Scacco al RE!

Free GDR Asgharel-Sasori-Fenix

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  1. Asgharel
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    王手! 三

    Scacco al Re!

    ~Poche parole, Nessun Significato~





    Le loro parole rimbombavano vuote all'interno di quella altrettanto vuota stanza. Il trio sembrava quasi disinteressato alle parole di Atasuke, ma forse la loro attenzione, o quantomeno stupore, era maggiore invece nel vedere Sasori, dato ormai per disperso ancora vivo in mezzo a loro ed apparentemente tutto intero.
    Dei tre, a sorpresa, nuovamente non fu Izumi a parlare, bensì Sorai, il quale, come l'ultima volta, sembra avessere divenuto più avventato ed aggressivo, forse proprio per il potere che nell'ombra stava continuando ad accumulare nel clan e fuori. “Non temiamo i nostri occhi, ma siamo consapevoli del loro potere. Vedreste di buon occhio una katana snudata seppure a contrattare fossero dei samurai? Ma se vi aggrada, fatene pure sfoggio.” Atasuke alzò un sopracciglio, osservando il vecchio nell'udire quella palese castroneria, ribattendo di rimando senza dargli tempo di passare oltre. «Sorai-sama... Diversa è la natura di una spada dalla nostra abilità innata. Una spada, seppure usata per proteggere, per sua natura e convenzione sociale è atta ad offendere e per costrutto sociale è simbolo di aggressività se mostrata in una qualsiasi discussione. Da che mondo e mondo, questa stessa accezione si unisce allo sharingan solo per chi non appartiene al clan. Rammento bene che tra di noi è simbolo del potere raggiunto oltre che elemento che contraddistingue l'importanza di una discussione e della rispettiva sincerità, richiesta ed offerta...» sospirò, concedendosi una brevissima pausa prima di riprendere il discorso «Inoltre... il nostro è un mondo dominato dalle illusioni e dalle mani che si muovono nell'ombra... dunque credo sarebbe più da temere uno sharingan celato più che uno in bella vista... O forse trovate più pericolosa una lama sguainata di una celata sotto al mantello?» Concluse, sorridendo con falsa cortesia, cosciente di aver in qualche modo portato a segno un primo colpo al vecchio che inspiegabilmente, nonostante fosse sempre stato ferreo nel suo legame con le tradizioni del clan, ora mostrava un indole di cambiamento quantomai sospetta.

    […]


    Il discorso proseguì oltre, portandosi questa volta su Sasori ed Atasuke preferì non commentare, lasciando al diretto interessato la libertà di esprimersi. In fondo, con quella tesi più che palesata, agli occhi di chiunque le sue parole altro non sarebbero apparse se non come scuse o mere giustificazioni. Ovvero, vuote parole per rispondere ad una vuota accusa semplicemente dandole peso e valore. Stava a Sasori ribattere a quella affermazione, dunque Atasuke rimase composto ed impassibile, dando fiducia al buon senso ed alle capacità diplomatiche del compagno di sventura.

    […]


    E nuovamente l'attenzione venne portata su Atasuke, “rispondendo” a quella che era la sua richiesta, con parole sempre più vuote e senza significato. Di fatto: Scuse. E delle più becere.
    Ad ogni parola avrebbe voluto interrompere bruscamente Sorai, vomitandogli addosso insulti ed epiteti dalla indiscussa non-cordialità. Tuttavia, come il suo spirito e la sua abitudine imponevano, si trattenne, rimanendo al suo posto calmo e pacato, lasciando finire quel fiume di boiate che il vecchio con tanta arroganza credeva di dare loro a bere.
    Quand'ecco che egli terminò la sua motivazione, ed Atasuke approfittò dell'apertura per ribattere con una nuova stoccata ai danni del trio o quantomeno della tesi portata avanti da Sorai. «Da quanti anni sono tornato al villaggio?» Domandò con serietà, anche se era palese la natura teorica del quesito. «Approssimativamente sono 4 o 5 anni oramai... ed in questo lasso di tempo ho visto molte, moltissime cose... Tuttavia, solo nell'ultimo periodo posso ammettere di aver visto la “mancanza di razzismo” e non da parte degli esterni al clan...» Ciò che non disse era chiaramente sottinteso in quello stesso discorso ed anche uno sciocco avrebbe potuto completare quell'affermazione comprendendo che stava parlando di una forma di emarginazione e divisione interna. «... Ma c'è una cosa, che non ho visto mai, nell'arco di questi ultimi 5 anni... e non voglio pensare a quanto a lungo sia mancata prima...» Continuò imperterrito, puntando questa volta Sorai direttamente negli occhi, quasi a sottolineare cosa stesse dicendo. «Cinque anni mi sembrano un pochino troppi per scegliere un nuovo capoclan, mi pare... Impegni o non impegni... Tanto più che la scelta di una guida deve essere prioritaria ad ogni altra faccenda interna proprio per poter risolvere più rapidamente questi impegni e per scaricare la maggior parte dell'onere a chi di dovere e non ad un consiglio predisposto appunto a consigliare... Prendendomi la libertà di ampliare per un paragone... è come se nel villaggio gli amministratori avessero deciso di mantenere il comando senza scegliere un nuovo Kage, e credo sia sotto gli occhi di tutti “quanto” le cose stessero andando bene... Eppure nessuno è andato dal Daimyo a lamentarsi...» Non lasciò volontariamente troppi sottintesi che potessero in qualche modo essere traviati o più semplicemente non ascoltati.
    Il discorso del comandante dei guardiani del villaggio era semplice, oltre che palese: Il clan aveva bisogno di una guida e da troppo tempo il “consiglio” si era sostituito alla legittima guida ignorando di fatto la necessità di cercare un sostituto. La cosa era sotto gli occhi di tutti. Poteva essere credibile qualche mese, forse un anno prima della selezione di qualcuno, ma ormai un capoclan latitava da almeno 5 anni, data in cui Atasuke aveva effettivamente fatto ritorno al villaggio, dunque era lecito chiedersi: Da quanto realmente il clan non aveva una guida?
    «La vostra risposta, dunque, non mi soddisfa. Ma immagino che la cosa fosse sufficientemente palese. Io ho rispettato la mia parte, come sempre d'altronde... Voi invece continuate a latitare da ormai più di 5 anni... Dunque mi chiedo: Quale è il reale motivo di questa lentezza? Perché il consiglio continua a non svolgere questo suo ruolo fondamentale? Ma soprattutto: Perché Izumi-sama, che mi risultava essere a capo di questo consiglio, continua tacere?» Il suo sguardo passò su tutti e tre, scrutandoli con attenzione, ma senza voler essere minaccioso, cercando invero un supporto, specialmente negli occhi di Izumi, che rammentava essere sempre stata la più equilibrata dei tre e la più giusta, oltre che la più saggia. Motivo per cui di fatto ella era sempre stata praticamente e formalmente a capo di quel consiglio. Non sapeva da che cosa provenisse quella sua strana sensazione di diffidenza, eppure era come se sentisse che qualcosa non andava. Qualcosa non stava andando come previsto o quantomeno qualcosa sembrava non essere come doveva essere.
    «Sarò franco con voi... C'è solo un punto su cui concordo con la vostra linea. Il sistema deve essere cambiato. Mi pare ormai palese che non siete più in grado di assolvere al vostro dovere... E mi riferisco proprio alle vostre vuote giustificazioni. La scorsa volta, non avevate avuto tempo e non vi erano forse candidati... già strano dopo oltre 5 anni... Ora, state appena vagliando qualche nome, non specificato nel “poco tempo” che avete a disposizione, vantando enormi successi, tra i quali il maggiore è di fatto un imposizione richiesta dallo stesso Hokage, non una decisione nata da voi, mi risulta...» Il suo sguardo sembrò voler andare sempre più nel profondo, continuando a tartassare gli occhi di Sorai, che in quel momento parve, agli occhi di Atasuke, l'elemento che maggiormente necessitava di essere tenuto sott'occhio. «Francamente trovo inconcepibile questa condizione... Tanto più che mi chiedo dunque come faccia l'Hokage stesso a gestire non un clan, ma un intero villaggio, composto da svariati clan, di cui 7 almeno eguagliano per grandezza il nostro, da solo. Quando voi, in tre, non siete in grado di scegliere un successore in tutto questo tempo...» Ed a quel punto, il suo sguardo sembrò riempirsi di ulteriore fierezza, mente i suoi occhi adornati dallo sharingan brillavano di quel rosso cremisi, che sembrò quasi accendersi di luce propria.

    «Se queste sono le condizioni, propongo ufficialmente la mia candidatura per la guida del Clan Uchiha. A favore della mia proposta posso portare l'appoggio certo dell'intero corpo di guardia del villaggio e del Dojo di cui sono fondatore, inoltre so da fonte certa di avere l'appoggio anche di una grossa fetta interna dei membri del nostro clan.»


    Lo sguardo era fiero, la sua voce ferma e tonante. Se un sensitivo avesse avuto l'occasione di osservarlo in quel momento avrebbe notato come la sua aura di chakra dorato sembrasse addirittura spandersi, risuonando a quelle parole, fino ad inondare l'intera sala.
    E mentre i suoi occhi restavano fissi sulla sua preda, la sua mente, placata nella meditazione, osservava tutto ciò che lo circondava, analizzando in ogni dettaglio il chakra dei presenti, osservandone l'aura e percependo la presenza di chiunque potesse trovarsi all'interno del quartiere, anche se la sua concentrazione si limitava principalmente alla struttura in cui si trovavano ed i suoi diretti confini, dove di fatto potevano celarsi eventuali agguati. [Abilità]

    Piccola nota di OT, avevo il dubbio se poter considerare i precedenti come i 2 turni di concentrazione per sfruttare l'abilità "Sesto Senso", dunque lascio al Qm decidere se posso già o meno percepire gli accumuli di chakra entro i 900m dell'abilità :zxc:
    In caso di attivazione, comunque, dal prossimo round, per correttezza, inizio ad inserire la tabellina di riepilogo


     
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13 replies since 19/5/2016, 22:24   280 views
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