Il Retaggio dei Fondatori

Addestramento Haruki/Shunsui

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  1. Bartok
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    Sicura della propria superiorità, l'Ombra abbandonò il comando diretto della sua progenie, così da potersi dedicare completamente al monaco. Erano passati secoli dall'ultima volta che aveva avuto a che fare con un umano, quindi non le sarebbe dispiaciuto chiacchierare un po' con il ragazzo. Il fatto che appartenesse allo stesso Ordine dei suoi creatori rendeva il tutto ancor più interessante. Ovviamente, alla fine l'avrebbe comunque divorato, ma questo non le avrebbe impedito di godersi un po' la situazione. Mentre Haruki si contorceva per il dolore, la sua mente venne trasportata all'interno del luogo in cui l'Ombra era imprigionata. Oppure l'Ombra era penetrata nei suoi pensieri. Il monaco non era in grado di determinare quale delle due opzioni fosse quella corretta. D'altronde, aveva ben altro a cui pensare. Un modo per salvarsi, evitando di essere prosciugato da quella creatura, ad esempio. Improvvisamente, invece di essere prostrato davanti al sigillo, con un braccio incollato alla parete, si ritrovò in un immenso spazio bianco, senza confini o limiti. Anche se indossava la sua benda, Haruki sembrava essere in grado di vedere come una persona normale. Sfortunatamente, la situazione non era affatto migliorata. Una densa massa nerastra avvolgeva completamente il suo corpo, impedendogli qualsiasi movimento. Soltanto la testa non era rivestita da quella melassa simile a petrolio, permettendogli di respirare e di parlare. Inoltre, sentiva il proprio la propria energia vitale venire prosciugata. Anche il suo chakra stava calando molto rapidamente, rendendolo sempre più debole e stanco. Cercò di divincolarsi, agitandosi vigorosamente per togliersi di dosso quella roba, ma niente sembrava essere utile. Anzi, più si sforzava per liberarsi, più sentiva la proprie forze venire meno.



    Su, non c'è bisogno di agitarsi così. Presto non sentirai più nulla e poi diventerai una parte di me. La creatura era apparsa a pochi metri da lui, senza dargli alcun preavviso. Un grumo nero come la pece di circa 2 metri di diametro che volteggiava a mezz'aria, mutando continuamente la propria forma. Una sinuosa macchia d'inchiostro la cui continuità era interrotta soltanto da alcune brevi linee bianche. Quell'intrico di candide rette era ciò che più assomigliava ad un volto. Sai, sono secoli che nessuno viene in questo posto. Come l'hai trovato? Haruki riuscì soltanto a balbettare qualche parola, prima che l'essere lo interrompesse. Capisco. Quindi hai trovato una mappa. Strano. Pensavo non fossero state lasciate tracce dell'esistenza della Biblioteca. Vedendo l'espressione di smarrimento comparsa sul volto del giovane, la creature provò a rassicurarlo. Oh, scusami. Avrei dovuto dirti che posso leggere nella tua mente. Ad ogni modo, temo che la tua ricerca finisca qui. È molto bello che tu abbia deciso di portare a termine il lavoro iniziato dai tuoi antenati, ma non hai la stoffa per un'impresa simile. Scosse leggermente quella che doveva rappresentare la sua testa. Non posso certo lasciare che qualcuno di indegno acceda ai segreti contenuti nella Biblioteca dei Saggi. I Fondatori sono stati piuttosto chiari. Sussurrò, prima di accelerare il processo che avrebbe totalmente consumato l'anima e il corpo del povero monaco. Anche se l'Ombra sembrava sicura della propria vittoria, non poteva sapere che i suoi creatori avevano anche seminato per il deserto gli strumenti necessari ad aprire la serratura che proteggeva. Il monaco rosso non possedeva ancora tutti i requisiti perché ciò avvenisse, ma gli era stato affidato qualcosa che gli avrebbe almeno permesso di sopravvivere. Infatti, mentre tentava in tutti i modi di liberarsi, un'altra voce, inaudibile all'Ombra, aveva iniziato a blandire la sua mente.


    Abbandonata dalla sua componente razione, la Progenie che stava fronteggiando Shunsui regredì ad uno stato più ferale. Probabilmente, sarebbe riuscito ad ingannarla più facilmente, ma la maggior aggressività avrebbe abbondantemente compensato que debolezza. Anche se Shunsui era riuscito a tagliare il tentacolo che l'aveva immobilizzato, la creatura non sembrò preoccuparsene. Anzi, si occupò immediatamente del suo secondo colpo, parandolo con la parte laterale dell'avambraccio destro, prima che potesse raggiunsero il suo obiettivo. Benché non poté fare nulla per evitare il Genjutsu del ramingo, subendolo in pieno, la creatura sarebbe riuscita a evitare con facilità il suo ultimo colpo. Ciò, a causa dell'illusione che l'aveva appena colpita, avrebbe giocato a favore del suo nemico. La Progenie, infatti, schivò con un grande balzo il fendente di Shunsui, ma, cercando di inseguire il suono illusorio, sarebbe finita proprio sulla trappola che il ragazzo aveva piazzato.


    L'esplosione fu piuttosto violenta, ma il Genin non poteva certamente permettersi di abbassare la guardia. Infatti, prima che la nube di polvere e detriti si fosse diradata, l'aria venne squarciata da un urlo terrificante, carico di rabbia e desiderio di vendetta. Quel suono tetro e disumano sarebbe stato in grado di incutere timore perfino ai ninja più valorosi. Pochi istanti dopo, la creatura sarebbe ripartita alla carica e Shunsui avrebbe potuto ammirare gli effetti diretti delle sue macchinazioni. La bestia aveva perso il braccio destro, parte della gamba destra era stata distrutta e anche il torace portava i segni della trappola. Nonostante ciò, sembrava più affamata che mai. Colmando in un istante la distanza che li separava, per prima cosa avrebbe cercato di usare il braccio che gli rimaneva per afferrare il sinistro di Shunsui, all'altezza dell'avambraccio. Se fosse riuscito a catturarlo, l'avrebbe chiuso in un morsa d'acciaio, volta a spezzargli le ossa. Poi, indipendentemente dalla sua risposta a quel primo assalto, avrebbe continuato ad incalzarlo senza dargli la possibilità di allontanarsi. Trovandosi a corto di arti da utilizzare, la creatura avrebbe provato a porre fine alla vita del ramingo con le proprie fauci. La bocca della creatura si sarebbe aperta mostrando due file di denti taglienti come lame. Poiché l'ampiezza era di molto superiore a quella di un essere umano, se Shunsui non si fosse difeso adeguatamente, le sue zanne si sarebbero chiuse intorno alla sua spalla destra. Lasciata la presa al braccio sinistro di Shunsui, avrebbe usato la mano aperta per portare un affondo al busto del ragazzo, proprio a livello del cuore. Le unghie della Progenie erano paragonabili ad artigli duri quanto l'acciaio, pertanto non avrebbe avuto difficoltà a perforare le sue carni.
     
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