Il Veterano

[Add. per Ryuu e Takeshi]

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  1. Yusnaan
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    Il Veterano

    Comincia la missione


    Il tempo passò lentamente per il genin, ma nonostante tutto, rimase ad attendere che anche il suo compagno di squadra terminasse di apprendere alla perfezione il controllo sul chakra adesivo, esultando insieme a lui quando infine riuscì a scalare totalmente il grande albero.
    Si, penso proprio di si, non vedo perchè non dovremmo considerarci amici. Gli aveva risposto alla sua precedente domanda, rifiutando poi gli inviti ad andarsene finchè non ebbe finito.
    Terminata la sessione di addestramento, passò al suo amico un asciugamano che tirò fuori dallo zaino, per asciugarsi il sudore derivato dalla fatica, come aveva fatto anche lui in precedenza, e subito dopo non rimase altro da fare che tornare al campo base, dove trovarono il Mizukage intento a mangiare del cibo in scatola già pronto, non essendo riuscito a cucinare granchè, evidentemente. Per fortuna, la balla di essere riusciti contemporaneamente ad imparare ad usare il chakra adesivo, non fu necessaria, in quanto Itai rivelò, con grande sollievo del genin, di non aver mai avuto intenzione di lasciarli a digiuno.
    La faccenda fece sorridere Ryuu, che si rendeva conto sempre più di che fortuna avesse avuto ad avere un sensei così, e dopo aver essersi seduto accanto al suo amico, cominciò insieme a lui a consumare il suo pasto scaldato e poco saporito.

    Quel rapido pasto non era di sicuro il massimo, ma probabilmente fu meglio che provare a cucinare qualcosa di serio, dato che tra tutti e tre non ne sarebbe potuto uscire niente di decente, anche se in effetti non conoscesse le doti culinarie del piccoletto. Almeno il loro sensei decise di dargli un po' di tempo per riposarsi e recuperare completamente le forze, tempo che Ryuu sfrutto per farsi un breve riposino all'ombra di un albero, non riuscendo però ad addormentarsi. Era ancora emozionato al pensiero di essere in missione col suo Mizukage, tuttavia non fu quello a tenerlo sveglio.
    In quei momenti non riusciva a fare a meno di pensare al Sanbi e a ciò che Itai aveva detto in proposito. E se avesse davvero sbagliato il metodo di approccio, causando lui l'odio di quel demone? Si faceva domande su domande, chiedendosi perchè fosse ritenuto tanto malvagio se non lo era realmente, o se il suo sensei stesse solo cercando di consolarlo. Dubbi su dubbi arrivavano continuamente, non riuscendo a concepire come avrebbe potuto andarci d'accordo o se lui lo desiderasse o meno.
    Alla fine, dopo circa una mezz'ora di riposo, decise di sfruttare l'occasione e entrare nel suo mondo interiore per prendere confidenza con quel luogo, fin tanto che aveva un po' di tempo libero.

    Si alzò senza dire niente e si andò a sedere dietro un albero lì vicino, mettendosi in modo che non potessero vederlo, quasi come se non vokesse far sapere cosa stesse andando a fare, per poi chiudere gli occhi una volta appoggiata la schiena al tronco, cercando di rilassarsi, e concentrandosi per raggiungere quella piccola isoletta spoglia.
    Più che un'isola era un ammasso di grossi scogli, dove sapeva bene che al di sotto di questi, vi era la vera prigione del Sanbi. Si ritrovò leggermente a disagio, non sapendo se dover scendere o no, ma in fondo sapeva di non sentirsela di guardare il demone faccia a faccia, non avendo, inoltre, niente da dirgli. Sapeva che molto probabilmente, il bijuu aveva già avvertito la sua presenza, tuttavia cercò di ignorarlo, facendosi un giro per tutto il perimetro calpestabile dell'isolotto.
    Saltando di roccia in roccia, ogni tanto si fermava ad osservare quello sconfinato oceano che lo circondava, provando ad aguzzare la vista per poter scorgere qualche altra cosa, ma niente. Sembrava non esserci assolutamente niente oltre all'immensa distesa d'acqua.
    Dopo qualche minuto aveva ormai già imparato a conoscere un po' meglio quel posto, sedendosi infine su uno degli scogli più esterni.
    Non c'erano cielo o nuvole, solo una distesa di colore bianco quasi abbagliante a sovrastare quell'oceano, eppure arrivava una fresca brezza salmastra sul volto del genin.
    Non seppe quanto tempo rimase a fissare quello strano mare, meditando in silenzio sulla sua situazione di jinchuuriki, ma si sentiva tranquillo e al sicuro in quel mondo dove nessuno poteva disturbarlo, uscendone infine molto più rilassato.

    Dopo essersi riunito al gruppo, era quasi giunto il momento di riprendere il viaggio, ed il Mizukage volle iniziare i due genin all'apprendimento dei due restanti usi del chakra, come aveva già accennato in precedenza. La spiegazione fu breve, ma anche abbastanza semplice da capire, motivo per cui il Mizukiyo non ci mise molto ad imparare la lezione, ma si sentì comunque in dovere di chedere conferma di quel che aveva capito, alzando la mano destra ed interrompendo il suo sensei.
    Vedete, quello distruttivo è un controllo che vi consente di accumulare chakra nel corpo e rilasciarlo quando colpite...
    A-ehm...scusi, mizukage-sama...è tipo come quando richiamiamo il chakra per potenziare i noztri colpi o i movimenti? Una volta che ebbe ricevuto risposta, si procedette alla dimostrazione pratica, e lì il Mizukiyo andò letteralmente in delirio.
    L'uomo difronte a lui aveva letteralmente spaccato il terreno con un piede, creando una voragine come se niente fosse.
    WOOOOOH!!! Fantastico!
    Lo devo imparare assolutamente, troppo figo.
    Non ci fu nessuna dimostrazione per il chakra repulsivo, ma era abbastanza semplice da capire, essendo l'opposto dell'adesivo, quindi, finita anche quella non restò altro da fare che ripartire.

    Arrivati infine al villaggio, che seppur piccolo, sembrava florido e ben sviluppato, arrivò il tempo di salutare i loro due accompagnatori e proseguire da soli la missione.
    Ryuu, tu sei al comando, mi raccomando. Dimostrami che non sei più il ragazzino che assalta prigioni fortificate da solo quando poteva chiedere il permesso di entrare.
    Non c'erano dubbi che quell'ultima frase, gli trasformò il sorriso onorato di essere stato nominato caposquadra, in una risatina imbarazzata, non riuscendo a nascondere il disagio per quel tragico ricordo, e Itai lo sapeva fin troppo bene.
    Va bene. Disse, annuendo anche con la testa e finendo di ascoltare le ultime informazioni date dal Mizukage.
    Il mandante della missione è Maiki Junsui, vende gioielli. Per cui dubito che il carico possa essere pesante per vostra fortuna. Da quel che ho capito la sua bottega si affaccia sulla piazza principale di Shinashi. Buona fortuna ragazzi, ricordate cosa avete appreso e cosa vi ho spiegato.
    Ancora una volta, quell'uomo diede tanto a Ryuu in così poco tempo, ciò nonostante i suoi insegnamenti furono preziosi, ed il genin sapeva che ne avrebbe fatto sicuramente tesoro, ringraziandolo ancora una volta con un inchino, mentre questi saltava a bordo del gigantesco drago.
    Grazie mille, Mizukage-sama, arrivederci. Ah... Voltandosi verso la testa di Yogan ... e grazie del passaggio, Yogan-san, è stato fantastico. Ci vediamo!
    Se anche il secondo genin non avesse avuto niente da aggiungere, avrebbero potuto vedere il possente animale schizzare via, lasciandoli soli.
    ...Va bè...andiamo.

    Giunti alle mura, non ci furono problemi di alcun tipo, riuscendo a passare facilmente, tanto che gli venne indicata anche la strada per la gioiellerie, dopo che parlarono del motivo della loro visita, dirigendosi poi lungo la strada principale per arrivare in piazza. Era quasi giunta la sera ed il Mizukiyo si chiese se avrebbero fatto in tempo, prima della chiusura del negozio, ma una volta arrivati in piazza, non fu difficile localizzare l'insegna del gioielliere, che per fortuna era ancora aperto.
    Entrò quasi con titubanza, dopo essersi ritrovato davanti l'uscio, aprendo la porta lentamente e muovendo i primi passi con altrettanta calma e salutando l'unica persona dalla'altro lato della apparente modesta bottega.
    Buonasera!
    Alzò la voce per farsi sentire, per poi incamminarsi verso il bancone.
    Non era mai stato in una gioielleria neanche per sbaglio, dato che non avendo una famiglia per niente benestante, non potevano permettersi il lusso di possederee tutta quella miriade di accessorì d'oro, d'argento, pietre preziose, lo lasciò alquanto basito, voltando la testa e lo sguardo a destra e a manca per guardare quel mondo a lui sconosciuto.

    Dietro il bancone si trovava, in attesa che i due presunti clienti cominciassero a parlare, un uomo un po' anziano dall'aria abbastanza raffinata, al quale Ryuu si avvicinò e prese parola per primo, sperando che fosse il proprietario del locale per non dover parlare troppo della loro missione.
    Siamo ninja del villaggio della Nebbia. Siamo stati mandati perchè è stata richiesta all'accademia una scorta per consegnare una cosa al passo di A...Aka...Akaita? Ma...stavi andando un amore, ti sei perso sul finale, diamine. Scriviteli, i nomi, da qualche parte, che figura di merda.
    Le successive parole dell'uomo, confermarono ai due che doveva trattarsi proprio del mandante della missiva, come anche lui intuì immediatamente che erano loro i ninja che aveva richiesto, se non bastarono i loro coprifronte a farli identificare. L'anziano orafo passò a spiegare più dettagliatamente l'incarico assegnato, ovvero dover recapitare ad un tempio, un manufatto prezioso, passando però vicino al Paese della Pioggia nella valle Shirozai, sicuramente un luogo non troppo tranquillo, e poi tornare per ricoconsegnargli il pagamento. A meno di fare incontri con molti ladri e banditi, non sarebbe dovuto essere un compito difficile, anche se il genin rimase incuriosito al sentir parlare così di un tempio di monaci. Di certo voleva saperne un po' in più.
    Prima di riuscire a chiedere altre spiegazioni, però, il vecchio si ritirò per qualche secondo nel retro bottega, uscendone poi con un piccolo pacco avvolto in una preziosa stoffa.
    Questo è il vostro carico, dovrete consegnarlo al Passo di Akaiha. L'unico modo per raggiungerlo è attraverso la Valle di Shirozai. Lì, proprio dove c'è il Passo, c'è il Tempio di Kaqmi Senketsu. Consegnate questo oggetto a loro, raccogliete il pagamento e tornate indietro da me.
    Ed infine, eccolo lì, il prezioso carico che avrebbero dovuto trasportare. Ryuu ascoltò con attenzione le parole del signor Junsui, cercando di memorizzare tutte le informazioni sulla strada che avrebbero dovuto fare per arrivare a destinazione, accettando poi i successivi consigli, ovvero di restare sulla strada principale e di paertire il mattino dopo, ma prima di andare, sentì il bisogno di dissipare i suoi dubbi.
    Certo, mi sa che faremo così. Tanto non proseguiremmo comunque di notte, quindi tanto vale fermarci a dormire qui. Voltandosi verso il suo compagno di squadra. Per te ve bene?
    Anche se era il caposquadra, non voleva comunque prendere decisioni per entrambi, dato che sebbbene fosse ancora piccolo e un po' inesperro, anche l'opinione di Takeshi doveva andare ascoltata e presa in considerazione.

    Una volta presa una decisione, Ryuu passò a fare le sue domande al mandante.
    Scusi, Junsui-sama, ma potrebbe dirci qualcosa in più su questi monaci? Giusto per sapere se dobbiamo aspettarci qualche sorpresa, visto che ha detto che non ci stanno con la testa. Sono pericolosi?
    Dopo aver ricevuto risposta, chiese l'ultima cosa che avrebbe potuto dissipare il suo ultimo dubbio.
    Ah, un'ultima cosa: non voglio sapere cosa c'è nel pacchetto, perchè non voglio ficcare il naso...ma potreste dirci se è fragile o meno? Vorrei capire se rischiamo di romperlo, sballottandolo troppo.
    Dal suo punto di vista era una domanda più che legittima, visto che avrebbero dovuto portarselo dietro per un giorno intero, senza sapere se avrebbero incontrato dei banditi, essendo costretti a combattere, quindi era sicuramente un fattore da non sottovalutare.
    A quel punto poteva ritenersi soddisfatto, ringraziando il gentiluomo delle informazioni che gli aveva concesso, tuttavia, prima di lasciare il negozio e congedarsi dall'orafo, al genin venne improvvisamente un lampo di genio. Non erano frequenti i momenti in cui la sua mente riusciva a partorire una buona idea, ma quando succedeva, non si poteva dire che non fossero grandiose.
    Si. Come quella della prigione. No, quella è stata una bella cazzata, facci l'abitudine.
    Andiamo avanti...osservando quella piccola scatola coperto di raso, sviluppò immediatamente un piano che si sentì subito di mettere in pratica, coinvolgendo quindi anche i presenti.
    Ah, aspettate, ho un'idea. Junsui-sama, non potrebbe per caso confezonarci un pacco identico a questo? Mi spiego: se dei ladri dovessero prenderci di mira, quasi sicuramente punterebbero a questo sacchetto. Quindi, se ci mettiamo un pacco finto, mentre nascondiamo il vero in uno zaino, potremmo stare più tranquilli. Se ci limitassimo solo a nascondere il pacco nello zaino, ovviamente prenderebbero di mira gli zaini, ecco perchè penso che una scatola "esca" potrebbe essere perfetta.
    Che dite?

    Guardò i due presenti in attesa di una risposta, e se Maiki si fosse trovato d'accordo, confezionando per loro un secondo pacco anche solo simile al primo, Ryuu gli avrebbe mostrato felicemente la sua gratitudine, mentre con cautela si sarebbe adoperato ad occultare il vero prezioso manufatto nel suo zaino, avvolto nell'unico asciugamano che aveva e che puzzava anche un po' di sudore. Nel caso in cui l'uomo non si fosse trovato d'accordo con quell'idea, Ryuu avrebbe allora fatto un passo indietro, tornando al piano originale, per poi salutarlo gentilmente e congedarsi infine da lui, uscendo dal negozio.
    Arrivederci, Junsui-sama. Se tutto va bene, saremo di ritorno dopodomani. In ognuno dei due casi, avrebbe salutato in questo modo, facendo poi un breve inchino ed uscendo, a meno che il suo compagno di squadra non avesse avuto niente da aggiungere,

    Usciti dalla piccola bottega, non rimase altro che cercare un posto dove dormire, e dopo essersi fatti indicare dai primi passanti l'albergo o la locanda più vicini, per poi andare a soggiornarvi, prendendo una camera doppia per la notte.
    Se Maiki non avesse saputo dargli spiegazioni riguardo i sacerdoti a cui avrebbero dovuto consegnare l'oggetto prezioso, il Mizukiyo avrebbe chiesto informazioni su di loro alla persona che gli affittò la stanza, ma se neanche questa avesse saputo dire di più, non avrebbe insistito o cercato di saperlo da altri.
    Arrivati infine nella loro camera, Ryuu si fiondò letteralmente sul letto più vicino, affondando la faccia nel cuscino. Stare tutto il giorno seduto sul dorso di un drago, non faceva di certo bene a gambe e natiche, e con tutto l'allenamento fatto, si sentiva proprio distrutto.
    Ci conviene andare a dormire presto e riposarci, domani cammineremo tutto il giorno. Disse, voltando la faccia verso Takeshi. E ci dovremmo anche allenare sugli altri due chakra, quindi sarà meglio fare meno sforzi possibili.
    Subito dopo, tirò fuori dal suo zaino un paio di panini con dei salumi, preparati dalla nonna Ayaka quello stesso mattino, ma non potevano indubbiamente considerarsi integri, piuttosto schiacciati e riscaldati da tutto il giorno passato al sole, ma perlomeno il sapore doveva ancora essere decente, quindi se il suo amico non avesse avuto di che mangiare, gliene avrebbe allungato uno, non essendogli rimasto molto altro.
    Quelli durante la "cena" e prima di dormire, sarebbero stati dei buoni momenti per conversare un po' e fare un po' meglio conoscenza, ed il genin iniziò con delle domande classiche per avviare una conversazione, come "Quanti anni hai?", Ti piace fare il ninja?" o "Cosa sai fare?" (riferito alle doti combattive). Ryuu sarebbe stato aperto a rispondere ad eventuali domande per fare più amicizia con il piccolo genin, e quando poi si sarebbero ritenuti soddisfatti della chiacchierata (sempre che il Nishimura avesse voluto farla), si sarebbe messo a dormire aspettando il nuovo giorno, ma c'era qualcuno che non la pensava così.

    Non ignorarmi. Lo sai cosa succederà.


    Sta' zitto. Non succederà proprio niente.

    Lo sai meglio di me, so che lo pensi, nel profondo. Dillo.


    Stai. Zitto.

    Fallirai la missione. A causa sua. Sarai coperto ancora una volta di disonore.


    Pensala come vuoi.

    Il mattino seguente, Ryuu sarebbe stato già sveglio fin dalle prime ore del mattino, ma se così non fosse stato anche per il suo compagno, gli avrebbe svuotato una bottiglia d'acqua in faccia per svegliarlo, non riuscendo poi, più a smettere di ridere. In ogni caso, se l'orafo non avesse accettato di procurargli il secondo pacco finto, sarebbe andato avanti con il piano iniziale, anche se contro voglia, tenendo bene in vista quel sacchetto dal prezioso contenuto, mantenendolo ben saldo, ed avviandosi sulla strada per la valle Shirozai (dopo aver fatto colazione ed essersi riforniti di provviste).
    Il viaggio si prospettava lungo e noioso, quindi poco dopo essere usciti dal villaggio, Ryuu pensò che fosse una buona occasione per cominciare ad allenarsi con gli altri due tipi di chakra, raccogliendo un sasso da terra e parlandone col suo fidato compagno di squadra, senza però smettere di camminare.
    Che ne dici di cominciare dal repulsivo? Per quello che ha detto il Mizukage, è l'esatto contrario dell'adesivo, quindi non può essere tanto difficile. Mi sa che basterà solo invertire il procedimento, sarà uno scherzo. Anche perchè ormai abbiamo capito come usare il chakra in questi modi.
    Che Takeshi avesse voluto inziare o meno dal repulsivo, Ryuu avrebbe fatto di testa sua, iniziando a concentrare chakra sul palmo della mano, ma stavolta non facendo in modo da farlo aderire al sasso, ma, al contrario, per spingerlo via.

    Ci vollero un po' di minuti per iniziare a vedere i primi risultati, riuscendo a far sobbalzare leggermente la pietra ogni volta che immetteva chakra sulla mano. Da lì, iniziò a prenderci la mano, dopo aver capito il processo, facendola rimabalzare e riprendendola normalmente con la mano, ma ovviamente non ne aveva ancora acquisito il pieno controllo, a volte immettendo troppo chakra e a volte troppo poco.
    Non furono rari i casi, infatti, in cui attivò per sbaglio il chakra adesivo o immetteva talmente tanto chakra, da fargli schizzare la pietra dritto in fronte, provocandogli dei pronunciati bernoccoli. Tuttavia, non si scoraggiò mai, continuando a provare senza sosta. Allenarsi era duro, ma i risultati sarebbero valsi tutto lo sforzo, così era stato educato dalle sue nonne ex-kunoichi.
    Manipolare il chakra per respingere piccoli oggetti non fu molto complicato, ma il difficile venne quando dovette imparare a dosarlo, così come aveva fatto per la precedente versione del chakra. Straordinariamente, però, ci impegò appena un'ora per apprendere come si deve a lanciare sassi e rametti dovunque volesse e senza muoversi, dato il già precedente allenamento ed essendo straripante di chakra, e forse anche per il giovane genin non sarebbe stato così complicato.
    La stessa cosa non si potè dire per l'ultima tipoligia di manipolazione del chakra, essendo completamente diversa dalle altre due.

    Ryuu, dopo essersi preso un po' di pausa, dopo aver imparato a controllare in maniera base il chakra repulsivo, venne il momento che aveva atteso con impazienza, iniziando a concentrarsi per dare al suo chakra, un'impronta distruttiva in grado di spaccare il terreno.
    Bè, quello era l'obbiettivo da raggiungere, per il momento si sarebbe dovuto limitare a spaccare sassi, raccattandone ogni tanto qualcuno da terra e provandoli a stringere il più forte possibile tra le mani, richiamando ovviamente il chakra necessario per provare a distruggerla.
    Sfortunatamente, a differenza degli altri due campi, in quest'ultimo non si rivelò particolarmene precoce, anzi, i suoi progressi procedettero piutosto a rilento, non riuscendo a fare di più che creare delle crepe dopo ben più di un'ora e mezza. Di tanto in tanto doveva smettere di allenarsi per riprendere un po' di fiato e ripristinare piccole parti del suo chakra, continuando comunque camminare per non rischiare di tardare troppo, a meno che il suo amico non avesse voluto fare una pausa, oltre a quella per il pranzo.

    Seguendo le indicazioni del loro mandante, non fu difficile ritrovarsi sulla strada giusta dopo aver superato un bivio, arrivando infine in una strettoia tra due pareti rocciose, imponente quanto leggermene inquietante per chi soffrisse di claustrofobia. La strada, però, si allargò sempre di più, divenendo infine una vera a propria valle partcolarmente vasta. Probabilmente era quella la valle di cui gli avevano parlato, quindi era senza dubbio un buon segno che non avessero sbagliato strada.
    Era abbastanza tetro come luogo, in verità, ed il genin ebbe un po' di titubanza a proseguire, specie quando si ritrovò in quella inquietante e scura foresta, ma non poteva farsi vedere spaventato dal suo amico molto più giovane di lui, proseguendo quindi (quasi) come se niente fosse.
    Ryuu si guardò spesso intorno, cercando di aguzzare la vista in cerca di qualunque cosa che avrebbe potuto nascondersi dietro quegli alberi, ma per fortuna, fino a quel momento, nulla sembrò andare storto.
    D'improvviso, i due shinobi si ritrovarono la strada sbarrata da un'enorme masso, ed il genin più anziano rimase ad osservarlo per un paio di secondi, per poi voltarsi verso il suo compagno di squadra.
    Vogliamo provare una cosa? Gli chiese con sorriso malizioso, girandosi poi verso il masso, fare la gamba destra leggermente più indietro, e quando ebba concentrato una piccola quantità di chakra sotto le suole delle scarpe, spiccò un balzo tanto elevato da atterrare direttamente sulla cima, senza aver dovuto neanche muovere le gambe.
    Uhuuu!! Che figata! Dai, provaci anche tu. Confidando che in quelle ore, anche il suo compagno avesse imparato ad utilizzare bene il chakra repulsivo, lo invitò a saltare su come aveva fatto lui, per poi saltare dall'altra parte del masso con lo stesso metodo, atterrando di nuovo in strada e ridendo e divertendosi come un bambino sulle giostre.
    Troppo figo! Ahahah Devo imparare a camminare solo saltellando così, è troppo divertente.
    Non si chiese neanche per un momento cosa ci facesse una roccia del genere in mezzo alla strada e lontano dalle montagne, avendoci visto solo un ostacolo da superare per testare le sue nuove abilità, e una volta che Takeshi lo avesse raggiunto dalla parte opposta dell'enorme roccia, avrebbero proseguito tranquillamente il cammino.
     
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