Il Veterano

[Add. per Ryuu e Takeshi]

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  1. Yusnaan
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    Il Veterano

    Chakra


    Il potere del Sanbi non era riuscito a corrompere del tutto la mente del genin, che riuscì con molto sforzo a controllare il suo istinto omicida nei confronti del Mizukage e si trattenne dall'attaccarlo, ma prima che potesse rendersene conto, si ritrovò improvvisamente in un luogo assai familiare, ma in cui non avrebbe voluto ritrovarvisi tanto presto.
    Sotto i suoi piedi regnava l'immenso specchio d'acqua luminescente apparentemente senza fondo, mentre dinnanzi a lui si ergeva l'enorme e oscuro cancello di metallo che rinchiudeva il suo demone. Non sapeva come o perchè fosse finito lì, ma al suo fianco c'era anche Itai, che cominciò a conversare con il Sanbi, dando al ragazzo un po' di sollievo alla vista di non essere solo.
    Da dietro le sue sbarre, il bijuu scrutò col suo solito fare minaccioso i due mortali difronte a lui, esseri inferiori e dalla vita breve che con le loro avanzate tecniche potevano permettersi di trattare creature onnipotenti come lui come delle bestie di uno zoo, un vero e proprio affronto per un demone dall'esperienza millenaria, che non aveva mai smesso di provare rancore verso di loro. Isobu non rispose al saluto di Itai, né rimase sorpreso di vederlo, vista la situazione, ma di certo non sarebbe rimasto in silenzio a farsi minacciare.
    Ti sigillerò in un barattolo e ti spedirò così profondamente negli abissi della terra che desidererai avere un altro Jinchuuriki. E fidati che lo farò.

    Non credere di potermi addomesticare come hai fatto col tuo amichetto, Nara!


    Sebbene avesse capito che non si trattava solo di un'intimidazione, il suo orgoglio sovrastava il timore di quel mesto destino che gli era stato sentenziato, non riuscendo a trattenersi dal voler avere sempre l'ultima parola e dimostrare di non aver paura di niente.
    Da parte sua, invece, Ryuu rimase un po' basito nel vedere il suo sensei minacciare apertamente il Sanbi, restando in silenzio e lasciandoli parlare come un bambino a scuola in compagnia della madre che parla con un insegnante. In quei pochi secondi, ebbe il tempo di osservare con un po' più di calma la prigione del bijuu, rispetto alla prima volta, facendo caso a quella curiosa serratura a spirale posta in altro, sulle sbarre centrali, il solo sigillo che con ogni probabilità teneva il demone sotto controllo, impedendogli di liberarsi.
    Il Mizukage non diede peso alla risposta del Sanbi nei suoi confronti, svanendo dopo aver parlato un'ultima volta col suo allievo e lasciandolo da solo in quella dimensione.
    Ryuu lo guardò dissolversi, per poi cadere in soggezione del Demone, dopo essersi accorto che, sparito il suo interlocutore, il suo occhio si era spostato su di lui, osservandolo in silenzio e con lo sguardo rabbioso. Il genin non sapeva cosa dire o fare, trovandosi alquanto a disagio in quella situazione e fissandolo a sua volta, finché non fu il Sanbi a parlare.

    Che hai da guardare, piccolo ladruncolo?


    Com'era vero che il bijuu potesse guardare nella sua mente, tanto più si premurava di toccare sempre i tasti che facevano più male al genin, che a sentire quella frase ebbe un sussulto, non solo per la situazione di disagio, ma anche per il leggero senso di colpa per avergli sottratto del chakra, lasciando immediatamente anche lui quel mondo interiore e pronunciando di sfuggita qualcosa di così breve quanto quasi inudibile. Scusa

    Una volta tornato in sé, non ci volle molto per riprendere il controllo del suo corpo, rilasciando il chakra del demone non appena riuscì a controllarsi quel tanto che gli bastò a riprendere coscienza delle sue azioni. Crollò inesorabilmente in ginocchio, quasi stanco e con la fronte dolorante, mentre il suo kage davanti a lui iniziò a parlargli in tono molto pacato.
    A dispetto di quello che credeva, aveva conservato dei ricordi di quella breve esperienza, sebbene confusi, rendendosi conto con meraviglia che fosse riuscito a controllarsi in qualche modo mentre era sotto l'effetto di quella furia creduta incontrollabile, cosa che gli fece notare subito anche Itai. Era dunque quello, ciò a cui si riferì poco prima, assicurandogli che non sarebbe stato come se l'era sempre immaginato.
    Non mi hai attaccato, hai riconosciuto me come un alleato anche in preda a quella furia. Adesso, immagina in missione, quando avrai dei nemici: loro saranno i tuoi bersagli, te ne renderai conto. Hai ragione, dovresti usare questo potere con attenzione, ma non avere paura di usarlo quando serve.
    Quelle parole lo fecero riflettere non poco, ancora incredulo per quanto accaduto, pensando a quel potere da una prospettiva diversa, seppur non riuscisse ad immaginarselo come un'arma da sfruttare quando più gli facesse comodo, così come usava la sua wakizashi.

    Rimase immobile all'arrivo della bambina e al suo tenero gesto, lasciando che gli asciugasse il sangue dalla ferita senza dir niente, limitandosi a sorridere davanti alla sua innocenza. Non si curò più di tanto quando il Mizukage le spiegò il motivo di quell'improvviso e strano comportamento, sapendo che in fondo lei aveva addirittura un padre come jinchuuriki, e difatti non fece una piega quando seppe che lo fosse anche quel ragazzo, reagendo come ad un dettaglio comune come il colore dei capelli.
    Successivamente, guardò molto profondamente gli occhi del suo sensei quando questi accennò alla sua esperienza nel controllare quegli istinti furiosi che a Ryuu sembravano così naturali per un jinchuuriki, cercando di comprendere il significato di quelle parole, per poi sorridere a quella tenera scena tra padre e figlia e vedendoli in procinto di andarsene.
    Disinfetta quella ferita e poi va a casa. Non ti darò altri consigli Ryuu, prima dovrai approfondire il tuo rapporto col Sanbi. Senza, il tuo potere rimarrà bloccato.
    Ormai cominciava a comprendere cosa volesse intendere, dopo tutto quello che aveva passato in quei pochi minuti, aveva avuto l'occasione di vedersi come jinchuuriki da un altro punto di vista, rispetto a quello che aveva sempre avuto. Annuì con un accenno di sorriso alla frase dell'uomo che gli aveva dato così tanto e che continuava a prendersi, in un certo senso, cura di lui, osservandolo poi allontanarsi, ma non resistendo all'impulso di dimostrargli come meglio poteva la sua gratitudine, poggiando i palmi delle mani a terra e chinando la testa quasi a toccare il suolo, esattamente come aveva fatto poco prima, ma con un senso completamente differente.
    GRAZIE INFINITE, MIZUKAGE-SAMA!
    Passati pochi istanti, si rialzò ancora molto pensieroso da quanto appena successo, andando a raccogliere il suo equipaggiamento e dirigendosi poi nella stessa direzione del suo sensei, scendendo le scale che l'avrebbero riportato alla guardiola, per fare come suggeritogli, ovvero medicarsi la ferita sulla fronte ed avvertire gli altri guardiani che sarebbe andato via in anticipo, dopo averli rassicurati sull'origine di quella lesione, non menzionando ovviamente ciò che accadde sul serio.

    Quella notte non riuscì a prendere sonno, rimanendo seduto sul suo futon, in boxer e maglietta, con la schiena poggiata al muro e non potendo fare a meno di ripensare ai fatti accaduti qualche ora prima. In qualche modo, dopo quella dimostrazione, iniziò ad avere meno paura del potere del Sanbi, immaginandosi come sarebbe potuto essere se avesse provato ad usarlo in combattimento proprio come aveva detto Itai, che probabilmente usava i suoi poteri di jinchuuriki a suo piacimento, domandandosi quindi se per lui sarebbe potuto essere lo stesso.
    In ogni caso, però, il dover sottrarre al Bijuu del chakra per rendersi più forte era un'idea che lo faceva sentire vagamente in colpa, quasi come se lo stesse rubando, dato che il Demone era rinchiuso dentro di lui, incapace di sottrarsi a quel processo. In quei momenti gli sembrò quasi come se la situazione si fosse ribaltata, e non fosse più lui ad essere un contenitore, bensì il Sanbi stesso ad essere un contenitore colmo di chakra da cui poter attingere, anche se la cosa continuava a non piacergli dal punto di vista morale, portandolo infine a ripensare a quel che gli disse il suo sensei e che lì per lì lo lasciò molto perplesso.
    Lui aveva sempre sentito parlare dei Bijuu come di mostri incontrollabili, ma se non fossero stati davvero così malvagi per natura? Non si era mai preoccupato del fatto che il Sanbi potesse avere dei sentimenti, ma se fosse stato realmente un essere incattivito da tutto quello che aveva subito in secoli di vita da parte degli uomini, si rese conto che forse era stato un po' ingiusto a giudicarlo fin da subito come qualcosa da odiare. Certo, lui aveva provato ad ucciderlo senza neanche pensarci due volte... e per due volte, ma già dal primo momento Ryuu lo aveva guardato con odio e disprezzo senza neanche rifletterci, e tutto questo ormai lo faceva sentire ancora più in colpa. La sua prospettiva di bijuu e jinchuuriki stava mutando, ma non era ancora pronto per lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da capo, anche se ci pensò più di una volta, durante le diverse ore di silenzio passate nella sua stanza a meditare.


    Giunta l'alba dell'atteso quarto giorno, Ryuu si alzò pieno di energie come solo un adolescente elettrizzato per un grande evento sapeva essere, saltando in piedi e controllando per l'ennesima volta che non gli mancasse niente per il viaggio prima di pensare a tutto il resto. Dopo aver atteso impazientemente che arrivasse l'ora di partire, facendo nel frattempo colazione, sistemando la sua camera e salutando per bene i nonni prima del viaggio, si inoltrò per le strade uggiose di Kiri con il suo zaino in spalla ed il prezioso coprifronte sempre a fasciargli il capo, diretto all'ingresso del villaggio.
    Nonostante la nebbia che regnava nell'aria, Ryuu non ci mise molto ad avvistare il maestoso drago che sostava fuori dalle mura, già da una certa distanza, esaltandosi ancora di più dopo aver intuito che avrebbero viaggiato su di lei, evidentemente la dragonessa che aveva già incontrato qualche volta e su cui era anche salito. Fuori di sé dall'emozione, corse immediatamente incontro al gigantesco animale, con un grande sorriso in volto e non facendo neanche caso alla presenza di Itai lì vicino, superandolo senza neanche guardarlo.
    Yogan-san!! Che bello rivederti, sei sempre più bella in forma di drago. Solo allora, si voltò verso il suo sensei, ricordandosi di non averlo salutato. Ah, buongiorno Mizukage-sama. Allora viaggiamo con lei? Chiese, ancora euforico e non riuscendo a controllare la sua emozione.
    Subito dopo si fece vivo anche un altro ragazzo, che a quanto pareva, avrebbe partecipato anche lui alla missione, ma a Ryuu fece senz'altro piacere, osservando che probabilmente doveva essere ancora un po' inesperto e che gli avrebbe fatto sicuramente bene unirsi a loro.
    Ciao. Io mi chiamo Ryuu, piacere. Il genin non ebbe la minima idea che quel giovane fosse proprio il ragazzino che aveva salvato qualche mese prima da una brutta fine, non facendo caso al suo aspetto, nè tantomeno al nome.
    Cioè, no, tu adesso mi devi spiegare come fai a non riconoscerlo. Quante diavolo di persone con pelle e capelli bianchi come la morte conosci? Non è possibile.
    Comunque non ebbero tempo da perdere in presentazioni o flashback, in quanto il Mizukage li invitò subito a salire in groppa a Yogan, e Ryuu non se lo fece di certo ripetere due volte, saltando immediatamente sull'enorme drago e (dopo essersi ripreso dalla botta ai testicoli) mettendosi "comodo" come poteva, sistemandosi circa un metro dietro il Mizukage, che subito dopo diede il segnale per partire.

    Il Mizukiyo dovette tenersi ben stretto alle dure scaglie di Yogan per evitare di non essere sbalzato via dalla brusca partenza, ma con una velocità simile non poté di certo rilassarsi neanche durante il volo, dato che solo la forza del vento bastava a deformargli la faccia, facendogli anche ingoiare un paio di mosche prima di riuscire a prendere il controllo e ripararsi dietro il corpo del Kage.


    Il Mizukage cominciò a dare ai due i dettagli della missione, in sostanza niente di complicato, ma dovendo passare per il Paese della Pioggia, poteva comprendere perchè il mercante avesse richiesto dei ninja. La parte interessante, venne subito dopo, quando Itai si volto verso di loro, riscontrando gli evidenti problemi nel reggersi al corpo oblungo della dragonessa.
    Bé, iniziamo a spiegare il motivo della mia presenza qui: voglio che iniziate ad imparare ad utilizzare il Chakra Adesivo.
    Il volto del genin si illuminò all'istante, avendo già visto qualche ninja usare il chakra in modo da camminare sui muri come se niente fosse ed avendo sempre desiderato di imparare a farlo anche lui, ma non era mai riuscito a comprenderne il meccanismo, quindi quando Itai iniziò a passeggiare su Yogan come se niente fosse, facendo addirittura un giro completo senza scomporsi neanche un po', rimase letteralmente a bocca aperta, e non solo per il vento. Aveva ormai capito che il suo sensei gli avrebbe presto insegnato i trucchi per sfruttare al meglio il chrakra e non vedeva l'ora di iniziare, fremendo all'idea che quel viaggio sarebbe servito a far crescere ulteriormente le sue abilità di ninja e non perdendo neanche una parola del discorso del Mizukage.
    Il Chakra può essere usato per camminare contro la forza di gravita, tenendoci ben incollati al suolo, può essere usato per aumentare la potenza distruttiva dei nostri attacchi.
    Era divertente osservare i battibecchi tra Itai e Yogan, ma in quel momento, l'unica cosa che gli interessava era seguire la lezione del sensei. Coffsecchionecoffcoff
    Infine, ha anche usi repulsivi oltre che adesivi. Per ora qui è saggio insegnarvi solo ad utilizzare il chakra adesivo. Per comprendere il principio, dovrete riuscire a fare in modo di tenere un kunai fermo contro la vostra mano, così.
    La seguente dimostrazione fu allo stesso modo sbalorditiva, guardando quel kunai immobile sotto il palmo della mano come se la gravità non esistesse, mentre il loro maestro passava ad invitarli a provarci a loro volta, informandoli che non sarebbero scesi per una sosta non prima di cinque ore. Sebbene le prospettive del viaggio non erano delle migliori, dovendo passare 5 ore di fila su quelle dure scaglie di drago e a quella velocità, l'idea di avere così tanto tempo a disposizione era senza dubbio un bel vantaggio per esercitarsi più che a sufficienza.

    Finite le spiegazioni non restava altro che cominciare a provare e capire in che modo dare al chakra una proprietà adesiva, quindi Ryuu iniziò a tenersi più stretto con le gambe al drago, così da poter avere più libertà di muovere le mani ed iniziare a far scorrere un po' di chakra in quella destra.
    Oramai era diventando un ninja da diverso tempo, quindi aveva acquisito una certa esperienza nel manipolare il chakra e richiamarlo nelle zone del corpo a suo piacimento, ma quello era un esercizio un po' diverso. Fino a quel momento si era preoccupato di richiamare del chakra in un'unica volta per il tempo necessario a potenziare un movimento o proteggersi da un attacco, ma mantenere un flusso costante era una cosa che non aveva mai provato a fare.
    Per prima cosa, mise la mano dinnanzi a sé, cercando di tenerla d'occhio per concentrarsi maggiormente e vedere se ci fossero progressi, facendo scorrere delle piccole dosi di chakra sul palmo, ma ai primi tentativi era evidente che ne stesse usando troppo, finendo per farlo visibilmente fuoriuscire dalla mano e quindi riducendo man mano la dose. Il passo successivo consistette nel dosarlo in maniera costante per sempre più secondi, cercando di usare sempre la stessa quantità, ma ci vollero ben più di un paio di tentativi per riuscirci.
    Per fortuna, anche se non procedeva ad un passo spedito, la sua già discreta esperienza con il chakra contribuì a fargli apprendere abbastanza rapidamente come riuscire a stabilizzarlo appena sotto la pelle della mano, manipolandolo a dovere per attribuirgli delle minime capacità adesive dopo aver sperimentato più e più volte vari metodi per riuscire nel suo scopo, senza contare che anche se non era un mistero che non fosse una cima, o chissà quanto sveglio, quando si trattava di chakra sapeva il fatto suo. Già dopo neanche mezz'ora di viaggio, infatti, volle provare a fare dei tentativi con un kunai, dopo aver testato toccando con l'altra mano di essere riuscito a creare un effetto adesivo sul proprio palmo, tirandone fuori uno dal porta-armi ed iniziando a farlo aderire alla mano.

    Ci vollero un paio di secondi affinché il pugnale adagiato sul palmo rivolto verso il basso aderisse al chakra, ma dopo aver lasciato la presa sul manico, riuscì a mantenere stabile il flusso per circa una decina di secondi, quando cominciò a perdere la concentrazione, destabilizzando il contatto e lasciando il kunai in balia della forte corrente d'aria, non facendo in tempo a riprenderlo e voltandosi per guardarlo cadere nel vuoto.
    Oh porca... Spero che non cada in testa a qualcuno.
    Imparare a controllare il chakra adesivo era già complicato, ma farlo mentre attraversavano il cielo a quella velocità lo era sicuramente ancora di più, dato che il vento più di una volta lo fece deconcentrare e dovendoci mettere anche più forza per contrastare quella del vento che remava in senso contrario.
    Da allora fece più attenzione, prendendo uno spiedo (più leggero) e facendo dei brevi tentativi, che andò a mano a mano ad allungare col passare del tempo, e nel giro di un paio d'ore di viaggio aveva già imparato come dosare un flusso costante per circa un minuto. La strada, ormai sarebbe stata tutta in discesa, non dovendo far altro che pratica per imparare a non perdere la concentrazione e usare sempre una quantità fissa di chakra.
    Il genin si esercitò continuamente per tutto il tempo, gioendo dei progressi che stava facendo e che si notavano a vista d'occhio, e difatti, dopo altre due ore, aveva ormai appreso come concentrare chakra adesivo in più parti del corpo contemporaneamente, facendo aderire piccole armi per ogni mano o anche su altre parti del corpo come singole dita, braccia e gambe, senza alcun problema.
    Dato che del Paese del Fuoco ancora non c'era traccia ed avendo già sperimentato di essere più che capace di tenere incollate piccole armi, decise di andare avanti e provare qualcosa di nuovo, essendo il viaggio diventato anche abbastanza monotono. Dopo aver provato a concentrare una basica quantità di chakra sulla parte laterale delle gambe, constatando di riuscire a diminuire la forza fisica con cui vi si stava reggendo, decise di concentrarne un po' sulle natiche e le mani, e facendo molta attenzione, sollevò la gamba sinistra per portarla dall'altra parte per sedersi da un solo lato, non essendo per niente abituato a restare in quella posizione e sentendo tutto il dolore per essere rimasto per così tanto tempo a gambe divaricate, senza contare lo sfregamento di chiappe e testicoli su quelle dure scaglie.
    Ohhhh Adesso si. Ahi ahi ahi ahi Si sentì decisamente sollevato in quegli attimi, per poi passare il resto del tempo di viaggio a sperimentare varie pose con cui tenersi attaccato alla dragonessa, ma sempre seduto o sdraiato, facendo passare il chakra in varie parti del corpo e guardando intanto se anche l'altro ragazzino (di cui fino ad allora si era proprio dimenticato) avesse fatto progressi, dandogli eventualmente dei suggerimenti su come fare s eavesse avuto dei problemi, spiegandogli come aveva fatto lui.
    Riuscire a controllare il chakra adesivo era già un grande passo e nonostante ne fece un uso quasi costante, non sentì quasi per niente la stanchezza, avendo una quantità di chakra non indifferente per uno della sua età, rimanendo quindi ad utilizzarlo per divertirsi ad esercitarsi a modo suo, finché infine, in lontananza non si videro le coste del Paese del Fuoco.
     
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