Il Retaggio dei Fondatori

Addestramento Haruki/Shunsui

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  1. Bartok
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    Shunsui non tardò ad arrivare, cosa che lo mise in buona luce difronte al monaco rosso. La puntualità era una virtù necessaria ad ogni ninja degno di questo nome. Il fatto che si fosse anche scusato per pura buona educazione, non fece altro che rafforzare l'impressione di Haruki. Sfortunatamente, la sua mancata adesione all'etichetta militare bilanciava quei fattori, riportandola la sua simpatia per quel ragazzo ad un valore neutro. Deciso a non abbandonare le sue abitudini, Haruki si sarebbe piegato in un lieve inchino, per poi salutarlo con il suo solito fare cerimonioso. Benarrivato, Shunsui-san. Non si preoccupi. Non la stiamo aspettando da molto. Shirai, con buona pace del suo mentore, non nutriva il suo stesso amore per le formalità e le procedure richieste dal suo status sociale. Non era decoroso che un monaco si comportasse in quel modo, ma al ragazzo non sembrava importare. Ciao! Io sono Shirai! Non è che avresti delle caramelle, vero? Disse al genin con un sorriso sornione stampato in volto. Il capo di Haruki scattò rapidamente nella direzione del suo attendente. Se i suoi occhi spenti non fossero stati coperti da un velo nero, l'avrebbe sicuramente incenerito con lo sguardo. La tua punizione non è ancora terminata, Kizaru! Dovrai digiunare fino a domani e non ti è permesso magiare dolci per un altro mese! Il monaco rosso lo rimbrottò con voce severa. Abbassando lo sguardo, Shirai si limitò a mugugnare qualche protesta, senza tuttavia insistere oltre. Sapeva di meritarsi quel castigo. Il novizio, infatti, aveva nascosto una cartabomba nella scrivania di Etsuji Nekki, l'anziano segretario di Haruki, colpevole di averlo sgridato per essersi messo a correre nel palazzo dell'amministrazione. Ad Haruki piaceva molto quell'uomo: era solerte, obbediente e decisamente poco loquace, ma dopo una settimana passata in ospedale , aveva rassegnato le dimissione. A malincuore e il monaco rosso aveva dovuto accettarle. Fortunatamente, Shizue Chikuma aveva subito preso il suo posto. La giovane donna era un'abile kunoichi e, difronte ad un altro scherzo simile, non avrebbe avuto problemi ad occuparsi lei stessa delle marachelle di Shirai. Haruki le aveva dato il permesso di usare metodi violenti. Era convinto che ricevere una sonora lezione da lei avrebbe ammorbidito il carattere del suo dispettoso attendente.


    Alla domanda di Shunsui, Haruki avrebbe risposto con estrema laconicità. Non ora. A suo tempo le racconterò tutto. Non avrebbe accettato proteste da parte del Genin e, senza attendere una risposta, si sarebbe messo in viaggio. Avrebbe coperto i primi metri alla massima velocità, poi, per evitare di separarsi dagli altri due shinobi, avrebbe rallentato, adeguandosi al loro ritmo. Avrebbero corso per tre ore verso nord-ovest, senza interruzioni, poi raggiunto il limitare del Canyon a cui erano diretti.



    Il monaco si sarebbe quindi bruscamente fermato. Shunsui-san, per ragioni di sicurezza non sono stato completamente sincero con lei. Spero potrà perdonarmi per questo terribile peccato, ma deve capire che non c'era alternativa. Come ben sa, non possiamo fidarci degli attuali membri del consiglio. Loro hanno ridotto il villaggio in questo stato e da loro non possiamo aspettarci nient'altro che tradimento e incompetenza. Gli Anziani erano sicuramente incompetenti, ma che tramassero contro il villaggio stesso era probabilmente un'esagerazione creata dalla paranoia di Haruki. Questa missione non ha come obiettivo la creazione di un nuovo avamposto. Si sarebbe interrotto per qualche secondo, attendendo una sua reazione. Ora che lo sa, si trova difronte ad una scelta. Può decidere di tornare al villaggio, rinunciando a seguirmi. Oppure, può aiutarci a compiere il nostro sacro compito. Se deciderà di seguirci, le racconterò tutta la verità. In caso contrario, dovrò imporle un Fuuinjutsu per impedirle di parlare a nessun altro di questa conversazione. Le dita della mano destra di Haruki si illuminarono di un lieve alone bluastro, mentre lui si avvicinava di un passo al ragazzo. Voglio che le sia chiaro che non le sto parlando in qualità di Consigliere, ma da suo pari. Da compagno di battaglia. Da persona che condivide le sue stesse ambizioni e il suo stesso amore per questo villaggio. Avrebbe fatto una breve pausa, per poi riprendere a parlare. Ho intenzione di lasciarle la possibilità di scegliere, ma spero di non essere costretto a marchiarla con la forza. Il tono del monaco, come sempre, sarebbe stato calmo e inespressivo, ma questo non avrebbe impedito a Shunsui di capire che faceva sul serio. Se si fosse rifiutato di obbedirgli, non avrebbe esitato a ricorrere a maniere ben più brusche. Haruki poteva essere un fanatico, ma non era certamente un bugiardo.


    Edited by Bartok. - 4/6/2016, 13:26
     
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