Scacco al RE!

Free GDR Asgharel-Sasori-Fenix

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  1. Sasori Uchiha
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    La chiamata !



    Il giorno prima

    Tornò a casa dopo la sessione di allenamento nella foresta, in solitaria. Era da molto tempo dopo essersi completamente ristabilito dopo la prigionia. Entrò a casa e vide il suo immenso "gattone", fargli le fusa sulle gambe, per poi andare verso la cucina dove la ciotola vuota, che aspettava di essere rimpita dal ragazzo. Senza battere ciglio, Sasori si diresse verso la cucina. Oramai era diventata una prassi, una volta che tornava per le dieci a casa.


    Che strazio...



    Si prese dal frigorifero, qualcosa per scaldarsi, si mise seduto sulla sedia in cucina. Si stava rilassando, il "gattone" stava mangiando in santa pace, quando sentì un rumore alla porta.


    ...Siamo alle solite...



    Papà sei tu ?



    Sasori, non si mosse dalla sua posizione sulla sedia, si limitò a chiamarlo dalla cucina. Suo padre era solito fare di questi scherzi, al figlio, visto che non lo vedeva mai, era un modo per stuzzicarlo un po'. Hokusai replicò sbuffando dall'ingresso e ridendo disse:


    Non c'è una volta che stai allo scherzo ! Non cambi mai eh !



    Sasori rise divertito. A quel punto Hokusai chiuse a chiave la porta di casa, senza che Sasori se ne potesse rendere conto dalla cucina, chiuse le finestre, le porte in modo da isolare il più possibile la cucina dall'esterno, una volta lì disse:


    Dai cucino qualcosa, intanto vatti a fare una doccia che non ti si può neanche avvicinare, puzzi di selvaggio ! Dove sei stato a caccia nel bosco ?



    Nel bosco sì, ma per allenarmi un po'....ultimamente mi sento abbastanza in forma, in questo modo mi tengo allenato...



    Ancora ? Quand'è che conoscerai una ragazza ? La vita è anche altro ragazzo mio...Se ci fosse ancora tua madre, chissà quante te ne avrebbe dette...



    Sasori fece fatica ad affrontare l'argomento. Ancora la questione di sua madre per lui era un tabu. Non lo riusciva proprio ad accettare. Quindi con una lacrima che gli veniva giù dall'occhio destro, e lo sharingan in entrambi, sua madre, dopo anni di assenza da quelle mura, tornò per un attimo tra loro. Era una creazione di Sasori, un modo per affievolire il dolore per la scomparsa della madre che ancora non riusciva ad accettare, a distanza di anni. Il ricordo di sua madre si fece avanti tra loro, era esattamente se la ricorda il giorno della sua morte. Era una fedele copia di sua madre. Al punto che il padre istintivamente non fece a meno di nascondere la gioia di rivederla, seppur realizzando che non era possibile:


    Sasori ! Tuo padre ha ragione ! Non vedo l'ora di vedere la mia futura nuora ! Ma soprattutto quando vedrò un nipotino o nipotina che scorrazzano per casa e che tormentano il tuo "gattone" eh ?



    Terminò la domanda con un caldo sorriso. Uno di quelli che scalda il cuore a guardarlo. Hokusai cercò di trattenere le lacrime, ci riuscì per il primo minuto ma poi le lacrime scorrevano impetuose sulle sue guance. Sapeva che Sasori era diventato molto esperto nell'uso delle genjutsu ma non fino a quel livello, per lo meno non lo sapeva ancora fino a quel momento. Ma quello non era che una goccia nell'oceano, rispetto a quello che Sasori era in grado di fare con la mente.


    Sasori questa volta hai superato te stesso. Lei...non può essere lei...è perfetta...



    Sasori non si curò minimamente della reazione del padre ma rispose a sua madre come se fosse reale:


    Mamma lo sai anche tu, quando sarà quella giusta, vedrai che te la farò conoscere non ti preoccupare...sarai la prima...



    Hokusai, si avvicinò a Sasori, gli toccò una spalla e poi disse con aria malinconica:


    Lo sappiamo entrambi che non mi avrebbe mai dato ragione tanto facilmente ...adesso possiamo parlare ?



    Sasori chiuse entrambi gli occhi che virarono dal rosso cremisi, nuovamente nel nero più profondo. Quindi annuì. Nel frattempo la madre "perfetta" scomparve lasciando un vuoto enorme nella stanza. Quindi Hokusai si sedette davanti al ragazzo, tirando davanti a lui una lettera, che si fermò a pochi millimetri dalla mano del ragazzo. Era di Atasuke. La sua scrittura la conosceva a memoria, pensò, guardando il ragazzo. Non appena alzò gli occhi in direzione del padre per sapere dove l'aveva trovata, il padre non gli fece nemmeno prendere la parola:


    L'ho trovata davanti alla porta. Hai combinato qualche casino ultimamente ?



    In realtà non aveva fatto niente di male a meno di essere stato rinchiuso in prigionia. Avendo molto tempo libero si era dilettato con le arti illusorie anche per ingannare il tempo, prima di riuscire ad evadere con la complicità di Atasuke. Ma parte questa cosa, non è successo niente di anomalo. Quindi replicò:


    Tutto a posto e niente in ordine. Ma non ho fatto niente di male, a parte l'evasione di prigione, con l'aiuto di Atasuke.



    Ti hanno convocato al Consiglio. Se avete grane, intendo tu con Atasuke, sai dove trovarmi. Vedete di non fare casino...tira una strana aria da quelle parti ultimamente.



    Sasori annuì. Ma come al solito avrebbe fatto, ciò che fosse stato giusto. Prese la lettera, se la lesse. Atasuke gli aveva chiesto di incontrarsi al palazzo del consiglio del clan. Lo aspettava una lunga nottata. Gli succedeva ancora di non dormire pensando che l'assassino di sua madre era ancora in vita, che se la rideva di lui e della sua famiglia. Non poteva più tollerarlo, forse era arrivato il momento di fare quello che aveva iniziato anni prima.... Finalmente dopo un paio d'ore si addormentò non dimenticandosi di mettere la sveglia presto. Aveva un appuntamento a cui non sarebbe mancato per nulla al mondo.


    [...]



    La mattina seguente

    Arrivò vestito con la sua tenuta da shinobi, come se fosse andando in missione, senza indossare chiaramente il coprifronte del villaggio ed i guantini privi delle insegne di Konoha. Il villaggio oggi non era chiamato in causa. Aveva indossato la veste superiore con recante sulla schiena,in grande, il famoso ventaglio che rappresentava la sua famiglia. Oltre che un altro stemma piccolo, sulla manica vicino alla spalla. Quindi si diresse veloce al luogo indicato dalla lettera. Sperava di vedere subito Atasuke, in modo da sapere il motivo della chiamata. Una volta arrivato sul posto c'era presente solo una persona con un mantello. Quest'ultima fece un cenno con il capo, in segno di saluto, Sasori replicò con un cenno di intesa. Quindi si avvicinò:


    Sono contento che tu sia venuto, Sasori... Oggi presenteremo il tuo ritorno al clan e molto altro... Molto probabilmente ti ricorderai di Sorai, Izumi e Masakado... bene, sappi che non volevano che venissi a recuperarti, ritenevano fossi solo una perdita di tempo e di energie...



    Sono venuto volentieri ! Mi fa sempre piacere incontrarti ! Lo sai anche tu che quei tre non mi sono stati mai simpatici. Adesso direi che mi sono andati di traverso.



    La sua espressione si fece abbastanza feroce, lo sguardo ancora più penetrante di non quanto non lo fosse già normalmente:


    Mpf...vedremo chi sarà "perso"...



    Ma non era il caso di attivare il doujutsu, soprattutto lì fuori. Cercò di controllarsi. Invece Atasuke, vide che non potè fare a meno di liberare lo sharingan. Ma a lui non piaceva mostrarlo in giro, sopratutto dopo che suo padre, il giorno prima gli aveva detto che tirava una strana aria da quelle parti. Ma non voleva interrompere l'amico che ancora aveva qualcosa da dire:


    Il clan ha bisogno di una vera guida. Da troppo tempo quei tre usurpano il posto di comando lasciando il clan nel caos... Ormai si sono creati gruppi distinti, spesso in conflitto tra loro e la sicurezza del clan va calando. Tu sei uno dei casi che avevano deciso di lasciare indietro e non voglio pensare a quanti altri siano stati abbandonati in situazioni simili o peggiori... Se verrai con me, non posso garantirti che ne uscirai incolume... Ho intenzione di diventare il nuovo capoclan, anche a costo di prenderlo con la forza



    Sasori fece un cenno di intesa con la testa. Appoggiava Atasuke. Era stato sempre capace di adempiere ai propri compiti con diligenza. Si era dimostato un amico fidato. Inoltre Sasori, al momento, aveva altro a cui pensare. Doveva sistemare una questione ancora aperta e mai conclusa. Doveva portare ordine, doveva liberarsi del proprio "demone" una volta per tutte. Liberando in questo modo il suo massimo potenziale. Per ora doveva agire nell'ombra. Però non poteva più tollerare quei tre. Aveva sempre pensato che un compagno fosse la cosa più preziosa e che colui che l'abbandonava in missione era ritenuta feccia. Di conseguenza, per lui quei tre sono feccia e della peggior specie, quindi disse rivolto ad Atasuke:


    Non ti preoccupare per me, piuttosto facciamogli passare un brutto quarto d'ora...



    Era determinato ad aiutare Atasuke. Non era certo una passeggiata di salute, ma sperava per una soluzione "diplomatica".
     
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13 replies since 19/5/2016, 22:24   280 views
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