Colpo Grasso a Konohagakure

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  1. Bartok
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    Un anziano burocrate sedeva dietro una vecchia scrivania di legno, mentre io me ne stavo in piedi poco distante, aspettando che si decidesse a parlare. Era un uomo minuto, sulla sessantina. Aveva il volto segnato da profonde rughe, mentre radi capelli bianchi coprivano il suo cranio. Indossava un abito scuro di modesta fattura, caratterizzato da un taglio piuttosto semplice. Ciononostante, nel complesso appariva ben curato e ordinato. Evidentemente, doveva essere uno di quegli uomini che tengono molto ad un certo genere di formalità. Uomini del tutto diversi da me, che anche per una convocazione così formale avevo deciso di mettermi un paio di pantaloni neri e una maglietta verde. Lo stesso abbigliamento che avrei scelto per andare a fare la spesa o per rimanere a casa tutto il giorno. Con buona pace dei miei genitori, non ero mai stato il tipo da badare a simili particolari. Probabilmente, ciò mi faceva apparire scialbo e poco professionale. Anzi, dallo sguardo che quell'uomo mi aveva riservato appena entrato nella stanza, direi che non c'erano dubbi su quanto il mio aspetto facesse pensare di me. A quel pensiero scrollai con noncuranza le spalle. Avevo smesso di preoccuparmi di certe cose molto tempo prima. Indubbiamente, non mi sarei messo ad arrovellarmi per cercare di cambiare l'opinione che la gente aveva di me.


    Mentre ero lì ad annoiarmi, lo potevo osservare scartabellare tra solo-i-Kami-sanno-quanti fascicoli. Trattenni a stento uno sbadiglio, mentre i miei occhi guizzavano da un punto all'altro del piccolo ufficio in cerca di qualcosa che potesse attirare la mia attenzione. Sfortunatamente, non trovai niente di interessante, pertanto dovetti tornare a contemplare l'uomo che mi stava difronte. Non potei fare a meno di domandarmi quali pensieri attraversassero la sua mente. Probabilmente, quelle lamentele che solitamente gli anziani rivolgono nei confronti dei giovani: "ormai i ragazzi non sanno più cosa sia la buona educazione", "se mi fossi conciato così ai miei tempi..", etc. Ad un certo punto, l'arrivo di quello che doveva essere il mio compagno di missione mi sottrasse a quel supplizio. A giudicare dal suo aspetto, doveva avere circa la mia età, anche se era molto più basso e magro. A differenza di quanto si potesse dire di me, quel ragazzo appariva del tutto comune. I capelli neri scompigliati, così come gli occhi azzurri e i tratti morbidi, gli donavano un aspetto piacevole alla vista, ma non abbastanza da lasciare un'impressione nitida. Per questo un po' lo invidiavo. Essere delle mie dimensioni può avere dei vantaggi, ma porta con sé molti altri inconvenienti. Ad esempio, quello di dover prestare molta attenzione agli stipiti delle porte. Per non parlare di quanto la mia stazza intimorisce i bambini. Molti tra i più piccoli si mettono addirittura a piangere vedendomi! Appena mise piede nella stanza, lo salutai con la mano, ma non feci in tempo ad aggiungere nient'altro, poiché l'anziano aveva finalmente deciso di emettere qualche suono. Bene, ora che siete arrivati entrambi, posso comunicarvi i dettagli della missione. Parlava con una lentezza e un tono che avrebbero fatto addormentare profondamente perfino un leone affamato. Ieri dei ladri hanno rubato un importante carico diretto alla residenza del Daimyo. Si tratta di una preziosa partita di spezie importate dall'ovest. È necessario che voi le recuperiate al più presto e le riportiate al Villaggio. A quel punto, avrebbe preso due dei plichi posti sulla scrivania e li avrebbe porti agli studenti. In queste cartelle è contenuta una mappa, con tutte le indicazioni per raggiungere il vostro obiettivo. Trovare anche altri dettagli necessari per la buona riuscita della missione. Dovrete agire questa notte, quindi avete tutto il tempo per esaminare i documenti. Per quanto riguarda il resto, siete liberi di comportarvi come più vi compiace. Non siamo interessati alla sorte di quei criminali, anche se sarebbe bene che venissero sottoposti alla giustizia dell'Hokage. Fece una breve pausa, poi tornò a rivolgersi a noi. Ora, se non avete altre domande, potete andare.


    Appena la porta dell'ufficio si fosse chiusa alle nostre spalle, mi sarei presentato al mio compagno. Io sono Itaru Akimichi. Piacere di conoscerti. Mentre un sorriso gentile compariva sul mio volto, il mio stomaco iniziò a produrre dei rumori inconfondibili. Incapace di contenere i miei impulsi fisici, arrossì per l'imbarazzo. Non credevo che il ragazzo si sarebbe stupito per quell'evento, d'altronde noi Akimichi eravamo piuttosto noti per il nostro appetito. Tuttavia, non si poteva dire che quello fosse il modo migliore per iniziare un rapporto d'amicizia. Fortunatamente, sapevo come risolvere entrambi i miei problemi in un colpo solo. Beh, che ne dici di discutere della missione davanti ad una buona ciotola di Ramen? Conoscono un posto perfetto in cui potremmo parlare tranquillamente.


    Edited by Bartok. - 25/4/2016, 16:01
     
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