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Una voce angelica, lo richiamò da un altro mondo, oscuro quanto meno. Un dolore meno piacevole, proveniva dal suo braccio. Ne aveva abbastanza di tutte quelle iniezioni, preferiva rimanere cullato nel suo mondo di tenebre, piuttosto che essere svegliato di soprassalto da chissà quale brodaglia. La creatura angelica, sembrava meno ruvida nei confronti di quell'uomo. Non riusciva a capirne il motivo. Probabilmente sta cercando di ingraziarselo affinchè svolga i suoi servigi al meglio.

Stranamente al contrario degli altri risvegli bruschi, iniziò a percepire degli odori della stanza, l'odore di disinfettante pungente invadeva ogni singolo poro del suo naso. Preferì l'abisso a quell'odore. Era evidentemente in chissà quale ambulatorio dimenticato da dio. Quello che però era ancora più fastidioso era il gelido muro alle sue spalle. Ma le braccia erano in una posizione non proprio consona. Sembravano essere vincolate proprio al muro alle sue spalle. Anche i rumori sembravano essere più chiari, rispetto a prima.

L'oscurità ad ogni modo rendeva la situazione più confortevole, quasi familiare. Il medico sembrava aver abbandonato atteggiamenti ambigui ed aveva assunto una certa autorità. Questa nuova veste era particolarmente interessante. Era curioso di sapere come l'avrebbe presa la sua collega lì di fianco. Voleva delle risposte o meglio le esigeva. Rimase stupito che non fosse la donna, ma proprio quell'uomo fino a poco fa abbastanza debole rispetto alla sua collega.

Risposte in cambio della vita. Non era la prima volta che finiva in quelle situazioni, ci stava facendo l'abitudine se non il callo. Era quasi una situazione a lui consona e familiare. Forse poteva essere la sua strada, di certo non gli dispiacerebbe farne una sua vocazione. Prima però doveva uscire da quella situazione, che per come l'avevano sistemato sul pavimento non era delle più confortevoli.

Sarebbe rimasto in attesa di una risposta da parte del suo medico e della sua collega.