Il Veterano

[Add. per Ryuu e Takeshi]

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  1. Yusnaan
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    ehm...da qualche parte

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    Il Veterano

    Rimandare l'invevitabile


    Era ormai passato molto tempo dalla notte in cui la sua vita aveva preso una piega del tutto inaspettata, eppure Ryuu ancora non si era abituato a quella nuova situazione. Per quanto cercasse in tutti i modi di ignorare quella presenza minacciosa dentro di lui, svolgendo i suoi compiti come aveva sempre fatto, non poteva fare a meno di cadere di tanto in tanto in profonde riflessioni preoccupandosi di cosa sarebbe potuto accadere se il demone avesse preso il controllo.
    Erano rari i casi in cui il Sanbi si faceva sentire, ma ogni volta si trattava di frasi sfuggenti e sarcastiche mirate a peggiorare l'umore del genin, un bersaglio fin troppo debole e fragile in quel periodo, e difatti ciò non faceva altro che farlo tornare alla realtà e ricordargli che anche se fingesse che non fosse cambiato niente, il Sanbi era sempre lì. Ryuu cercava in tutti i modi di evitare combattimenti e di trovarsi in situazioni problematiche, cercando così di controllarsi e non essere involontariamente costretto ad usare quel potere che gli avrebbe corrotto la mente ed obbligato ad attaccare chiunque, ma sapeva che essendo un ninja, non avrebbe potuto evitarlo in eterno.
    Prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con quella parte che tentava di nascondere e smettere di far finta che non esistesse.

    Quel giorno gli era toccato il turno pomeridiano al gate, e come sempre, arrivò in orario per mettersi al lavoro. Anche se la maggior parte del tempo era costituita da momenti piuttosto monotoni e noiosi, stare di guardia al suo villaggio era una responsabilità di cui non si sarebbe mai potuto stancare, prendendo molto seriamente il suo compito e svolgendo i suoi doveri con serietà e dedizione. Certo, non poteva negare che a volte risultasse anche a lui un lavoro per niente entusiasmante, tuttavia qualcuno doveva pur farlo.
    Oramai aveva preso confidenza con quel ruolo, e da quando era tornato dal viaggio a Konoha ed aveva incontrato il capo dei guardiani di quel villaggio, si era deciso a fare di più per rendere più efficiente il lavoro suo e degli altri guardiani, così da facilitare i controlli e rendere più sicuro il villaggio.

    Era quasi giunto il tramonto quando decise di farsi un giro in cima alla cinta muraria, così da ispezionare un po' la situazione delle armi, avvertendo i colleghi in guardiola e dirigendosi su per la scalinata. Alcune volte si sentiva un po' a disagio a voler fare tutto quel lavoro, non avendo una grande esperienza come alcuni dei guardiani che erano già in servizio da molto tempo prima di lui, ma cercava sempre di sembrare comunque professionale e dimostrare che si impegnasse.
    La nebbia aveva già cominciato ad infittirsi quel tanto che ormai impediva di vedere già a grandi distanze, ma per fortuna, ciò che attirò la sua attenzione proveniva da molto vicino. Era impegnato a scrutare vagamente l'orizzonte che si faceva man mano meno evidente, appoggiato sulle punte dei piedi e seduto sui talloni per rilassarsi un po', quando si accorse dell'arrivo di due persone alla sua destra, in cui riconobbe subito Itai Nara in quella più alta, voltandosi e lasciandosi andare ad un sorriso per il piacere di vedere il suo sensei, rimanendo anche un po' sorpreso per l'improvvisata.
    Mizukage-sama! In un attimo si alzò e salutò il capo villaggio con un breve inchino, notando solo poi la bambina al suo fianco. E... ehm... figliadelmizukage-sama?! Sapeva che il Mizukage avesse due figlie gemelle, ma non le aveva mai viste, potendo azzardare a presupporre che si trattasse una delle due, essendo in sua compagnia. In ogni caso, la bambina sembrò molto più presa dal panorama che dal ninja, allontanandosi e lasciando i due da soli.

    Il genin era forse un po' troppo formale col suo sensei, ma essendo pur sempre il Mizukage non poteva mancare di portargli sempre il massimo rispetto, sebbene lo rendesse felice che ci fosse quel rapporto di complicità con lui.
    Possiamo parlare un po'?
    Certo, ci mancherebbe. Rispose prontamente ed aspettando una qualche domanda, sempre col volto sereno e leggermente sorridente.
    Dal giorno in cui diventò un jinchuuriki non si erano visti molto, ma pur sapendo che quell'uomo era l'unico a parte i suoi nonni che sapeva del suo segreto, ingenuamente non immaginava di cosa potesse essere venuto a parlagli.
    Come stai Ryuu? Come va col Sanbi?
    Al sentire la seconda domanda, il suo sorriso si spense in un attimo. Era fin troppo evidente che fosse un argomento di cui non gli piacesse parlare, ma per quanto sapesse che che non sarebbe potuto fuggire in eterno da quella realtà di essere un jinchuuriki, gli sarebbe piaciuto rimandare quel momento il più a lungo possibile.
    Lui non aveva mai voluto essere un jinchuuriki e non gli piaceva esserlo, ma se sarebbe dovuto servire da contenitore per tenere a bada il demone, l'avrebbe fatto, ma senza sfruttare quel potere troppo grande ed oscuro per i suoi scopi. Avrebbe preferito passare oltre e non pensarci mai, comportandosi come se nulla fosse, ma purtroppo sapeva che non era possibile.
    Con uno sguardo quasi del tutto inespressivo che nascondeva appena un accenno di malinconia, alzò le spalle per rispondere a quella domanda che per forza doveva avere una risposta.
    Perché, come dovrebbe andare? Fece un sospiro. Io lo ignoro, lui sta zitto. Vado avanti.
    Diede risposte brevi e cercò di essere evasivo, sperando che la conversazione non si prolungasse ancora per molto. Non ce l'aveva col Mizukage per quell'evento, e anche se in un certo qual modo sarebbe potuto anche risultare lontanamente un po' colpa sua, non gliene diede mai, continuando a pensare che ormai quel che era fatto era fatto, e che non era stata colpa di nessuno, se non di Yoku Akita. Ancora lui.
     
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