Colpo Grasso a Konohagakure

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  1. Bartok
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    A differenza del mio compagno, che aveva comprato una piccola coppa di gelato al melone, io mi ero preso una porzione ben più abbondante. I gusti che avevo scelto erano: cioccolato, crema, panna e caffè. Quattro grosse sfere servite su una larga cialda alla cannella. Inutile dire che, mentre camminavamo per le vie di Konoha, benché le dimensioni del mio dessert fossero di gran lunga maggiori, fui io a terminarlo per primo. Anche se non avevo ereditato il coraggio e la fierezza degli Akimichi, in quanto ad appetito, non avevo nulla da invidiare ai miei famigliari. Inoltre, avevo preferito divorarlo rapidamente anche per ragioni estremamente pratiche. La strada sulla quale ci trovavamo era affollatissima e la mia stazza mi rendeva molto più difficile attraversarla, sopratutto senza sbattere continuamente contro degli estranei. Non avevo intenzione di mettermi a litigare con qualcuno per avergli rovesciato addosso il gelato. Anche perché mi sarebbe dispiaciuto davvero tanto non riuscire a mangiarmelo tutto: era davvero delizioso! Sarei sicuramente tornato in quel locale. Infatti, dopo essermi pulito le mani con un fazzoletto, estrassi dalla tasca posteriore dei miei pantaloni un piccolo taccuino e appuntai il nome della gelateria.

    Ad un certo punto, Shin mi chiese di seguirlo verso un edificio basso che si trovava a lato di quella viuzza gremita di gente. Senza rimostranze, mi limitai a farmi guidare da lui verso quello che doveva essere un Bar. A giudicare dall'aspetto, appariva abbastanza rispettabile, anche se indubbiamente non vi avremmo trovato qualcuno della nobiltà Konohaniana. Hyuuga, Uchiha e anche molti dei suoi cugini disdegnavano le zone più "popolari" del villaggio, preferendo la compagnia di persone del loro stesso rango. Era un comportamento che trovavo molto fastidioso, sopratutto perché molte di quegli individui con cognomi altisonanti non avevano nulla in più rispetto al più infame dei mendicanti della Foglia.

    Alla domanda del mio compagno risposi con un esercizio di umiltà. Non bevo spesso alcolici, ma non dovrei avere nessun problema a reggere qualche bicchierino. Ciò nel codice degli Akimichi significava che avrei potuto trangugiare una botte di Sake con la stessa tranquillità con cui lui avrebbe ingollato un bicchier d'acqua. Avevo glissato su questo particolare perché non il tipo da vantarmi di queste "virtù" immeritate. Inoltre, avevo già dato prova delle mie capacità di ghiottone, quindi sarebbe stato meglio non esagerare. Più avanti, quando ormai avevamo raggiunto la soglia del locale, Shin si rivolse nuovamente a me, anche se questa volta lo fece a voce bassa, così che nessun altro potesse sentirci. Beh, sembra che a qualcuno piaccia dare ordini. Pensai tra me e me, mentre avrei risposto con un semplice cenno di assenso. Shin mostrava una certa intraprendenza che io non avevo mai posseduto. Non mi piaceva essere al comando e prendermi la responsabilità di scegliere per qualcun altro. Io volevo solamente stare nella mia stanza a mangiare patatine e a leggere manga.

    All'interno del locale, a differenza di quanto era successo nella strada, la mia massa ci era stata d'aiuto, poiché, vedendomi arrivare, molti degli avventori preferivano scansarsi, così da evitare di rischiare di essere travolti o calpestati. Al bancone imitai Shin, ordinando una birra per poi dedicarmi al nostro obiettivo. Oh, nessun problema. C'è chi è nato per comandare e chi per obbedire. Replicai, con un lieve sorriso stampato in volto. A quel punto, mi girai verso l'interno del bar, cercando di scorgere qualche particolare che ci avrebbe aiutato nella nostra missione.


    Edited by Bartok. - 19/6/2016, 22:06
     
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