Colpo Grasso a Konohagakure

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    Ramen, Ramen e ancora Ramen

    Colpo Grasso a Konohagakure - Post II



    Shin sembrava un tipo a posto. Ovviamente, era ancora presto per capire veramente di che pasta fosse fatto, ma non sembrava che ci fosse niente di strano in lui. Inoltre, doveva essere abbastanza alla mano e non potei che essere grato di ciò. Avrei odiato dover collaborare con uno di quei ninja che si prendono troppo sul serio. Quelli che camminano con il petto gonfio, così ritti da spingerti a domandarti se qualcuno non gli abbia infilato una naginata su per il culo. Essendo nato in un clan nobile, avevo una certa esperienza con questo genere di shinobi.


    Seduti al banco del chiosco che avevo scelto, rimanevano davanti a noi solo i resti di due abbondanti porzioni di Ramen. Ovviamente, non mi sentivo per nulla sazio e pertanto ne avevo ordinato un altro piatto. Roteando le bacchette, Shin incominciò a discutere della missione. Avevo già dato una rapida occhiata ai documenti prima che ci servissero il pranzo, quindi avevo già assimilato la maggior parte delle informazioni. Il fatto che io fossi una schiappa nel combattimento non mi impediva di brillare in altri campi. Ho sempre avuto un'ottima memoria, ma attraverso l'allenamento sono riuscito addirittura a migliorarla. Annuii, mentre lo osservavo mostrare le dimensioni della scatola che avremmo dovuto recuperare. Prima che proseguisse nel suo discorso, l'avrei interrotto brevemente per mostrargli qualcosa che avevo scoperto sfogliando i fascicoli. Guarda qui. Gli indicai un paragrafo di poche righe a metà di pagina 7. Dice che dovrebbe essere marchiata con il sigillo del Daimyo. È un informazione che potrebbe tornarci parecchio utile. Poi, l'avrei lasciato concludere il suo discorso, prima di aprire nuovamente bocca. Mi sembra una buona idea. Gli risposi poco prima che una grossa massa di spaghetti sparisse nella mi bocca. Anche se forse dovremmo dividerci. Divorai un'altro fascio di pasta, lasciando la ciotola praticamente vuota. Il contenitore è molto piccolo e potrebbero averlo nascosto dovunque. Separandoci potremmo perlustrare più rapidamente il magazzino. Sai, vorrei concludere questa cosa il prima possibile. Mi voltai verso Ayume, la figlia del proprietario, sorridendo. Quel semplice gesto d'intesa fu sufficiente a far comparire un'altra ciotola di Ramen davanti a me. Indubbiamente, Shin avrebbe capito che sono un cliente abituale del ristorante in cui avevo deciso di portarlo.


    A quel punto, la discussione prese una piega molto più personale. Cercando una risposta alle sue domande, sollevai lo sguardo con fare meditabondo, mentre tenevo una bacchetta tra gli indici. Non molto, a dire il vero. Non stavo mentendo per mostrarmi coraggioso o strafottente, non avrei mai fatto una cosa tanto sciocca. Beh, anche se è la prima volta per entrambi, si tratta di un compito piuttosto semplice. Mi sistemai gli occhiali e poi aggiunsi: D'altronde se non fosse così, non l'avrebbero affidato a noi. Ovviamente, avevo intenzione di impegnarmi perché entrambi ritornassimo vittoriosi e incolumi da quella piccola missione, ma anche in caso di fallimento non ne avrei fatto un dramma. La mia carriera ninja non sarebbe mai decollata e questo lo sapevo già da molto tempo.


    Difronte alla sua domanda riguardo all'accademia, cercai di andare dritto al sodo, senza inutili preamboli. Immagino. Non è molto comune vedere in giro qualcuno alto più di due metri e che pesa come un ippopotamo. Sorrisi, per cercare di non metterlo a disagio. Questo era uno di quegli argomenti che andavano toccati il prima possibile, pertanto avevo intenzione di sbarazzarmi immediatamente dell'imbarazzo. Non avevo problemi a scherzare sul mio aspetto e volevo che se ne rendesse conto. Probabilmente, ci si aspetterebbe che io sia stato vittima di bullismo durante l'infanzia, ma non ho mai sperimentato nulla che potesse essere descritto come tale. Nel mio clan tutti abbiamo un'aspetto simile, inoltre la fama di mio padre mi ha sempre protetto dai bambini delle altre famiglie che frequentavamo. Non che ce ne fosse bisogno, non uscivo spesso dal quartiere Akimichi. Dunque, durante la prima parte della mia esistenza, ho avuto tutto il tempo per accettarmi per come sono, senza sentire il peso del giudizio altrui. È normale che tu non mi abbia mai visto, non passo molto tempo in accademia. Come molti altri ragazzi dei grandi clan di Konoha, vengo principalmente educato dai miei parenti. Mi sarei limitato a quella breve risposta, senza aggiungere null'altro. Non mi era mai piaciuto discutere di me stesso. Al mondo esistevano argomenti ben più interessanti della mia vita, come, ad esempio, quella del mio compagno di missione. Il suo cognome non mi diceva nulla, ciò mi fece supporre che non fosse un membro della nobiltà. Ad ogni modo, che mi dici di te? Che tipo di ninja vorresti diventare? La mia voce avrebbe suggerito vivo interesse mentre gli ponevo quelle domande. Anche se non amavo parlare, sono sempre stato un buon ascoltatore. Devo ammettere di non aver mai sentito il cognome Kinryu. Non appartieni a nessun clan ninja, vero? Mi pulii la bocca con un tovagliolo, prima di decidere che forse era arrivata l'ora di smettere con il ramen. Per passare ai dolci, ovviamente.
     
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