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  1. Sasori Uchiha
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    Quando guardi a lungo nell’abisso,


    l’abisso ti guarda dentro.



    Buio. Maledetto buio. Silenzio. Il tempo non aveva forma, non aveva dimensione. In quel mondo parallelo, non poteva far altro che assistere come spettatore a degli spezzoni di ricordi, di una vita travagliata, ma piena.
    Rivedeva i suoi compagni di corso, sfumare fino a sparire nell'abisso nel quale era intrappolato. Vide colui che gli aveva insegnato che la vita può essere fantastica se condivisa con le persone giuste. Shika-sensei. Poi vide suo padre, seguita dall'immagine di sua madre morta dentro la sua casa in circostanze ancora non ben definite. Quella immagine rimase per alcuni istanti fissa in stasi, per poi dissolversi nell'oscurità più cupa.


    Che sia la fine ?



    In quella bolla priva di qualsiasi forma di qualsiasi suono di qualsiasi rumore, vide avvicinarsi un'ombra. Ma era solo una figura scura, una sorta di alter-ego. Pronunciò il suo nome più volte. Più volte l'eco riecheggiò in quell'abisso senza forma, peso e dimensioni. Ricordò al ragazzo le sue mancanze, la sua ignavia di reagire di fronte a delle presunte colpe, colpe apparentemente frivoli e superficiali, ma che aprivano delle ferite aperte nell'animo del ragazzo.


    Non può essere vero,è morto anni fa...


    Non è stata colpa mia è stata assassinata....uccisa da non so chi...lasciami stare qui in pace



    L'alter-ego sulla base delle risposte del ragazzo, scosse la testa in segno di sdegno, le sue parole riecheggiavano in quel mondo di assenza di luce e di assenza di vita. Dicendo che il suo scopo sarà quello di riportare l'equilibrio, l'ordine e la pace. Ma non la pace intesa come pace nel mondo degli shinobi, la pace di sè stesso. Solo nell'equilibrio avrebbe trovato il senso di quello che l'alter-ego voleva che mettesse a mente.


    La pace ? Chi diavolo sei ? Io sto bene così, Io decido il mio di equilibrio, Io sono artefice del mio destino, cosa diavolo vuoi da me ?



    In quell'istante due piccole fiamme, comparvero in corrispondenza del volto dell'alter-ego, dopo di che un getto di luce ruppe l'abisso con un rumore assordante.


    ...E adesso ?



    Sai, sei un ragazzo davvero fortunato

    Era un sogno, oppure in quello stato di stasi nella quale era caduto si era immaginato ogni cosa? Chi diavolo stava parlando era ancora quell'ombra ? Non poteva fare niente perchè dal fascio di luce con quel rumore assordante, poteva soltanto sentire quelle flebili parole, di una voce maschile probabilmente. Ma era ancora imprigionato in uno stato di incoscienza, il suo pensiero ed il suo corpo non erano ancora tornati ad essere una sola entità.Ancora buio, quelle parole, come in una caverna riecheggiavano in quel luogo. Come prima, come un secondo prima. Quell'oscurità lo stava proteggendo in un certo senso, ne poteva avvertire il calore, quel buio era a lui familiare.


    È un miracolo che tu sia ancora vivo. Ciò che ti hanno fatto è...

    Ma da cosa l'oscurità aveva deciso di proteggerlo ancora non poteva coglierlo. A quelle parole ne seguirono altre. Ma i suoni giungevano diffusi nell'aria, non era possibile coglierne la fonte, poteva soltanto ascoltare:


    Una barbarie. Come si può trattare come un rifiuto qualcosa di così bello?

    CHI DIAVOLO STA PARLANDO ??? CHI SEI COSA DIAVOLO VUOIIIIIIIIIIII



    Era furioso. Al momento non poteva capire se fosse l'alter-ego, se fosse un essere umano, se fosse morto o se fosse vivo. Se fosse un sogno o la realtà, oppure se fosse decaduto. Tuttavia quegli stimoli, erano riusciti a richiamarlo nel suo corpo in una certa maniera. Il collegamento tra la mente ed il corpo si stava lentamente riformando. Il risultato di quell'aumento di attività di cerebrale, un braccio ebbe un movimento involontario, con la conseguenza che la pesante cinghia si tese, per poi riallentarsi di nuovo. Ma questo non era che l'inizio del risveglio.
    Riacquisì gradualmente la percezione tattile del suo corpo, quindi avvertì distintamente che qualcuno lo stava accarezzando, al solo pensiero che fosse un uomo e non una donna suscitò ancora più rabbia. Poi nuovamente arrivarono delle parole:


    È stata dura, ma sono riuscito a guarirti quasi completamente.

    La rabbia mutò in stupore, lasciandolo in uno stato di lieve confusione:


    Guarito ? Da cosa ? Da chi ? Perchè ?



    L'abisso l'aveva accolto e coccolato, in quel regno senza luce. Nel regno del nero assoluto. Nel regno del silenzio. Ma adesso poteva nuovamente percepire la dura superficie sotto di sè, le cinghie che lentamente stavano stringendo le estremità dei suoi arti. Improvvisamente un pizzicore al braccio fu il segnale, che il collegamento tra mente e corpo era di nuovo ristabilito, ma l'oscurità era ancora l'unica cosa che poteva vedere di fronte a sè. Ma ora ne faceva parte e non lo percepiva come un ambiente ostile. Ma per il momento era ancora confuso. Perchè nonostante riusciva a percepire il tatto, la posizione del suo corpo ed i rumori, per Sasori era come se fosse ancora a parlare l'alter-ego e non la persona che in realtà gli aveva appena praticato una iniezione. Davanti a sè il nero si mostrava in tutto il suo splendore.


    Non temere, presto recupereremo ciò che ti è stato rubato.

    Di fronte quelle nuove parole, istintivamente cercò di rispondere, sentì una secchezza della bocca, ma non importava, doveva chiedere doveva capire, con il poco fiato probabilmente che aveva disse:


    Do-Dove mi trovo ? Chi sei ? Rubato ? Cosa mi hanno rubato ? Perchè qui è così buio ?



    Sperava di poter ricevere una risposta, una indicazione, in quell'abisso senza fine.
     
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21 replies since 25/4/2016, 13:22   331 views
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