Vitalità: 16 leggere

    Slot Tecnica I -
    Slot Tecnica II -

    Slot Difesa 1 - ///
    Slot Difesa 2 - ///
    Slot Difesa 3 - ///

    Slot Azione 1 - Lancio kunai
    Slot Azione 2 - Dislocazione
    Slot Azione 3 - ///


    Equipaggiamento:
    Katana: 1/1
    Maschera: 1/1
    Mantello: 1/1
    Rivestimento mimetico (sul mantello e maschera): 1/1
    Kunai: 10/10
    Fascia da combattimento: 1/1 (braccio destro)
    Tonico di ripristino: 1/1
    Tonico di recupero: 2/2
    D-Visor (sull'occhio sinistro): 1/1
     
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6 replies since 1/4/2016, 21:43   130 views
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