Verso l'esame genin e oltre!

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    La data dell'esame genin era passata ormai, e di Shin ancora nessuna traccia.
    Poche tra le persona che affollavano gli spazi dell'Accademia si sarebbero accorti della sua scomparsa, e di questi l'unico candidato a preoccuparsi era probabilmente Shunsui. Tra il giovane di Konoha e il ninja della Sabbia si era stretto in quei pochi mesi un rapporto di sincera amicizia, nonostante a prima vista sembrassero così diversi. Il merito non era solo degli allenamenti condivisi, o dello studio di gruppo in vista dell'esame genin: era più questione di feeling, due anime affini che si erano trovate per caso. E che ora, per qualche accidente sconosciuto al sunese, si erano perse di vista. Fino a quando, senza nessun preavviso, il foglioso ricomparve.
    Era sera e Shunsui stava presumibilmente rientrando al suo alloggio dalle attività quotidiane. Ad attenderlo, appoggiato di spalle alla porta e con le mani in tasca, trovò un ragazzo, con il cappuccio della felpa a coprirgli il volto. Ed anche se era facile intuire di chi si trattasse ne potè essere certo solo una volta arrivato a pochi passi da lui. Ti sono mancato? il sorriso di Shin era inconfondibile.

    Due persone più emozionali si sarebbero abbracciate forse, ma Shin si limitò a stringere la spalla dell'amico. Dopo avergli dato il tempo di sistemarsi se ne avesse avuto bisogno lo avrebbe invitato in un vicino locale, dove avrebbero potuto discutere comodamente seduti con un bicchiere tra le mani. Quel giorno il pub era affollato e l'unico posto che trovarono fu un tavolino a ridosso di una parete lungo un corridoio attraversato da un continuo andirivieni di dipendenti e clienti. Ce lo faremo andar bene suppongo. Te la senti di prendere una mezza pinta di birra con me? Di sicuro la proposta avrebbe stupito almeno un poco il sunese, viste le loro abitudini, ma dopo aver ascoltato la storia che il compagno aveva da raccontare si dovette ricredere, e non sarebbe stato strano se avesse sentito il bisogno di ordinare un secondo giro. I due rimasero a fissarsi in silenzio, mentre aspettavano che il cameriere finisse di servirli. Non appena se ne fu andato, prendendo l'iniziativa, Shin alzò un mano come per bloccare sul nascere ogni possibile opposizione. Innanzitutto mi devo scusare con te per essere sparito così senza preavviso. Davvero, mi dispiace. Alzò il bicchiere valutandone il contenuto e ne prese un piccolo sorso. Bevi pure mentre racconto, è buona fresca. Sorrise nervoso prima di proseguire. Già, sarà un racconto lungo. Da dove potrei iniziare? Tamburellando per qualche secondo le dita sul tavolo sembrò pensarci su. Suppongo che dall'inizio sia la scelta migliore. Allora mettiti comodo, e ascolta. Fece un respiro profondo prima di iniziare.

    Gli raccontò della sua visita a Konoha, dei giorni passati a casa, della missione, dei nuovi incontri. Era felice che a casa andasse tutto bene, anche se la sorellina si era lamentata quando era giunto il momento della sua partenza. Il compito che il Villaggio gli aveva assegnato non era nulla di che, ma c'erano stati almeno due o tre momenti in cui aveva dovuto impegnarsi - Shunsui non avrebbe capito se si trattava di modestia o di un suo tentativo di non farlo preoccupare, forse entrambi. Gli occhi di Shin si illuminarono impercettibilmente mentre parlava di Kairi. Si trattava di una ragazza incontrata per puro caso durante una festa, con la quale il giovane aveva avuto una piacevole chiaccherata. Sorrise mentre la descriveva a grandi linee, l'aspetto e le sue ambizioni da kunoichi in erba. Tuttavia il suo volto si fece improvvisamente serio una volta terminato il discorso. Era chiaro che con la mente era già all'argomento successivo, quello più serio. Bevve qualche sorso di birra dal bicchiere ancora pieno. Sono andato a dormire nel mio letto e mi sono svegliato dentro una cella. Non è stato piacevole...

    E questo è tutto. Beh, direi che è abbastanza. la storia dello shinobi era giunta al termine. Shin terminò la sua birra, lasciando a Shunsui il tempo di replicare, per poi rispondere ad eventuali domande. Comunque è finita, l'importante è questo. In qualche modo me la sono cavata... lasciò spaziare lo sguardo nel locale, che iniziava a svuotarsi ...ti va se continuamo questa conversazione fuori? Facciamo due passi. Appoggiate alcune banconote sul bancone, i due uscirono aspirando la fresca aria notturna. Camminando senza fretta, i due continuarono a discuterne ancora per un po', poi Shin cambiò argomento interessandosi di come aveva passato quel periodo l'amico. Probabilmente considerava ciò che gli era successo come superato ormai, una questione chiusa dopo averne parlato con lui.
    Improvvisamente si fermò mentre attraversavano un giardinetto, al momento deserto. Le uniche fonti di luce erano quattro lampioni, ognuno in corrispondenza di una panchina, disposti intorno allo slargo dove i giovani si trovavano. Shin si avvicinò a Shunsui piantandosi davanti a lui con le mani sui fianchi.In ogni caso devo ringraziarti. Allenarmi con te mi ha fatto diventare più forte, e sono certo che senza tutto quel lavoro non sarei stato in grado di uscirne. Non tutto intero per lo meno. Avrebbe sorriso imbarazzato, come se stesse confessando chi sa quale sentimento. Il suo viso era finalmente tornato sereno. Però ora che siamo entrambi shinobi a tutti gli effetti mi piacerebbe capire chi di noi due è il più forte. Quella frase sarebbe giunta come un fulmine a ciel sereno, quindi avrebbe lasciato all'amico alcuni secondi perché assimilasse quelle parole prima di proseguire con tono pacato Sì, ti sto sfidando. Uno contro uno, come durante i nostri allenamenti, ma al massimo del nostro potenziale. Si allontanò di pochi passi, prima di girare la testa verso il sunese per terminare la frase. Ce la metterò tutta, non dubitarne. Ovviamente preferirei che nessuno di noi rimanga ferito in modo invalidante, quindi ho pensato che potremmo chiedere alla dottoressa Kyaka di presenziare. E potremmo coinvolgere anche quel tuo amico chunin, come si chiamava... ah sì, Hohenheim. Potrebbe fare da giudice, non trovi? Avendolo sfidato, aggiunse inoltre, spettava al ninja di Suna scegliere il campo e stabilire l'orario. Ascoltate le risposte, guardando dritto davanti a sé, si incamminò verso casa. Mentre si allontanava, mostrò la mano sinistra con tre dita alzate. Ci vediamo tra tre giorni...


     
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