Scacco al RE!

Free GDR Asgharel-Sasori-Fenix

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    王手! 一
    Scacco al Re!

    ~La Rivelazione~


    La notte era lunga e si diceva che spesso portasse consiglio. In quella notte, in particolare, Atasuke Uchiha, di riposo dal ritorno dall'ultima missione, si era recato per una bevuta ed alcune chiacchiere di circostanza presso la casa di Sayaka Uchiha, la sua vecchia vicina, tanto vecchia da aver visto svariati capiclan e Kage alternarsi al comando dei rispettivi gruppi.
    Alcuni credevano fosse tanto vecchia da discendere addirittura dai primi tra gli Uchiha, tuttavia era palese ai più che quella altro non poteva essere che una semplice leggenda per tenere a bada i bambini più irrequieti con storie assurde senza apparente fondamento, anche se Atasuke, seppur da poco, aveva avuto modo di apprezzare alcune di quelle “leggende” molto più da vicino.
    Il cielo era stellato e nella sua completa oscurità le stelle sembravano disegnare un candido fiume luminoso, che scorreva gentile nella nera volta celeste, contrastando una luna piena dalla colorazione stranamente rossa, segno del cambiamento che nel clan era spesso associata alla morte o ai cambi radicali. Che le due cose fossero spesso collegate,era però una triste coincidenza.

    “Atasuke-kun... sei pensieroso questa sera... che cosa ti disturba?”

    «Mmh? Oh... nulla Sayaka-sama, nulla di particolare...»

    “Nulla dici? Eppure... ho già visto quello sguardo, tempo fa... Su un volto che non rivedo da molto tempo...”

    «Davvero? E di chi sarebbe questo volto?»

    “Sarutobi... Uchiha”


    A sentire il nome di suo padre, Atasuke scattò, volgendo lo sguardo verso la vecchia con un filo di malinconia mista a rabbia negli occhi, ma senza proferire parola alcuna, lasciando alla vecchia il tempo ed il modo di spiegare.

    “Non volevo turbarti, Atasuke... Tuttavia, credo sia giunto il momento... è ora che tu sappia”

    «Che cosa, Sayaka-sama? Di come mio padre abbia deciso di tradire?»

    “No... Atasuke-kun. Di come tuo padre abbia deciso di amare anche a costo di mettere a rischio la propria esistenza... Tra tutti non pensavo che anche tu avresti finito per considerarlo un traditore”

    «Sayaka-sama... voi non sapete quello che ho scoperto.. voi non sapete che»

    “Lui è ancora vivo?”


    Atasuke a sentire quelle tranquille parole della vecchia, sbarrò gli occhi, letteralmente impietrito. Possibile che la vecchia sapesse tutte quelle informazioni? Eppure come poteva essere vero? Nessuno all'interno del villaggio poteva sapere. Nessuno sembrava aver più avuto traccia alcuna di Sarutobi, eppure... ella sapeva.

    “Ti vedo spaventato... Che cosa ti turba?”

    «C-come fate a saperlo? Ero convinto che nessuno del clan sapesse, oltre a me?»

    “E nessuno sa, infatti... oltre a noi... Chiunque nel clan se sapesse che Sarutobi è vivo... e che si è dato alla sua attuale occupazione... Beh... lo sai meglio di me”

    «Lo ucciderebbero... o quantomeno ci proverebbero...»

    “C'è dell'amarezza nelle tue parole... eppure avrei creduto che dopo quanto accaduto non ti sarebbe più importato di lui...”

    «E così credevo anche io, Sayaka-sama... tuttavia»

    “La luna rossa veglia su questa note... Tsukuyomi veglia sul nostro clan e noi con lei... Per quanto possiamo non mostrare il nostro vero volto, esattamente come la luna nella notte, le nostre emozioni sono forti ed i nostri sentimenti veri... non crucciarti per questo, Atasuke-kun... vieni dentro, dobbiamo parlare”


    E senza aggiungere altro la vecchia diede le spalle al giovane Uchiha, dirigendosi verso l'interno della casa, verso la piccola sala da the dove Ayame aveva già predisposto tutto e stava aspettando i due. Atasuke rimase fermo, immobile, osservando per alcuni istanti la vecchia che si allontanava, per poi riportare lo sguardo verso al cielo, contemplando la luna cremisi che si stagliava nel cielo.

    °Dunque è il momento... Tsukuyomi... Davvero è giunto il momento per il cambiamento?°


    Si chiese, prima di seguire la vecchia vicina, andandosi ad accomodare nella saletta dove discussero a lungo, sorseggiando tè e giocando una astuta e complessa partita di shogi, in un susseguirsi di trappole e contro trappole, esche ed affondi, schermaglie e combattimenti serrati.

    […]

    “Sembra che tu ti sia fatto abile, Atasuke-kun”

    «Ma forse non sono ancora al vostro livello, Sayaka-sama... tuttavia... non mi è ancora chiaro il vostro punto?»

    “Davvero, Atasuke-kun? Eppure mi appare alquanto palese...”

    «Come il volto della luna, tanto brillante e tanto palese, eppure... nella sua luce di inganno, nella notte si nasconde il vero volto...»

    “Sono diventata così prevedibile, Atasuke-kun?”

    «Non sono più un genin... qual'è il vostro obbiettivo?»

    “Vedere nuovamente il clan con un valido membro al suo comando. Basta questo per rendere lieti questi occhi stanchi”

    «E davvero credete che io sia adatto? Pur essendo un mezzosangue?»

    “Hmpf... Davvero? Credi davvero di essere solo un mezzosangue? E come spieghi la tua abilità?”

    «S-sayaka-sama! Che state dicendo? Mia madre era una Yamanaka!»

    “Harumi... Oh si, lei ha amato Sarutobi, lo ha amato davvero ed altrettanto ha fatto lui... Tuttavia, egli amava anche il suo clan... ed ama il clan tutt'ora...”

    «Non girateci intorno! Che cosa volete dirmi!?»

    “Quella notte... Sarutobi aveva il tuo stesso sguardo... si chiedeva quale fosse la cosa giusta da fare, quale fosse il suo destino, proprio da quella veranda... Quella notte, tu venni alla luce ed anche un altro bambino nacque... Tobi... Yamanaka”

    «S-Sayaka-sama... non... non vorrete dire che!?»

    “Harumi non è tua madre... Tu sei figlio di Sarutobi e Kaori Uchiha”


    Un lampo sembrò squarciare il cielo nella mente di Atasuke, che di colpo vide tutto ciò che credeva vero vacillare. Certo, quella poteva essere semplicemente una macchinazione, uno scherzo del destino, tuttavia... a che scopo? Per quale motivo inventare una storia di quel tipo? A che pro creare una menzogna tanto grande? Ma soprattutto perché rivelarla in quel momento?
    Migliaia e migliaia furono le domande che assillarono la mente di Atasuke in quel singolo istante, in quell'unico momento di lucidità perduta, in cui si ritrovò letteralmente paralizzato, con lo sguardo fisso nel vuoto per alcuni secondi, senza dare segni apparenti di vita.

    «S-Sayaka-sama... Perché... perché dite questo? Non... non posso credere alle vostre parole...»


    La voce di Atasuke era tremante, insicura, spaventata. Di contro, la vecchia sembrò farsi quasi più gentile e materna. Molto più di quanto già non fosse.

    “Atasuke-kun... capisco che questo ti lasci decisamente shockato... ma come avremmo potuto raccontarti questo quando ancora non eri che un genin... ora sei un uomo adulto ormai... hai raggiunto ottimi livelli in tutti i campi, hai aperto un tuo dojo... quando mai avresti potuto essere più pronto di ora?”


    Atasuke tacque, semplicemente perché in quel momento, non aveva nulla da dire. O meglio: avrebbe avuto molte cose da dire, a centinaia, addirittura migliaia. Solo non sapeva come dirle.

    “Lascia che ti racconti tutta la storia, Atasuke-kun...”


    Atasuke rispose smuovendo appena il capo, autorizzando la vecchia a cominciare con il racconto, quanto più dettagliato le sue vecchie e stanche membra le permettevano di ricordare.
    Ci volle parecchio tempo, qualche ora, prima che tutto il racconto avesse termine, ma alla fine, Atasuke sembrò aver accettato di buon grado quella storia, reputandola sufficientemente credibile da poter essere considerata vera.

    «Dunque... era Tobi il figlio mezzosangue di Harumi... Tuttavia, non capisco... perchè mio padre ha deciso di far credere che fossi io il figlio mezzosangue? Perchè tutto questo? Perchè non è rimasto con Kaori?»

    “Perchè Kaori era la promessa di tuo zio Atasuke... se si fosse saputo che lui... che lui aveva tradito il clan unendosi alla Yamanaka... Sarebbe scattato un conflitto! Atasuke era un membro importante del nostro ramo... Il diretto pretendente per il titolo di capoclan dalla nostra parte e Kaori era la figlia dell'altro ramo principale... unendo i nostri due rami avremmo avuto abbastanza potere... ma se si fosse saputo... avremmo perso tutto e saremmo stato cacciati al pari di Heiko... Sarutobi non poteva permetterlo... e decise di sacrificare il suo amore per Kaori, facendo credere di essere lui il traditore, l'elemento debole della famiglia”

    «Ma ancora non capisco... perché se ero figlio legittimo di Kaori, mio padre non mi ha lasciato qui nel clan? Perché mi ha portato via al posto di Tobi!?»

    “Perché Tobi morì durante il parto, inoltre Sorai sapeva... e già faceva parte del consiglio... se avesse anche solo sospettato che tu fossi vivo... di certo avrebbe cercato di farti sparire e senza la protezione di Sarutobi...”

    «Ho capito... Credo che la nostra partita sia terminata per questa sera, Sayaka-sama... Buona notte»


    E senza proferire altra parola, si alzò con calma, dirigendosi fuori dalla stanza e quindi dalla casa, incamminandosi rapido per il vialetto, puntando direttamente alla sua dimora. Lo sguardo era tenebroso, oscuro. Difficile capire che cosa ronzasse per la sua testa in particolare, tuttavia, chiunque lo avesse incontrato in quelle condizioni, di certo avrebbe temuto per il peggio.
    Sulla scacchiera, intanto, i pezzi erano stati abbandonati, tuttavia, sia la vecchia che la giovane Ayame, osservando i pezzi, avrebbero notato che con la sua mossa successiva Atasuke avrebbe mosso lo scacco matto e che sul pezzo del “re” della vecchia era comparso un nome, inciso forse con il chakra: “Sorai Uchiha”


    […]


    ~Convocazione del Consiglio~


    Il mattino successivo, dopo una meritata notte di sonno ristoratore, Atasuke si rese conto di non aver praticamente dormito. Per tutta la notte era rimasto sveglio, pensando a tutto quello che gli era stato detto, osservando ogni dettaglio della sua casa con occhi diversi, con diverse intuizioni, diversi pensieri.
    In quella notte, aveva anche mandato a chiamare Sasori, da poco recuperato con la stessa missione di recupero che i tre avevano quasi cercato di ostacolare, ma che aveva finito per chiudersi con un successo ed il ritorno dell'amico.
    Fu in quella mattina, però, che Atasuke ebbe la definitiva e determinata convinzione di chiudere il conto con Sorai che per troppo tempo aveva agito nell'ombra del clan e per troppo a lungo aveva tessuto la sua tela di intrighi. Da quanto aveva saputo dalla vecchia Sayaka, Sorai, infatti era da sempre che ambiva al potere, prima nel villaggio, poi, vedendosi rifiutare, tentò con il clan, ottenendo però solo un posto di rilievo secondario, o almeno rispetto a quanto egli avrebbe desiderato.

    Uscito di casa, si incamminò lungo il vialetto, ma prima di uscire, vide la vecchia Sayaka che lo attendeva davanti al cancelletto con fare quieto e rilassato, appoggiata come sempre al suo bastone ricurvo e nodoso.

    “Vai davanti al consiglio, Atasuke-kun?”

    «Si, Sayaka-sama... devo sapere ed il clan deve avere una svolta»

    “Non essere precipitoso figliolo... Sorai trama nell'ombra da troppo tempo, non si farà raggirare così facilmente”

    «Raggirare? Credete forse che vada la per raggirarli?»

    “Dovrai, o ti elimineranno... Non è la prima volta che...”


    «No, Sayaka-sama... potranno anche provarci ma non ci riusciranno.»


    E senza dire altro, strattonando il mantello per chiuderlo attorno a se, riprese il cammino. Quello era un giorno importante. Quella mattina si stava levando un sole rosso, per quello che sarebbe stato un giorno rosso, all'interno dei quartieri della villa Uchiha, un tempo casa dei capiclan, ora sede del consiglio illegittimo dei tre che da troppo tempo, senza un capoclan al potere o un aspirante valido per il titolo, spadroneggiavano prendendo decisioni al posto del legittimo leader mancante, stando bene attenti a non nominarne uno nuovo, e, secondo la vecchia Sayaka, eliminando, quando possibile, i pretendenti con troppo potere.

    […]


    Giunto davanti al torii di ingresso del palazzo, Atasuke si guardò attorno, cercando con lo sguardo Sasori, che in teoria avrebbe dovuto attenderlo li, o quantomeno giungere a breve.
    Individuato l'amico, o all'arrivo di quest'ultimo, senza togliere il cappuccio nero dalla testa, Atasuke mosse un saluto con un breve cenno del capo, prima di iniziare a parlare.

    «Sono contento che tu sia venuto, Sasori... Oggi presenteremo il tuo ritorno al clan e molto altro... Molto probabilmente ti ricorderai di Sorai, Izumi e Masakado... bene, sappi che non volevano che venissi a recuperarti, ritenevano fossi solo una perdita di tempo e di energie...»


    Il capo di Atasuke si levò al termine della sua affermazione, voltandosi appena verso Sasori in modo che nella torsione, il cappuccio svelasse una parte del volto dell'Uchiha.
    Guardandolo, Sasori avrebbe visto come le iridi di Atasuke non fossero semplicemente nere, ma rosso cremisi e sormontate dalle tre tomoe dello Sharingan, mentre dal suo occhio scoperto, una lunga lacrima ne rigava il viso.

    «Il clan ha bisogno di una vera guida. Da troppo tempo quei tre usurpano il posto di comando lasciando il clan nel caos... Ormai si sono creati gruppi distinti, spesso in conflitto tra loro e la sicurezza del clan va calando. Tu sei uno dei casi che avevano deciso di lasciare indietro e non voglio pensare a quanti altri siano stati abbandonati in situazioni simili o peggiori... Se verrai con me, non posso garantirti che ne uscirai incolume... Ho intenzione di diventare il nuovo capoclan, anche a costo di prenderlo con la forza»


    C'era dolore nello sguardo di Atasuke, c'era sofferenza, ma anche tanta compassione ed un'infinita determinazione. Quel giorno qualcosa sarebbe cambiato ed il cambiamento sarebbe stato pesante, molto pesante, se non addirittura epocale. Atasuke sarebbe uscito da quel luogo solo come nuovo capoclan o come cadavere. Sperava in una risoluzione pacifica, ma sapendo ciò che aveva saputo, conoscendo la storia e gli intrighi, era alquanto improba una sua elezione pacifica, anche se poteva sempre sperare di non doversi battere con l'intero consiglio...


    OT - Come richiesto ho fatto io l'intro. Per il momento mi son lasciato sul vago sulla parte "clou" della role per lasciarti pieno spazio di manovra. Per dubbi, info extra o altro (come i dettagli della storia), avvisami che ti mando il file con la storia nel dettaglio quanto prima :zxc:
    All Hail Uchiha! :riot:
    - /OT
     
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  2. Sasori Uchiha
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    La chiamata !



    Il giorno prima

    Tornò a casa dopo la sessione di allenamento nella foresta, in solitaria. Era da molto tempo dopo essersi completamente ristabilito dopo la prigionia. Entrò a casa e vide il suo immenso "gattone", fargli le fusa sulle gambe, per poi andare verso la cucina dove la ciotola vuota, che aspettava di essere rimpita dal ragazzo. Senza battere ciglio, Sasori si diresse verso la cucina. Oramai era diventata una prassi, una volta che tornava per le dieci a casa.


    Che strazio...



    Si prese dal frigorifero, qualcosa per scaldarsi, si mise seduto sulla sedia in cucina. Si stava rilassando, il "gattone" stava mangiando in santa pace, quando sentì un rumore alla porta.


    ...Siamo alle solite...



    Papà sei tu ?



    Sasori, non si mosse dalla sua posizione sulla sedia, si limitò a chiamarlo dalla cucina. Suo padre era solito fare di questi scherzi, al figlio, visto che non lo vedeva mai, era un modo per stuzzicarlo un po'. Hokusai replicò sbuffando dall'ingresso e ridendo disse:


    Non c'è una volta che stai allo scherzo ! Non cambi mai eh !



    Sasori rise divertito. A quel punto Hokusai chiuse a chiave la porta di casa, senza che Sasori se ne potesse rendere conto dalla cucina, chiuse le finestre, le porte in modo da isolare il più possibile la cucina dall'esterno, una volta lì disse:


    Dai cucino qualcosa, intanto vatti a fare una doccia che non ti si può neanche avvicinare, puzzi di selvaggio ! Dove sei stato a caccia nel bosco ?



    Nel bosco sì, ma per allenarmi un po'....ultimamente mi sento abbastanza in forma, in questo modo mi tengo allenato...



    Ancora ? Quand'è che conoscerai una ragazza ? La vita è anche altro ragazzo mio...Se ci fosse ancora tua madre, chissà quante te ne avrebbe dette...



    Sasori fece fatica ad affrontare l'argomento. Ancora la questione di sua madre per lui era un tabu. Non lo riusciva proprio ad accettare. Quindi con una lacrima che gli veniva giù dall'occhio destro, e lo sharingan in entrambi, sua madre, dopo anni di assenza da quelle mura, tornò per un attimo tra loro. Era una creazione di Sasori, un modo per affievolire il dolore per la scomparsa della madre che ancora non riusciva ad accettare, a distanza di anni. Il ricordo di sua madre si fece avanti tra loro, era esattamente se la ricorda il giorno della sua morte. Era una fedele copia di sua madre. Al punto che il padre istintivamente non fece a meno di nascondere la gioia di rivederla, seppur realizzando che non era possibile:


    Sasori ! Tuo padre ha ragione ! Non vedo l'ora di vedere la mia futura nuora ! Ma soprattutto quando vedrò un nipotino o nipotina che scorrazzano per casa e che tormentano il tuo "gattone" eh ?



    Terminò la domanda con un caldo sorriso. Uno di quelli che scalda il cuore a guardarlo. Hokusai cercò di trattenere le lacrime, ci riuscì per il primo minuto ma poi le lacrime scorrevano impetuose sulle sue guance. Sapeva che Sasori era diventato molto esperto nell'uso delle genjutsu ma non fino a quel livello, per lo meno non lo sapeva ancora fino a quel momento. Ma quello non era che una goccia nell'oceano, rispetto a quello che Sasori era in grado di fare con la mente.


    Sasori questa volta hai superato te stesso. Lei...non può essere lei...è perfetta...



    Sasori non si curò minimamente della reazione del padre ma rispose a sua madre come se fosse reale:


    Mamma lo sai anche tu, quando sarà quella giusta, vedrai che te la farò conoscere non ti preoccupare...sarai la prima...



    Hokusai, si avvicinò a Sasori, gli toccò una spalla e poi disse con aria malinconica:


    Lo sappiamo entrambi che non mi avrebbe mai dato ragione tanto facilmente ...adesso possiamo parlare ?



    Sasori chiuse entrambi gli occhi che virarono dal rosso cremisi, nuovamente nel nero più profondo. Quindi annuì. Nel frattempo la madre "perfetta" scomparve lasciando un vuoto enorme nella stanza. Quindi Hokusai si sedette davanti al ragazzo, tirando davanti a lui una lettera, che si fermò a pochi millimetri dalla mano del ragazzo. Era di Atasuke. La sua scrittura la conosceva a memoria, pensò, guardando il ragazzo. Non appena alzò gli occhi in direzione del padre per sapere dove l'aveva trovata, il padre non gli fece nemmeno prendere la parola:


    L'ho trovata davanti alla porta. Hai combinato qualche casino ultimamente ?



    In realtà non aveva fatto niente di male a meno di essere stato rinchiuso in prigionia. Avendo molto tempo libero si era dilettato con le arti illusorie anche per ingannare il tempo, prima di riuscire ad evadere con la complicità di Atasuke. Ma parte questa cosa, non è successo niente di anomalo. Quindi replicò:


    Tutto a posto e niente in ordine. Ma non ho fatto niente di male, a parte l'evasione di prigione, con l'aiuto di Atasuke.



    Ti hanno convocato al Consiglio. Se avete grane, intendo tu con Atasuke, sai dove trovarmi. Vedete di non fare casino...tira una strana aria da quelle parti ultimamente.



    Sasori annuì. Ma come al solito avrebbe fatto, ciò che fosse stato giusto. Prese la lettera, se la lesse. Atasuke gli aveva chiesto di incontrarsi al palazzo del consiglio del clan. Lo aspettava una lunga nottata. Gli succedeva ancora di non dormire pensando che l'assassino di sua madre era ancora in vita, che se la rideva di lui e della sua famiglia. Non poteva più tollerarlo, forse era arrivato il momento di fare quello che aveva iniziato anni prima.... Finalmente dopo un paio d'ore si addormentò non dimenticandosi di mettere la sveglia presto. Aveva un appuntamento a cui non sarebbe mancato per nulla al mondo.


    [...]



    La mattina seguente

    Arrivò vestito con la sua tenuta da shinobi, come se fosse andando in missione, senza indossare chiaramente il coprifronte del villaggio ed i guantini privi delle insegne di Konoha. Il villaggio oggi non era chiamato in causa. Aveva indossato la veste superiore con recante sulla schiena,in grande, il famoso ventaglio che rappresentava la sua famiglia. Oltre che un altro stemma piccolo, sulla manica vicino alla spalla. Quindi si diresse veloce al luogo indicato dalla lettera. Sperava di vedere subito Atasuke, in modo da sapere il motivo della chiamata. Una volta arrivato sul posto c'era presente solo una persona con un mantello. Quest'ultima fece un cenno con il capo, in segno di saluto, Sasori replicò con un cenno di intesa. Quindi si avvicinò:


    Sono contento che tu sia venuto, Sasori... Oggi presenteremo il tuo ritorno al clan e molto altro... Molto probabilmente ti ricorderai di Sorai, Izumi e Masakado... bene, sappi che non volevano che venissi a recuperarti, ritenevano fossi solo una perdita di tempo e di energie...



    Sono venuto volentieri ! Mi fa sempre piacere incontrarti ! Lo sai anche tu che quei tre non mi sono stati mai simpatici. Adesso direi che mi sono andati di traverso.



    La sua espressione si fece abbastanza feroce, lo sguardo ancora più penetrante di non quanto non lo fosse già normalmente:


    Mpf...vedremo chi sarà "perso"...



    Ma non era il caso di attivare il doujutsu, soprattutto lì fuori. Cercò di controllarsi. Invece Atasuke, vide che non potè fare a meno di liberare lo sharingan. Ma a lui non piaceva mostrarlo in giro, sopratutto dopo che suo padre, il giorno prima gli aveva detto che tirava una strana aria da quelle parti. Ma non voleva interrompere l'amico che ancora aveva qualcosa da dire:


    Il clan ha bisogno di una vera guida. Da troppo tempo quei tre usurpano il posto di comando lasciando il clan nel caos... Ormai si sono creati gruppi distinti, spesso in conflitto tra loro e la sicurezza del clan va calando. Tu sei uno dei casi che avevano deciso di lasciare indietro e non voglio pensare a quanti altri siano stati abbandonati in situazioni simili o peggiori... Se verrai con me, non posso garantirti che ne uscirai incolume... Ho intenzione di diventare il nuovo capoclan, anche a costo di prenderlo con la forza



    Sasori fece un cenno di intesa con la testa. Appoggiava Atasuke. Era stato sempre capace di adempiere ai propri compiti con diligenza. Si era dimostato un amico fidato. Inoltre Sasori, al momento, aveva altro a cui pensare. Doveva sistemare una questione ancora aperta e mai conclusa. Doveva portare ordine, doveva liberarsi del proprio "demone" una volta per tutte. Liberando in questo modo il suo massimo potenziale. Per ora doveva agire nell'ombra. Però non poteva più tollerare quei tre. Aveva sempre pensato che un compagno fosse la cosa più preziosa e che colui che l'abbandonava in missione era ritenuta feccia. Di conseguenza, per lui quei tre sono feccia e della peggior specie, quindi disse rivolto ad Atasuke:


    Non ti preoccupare per me, piuttosto facciamogli passare un brutto quarto d'ora...



    Era determinato ad aiutare Atasuke. Non era certo una passeggiata di salute, ma sperava per una soluzione "diplomatica".
     
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  3. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
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    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    王手! 二
    Scacco al Re!

    ~L'ingresso~


    Sasori arrivò pochi istanti dopo il suo arrivo ed al primo scambio di informazioni, il suo sorriso mutò in una specie di ghigno feroce, segno che, ovviamente, non aveva apprezzato l'idea dei tre di lasciarlo la dove si trovava.
    Nonostante la ferocia, egli non aveva attivato lo sharingan. Atasuke, invece, che ben sapeva che cosa lo attendesse oltre a quel torii e ben conscio del fatto che i tre, o quantomeno Sorai, probabilmente si sarebbero opposti a lui, anche arrivando allo scontro fisico, non voleva lasciarsi prendere alla sprovvista, nemmeno fuori dal torii.

    “Non ti preoccupare per me, piuttosto facciamogli passare un brutto quarto d'ora... ”


    A quella risposta, Atasuke rimase interdetto per alcuni istanti. Ma alla fine, comprese le parole e l'istinto poco amichevole del compagno, alzò lo sguardo, osservando il torii rosso su cui era impresso al centro lo stemma del ventaglio, per poi spostarlo nuovamente in avanti, oltre al torii, oltre al giardino ed al viale di ingresso, direttamente sulle porte della struttura, ovviamente chiuse e piantonate da una guardia.

    «Non siamo qui per questo Sasori... Non è vendetta ciò che sto cercando e non sarà lo scontro il primo obbiettivo, anzi... Per quanto possibile preferirei evitarlo, ma non mi tirerò indietro se ve ne sarà occasione... Qualunque cosa accada, ricorda che siamo qui per il bene del clan prima di qualunque altra cosa»


    Il suo tono era gentile ma determinato.
    Senza attendere alcuna risposta da parte del compagno, con calma iniziò ad incamminarsi, avanzando oltre il torii e procedendo per il lungo vialetto lastricato senza mai rallentare ne fermarsi, se non davanti alla porta di ingresso della sala, dove venne fermato da uno dei due guardiani.

    “Atasuke... Di nuovo qui?”

    «Nuovamente... e questa volta ho portato qualcun'altro»


    A quell'affermazione lo sguardo di Takaji si spostò oltre l'Uchiha, notando solo in quel momento che era accompagnato proprio dal disperso Sasori.

    “S-Sasori-san!?”

    «Sorpreso di rivederlo vivo? Takaji?»

    “N-no, è che Sorai-sama diceva che...”

    «Che era morto, lo immagino... Ora lasciaci passare, dobbiamo concludere questa faccenda»

    “S-si, Atasuke”


    E senza aggiungere altro Takaji si fece da parte, lasciandoli passare entrambi. Con passo quieto i due si incamminarono lungo il corridoio principale, illuminato da qualche rara luce, forse per mantenere l'ambiente il più tetro possibile, forse per risparmiare sulla bolletta.

    °Era addirittura arrivato a dire che fosse definitivamente morto... e pensare che alla riunione elogiava la purezza del suo sangue... Non mi stupirebbe scoprire che puntasse in qualche modo a togliere anche lui dalla piazza...°


    Giunti davanti alla porta della sala del consiglio, Atasuke si arrestò per un'istante, lanciando un'ultima occhiata verso Sasori, per quello che sarebbe stato l'ultimo scambio di parole prima dell'inizio del gioco. Un gioco che avrebbe visto un solo vincitore tra il clan ed il consiglio.

    «Ci siamo, Sasori... questa è la tua ultima possibilità per tirarti indietro, oltre a queste porte ci aspetta il consiglio e tutto ciò che ne consegue... sei pronto?»


    Una domanda semplice ma non scontata, come d'altronde lo era la risposta che sasori avrebbe potuto dare.
    Quale che fosse, una volta udita, Atasuke avrebbe risposto con un cenno di assenso del capo, prima di procedere oltre, aprendo la porta ed entrando nella sala, seguito o meno dal compagno.
    Cercò con compostezza il suo posto al centro della stanza e dopo un saluto di cortesia, levò lo sguardo verso i tre del consiglio che nuovamente sedevano dinnanzi a lui, fissandoli negli occhi con le rosse iridi ben visibili ed a capo scoperto.

    “Per quale motivo ti presenti a noi sfoggiando lo sharingan!? Credi forse di spaventarci?”

    «Masakado-sama... Siamo tutti Uchiha e non credo che nessuno di noi si sentirebbe mai minacciato dalla nostra stessa abilità...»

    “Ed allora dicci il motivo, stolto ragazzino irrispettoso!”

    «Il motivo, Sorai-sama? Semplice, oggi sono qui per presentarmi dopo il successo del recupero di Sasori e pretendo risposta al mio ultimo quesito...»


    Sia che qualcuno dei tre avesse posto la domanda o meno, Atasuke avrebbe quindi proceduto, enunciando pubblicamente il motivo per cui i suoi occhi già pretendevano il dovuto rispetto.

    «Avete deciso il prossimo capo-clan?»


    E così attese, sguardo fisso e deciso sul trio dinnanzi a lui, disposto come sempre con Masakado alla sinistra di Atasuke e Sorai al capo opposto del tavolo, sulla destra, mentre al centro, sempre più silenziosa, sedeva Izumi che come sempre si dimostrava il massimo in compostezza, a differenza dei due che avevano degli approcci molto più rigidi e decisamente meno garbati.


    OT - Avanzato come richiesto ma lascio a fenix le prossime interazioni con i tre del clan per ovvi motivi :riot: - /OT
     
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  4. Sasori Uchiha
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    Il Consiglio



    Sasori con la sua affermazione era stata leggermente fraintesa, in senso belligerante. Il ragazzo non aveva certo intenzione di mettersi a combattere contro il consiglio. A suo modo però anche lui avvertiva la necessità di cambiare l'amministrazione del clan in qualche maniera con una più legittima, sicuramente il modo migliore era la diplomazia, ma non escludeva altri mezzi. Ma non era il luogo adatto per discuterne. Era uno spazio troppo aperto per i suoi gusti, gli spettatori non li aveva mai graditi. Specie quando curiosavano in faccende che non gli appartenevano.


    Non siamo qui per questo Sasori... Non è vendetta ciò che sto cercando e non sarà lo scontro il primo obbiettivo, anzi... Per quanto possibile preferirei evitarlo, ma non mi tirerò indietro se ve ne sarà occasione... Qualunque cosa accada, ricorda che siamo qui per il bene del clan prima di qualunque altra cosa



    Quindi sorrise al suo compagno di squadra, in cenno di intesa. Poi aggiunse:


    Sì, forse ho un po' esagerato, ma era per sdrammatizzare la faccenda



    Sorrise cercando un cenno di intesa da parte di Atasuke. Rispose in maniera decisa, ma anche amichevole per sdrammatizzare il clima di tensione, che sarebbe inesorabilmente arrivato. Quindi si incamminarono verso l'ingresso della struttura. Arrivarono di fronte ad uno dei due guardiani che presiedevano la sede del Clan.


    Atasuke... Di nuovo qui



    Nuovamente... e questa volta ho portato qualcun'altro



    Come andiamo da queste parti, Takaji....è da un po' che non ci si vede, eh ?



    Sasori, rimase abbastanza perplesso di vedere il guardiano abbastanza colpito di trovarselo lì davanti. Era come se stesse guardando un fantasma. Mentre pensava iniziò a scuotere la testa in senno di dissenso.


    S-Sasori-san!?



    Sì sono io...sembri sconvolto...



    Ma vuoi vedere che...ogni volta sempre la stessa storia...



    ...ma quando impareranno...



    Sorpreso di rivederlo vivo? Takaji?



    N-no, è che Sorai-sama diceva che...



    Che era morto, lo immagino... Ora lasciaci passare, dobbiamo concludere questa faccenda



    S-si, Atasuke



    Senza replicare, il guardiano si fece da parte. Lasciando passare entrambi i ragazzi. Sasori era rimasto un po' stupito che avessero dato per certa la sua morte senza assicurarsi che fosse vero. Una volta una situazione del genere non sarebbe mai accaduta. I compagni di squadra si aiutano sempre in ogni condizione. Ma evidentemente non parlavano la stessa lingua, lui e coloro che stava per incontrare. Si chiese quanto effettivamente il clan fosse caduto in basso. Forse era davvero ai minimi storici in termini di gestione. Sasori seguì Atasuke in quello che una volta era un luogo caldo e accogliente, ora buio ed abbastanza avvilente. Giunti quindi davanti alla porta del consiglio, Atasuke si arrestò un secondo lanciando un ultima occhiata a Sasori:


    Ci siamo, Sasori... questa è la tua ultima possibilità per tirarti indietro, oltre a queste porte ci aspetta il consiglio e tutto ciò che ne consegue... sei pronto?



    Lascia che il fantasma faccia la sua comparsa in mezzo a loro



    Voleva dimostrare ai tre mentecatti dietro quelle mura, che aveva sette vite come il suo gattone. Quindi qualsiasi fosse la reazione di Atasuke alle parole del ragazzo, i due entrarono nella sala del consiglio. Atasuke quindi si andò a posizionare al solito posto per essere ascoltati dal consiglio del clan. Sasori rimase alle sue spalle, in piedi. Non gli andava di mettersi seduto.


    Per quale motivo ti presenti a noi sfoggiando lo sharingan!? Credi forse di spaventarci?



    Per poco Sasori, non si mise a ridere. Erano davvero imbarazzanti. Lo sharingan soprattutto tra quelle mura, non aveva senso di essere malvisto. Era normale per un Uchiha. Ma forse per quei tre, non era così familiare. Infatti Atasuke, replicò a Masakado:


    Masakado-sama... Siamo tutti Uchiha e non credo che nessuno di noi si sentirebbe mai minacciato dalla nostra stessa abilità...



    Ed allora dicci il motivo, stolto ragazzino irrispettoso!



    Degli Uchiha che hanno paura dello sharingan, questa sì che mi è nuova



    Mentre rifletteva, il nero dei suoi occhi virò nel rosso cremisi, celebre fra quelle mura, da generazioni. Dopo la falsa notizia sul suo conto che girava quel quartiere diciamo che avevano raggiunto il limite. Perferì non intromettersi anche se l'avevano già dato per spacciato. Preferì che Atasuke introducesse la questione. Era più diplomatico, in fondo come poteva essere diplomatico, con qualcuno che ti da già per spacciato anche se sei ancora vivo in carne ed ossa;non aveva senso.


    Il motivo, Sorai-sama? Semplice, oggi sono qui per presentarmi dopo il successo del recupero di Sasori e pretendo risposta al mio ultimo quesito...Avete deciso il prossimo capo-clan?



    Sarebbe quindi rimasto in attesa del parere dei tre, riguardo l'intera faccenda sollevata da Atasuke. In caso di necessità avrebbe aiutato il suo amico nella discussione che si sarebbe inevitabilmente creata, cercando di mantenere un atteggiamento diplomatico.
     
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    Inaspettati Ritorni







    I tre erano colpiti dal duo, poco da Atasuke, tanto da Sasori, eppure guardandolo non si lasciarono sfuggire chissà quali commenti.

    Non temiamo i nostri occhi, ma siamo consapevoli del loro potere.
    Vedreste di buon occhio una katana snudata seppure a contrattare fossero dei samurai?
    Ma se vi aggrada, fatene pure sfoggio.


    Disse il più vecchio del trio, prima di rivolgersi a Sasori con un inchino.

    Pare che il tuo soggiorno sia stato piacevole in fin dei conti, Sasori.
    Già Atasuke ti avrà parlato della nostra iniziale reticenza, ed immagino non abbia mancato di dettagli.
    Ma spero tu abbia capito, almeno parzialmente, i nostri motivi.


    Attese risposte, o domande, prima di ritornare su Atasuke.

    Aimè, Atasuke, la decisione non è ancora stata presa.
    La nostra lentezza è dovuta alla mole di lavoro che ci affanna e dal periodo di serenità che il clan sta passando, certe cose fanno passare le altre in secondo piano.
    Al momento gli Uchiha prosperano e da tempo non soffriamo di quella sottile e innata forma di razzismo che i timorati portano verso i nostri occhi.
    Abbiamo membri che occupano posizioni di rilievo in tutto il villaggio e nessuno ha mai fatto rimostranze.
    Le recenti trattative ci hanno anche permesso di annullare tensioni con i Kobayashi.


    Parlò pacatamente, con la gentilezza di un nonno che spiega al nipote il concetto di api e fiori.

    Stiamo tuttavia vagliando diversi candidati di grande esperienza e anche qualche probabile e sostanziosa riforma in questo sistema ormai datato.

    Qualche secondo di pausa.

    Se la risposta è stata esaudiente direi che a meno di altre domande possiamo congedarci.

    Nessun commendo sulla promozione del guardiano che pure aveva ottenuto il più alto rango all’interno della gerarchia del villaggio.
     
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  6. Asgharel
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    王手! 三

    Scacco al Re!

    ~Poche parole, Nessun Significato~





    Le loro parole rimbombavano vuote all'interno di quella altrettanto vuota stanza. Il trio sembrava quasi disinteressato alle parole di Atasuke, ma forse la loro attenzione, o quantomeno stupore, era maggiore invece nel vedere Sasori, dato ormai per disperso ancora vivo in mezzo a loro ed apparentemente tutto intero.
    Dei tre, a sorpresa, nuovamente non fu Izumi a parlare, bensì Sorai, il quale, come l'ultima volta, sembra avessere divenuto più avventato ed aggressivo, forse proprio per il potere che nell'ombra stava continuando ad accumulare nel clan e fuori. “Non temiamo i nostri occhi, ma siamo consapevoli del loro potere. Vedreste di buon occhio una katana snudata seppure a contrattare fossero dei samurai? Ma se vi aggrada, fatene pure sfoggio.” Atasuke alzò un sopracciglio, osservando il vecchio nell'udire quella palese castroneria, ribattendo di rimando senza dargli tempo di passare oltre. «Sorai-sama... Diversa è la natura di una spada dalla nostra abilità innata. Una spada, seppure usata per proteggere, per sua natura e convenzione sociale è atta ad offendere e per costrutto sociale è simbolo di aggressività se mostrata in una qualsiasi discussione. Da che mondo e mondo, questa stessa accezione si unisce allo sharingan solo per chi non appartiene al clan. Rammento bene che tra di noi è simbolo del potere raggiunto oltre che elemento che contraddistingue l'importanza di una discussione e della rispettiva sincerità, richiesta ed offerta...» sospirò, concedendosi una brevissima pausa prima di riprendere il discorso «Inoltre... il nostro è un mondo dominato dalle illusioni e dalle mani che si muovono nell'ombra... dunque credo sarebbe più da temere uno sharingan celato più che uno in bella vista... O forse trovate più pericolosa una lama sguainata di una celata sotto al mantello?» Concluse, sorridendo con falsa cortesia, cosciente di aver in qualche modo portato a segno un primo colpo al vecchio che inspiegabilmente, nonostante fosse sempre stato ferreo nel suo legame con le tradizioni del clan, ora mostrava un indole di cambiamento quantomai sospetta.

    […]


    Il discorso proseguì oltre, portandosi questa volta su Sasori ed Atasuke preferì non commentare, lasciando al diretto interessato la libertà di esprimersi. In fondo, con quella tesi più che palesata, agli occhi di chiunque le sue parole altro non sarebbero apparse se non come scuse o mere giustificazioni. Ovvero, vuote parole per rispondere ad una vuota accusa semplicemente dandole peso e valore. Stava a Sasori ribattere a quella affermazione, dunque Atasuke rimase composto ed impassibile, dando fiducia al buon senso ed alle capacità diplomatiche del compagno di sventura.

    […]


    E nuovamente l'attenzione venne portata su Atasuke, “rispondendo” a quella che era la sua richiesta, con parole sempre più vuote e senza significato. Di fatto: Scuse. E delle più becere.
    Ad ogni parola avrebbe voluto interrompere bruscamente Sorai, vomitandogli addosso insulti ed epiteti dalla indiscussa non-cordialità. Tuttavia, come il suo spirito e la sua abitudine imponevano, si trattenne, rimanendo al suo posto calmo e pacato, lasciando finire quel fiume di boiate che il vecchio con tanta arroganza credeva di dare loro a bere.
    Quand'ecco che egli terminò la sua motivazione, ed Atasuke approfittò dell'apertura per ribattere con una nuova stoccata ai danni del trio o quantomeno della tesi portata avanti da Sorai. «Da quanti anni sono tornato al villaggio?» Domandò con serietà, anche se era palese la natura teorica del quesito. «Approssimativamente sono 4 o 5 anni oramai... ed in questo lasso di tempo ho visto molte, moltissime cose... Tuttavia, solo nell'ultimo periodo posso ammettere di aver visto la “mancanza di razzismo” e non da parte degli esterni al clan...» Ciò che non disse era chiaramente sottinteso in quello stesso discorso ed anche uno sciocco avrebbe potuto completare quell'affermazione comprendendo che stava parlando di una forma di emarginazione e divisione interna. «... Ma c'è una cosa, che non ho visto mai, nell'arco di questi ultimi 5 anni... e non voglio pensare a quanto a lungo sia mancata prima...» Continuò imperterrito, puntando questa volta Sorai direttamente negli occhi, quasi a sottolineare cosa stesse dicendo. «Cinque anni mi sembrano un pochino troppi per scegliere un nuovo capoclan, mi pare... Impegni o non impegni... Tanto più che la scelta di una guida deve essere prioritaria ad ogni altra faccenda interna proprio per poter risolvere più rapidamente questi impegni e per scaricare la maggior parte dell'onere a chi di dovere e non ad un consiglio predisposto appunto a consigliare... Prendendomi la libertà di ampliare per un paragone... è come se nel villaggio gli amministratori avessero deciso di mantenere il comando senza scegliere un nuovo Kage, e credo sia sotto gli occhi di tutti “quanto” le cose stessero andando bene... Eppure nessuno è andato dal Daimyo a lamentarsi...» Non lasciò volontariamente troppi sottintesi che potessero in qualche modo essere traviati o più semplicemente non ascoltati.
    Il discorso del comandante dei guardiani del villaggio era semplice, oltre che palese: Il clan aveva bisogno di una guida e da troppo tempo il “consiglio” si era sostituito alla legittima guida ignorando di fatto la necessità di cercare un sostituto. La cosa era sotto gli occhi di tutti. Poteva essere credibile qualche mese, forse un anno prima della selezione di qualcuno, ma ormai un capoclan latitava da almeno 5 anni, data in cui Atasuke aveva effettivamente fatto ritorno al villaggio, dunque era lecito chiedersi: Da quanto realmente il clan non aveva una guida?
    «La vostra risposta, dunque, non mi soddisfa. Ma immagino che la cosa fosse sufficientemente palese. Io ho rispettato la mia parte, come sempre d'altronde... Voi invece continuate a latitare da ormai più di 5 anni... Dunque mi chiedo: Quale è il reale motivo di questa lentezza? Perché il consiglio continua a non svolgere questo suo ruolo fondamentale? Ma soprattutto: Perché Izumi-sama, che mi risultava essere a capo di questo consiglio, continua tacere?» Il suo sguardo passò su tutti e tre, scrutandoli con attenzione, ma senza voler essere minaccioso, cercando invero un supporto, specialmente negli occhi di Izumi, che rammentava essere sempre stata la più equilibrata dei tre e la più giusta, oltre che la più saggia. Motivo per cui di fatto ella era sempre stata praticamente e formalmente a capo di quel consiglio. Non sapeva da che cosa provenisse quella sua strana sensazione di diffidenza, eppure era come se sentisse che qualcosa non andava. Qualcosa non stava andando come previsto o quantomeno qualcosa sembrava non essere come doveva essere.
    «Sarò franco con voi... C'è solo un punto su cui concordo con la vostra linea. Il sistema deve essere cambiato. Mi pare ormai palese che non siete più in grado di assolvere al vostro dovere... E mi riferisco proprio alle vostre vuote giustificazioni. La scorsa volta, non avevate avuto tempo e non vi erano forse candidati... già strano dopo oltre 5 anni... Ora, state appena vagliando qualche nome, non specificato nel “poco tempo” che avete a disposizione, vantando enormi successi, tra i quali il maggiore è di fatto un imposizione richiesta dallo stesso Hokage, non una decisione nata da voi, mi risulta...» Il suo sguardo sembrò voler andare sempre più nel profondo, continuando a tartassare gli occhi di Sorai, che in quel momento parve, agli occhi di Atasuke, l'elemento che maggiormente necessitava di essere tenuto sott'occhio. «Francamente trovo inconcepibile questa condizione... Tanto più che mi chiedo dunque come faccia l'Hokage stesso a gestire non un clan, ma un intero villaggio, composto da svariati clan, di cui 7 almeno eguagliano per grandezza il nostro, da solo. Quando voi, in tre, non siete in grado di scegliere un successore in tutto questo tempo...» Ed a quel punto, il suo sguardo sembrò riempirsi di ulteriore fierezza, mente i suoi occhi adornati dallo sharingan brillavano di quel rosso cremisi, che sembrò quasi accendersi di luce propria.

    «Se queste sono le condizioni, propongo ufficialmente la mia candidatura per la guida del Clan Uchiha. A favore della mia proposta posso portare l'appoggio certo dell'intero corpo di guardia del villaggio e del Dojo di cui sono fondatore, inoltre so da fonte certa di avere l'appoggio anche di una grossa fetta interna dei membri del nostro clan.»


    Lo sguardo era fiero, la sua voce ferma e tonante. Se un sensitivo avesse avuto l'occasione di osservarlo in quel momento avrebbe notato come la sua aura di chakra dorato sembrasse addirittura spandersi, risuonando a quelle parole, fino ad inondare l'intera sala.
    E mentre i suoi occhi restavano fissi sulla sua preda, la sua mente, placata nella meditazione, osservava tutto ciò che lo circondava, analizzando in ogni dettaglio il chakra dei presenti, osservandone l'aura e percependo la presenza di chiunque potesse trovarsi all'interno del quartiere, anche se la sua concentrazione si limitava principalmente alla struttura in cui si trovavano ed i suoi diretti confini, dove di fatto potevano celarsi eventuali agguati. [Abilità]

    Piccola nota di OT, avevo il dubbio se poter considerare i precedenti come i 2 turni di concentrazione per sfruttare l'abilità "Sesto Senso", dunque lascio al Qm decidere se posso già o meno percepire gli accumuli di chakra entro i 900m dell'abilità :zxc:
    In caso di attivazione, comunque, dal prossimo round, per correttezza, inizio ad inserire la tabellina di riepilogo


     
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  7. Sasori Uchiha
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    I tre: Sorai



    A quanto sembrava, i tre del consiglio avevano davvero un pessimo senso dell'umorismo su quello non aveva dubbi.
    Avevano espresso il loro pensiero forti della loro posizione di guida, di quella comunità che di certo non era paragonabile ad altre realtà. Atasuke giustamente ribadì il proprio concetto che non intendeva assecondare la loro posizione, non quella volta.
    Fino a quel momento, Sasori rimase ad assistere il compagno di avventure, in quella che sembrava essere una chiacchierata al limite della diplomazia. Sorai aveva rotto gli indugi esprimendo una certa insofferenza, verso l'atteggiamento di loro due.


    Mpf...se continua così si va per lunghe...



    Rimase in secondo piano, più come un'ombra, una presenza alle spalle del compagno, ma dal consiglio, arrivarono delle parole anche per lui. Addirittura, con tanto di inchino. Davvero notevole, non se l'aspettava. A quel punto, non poteva più sentirsi uno spettatore. Rispose all'inchino, con la migliore educazioni impartite dall'ottima famiglia dalla quale discende:


    Pare che il tuo soggiorno sia stato piacevole in fin dei conti, Sasori.
    Già Atasuke ti avrà parlato della nostra iniziale reticenza, ed immagino non abbia mancato di dettagli.
    Ma spero tu abbia capito, almeno parzialmente, i nostri motivi.



    Beh, non era un hotel a cinque stelle, ma ne ho viste di peggio.



    Non fece a meno di sorridere con una certa malizia. Poi replicò sempre con il massimo dell'educazione,non dando modo di dare tempo per una eventuale risposta, con una espressione rilassata:


    Sorai, con il massimo del rispetto, se non fosse stato per Atasuke, ma per la vostra oltre che reticenza, anche negligenza, avreste perso un ottimo shinobi. Un ottimo compagno di squadra oltre che un ottimo caposquadra.



    Fece una pausa leggera tanto per riprendere fiato poi proseguì:


    In Accademia, non ci sarebbe stato spazio per gente come voi, sareste stati considerati neanche degni di varcarne la soglia. Anch'io personalmente nell'ipotesi remota di dover diventare sensei, vi avrei considerato alla stregua di feccia. Come pensate di poter condurre un clan di un certo prestigio e rilievo qui a Konoha, se neanche riuscite a capirne l'importanza di ogni suo singolo membro ?



    Si avvicinò e si posizionò vicino al suo compagno di avventure, mentre continuava le sue argomentazioni:


    Sinceramente faccio fatica a capire le vostre posizioni Sorai. Posso capire che i vostri impegni siano molti, ma un compagno di squadra non si lascia mai indietro. Per questo, non avete le doti di comando necessarie a mio avviso.



    Lasciò quindi che il compagno continuasse ad argomentare la propria posizione per rafforzare la propria candidatura. Non potè far altro che aggiungere un rafforzativo alla candidatura di Atasuke.


    Appoggio pienamente la candidatura di Atasuke in quanto ha tutte le carte in regola, per rivestire tale ruolo. Sono tornato dalle tenebre appositamente per appoggiarlo era il minimo che potessi fare. Che ne pensi Sorai ?



    Rimase quindi in attesa di una risposta del consiglio. Guardandosi attorno, aveva un certo presentimento quindi decise di scrutare sisia in direzione del consiglio sia attorno a sè (Abilità)
     
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    Sorai guardò Atasuke con pacato distacco.

    Vuote parole di uno sprovveduto che sente la necessità di mostrare la sua abilità così come un bambino con carenza d’affetto mostra la sua torta di fango.
    Trova pure quante scuse vuoi, saremmo sempre disposti a lasciarti un sorriso di compassione.


    E tale sorriso gli venne rivolto, seppur con una nota di sarcasmo ben percepibile.
    Arrivò poi il momento di ascoltare, e nessuno dei tre si esimette dal farlo, ma fu comunque Sorai a reagire ai due.

    Risorto dalle tenebre Sasori-kun?

    Il vecchio ninja scosse la testa così come un capofamiglia guardava il suo figlio più immaturo.

    Per favore, la nostra giornata è sufficientemente occupata.
    Iniziate ad essere grandi ormai, tornate a casa.


    E non era complesso notare che l’aggettivo utilizzato era “grandi” una parola dal significato semplice e intuitivo, adatta a dei bambini.

    Meglio che questa pagliacciata finisca qui, avete i sensi allertati come se dovesse esserci una trappola nella stanza, ma non sapevamo del vostro arrivo.
    Davvero, iniziate a diventare ridicoli.


    Il tono si era lievemente modificato, piegando quasi all’amichevole.

    Tu stesso Atasuke hai ammesso che non ci sono problemi al clan, ed anzi, che l’unico è proprio l’assenza di un capoclan.
    Quindi, quale è il problema?
    Vedere una comoda poltrona vuota su cui vorresti accomodarti tu?
    Oh, molto saggia come scelta.
    Una di quelle scelte fatte per il popolo, che arrivano dal profondo.


    Disse con ironia, e lasciò che quelle fossero le sue ultime parole, se ad essa fossero seguite esclusivamente le solite ribattute di Atasuke Sorai avrebbe alzato la mano destra, pur senza intenti violenti.

    Taci, per una buona volta.
    Sono un uomo di una certa età Atasuke e le mie orecchie sono stanche della tua immatura, immotivata e insensata supponenza.


    Schioccò le dita e calò l'oscuritàTECNICA DELL'OSCURITÀ - KOKUANGYO NO JUTSU
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Pecora, Tigre, Cane, Topo (4)
    L'illusione si attiva se le vittime presenti entro 9 metri dall'utilizzatore. La vittima perderà l'uso della vista, entrando in una dimensione completamente senza luce. Sono inutili abilità come Vista Perfetta, Visione Notturna o altre capacità speciali legate alla vista.
    L'efficacia è pari a 60 e colpisce chiunque presente entro 9 metri dall'utilizzatore.
    Tipo: Genjutsu - Kanchi
    (Livello: 2 | Consumo: Elevato - Mantenimento: Mediobasso)
    [Da jonin in su]

    Maestro dell'oscurità:
    L'utilizzatore può eseguire la tecnica dell'oscurità senza posizioni magiche, sarà necessario comunque il caricamento ed un secondo medium d'attivazione (suono)

    Oscurità Impenetrabile:
    L'utilizzatore potrà aumentare l'efficacia del genjutsu di 40 spendendo un medioalto e uno slot tecnica base.

    + Impronta oscurità + Tecnica Focalizzata + Genjutsu inarrestabili

    Potenza finale: 140
    , densa e improvvisa, senza via di fuga, lo sharingan era perso al suo interno.
    Attorno a loro nemmeno un respiro, qualsiasi cosa li avesse avviluppati i loro “avversari” non si erano mossi… forse.
     
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  9. Asgharel
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    王手! 四

    Scacco al Re!

    ~Sordi e Ciechi~





    Atasuke aveva ormai visto il declino del clan che a poco a poco si andava ad inabissare, con il trio al comando che ancora continuava a decadere sempre di più arrivando a rendersi sempre più arrogante, al punto da considerarsi quasi un entità a se stante. Quei tre non avevano più alcun reale potere, eppure, forti del fatto che nessuno si sarebbe opposto a loro, continuavano, con supponenza a rimarcare la loro vuota presenza, continuando ad agire nell'illegittimità, evitando di compiere quello che semplicemente era il loro ruolo. “Vuote parole di uno sprovveduto che sente la necessità di mostrare la sua abilità così come un bambino con carenza d’affetto mostra la sua torta di fango. Trova pure quante scuse vuoi, saremmo sempre disposti a lasciarti un sorriso di compassione.” Quella fu la risposta di Sorai alle sue parole, parole a cui Atasuke non evitò certo di dare un degno seguito. «Potrei dire lo stesso di voi... se solo aveste almeno provato a darmi mai una risposta... ma in fondo cosa posso aspettarmi da un vecchio che evidentemente deve aver perso addirittura la memoria delle nostre tradizioni ufficiali?» Sorrise, con cortesia, senza dare a questi il piacere di averla vinta su quel piccolo dettaglio, che poi tanto piccolo non era in merito allo sharingan mostrato senza remore dal maestro della Karyuuken.

    […]


    Il discorso proseguì oltre e sia Atasuke che Sasori espressero le loro debite risposte ed opinioni, anche se i modi, decisamente poco diplomatici di Sasori, sembravano dare nell'occhio, forse anche troppo per sperare di ottenere qualcosa per vie pacifiche e diplomatiche. In fondo non era tra gli obbiettivi principali di Atasuke scatenare una lotta intestina e men che meno avrebbe voluto imporsi con la forza sul consiglio, anche se non si sarebbe tirato indietro se costretto. «Sasori» Lo fermò, con tono calmo ma deciso, afferrandolo ad un braccio per dare maggior significato alle sue parole. «Ti ringrazio per le tue parole, tuttavia... Temo che la tua giusta rabbia possa in qualche modo aver annebbiato un poco la tua vista. Ti chiedo di uscire ed attendere. Se mi servirà il tuo aiuto sarò il primo a chiamarti» Si avvicinò poi all'amico, tirandolo leggermente a se per poi sussurrargli alcune semplici parole: «Se noti segni di lotta, non esitare a venire in supporto, ma fai attenzione»
    E così lo lasciò andare, nella speranza che questi seguisse il suo piano, uscendo dalla stanza e preparandosi solo nel caso in cui la situazione fosse voltata al peggio, ovvero nel caso in cui tutto fosse andato come Sasori sperava: verso un bagno di sangue.
    Intanto Sorai si stava prodigando nella sua enorme serie di baggianate, ignorando palesemente tutte le parole di Atasuke, quasi come ad auto-convincersi della propria ragione solo negando l'evidenza sempre e comunque. “Tu stesso Atasuke hai ammesso che non ci sono problemi al clan, ed anzi, che l’unico è proprio l’assenza di un capoclan. Quindi, quale è il problema? Vedere una comoda poltrona vuota su cui vorresti accomodarti tu? Oh, molto saggia come scelta. Una di quelle scelte fatte per il popolo, che arrivano dal profondo.” A quelle parole Atasuke si fermò, come per un istante, piantando il suo sguardo chiaramente in quello di Sorai. Non vi era palese ostilità, ma quasi compassione per il modo tanto arrogante ed ottuso del vecchio di autoproclamarsi contro tutto ciò che aveva detto, semplicemente ascoltando quello che Atasuke non aveva detto. «Le vostre orecchie evidentemente non sentono bene, Sorai» Atasuke aveva ormai smesso di usare l'orpello onorifico che il vecchio più non meritava di avere da troppo tempo. «Il problema è vedere una comoda poltrona usurpata da voi, che vi ostinate a non ascoltare le mie parole, quasi proclamandovi come un padre generoso... Talmente generoso da lasciare che i membri del nostro clan vengano abbandonati se non ritenuti “degni”» Proseguì, senza lasciare apparentemente spazio ad alcun intervento esterno prima che potesse terminare il suo discorso. «Il clan è diviso. I membri si attaccano quasi a vista per le differenti vedute sul futuro. Serve l'intervento dell'Hokage, addirittura, per gestire malcontenti e relazioni con altri clan come i Kobayashi e voi continuate a dire che non ci sono problemi? Forse la vecchiaia deve aver giocato brutti scherzi alla vostra vista Sorai»
    E con quelle parole “concluse” la sua risposta all'inutile buffonata messa in piedi dal vecchio.

    Se, quesi avrebbe proseguito, con la sua tecnica a seguito delle sue parole, con estrema rapidità i suoi occhi continuarono a puntare quelli del vecchio, ascoltando le sue parole, senza interromperle, lasciando che questi continuasse a negare l'evidenza, come evidentemente apprezzava fare fino allo svenimento. Gli occhi dell'uchiha, seppure non allertati dalle parole dell'uomo e dall'apparentemente innocuo gesto con la mano, videro però qualcosa di più, molto di più, notanto di discreto movimento di chakra nell'uomo ed arrivando a vedere quella che era la sua reale intenzione dietro ad un ben celato trucco da prestigiatore. [Abilità]
    Compiendo quello sciagurato gesto, però egli non diede evidentemente peso all'abilità dell'uchiha, convinto forse di poterlo aggirare con tanta facilità semplicemente evitando di comporre qualche seal.
    Se anche solo per un istante i due avessero incrociato lo sguardo, la mente dell'Uchiha avrebbe quindi preso il sopravvento su quella del vecchio, sperabilmente impedendogli, nel mondo reale, di compiere quello che era il suo obbiettivo. [Slot Tecnica] [Abilità]




    Agli occhi del vecchio, colpito dall'illusione, nulla sarebbe cambiato e tutto sarebbe proseguito come nel suo piano e dopo aver schioccato le sue dita, Atasuke sarebbe divenuto cieco. Eppure, nonostante la cecità questi continuava a fissarlo con lo stesso sguardo e la stessa intensità di poco prima. Ma solo alla prima azione che avesse tentato di intraprendere, si sarebbe reso conto di essere a tutti fli effetti immbobilizzato a terra da due arti di fango, comparsi proprio da sotto la scrivania e che lo tenevano fermo inchiodato sul posto. «Togliere la vista... certo un bel trucchetto... se solo fosse servito a qualcosa» Disse Atasuke, alzandosi da terra e finalmente staccando le stesse dal pavimento da cui sembrava aver fatto partire i due rapidissimi e silenziosi arti. «Voi non avete potere, non lo avete mai avuto e questa è una verità che vi perseguita da sempre, anche se non volete ammetterlo.» Atasuke si avvicinò al vecchio, che per quanto potesse provare a strattonare, non poteva liberarsi da quegli arti, estremamente potenti. «Il villaggio non vi ha voluto come guida. Il clan non vi ha voluto come guida. Nessuno vi vuole come guida. Io avrei preferito un'altra via, ma non mi lasciate altra scelta... sembra che vogliate a tutti i costi governare senza l'approvazione del popolo» Proseguì, ma ormai si trovava proprio davanti al vecchio esattamente come altre due copie si trovavano davanti agli altri due amministratori del clan, equamente immobilizzati. Con Akasenoku sguainata da tutti e tre, le minacce sembravano palesi e tangibili mentre la sua rossa lama sembrava reclamare sangue. «Prima di uccidervi, però... credo che vi farò patire le pene che meritate per aver perseguitato la mia famiglia e per tutto il dolore che avete deliberatamente provocato» E con quelle parole, il freddo della lama lo attraversò, trapassandone il busto da parte a parte, evitando attentamente gli organi vitali per evitare di ucciderlo, apparentemente, ma senza lesinare sul dolore. «Questo è per Harumi» Ed un nuovo affondo «Questo è per Kisshomaru» Un nuovo colpo «Questo per Kaori» Ed una nuova sferzata «Questo per Sayaka» e continuò ancora ed ancora, affondando la sua lama nel corpo del vecchio svariate volte, elencando ad ogniuna uno ad uno tutti i nomi che la vecchia Sayaka gli aveva comunicato. Parenti diretti, indiretti, amici, conoscenti. Tutti nomi che il vecchio ben conosceva e che in un modo o nell'altro aveva fatto soffrire. «E questo è per Heiko» Concluse, levando la spada in aria, impugnandola con entrambe le mani per portare un ultimo fendente sui polsi dell'uomo, recidendo definitivamente le sue mani, lasciandolo di fatto in una pozza di sangue.
    Intanto, intorno a loro la stanza era rimasta normale e nulla sembrava di fatto essere differente da quanto non fosse in realtà, fatta eccezione per la brutalità con cui i tre venivano torturati dall'Uchiha, che decise di uccidere senza troppe sofferenze gli altri due membri del consiglio, lasciando solo il vecchio in vita ed ormai senza nemmeno più l'uso delle mani, entrambe mozzate...
    «Ora: Volete rispondere alle mie domande? O continuate a volervi incaponire senza dare risposta alcuna?» Domandò, mentre gli ultimi due cloni si avvicinavano al vecchio, chiudendolo in una morsa da cui avrebbero continuato a colpirlo, torturandolo a morte finchè non avesse parlato, ammettendo i suoi sbagli ed assecondando le richieste di Atasuke...




    Se in qualche modo fosse riuscito ad uscire dall'illusione o ad evitare la stessa, portando a termine la sua, Atasuke dal canto suo, non avrebbe modificato il suo comportamento, ben celando il primo, iniziale stupore con le sue ormai più che rodate abilità interpretative. [Abilità]
    Evitò quindi di mostrare una qualsiasi forma di stupore o paura, limitandosi a quel punto a concentrarsi su quelli che erano i suoi tre obbiettivi e che non poteva in alcun modo “perdere di vista” anche se di fatto si trattava di mantenere una chiara percezione delle loro azioni. [Abilità]
    Non contento però, il suo cervello iniziò ad elaborare uno schema più o meno reale della stanza, affidandosi agli altri più che affidabili sensi per percepire l'ambiente che lo circondava ed i tre elementi che lo abitavano oltre a lui stesso. [Abilità]
    Pur privato della vista, aveva il pieno controllo del campo di battaglia e questo, forse, Sorai, non avrebbe in alcun modo potuto prevederlo, non conoscendo di fatto la maestria del combattimento di Atasuke. «Hmpf» Sbuffò lui, senza schiodare gli occhi dalla faccia di Sorai, limitandosi a chiuderli un paio di volte, sospirando, evidentemente deluso dal vecchio. «Dunque questo è il modo di comportarsi? Vi lamentate come se fossi un bambino e poi... per farmi tacere... vorreste “accecarmi”? Voi non avete alcun controllo, Sorai, non lo avete mai avuto. E questa ulteriore dimostrazione di inadeguatezza non fa che confermare la mia tesi. A che scopo, ricorrere a tanto? Davvero credete che basti così poco a fermarmi? A fermare la mia convinzione? Se non siete in grado di controbattere come si conviene alle mie parole, fatevi da parte e lasciate a me il comando. Mi pare ormai ancora più palese la vostra inadeguata “prova di forza”»
    Atasuke non si mosse dal suo posto, rimanendo immobile, pronto a scattare ad ogni eventuale assalto sospetto, mentre i suoi occhi, privi di luce, vennero chiusi, dandogli un aria quasi solenne. Se davvero pensavano di averlo fermato, si sbagliavano di grosso. Avevano tolto la vista all'unico Uchiha che poteva tranquillamente battersi anche senza l'uso dello sharingan o della vista stessa. [Percezione]

    […]


    Comunque fosse andata, colpito o meno dal Genjutsu, accecato o meno che fosse, con sguardo serio e palesemente puntato nella direzione dell'indisponente ed illegittimo Sorai, Atasuke avrebbe lanciato la sua ultima sfida all'uomo. «Potete negare quanto volete. Potete fingere di non udire, di non vedere e di non sentire. Potrete cercare di fermarmi togliendomi la vista, togliendomi l'olfatto, l'udito, il tatto. Fate quello che più vi aggrada. Ma non vi libererete di me. Avete due modi per porre fine a questa questione: Accettate la mia candidatura, oppure uccidetemi, come avete fatto con gli altri che si sono susseguiti negli ultimi cinque anni. Non sono debole come Kisshomaru e non ho legami con cui possiate minacciarmi come avete fatto con Heiko. Non ho temuto il Gobi, men che meno avrò timore di un vecchio complottista che ancora crede di avere davanti un mezzo-sangue»
    E con quella rivelazione, Atasuke espose l'ultima carta che gli restava per costringere il vecchio a fare una mossa aperta. Aveva aperto le proprie difese, lo aveva lasciato entrare, facendogli credere di avere un vantaggio, tutto per costringerlo a rivelarsi. Comunque fosse proseguita la discussione da quel punto in poi, oramai, il punto di non ritorno era stato superato...

    Piccola nota: Lo tsukuyomi, salvo rilasci anticipati potrebbe proseguire ulteriormente sia come lasso temporale sia come gestione in base alle reazioni di Sorai dato che tecnicamente può durare pochi istanti nel mondo reale, ma anche 48h nell'illusione :zxc:

    Chakra Rimanente: 75/80
    Vitalità Rimanente: 18/18
    Energia Vitale: 30/30




    Movimento: 24m
    Salti: 8 m
    Status Fisico:
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    Percezione: 6+9
    Furtività: 0+6

    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 675
    Agilità: 600
    Concentrazione: 600
    Precisione: 600
    Intuito: 600
    EquipaggiamentoProtezioni indossate:
    - Maschera "da Demone" [20; 3]
    - Mantello Nero [15; 3]
    - Calzari Rinforzati [20;4]

    Mischia:
    - 1 Katana - Akasenoku [50; 4]
    - 1 Wakizashi - Ryuu no Hikari [50; 4]
    - 4/4 Coltelli da lancio [10; 3]

    Bombe:
    - 2 Cartabomba II [1,5m] [50; 1]

    Supporto e Tonici:
    - 1 Kit Primo Soccorso [10 usi] [1; 2]
    - 3 Antidoto Intermedio [1] [1] [1] [1; 1]
    - 1 Tonico di Ripristino Medio [4L] [1; 1]
    - 1 Tonico Recupero Medio [4b] [1; 1]

    Varie:
    - 1 Accendino [1; 1]
    - 2/2 Filo di Nylon [10m]
    - 1 Rotolo da Richiamo [1; 1]


    Slot AzioneSlot Azione 1:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Azione 2:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Azione 3:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Azione 4:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]


    Slot DifesaSlot Difesa 1:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 2:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 3:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 4:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]


    Slot TecnicaSlot Tecnica Base:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Tecnica Avanzata:
    - Tsukuyomi [3B; 80]


    Slot FreeAzioni Gratuite:
    - Azione [Tipo; Slot]

    ConoscenzeConoscenze Utilizzate:

    Tecnica Economica [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire la tecnica avanzata risparmiando il 25% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Alternativamente è possibile risparmiare il 50% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 3 round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.

    Segugio [1]
    Abile: L'utilizzatore può percepire il veleno tramite l'olfatto: il veleno sarà considerato come furtivo, parigrado l'utilizzatore del veleno. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di percepisce in modo accurato l'odore di oggetti e persone, ottenendo un vantaggio a riconoscere camuffamenti, raggiri o la presenza di materiale tramite l'olfatto.

    Investigatore [1]
    Abile: L'utilizzatore è in grado di percepire facilmente rumori trascurabili e discussioni, se effettuati entro il movimento di uno slot azione. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di ipotizzare a grandi linee il tempo trascorso dall'abbandono di un oggetto in base al suo calore.

    Nemico Prescelto [0]
    Speciale: L'utilizzatore seleziona un obiettivo singolo o un gruppo definito, definendolo come proprio nemico prescelto. Ogni azione intrapresa contro di essi ha Percezione o Furtività incrementata di 4,5, oppure entrambi incrementati di 3. Il nemico prescelto può essere assegnata da terzi, nemico personale o per ottenere vantaggi.

    Combattere alla Cieca [2]
    Maestria: L'utilizzatore è in grado di orientarsi e combattere se privato della vista volontariamente o meno. Dopo 1 round di cecità, l'utilizzatore guadagna un bonus +6 in Percezione.

    Ardito [2]
    Speciale: L'utilizzatore, una volta a round, riduce 1 attesa richiesta per riutilizzare una conoscenze di 1 round se si trova in inferiorità numerica.

    Tsukuyomi
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'Illusione se attiva se scambiato lo sguardo con l'utilizzatore. La vittima crederà di essere in una dimensione dove l'utilizzatore ha pieno controllo dello spazio e del tempo, potendo infliggere alla vittima qualsiasi danno per un tempo che può arrivare fino a 48 ore nel mondo illusorio, un attimo nel mondo reale. Alla disattivazione la vittima sarà fortemente debilitata: avrà per 3 round un malus di 3 tacche in Velocità e Riflessi, sarà Scoordinata e Stordita per 2 round. Richiede la manipolazione di tutte le Unità di Illusione, l'efficacia massima è raddoppiata.
    Tipo: Genjutsu - Dame-ji
    (Livello: 3 / Consumo: Alto )
    [Richiede Sharingan III]

    [Da chunin in su]


    NoteVarie ed eventuali
    - Cooldown tecnica Economica 3T
    - Pagato Sesto Senso Precedente Turno
    - +4 Percezione sui tre membri (perc. Base 19)
    - Ardito riduce di 1 round l'attesa per "Combattere alla Cieca" - 0 round Attesa
    - +6 Percezione Combattere alla Cieca (perc. 25)


     
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  10. Sasori Uchiha
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    Resurrezione



    Questa volta gliele aveva cantate tutte quante una ad una. In fondo la sua era la Verità. Ma quei tre non volevano saperne. Erano in quel momento l'autorità. Per quanto nè Sasori, nè Atasuke avevano in grazia quelli che avevano di fronte a loro. Nonostante entrambi erano ben consapevoli che il consiglio non aveva di fatto alcun appiglio al quale aggrapparsi, nella sua seppur irreale caduta. Sì perchè di fronte di quello si trattava. Come possono solo pensare di dover lasciare indietro qualcuno senza curarsi minimamente di quello che ciò comportava. Non era di fatto tollerabile. Ma Sasori non era nella posizione di far valere le sue opinioni. Non in questa occasione. In fondo era sempre stato fedele al clan, ne voleva solo il suo bene. Ma dopo aver subito quel trattamento non poteva non pensarla in maniera differente. Anche Atasuke non ebbe molto presa sul consiglio, stando a quello che Sorai aveva appena proferito.


    Che seccatura



    In fondo al ragazzo non era mai piaciuta la diplomazia. Solo parole, niente fatti. A lui era sempre piaciuto un dialogo stringato ma che portasse ad un risultato tangibile e rimovere il prima possibile gli ostacoli. Questa era sempre stato l'insegnamento dalle sue missioni. Velocità, concretezza senza frivoli. Soprattutto non c'era tempo per parlare. Anche se stavolta la via diplomatica in fondo era preferibile, ma non l'unica. Dopo tutto quello che aveva patito dovevano sapere come la pensava nei loro confronti. Di certo non gliel'avrebbe fatta passare liscia tanto facilmente. Di fronte alla battuta di Sorai, con una faccia strafottente si limitò ad affermare:


    Come vedi sono tornato dall'inferno




    Durante il suo sfogo, venne bloccato gentilmente da Atasuke. Replicò all'amico nel modo seguente:


    Come già ti dissi, questa non è la mia battaglia, ma ti supporterò fino in fondo. Se ti serve una mano, batti un colpo e sarò qui in men che non si dica ! Mi raccomando fai valere le tue opinioni ! Ne vale del nostro futuro e non solo



    Uscì dalla stanza del consiglio, rimanendo sull'uscio, rimanendo a riflettere, sperando che Atasuke facesse valere le sue opinioni. In caso di necessità ad una eventuale chiamata di Atasuke, facendo la dovuta attenzione sarebbe intervenuto in suo soccorso.
     
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    Empatia








    Sorai non si preoccupò minimamente del contrattacco di Atasuke, lo subì in pieno ma la bocca non si torse di un millimetro, non un grido di dolore: doveva solamente stuzzicare il suo avversario e ci era pienamente riuscito, sapeva che il prezzo da pagare poteva essere alto, ma era pronto a qualsiasi evenienzaDisincanto
    L’utilizzatore può escludere alcuni sensi dalle illusioni, evitando che vengano manipolati dalle stesse
    . fu così che riuscì ad evitare il dolore e attivare ciò che probabilmente avrebbe definitivamente reso Atasuke un boia senza cuore agli occhi del clanEmpatia illusoria
    L’utilizzatore può condividere con chiunque sia connesso a lui mediante “comunicazione mentale” sensazioni e stimoli provenienti dai suoi sensi
    .
    La gentilezza di Sorai era motivata, tutto in quella sala quel giorno aveva un significato, solo che non tutto era visibile o percepibile ad una prima occhiata, dopotutto, cosa poteva saperne un ospite di dove il padrone di casa teneva i panni sporchi[Fuuinjutsu inarrestabili + Comunicazione mentale + Fuinjutsu eterei: l’utilizzatore può rendere i suoi sigilli invisibili alle percezioni del chakra fino al momento dell’attivazione] ?
    Mentre Atasuke lo accusava così aspramente infatti ogni persona nel raggio di oltre un chilometro poteva udirne parole e risposte da parte di Sorai, saggio anziano impegnato ad educare un troppo aitante giovincello rispondendo con fatti da tutti verificabili, anche se qualche piccolo particolare mancava a ciò che Sorai trasmetteva: l’attivazione della tecnica dell’oscurità, rendendo l’attacco di Atasuke niente più che una conferma alle affermazioni del vecchio.
    Un vecchio intento ad affossare uno dei pochi ostacoli alla sua candidatura come capoclan, infatti nessuna parola detta da Atasuke nell’illusione venne udita Tutto quello che dico è verità
    L’utilizzatore se sfruttata empatia illusoria può trasmettere a coloro che sono connessi versioni alterate delle proprie percezioni, come se fossero realmente percepite
    o vista nel suo labbiale dal clan.
    Solamente ciò che desiderava il vecchio lupo veniva ascoltato dal clan, e confutare quelle parole sarebbe stato problematico per Atasuke, del tutto inconscio di ciò che accadeva mentre torturava il reggente.

    Chiedermi di disattivare lo sharingan per rispetto… certo un bel trucchetto, se solo non avessi dimostrato che la vostra non era altro che codardia, ve lo aspettavate che prima o poi sarei arrivato qui vero?

    Voi non avete potere, non lo avete mai avuto e questa è una verità che vi perseguita da sempre, anche se non volete ammetterlo

    Prima di uccidervi, però... credo che vi farò patire le pene che meritate per aver perseguitato la mia famiglia ed avermi ostacolato fino ad oggi, credete davvero che per un ninja del mio calibro fosse difficile recuperare Sasori?
    Quel sempliciotto ora e la fuori e crede lo metterò al corrente di ciò che farò qui dentro, povera pedina.
    Avevo elementi a sufficienza per non avere alcun problema da quella ricerca, ma fingere il contrario, con l’Hokage li presente poi, davvero un ottima occasione.
    Era l’occasione perfetta per mettere me in buona luce ed affossare voi!


    E mentre parlava tutta l’illusione andò a buon fine, immobilizzando Sorai e poi infliggendogli tutto il male che l’Uchiha vendicativo voleva assaporasse.
    Il Vecchio Lupo era esperto, tutti al clan lo sapevano ed avrebbe potuto rilasciare l’illusione senza problemi, ma lui, povero martire, aveva scelto una via diversa, aveva scelto di mostrare a tutti cosa faceva per loro, pur evitandogli il dolore fisico che provava, tutto, TUTTO per amore della verità.
    Il vecchio aprì gli occhi con una smorfia, come se fosse stato stremato dalla tortura alla quale aveva resistito con impassibile fierezza fedele al suo carattere… per quanto non avesse mancato di recitare in modo da far comparire qualche smorfia di dolore durante la tortura in modo da non insospettire Atasuke.

    Tu… Ragazzo…
    Non avrai… mai…


    Respirò affondo, come se raccogliesse le ultime briciole di forza.

    Non avrai mai!
    Il controllo del più potente clan della Foglia!
    Non lo renderai la tua arma…


    Il tono calò nuovamente dopo le prime esclamazioni, cedendo alla fatica.

    I tempi di Madara… sono lontani…
    Lontani secoli… e non permetterò a nessuno
    …nessuno!
    Di versare sangue degli uchiha… perché avvelenato dalla vendetta e da un amore disturbato!
    Ho solo… cercato…


    Ansimava, ormai debole come il vecchio quale era.

    …di far rispettare la legge in quanto impossibilitato a cambiarla.

    Centinaia di persone avevano udito le parole dei due, e vissuto quella situazione dal punto di vista di Sorai, difficile non prendere le parti di quell’ultimo ed instancabile baluardo, che si frapponeva come un muro difensivo alla pace, lasciando fuori la rabbia vendicativa di Atasuke che si mostrava in quel mondo interiore privo dell’autocontrollo sempre mostrato (o finto?) con tutti.
    La società aveva regole ferree non scritte, tante tra di esse erano andate infrante da quella versione Soraiana di Atasuke, l’accanimento verso un debole, lo scarso rispetto verso un vecchio che vantava anni di onorata carriera e la ferma convinzione, senza alcuna prova, che lui fosse migliore e il più adatto tra i presenti in quella stanza, a guidare il clan.
    Insolenza, supponenza, violenza ed un animo dedito all’inganno erano motivi in grado di scuotere ed animare le masse fino al linciaggio, soprattutto se queste avevano la capacità e possibilità di intervenire quando tali sopprusi avvenivano.
    Tutti vogliono essere riconosciuti come eroi, pensava Sorai, e dopo aver dato l’occasione a se stesso la dava a tutto il clan, dava a loro il potere di decidere se quel maltrattamento fosse giusto o sbagliato e di intervenire se lo ritenevano necessario.
    Rendeva tutti partecipi di un mondo solitamente precluso a loro, nobilitandogli e dandogli al contempo la possibilità di essere eroi per un giorno, di fare la differenza in quell’unico giorno, di opporsi contro un giovane usurpatore che sfruttava le sue capacità per accanirsi contro un vecchio debole e stanco il cui unico intento era proteggere la pace.
    Gli anziani andavano rispettati e onorati, ai giovani era data la sola opportunità di sedersi e ascoltarne la vita per apprendere e comprendere perché alcune azioni non andassero fatte.
    Gli anziani andavano temuti…

    Edited by F e n i x - 28/7/2016, 09:51
     
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  12. Asgharel
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    王手! - 五

    Scacco al Re!

    ~Trappola o Suicidio?~





    La tecnica di Atasuke andò perfettamente in porto, anche se poco prima di attivarsi, i suoi occhi notarono di colpo la comparsa di un particolare sigillo che alterava il chakra del vecchio, un sigillo che ben conosceva, dato che era quello che già utilizzava per attivare una linea di comunicazione mentale. [Abilità] [NOTA]
    Atasuke non sapeva e non poteva sapere che il vecchio fosse in grado di trasmettere molto più che semplici parole attraverso quel sigillo, tuttavia, era palese che se aveva attivato quella linea, aveva in mente di chiamare dei supporti, oppure, vista l'attivazione “provvidenziale” celava una qualche forma di trappola, forse una chiamata alle armi per l'intero clan.




    ~Prima della tortura~


    Atasuke lo guardò fisso negli occhi, e mentre le sue parole avanzavano, conscio dell'attivazione di quella linea di comunicazione, aggiunse qualche parola, giusto per rendere edotto il vecchio della trappola in cui si era infilato da solo. «Davvero provvidenziale quel simbolo sul collo attivato giusto alcuni istanti fa... Immagino sia in collegamento con l'intero clan... o con la tua scorta personale? Non temere, se era un pubblico che volevi, bastava chiedere...» Sorrise, ironico, prima di procedere con quanto già preventivato.




    Sospettando una trappola, Atasuke evitò di torturare il vecchio troppo a lungo, risparmiandogli quindi quello che era il suo piano originale e limitandosi a quanto fosse necessario per inabilitarlo abbastanza a lungo per procedere con il colloquio, o meglio, con l'elezione pubblica. [NOTA]

    Atasuke rimase fermo, ad illusione completata, quasi ignorando le parole di sorai, se non per il fatto che queste, nella loro particolare e studiata serie, si dimostrarono fin troppo “epiche”, quasi a voler essere il perfetto copione di una scena di epico sacrificio. Cosa inutile considerando che solo loro quatto, in teoria, stavano assistendo a quella scena. Non gli ci volle che un secondo per immaginare l'unica spiegazione possibile. Subito prima di cadere nell'illusione questi aveva attivato una linea di comunicazione con molti, probabilmente tutti quelli che erano nelle vicinanze e poi aveva impersonato la parte del martire in una scena degna da oscar. Era innegabile che il vecchio avesse subito la tecnica in pieno e probabilmente lo aveva fatto proprio per ottenere un falso vantaggio agli occhi del clan. Occhi che probabilmente si sarebbero voltati a quell'edificio in pochi istanti, probabilmente assalendo la stanza e lui stesso, ma la domanda era un'altra. Sarebbero giunti scatenando una guerra o si sarebbero coalizzati? Difficile dire realmente la sorte di quella mossa che da un lato gettava forse un'ombra su Atasuke, elevando Sorai, ma dall'altra metteva in moto un meccanismo complesso da muovere, specialmente quando la tela del ragno veniva percepita.
    Rimase immobile, sapendo che davanti a lui gli altri due consiglieri continuavano a mostrarsi per le pedine che erano, fermi ed immobili, assolutamente inerti e senza più probabilmente la loro stessa libertà di agire ed esprimersi se non sotto la volontà del vecchio. E poi c'era il vecchio, palesemente indebolito e certamente spossato dalla tecnica appena subita, sperabilmente abbastanza da non intervenire per bloccarlo o magari abbastanza sciocco da provarci, dimostrando palesemente la falsità della sua recita.
    Senza muoversi congiunse le mani, concentrandosi e lasciando fluire il chakra, affinché, se non fosse stato interrotto, anche sul suo collo comparisse un simbolo simile, se non identico che lo collegasse all'intero clan, ad eccezione del solo Sorai. [Slot TA]

    Se il collegamento fosse andato a buon fine, Atasuke, senza aprire bocca, avrebbe iniziato a parlare all'intero clan, invitando tutti a raggiungere il palazzo principale ed eventualmente ascoltando eventuali rimandi dell'eventuale folla inferocita che certamente avrebbe approfittato di quel collegamento per mostrare le sue rimostranze in merito al suo comportamento, anche se questo non era mai realmente accaduto, o almeno non come Sorai stava cercando di dipingere. «Scusate il disturbo. So che ognuno di voi ha degli impegni, più o meno importanti, tuttavia, devo chiedervi gentilmente un favore. Quest'oggi vi invito a raggiungere il palazzo centrale poiché il clan ha bisogno di una guida e dopo oltre 6 anni senza un capoclan e svariate sparizioni dei precedenti pretendenti, sia giunto il momento di trovare un successore. Il consiglio rifiuta ogni candidatura e rifiuta di proporre candidati ormai da troppo tempo. Io vi chiedo di venire e decidere, nessuno escluso. Studenti, genin, chunin e jonin. Tutti hanno titolo decisionale e tutti dovranno partecipare, spero che vorrete essere numerosi»

    In ogni caso, sia che avessero tentato di fermarlo, sia che la comunicazione fosse avvenuta, a quel punto con la giusta compostezza Atasuke avrebbe domandato risposte, rivolgendosi ai tre del consiglio. Risposte che ancora non aveva ottenuto e che ancora voleva ottenere e che certamente avrebbe ottenuto con l'intero clan riunito. «Sasori!» Chiamò con sufficente forza da essere certo che il compare lo udisse fuori dalla stanza per farlo rientrare, notando che anche su di lui era presente il sigillo del vecchio, che evidentemente aveva cercato di collegare proprio tutti con la sua comunicazione. «Vedo che anche tu sei stato contattato da sorai... Che ha raccontato di bello questa volta?» Chiese curioso, nella speranza che l'amico potesse rivelargli quanto già trasmesso dal vecchio. [Abilità]
    La situazione era ormai al suo punto di svolta. Il consiglio, o meglio, Sorai aveva ormai dimostrato di non volere in alcun modo rischiare di perdere la sua posizione e chiaramente stava facendo il possibile per fermarlo. Il clan sicuramente si sarebbe mosso a breve o a breve sarebbe giunto, spinto dall'immagine distorta di Sorai o eventualmente dalla comunicazione di Atasuke. Gli animi si sarebbero scaldati e se il trio avesse deciso per l'aggressione certo la situazione sarebbe andata in un concatenarsi di furia e violenza come solo il clan Uchiha sapeva fare.
    Ora non restava che attendere, con i sensi al massimo e la tensione che si faceva ormai palpabile. Come avrebbe reagito il clan? Questo si sarebbe scoperto solo nei minuti successivi.



    Chakra Rimanente: 74/80
    Vitalità Rimanente: 18/18
    Energia Vitale: 30/30




    Movimento: 24m
    Salti: 8 m
    Status Fisico:
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    Percezione: 6+9
    Furtività: 0+6

    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 675
    Agilità: 600
    Concentrazione: 600
    Precisione: 600
    Intuito: 600
    EquipaggiamentoProtezioni indossate:
    - Maschera "da Demone" [20; 3]
    - Mantello Nero [15; 3]
    - Calzari Rinforzati [20;4]

    Mischia:
    - 1 Katana - Akasenoku [50; 4]
    - 1 Wakizashi - Ryuu no Hikari [50; 4]
    - 4/4 Coltelli da lancio [10; 3]

    Bombe:
    - 2 Cartabomba II [1,5m] [50; 1]

    Supporto e Tonici:
    - 1 Kit Primo Soccorso [10 usi] [1; 2]
    - 3 Antidoto Intermedio [1] [1] [1] [1; 1]
    - 1 Tonico di Ripristino Medio [4L] [1; 1]
    - 1 Tonico Recupero Medio [4b] [1; 1]

    Varie:
    - 1 Accendino [1; 1]
    - 2/2 Filo di Nylon [10m]
    - 1 Rotolo da Richiamo [1; 1]


    Slot AzioneSlot Azione 1:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Azione 2:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Azione 3:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Azione 4:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]


    Slot DifesaSlot Difesa 1:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 2:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 3:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 4:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]


    Slot TecnicaSlot Tecnica Base:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Tecnica Avanzata:
    - Tsukuyomi [3B; 80]


    Slot FreeAzioni Gratuite:
    - Azione [Tipo; Slot]

    ConoscenzeConoscenze Utilizzate:

    Tecnica Economica [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire la tecnica avanzata risparmiando il 25% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Alternativamente è possibile risparmiare il 50% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 3 round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.

    Segugio [1]
    Abile: L'utilizzatore può percepire il veleno tramite l'olfatto: il veleno sarà considerato come furtivo, parigrado l'utilizzatore del veleno. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di percepisce in modo accurato l'odore di oggetti e persone, ottenendo un vantaggio a riconoscere camuffamenti, raggiri o la presenza di materiale tramite l'olfatto.

    Investigatore [1]
    Abile: L'utilizzatore è in grado di percepire facilmente rumori trascurabili e discussioni, se effettuati entro il movimento di uno slot azione. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di ipotizzare a grandi linee il tempo trascorso dall'abbandono di un oggetto in base al suo calore.

    Nemico Prescelto [0]
    Speciale: L'utilizzatore seleziona un obiettivo singolo o un gruppo definito, definendolo come proprio nemico prescelto. Ogni azione intrapresa contro di essi ha Percezione o Furtività incrementata di 4,5, oppure entrambi incrementati di 3. Il nemico prescelto può essere assegnata da terzi, nemico personale o per ottenere vantaggi.

    Ardito [2]
    Speciale: L'utilizzatore, una volta a round, riduce 1 attesa richiesta per riutilizzare una conoscenze di 1 round se si trova in inferiorità numerica.

    Tsukuyomi
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'Illusione se attiva se scambiato lo sguardo con l'utilizzatore. La vittima crederà di essere in una dimensione dove l'utilizzatore ha pieno controllo dello spazio e del tempo, potendo infliggere alla vittima qualsiasi danno per un tempo che può arrivare fino a 48 ore nel mondo illusorio, un attimo nel mondo reale. Alla disattivazione la vittima sarà fortemente debilitata: avrà per 3 round un malus di 3 tacche in Velocità e Riflessi, sarà Scoordinata e Stordita per 2 round. Richiede la manipolazione di tutte le Unità di Illusione, l'efficacia massima è raddoppiata.
    Tipo: Genjutsu - Dame-ji
    (Livello: 3 / Consumo: Alto )
    [Richiede Sharingan III]

    [Da chunin in su]


    NoteVarie ed eventuali
    - +4 Percezione sui tre membri (perc. Base 19)
    - Ardito riduce di 1 round l'attesa per "Tecnica economica" - 1 round Attesa


     
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  13. Sasori Uchiha
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    La chiamata



    Sasori era lì fuori, mentre lo scontro delle illusioni era iniziato senza troppi complimenti. Si trovava lì fuori appoggiato con la schiena al muro, immerso nei suoi pensieri. Ne era passato di tempo, aveva pensato di non mettere più piede in quel posto, fino a quando non era in grado, ma si sa la vita a volte regala davvero delle sorprese. Sorrise, pensando a quanto fosse buffo, di restare lì in attesa. L'attesa che a lui non era mai piaciuta, fin da quando era un bambino, poi un ragazzo. In fondo aspettare, era una cosa che aveva sempre odiato.


    Che strazio...



    Nell'attesa, si rilassò. In fondo non era la sua battaglia, non era la sua guerra. Ma quei tre, dopo i recenti avvenimenti non poteva più tollerarli. In fondo non gli erano mai stati simpatici. Per questo motivo, aveva appoggiato Atasuke, suo amico. In gioventù, forse gli era piaciuta l'idea in futuro di rivestire un tale ruolo, ma per come era fatto Sasori, per il momento quello di cui aveva bisogno era rimanere nell'ombra per fare il bene del villaggio e del clan stesso. Aveva ancora uno scopo, per il quale doveva ancora macinare molta strada. Un'investigazione che non trova pace, fino a quando non l'avrebbe trovato. Aveva trovato qualche indizio, ma in tutto questo tempo, ancora non si sentiva confidente. Voleva migliorare ancora, in modo che quando avrebbe trovato il farabutto in questione, gli avrebbe fatto pentire, di aver solo pensato di farla franca. In questo caso, doveva ancora attendere. Ma era sulla buona strada. Questa volta era sulla buona strada. Se lo ripeteva come un mantra ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della sua esistenza. Fino a che non avrebbe realizzato la sua visione e sarebbe stato fiero di mostrare quello che sarà in grado di fare.


    Questa volta non manca molto per realizzare ciò che vedo...



    Era immerso in questo abisso senza fine, in questo nulla assoluto. Quando la voce di Sorai irruppe nella sua testa. All'inizio rimase stupito, ma non colto di sorpresa. Ma non diede ascolto a parola pronunciata dal vecchio. Sorrise, perchè davvero pensava di ammaliare la folla, con quelle parole davvero scontate, assolutamente false. Suo padre, Hokusai sapeva perfettamente le cose come erano andate. Di certo, la voce era circolata all'interno del clan. Di casa in casa. Non aveva alcuna possibilità. Tutti avrebbero considerato Sorai come inadeguato. Come inadeguata era quella forma di governo. Senza staccarsi dal muro stava riflettendo su quanto tempo Atasuke, ci avrebbe impiegato prima di ributtarlo nella mischia.


    Andiamo Atasuke..



    Finalmente la chiamata, arrivò. Era ora, pensò Sasori entrando con l'adrenalina che scorreva abbondante in lui, ogni suo senso era attento e pronto per evitare di cadere in qualche situazione scomoda. Una volta entrato, ascoltò quello che Atasuke aveva da dirgli, non molto se non della normale curiosità:


    Tranquillo, niente di che. Si è compromesso da solo. Lo sanno tutti delle sue azioni.



    Accanto ad Atasuke, aspettava il risultato di quelle parole, di quel confronto tra Sorai ed Atasuke. Nel frattempo era allerta, ma allo stesso tempo curioso di sapere come le cose si sarebbero evolute. Di come quel confronto si sarebbe sviluppato, augurandosi che il suo amico ne uscisse vincitore.
     
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    Atasuke dentro la stanza parve dimenticarsi di essere in inferiorità numerica e che di fatto il suo atto l’aveva reso un vero e proprio aggressore, al contrario dell’illusione di Sorai infatti, invisibile e non testimoniabile, quella dell’Uchiha ribelle era stata, grazie al “simpatico” vecchio, resa visibile a tutti.
    Appena cominciò il rituale fu Masakado a muoversi, colpendo semplicemente il pavimento con un dito e creando una crepa sufficientemente grande da incastrarci il Jonin [AdO + terremoto di un dito]

    Basta Atasuke, direi che hai sufficientemente mostrato di che pasta sei fatto.

    I due poggiarono le mani sulle spalle del vecchio in modo da rilasciare il genjutsu in parte sua, in un atto di sentita carità.
    Sasori invece, pur sentendo il richiamo di Atasuke non potè entrare, la situazione era ormai tesa, pur non rendendosene conto il jonin, forse troppo frettoloso, aveva attaccato un suo pari, il che era a tutti gli effetti un crimine, sarebbe stata una leggerezza imperdonabile da parte delle guardie farlo passare.

    Di qui non si passa.
    Non un movimento, o saremmo costretti a credere che sia un attacco ed agire di conseguenza.


    Parole dure e difficilmente fraintendibili: se Sasori si fosse mosso cercando di oltrepassare le due lance incrociate impugnate dalle guardie sarebbe stato un ulteriore segnale delle loro cattive intenzioni.
    Tuttavia, al contrario di Atasuke, isolato dentro alla stanza e del tutto inconsapevole di ciò che accadeva all’esterno poteva sentire un disordinato incedere di passi che si dirigeva in quella direzione con più di un mormorio scarsamente amichevole, cosa poteva fare Sasori per aiutare Atasuke in un simile momento?
    Intanto ad illusione terminata il Jonin si sarebbe forse stupito[Ignoranza è potere: l’utilizzatore può cancellare dalla memoria del proprio avversario l’utilizzo di una coscienza avvenuta nel round precedente se avvenuto durante un illusione. L’avversario non ne avrà memoria agendo come se l’utilizzatore non avesse mai usato la conoscenza cancellata] di vedere Sorai così scarsamente provato dalle sue torture pur ricordando la sua tenacia nel resistere al dolore, forse dovuta al chakra percepito [Le deduzioni di Atasuke vengono reputate infondate, il PG non ha i mezzi per elaborarle in quanto la percezione del chakra concede unicamente di vedere il chakra NON come questo viene utilizzato e per quale tecnica o conoscenza, i simboli non sono visibili e seppure lo fossero Atasuke è impegnato a mantenere il contatto visivo con Sorai, come la TS richiede per il suo funzionamento].

    Presto l’intero clan sarà qui.
    Avrai parecchio da spiegare.


    Disse con un tono particolarmente basso Sorai.

    Masakado accompagnami, prima di far prendere una decisione al clan necessito di ristoro, ma non vorrei restare da solo, oltre a Sasori questo traditore mezzosangue potrebbe aver portato qualcun altro che trama nell’ombra insieme a lui.
    Izumi, fa in modo che non possa andarsene.


    I due si alzarono, presumibilmente mentre Atasuke era impegnato ad uscire dalla crepa, con lo sguardo della Kunoichi puntato addosso.

    Non fare sciocchezze Atasuke-san, non vorrei essere costretta ad usare le mie abilità.

    Un avvertimento ben sottolineato dal cremisi che imporporò le iridi della taciturna donna.
    Qualche minuto dopo i due furono di ritorno, prendendo posto nelle loro solite posizioni con un Sorai ormai ristabilito probabilmente grazie all’utilizzo di qualche tonico. All’esterno la folla cominciava a chiedere spiegazioni, ma Atasuke forse non poteva sapere cosa l’avesse richiamata.
     
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13 replies since 19/5/2016, 22:24   280 views
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