Festa a Sorpresa

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  1. **Kat**
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    II ~ Un turista a Konoha: Incidente diplomatico?


    L'

    organizzazione della festa a sorpresa per Miyo-chan iniziava a diventare problematica. La presenza di Daichi-kun, il suo acerrimo “nemico” in Accademia, la innervosiva. Preferiva avere meno contatti possibile con lui, anche se ultimamente faceva di tutto per intromettersi nei discorsi tra la Fuyutsuki e la sua migliore amica. Inspiegabilmente era diventato un’ombra, pronta a seguirle in ogni dove di Konohagakure no Sato, anche nel posto più remoto ed isolato del Paese del Fuoco. Non era di certo un toccasana per l’umore della Genin, che era già piuttosto stressata per la preparazione della Festa. Tutto doveva essere perfetto, ed invece i Kami continuavano a farsi beffe di lei. Prima la sgradita collaborazione con l’Akira, poi l’intera mattinata nella ricerca di ingredienti freschi per la torta al caotico mercato cittadino, ed ora uno sconsiderato Ninja di Kiri che le era venuto addosso.
    In realtà era stata anche lei a non guardarsi intorno, troppo impegnata riflettere sugli ingredienti per dolci che aveva appena comprato. Stava valutando le diverse torte che poteva preparare, nonostante gli evidenti limiti ai fornelli. Ma la sua tempesta d’idee venne bruscamente interrotta dall’involontario scontro fisico avvenuto con lo straniero. Era impossibile non riconoscere i lineamenti tipici del Paese dell’Acqua e il suo sguardo estraneo e curioso lasciava intuire alla ragazza che era un semplice turista che si era trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato e di fronte alla persona sbagliata.
    - … - Nonostante gli iniziali balbettii del ragazzo, lo sguardo adirato e poco incline al perdono della Fuyutsuki non si addolcì nemmeno per un secondo. In quel momento stava pensando ad un modo rapido e semplice di creare un dolce senza latte ed uova. Una composizione di frutta poteva fare al caso suo? O un paio di costine con delle marmellate spalmate potevano essere considerate come un dolce? Era nel panico. Ma ciò che traspariva dal suo volto era solo immensa rabbia e frustrazione per quell’imprevisto. Una persona ragionevole avrebbe sicuramente pensato che in parte la colpa era anche sua. Ma aveva finito i Ryo e non possedeva gli ingredienti necessari per preparare la più bella torta di compleanno di sempre.
    Ed era tutta colpa del Kiriano. - Baka! - Sussurrò tra i denti. Lapidaria. In quel momento aveva solo voglia di stringere le sue manine sul collo dello sconosciuto e fare tanta forza per sfogare la sua frustrazione. Desiderava strozzarlo con le sue stesse mani. Un’ombra percorse il suo viso. Probabilmente avrebbe creato un incidente diplomatico tra Konoha e Kiri, due villaggi alleati. Ma c’era in gioco la felicità di Miyo-chan. Era il suo giorno. Il suo compleanno. Strinse i pugni, stropicciando inevitabilmente la carta delle buste che aveva ancora in mano. Momenti di pura tensione.
    Ed improvvisamente il ragazzo si prostrò ai suoi piedi in cerca del suo perdono. A quanto pare il suo viso truce aveva indotto lo straniero a supplicare il suo perdono in una posizione alquanto insolita, ed imbarazzante. Alcune persone iniziarono a fermarsi per osservare la scena. E la Fuyutsuki non riuscì a trattenere l’imbarazzo. Forse aveva esagerato. Ma lo stress per l’organizzazione della Festa di Miyo-chan le aveva fatto perdere la calma. Rievocò dentro di sé gli insegnamenti di selfcontrol di Atasuke-sama. In quel momento aveva proprio bisogno di recarsi al Karyuuken per un’intensiva sessione di meditazione.
    - Ehi.. puoi alzarti. Non credo sia necessario. Bastano le scuse! - Mutò il suo umore, o almeno cercò di nascondere la disperazione e la rabbia per l’accaduto. Era ancora furiosa per quell’incidente ma pestare a sangue un povero Ninja di Kiri non avrebbe portato nulla di buono. La torta non era ancora pronta, con o senza la morte del Genin del Paese dell’Acqua. Alzò le spalle ed attese che il ragazzo si rialzasse per ricomporsi un po’ e far svanire quell’imbarazzante scenata di suppliche, a cui tutti erano stati costretti ad assistere.
    Alzò gli occhi al cielo e lanciò qualche timido sorriso in giro. Ma infondo non le era mai importanto molto di ciò che i cittadini di Konoha potessero pensare di lei. Era l’erede di un Clan contaminato dall’ignobile imbarazzo del tradimento. Era abituata ad accogliere occhiate poco eloquenti. Con il tempo era riuscita ad ottenere la stima e l’affetto degli abitanti, come Genin del Villaggio. Ma c’erano ancora persone che rivedevano nei suoi occhi, nei lineamenti del suo viso, l’immagine di Ai Fuyutsuki, la Kunoichi più talentuosa del suo anno Accademico, la prima del Clan entrata nelle Forze speciali del Villaggio, che aveva voltato le spalle alla volontà del Fuoco per seguire ben altri ideali.
    La più piccola dei Fuyutsuki stava crescendo, ed era impossibile non rivedere in lei un briciolo di quel talento o di quella caparbietà tipica della sorella maggiore. Quindi non fece molto caso alle occhiate di alcuni cittadini, che probabilmente avevano rivisto in lei quel seme di follia, quella Foglia avvizzita e marcia. Sospirò leggermente e si lasciò convincere dal Kiriano nel ritornare al Mercato.
    - Tranquillo! Anche io ho esagerato.. ma stò organizzando una festa importante. Per la mia migliore amica, Miyo-chan, e tutto deve essere perfetto! - Forti motivazioni quelle che avevano portato la Fuyutsuki a comportarsi in modo quasi scortese verso lo straniero di Kiri. Mentre erano diretti verso il banco di Shizu-san, ne approfittò per scambiare quattro chiacchiere con il ragazzo. - Come mai visiti Konoha? - Chiese con un sorriso. Sicuramente desiderava “riparare” all’immagine che aveva dato di sé. Non era irascibile e furente con il prossimo. In realtà lo era, ma sapeva essere anche gentile ed altruista. - Oh! Non ci siamo nemmeno presentati! - Se ne accorse solo quando erano a pochi metri dal banco della donna. - Ayuuki Fuyutsuki, Genin di Konoha! - Fu alquanto minimale ed essenziale nella presentazione. Era inutile presentarsi come l’Erede dei Fuyutsuki, un tempo la famiglia più importante del Paese del Fuoco, oppure come un Ninja-Medico. Non le interessava impressionare il ragazzo o il prossimo con una lunga lista di appellativi e cariche per nascita o impegno nella gerarchia del Villaggio. Preferiva mettere da parte la buona etichetta e le formalità delle sue nobili origini, anche perché stava parlando con un suo coetaneo.
    - Ayuu-chan! Di nuovo qui? Mi sembra di averti dato tutto ciò che avevi ordinato. Ho forse mancato qualcosa? - La giovane donna dietro al bancone degli alimenti freschi sembrò sorpresa. Era sempre molto gentile ed attenta alle esigenze dei suoi clienti. Raramente riforniva il suo banco di prodotti di dubbia qualità. - Ohayoo… Shizu-san! Purtroppo c’è stato un incidente e devo ricomprare il latte e le uova. Spero che le uova siano fresche come quelle che mi hai venduto stamattina. - Lanciò una piccola occhiata al Genin di Kiri al suo fianco. Era lui l’imprevisto di cui parlava. Ma non voleva di certo farglielo pesare, o almeno non troppo. - Tranquilla! Controllo nel magazzino se ci sono ancora uova fresche! - E la venditrice si allontanò dal banco per entrare in una porticina alle sue spalle. Era un piccolo magazzino, dove conservava gli alimenti freschi e di stagione.
    Intanto la Fuyutsuki ne approfittò per rispondere alle domande dello straniero. - Si si.. Konohagakure no Sato è conosciuta soprattutto per quei volti scolpiti nella roccia. Un modo per commemorare la loro figura nei secoli! Ognuno di quei dieci volti ha apportato cambiamenti e lustro al nostro Villaggio e all’intero Paese del Fuoco. Usi, costumi, cultura, abitudini e tradizioni. Siamo ciò che siamo.. anche grazie a loro. - Spiegò brevemente. Ma non approfondì ulteriormente il discorso sulla storia del Villaggio o la Volontà del Fuoco. Era concetti che un Ninja del Paese dell’Acqua non avrebbe capito.
    Intanto Shizu-san tornò con un sacchetto delle uova per la Fuyutsuki. - Arigatou! - Ringraziò con un inchino della testa la venditrice. - Come sempre non deludi le mie aspettative. - A quanto pare la Genin di Konoha era una cliente abituale di quel banco. Lasciò che Ryuu-kun estraesse il suo portamonete a forma di panda per pagare gli ingredienti e si allontanarono, dopo aver salutato Shizu-san.
    - Non era necessario. - Avvertì con un mezzo sorriso dipinto sulle labbra. Forse si sentiva anche leggermente in imbarazzo per aver costretto il Ninja di Kiri a ripagare le uova ed il latte, che erano stati perduti durante l’epico incontro-scontro. Forse non era stata affatto cortese. Alzò le spalle ed iniziò a frugare nelle buste. - Questa è per te! - Obbligò il ragazzo ad accettare il suo dono. Erano delle noci caramellate, inserite in uno spiedo. Una specialità del Paese del Fuoco, una prelibatezza per i più golosi. La Fuyutsuki l’aveva comprato per sé, forse per scaricare un po’ la tensione con un po’ di zucchero. Ritenne giusto e doveroso donarlo al Genin di Kiri.
    Ma bastava un attimo per tramutare un piacevole incontro in una spiacevole incomprensione. Quell’apparente calma e complicità che si era creata tra i due Genin, dopo il loro disastroso incontro, si tramutò subito in una situazione altrettanto imbarazzante e ricolma di tensione. Ryuu-kun si era offerto di portarle parte della spesa fino a casa, un gesto di galanteria, forse sentendosi ancora in debito per l’accaduto. Ma il volto sereno e tranquillo della ragazza mutò ancora una volta. Inarcò un sopracciglio. Era stranita, molto stranita. - Ehi.. stai per caso dicendo che una Kunoichi non riuscirebbe a portare tutto questo? Che ha bisogno di protezione? Che è meno forte di uno Shinobi? - Aveva frainteso quel semplice gesto in una velata provocazione. Probabilmente era colpa di Hiro-kun, uno dei suoi migliori amici, con cui continuava a sfidarsi in una battaglia tra sessi. L’Abe affermava con convinzione e scherzo che gli Shinobi erano più forti delle Kunoichi, ed invece la Fuyutsuki, inorgoglita ed intestardita, lo sfidava in qualsiasi momento della giornata per fargli rimangiare quelle parole.
    Ruotò il capo in un lato e la sua espressione perplessa non mutò nemmeno per un secondo. Era già sul piede di guerra. E stavolta l’incidente diplomatico era davvero vicino.




    Edited by **Kat** - 13/5/2016, 13:16
     
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