La Casa delle Bambole

Free GDR

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. F Freddy 11
        Like  
     
    .

    User deleted


    Dopo il suo lancio di kunai nessun rumore, nessun suono; fino all'accensione di alcune torce.
    La creatura non era più sull'ormai cadavere dell'archeologa.
    Gli attenti occhi grigi di Fumihiko la cercarono ma videro solamente le budella della donna morta muoversi e avvolgersi attorno al bambino ed al gigante; ma nessuna traccia della bambina assassina... finché all'improvviso una presenza parve materializzarsi sulla sua spalla.
    Ssei.. tu.. Mah.. e.. st.
    Fumihiko non ebbe bisogno di voltarsi per capire che quel mostro si trovava sulla sua spalla ed aveva intenzione di uccidere l'aspirante genin.
    Un istante si trasformò in un'eternità, con la consapevolezza della morte atroce che stava per subire senza avere nemmeno il tempo di provare a impedirlo. Ripensò alla morte di sua madre ed alla sua filosofia di vita da quel momento: credere, fidarsi e affidarsi solamente a sé stesso. Ma in quel momento Fumihiko non poteva fare affidamento su sé stesso, non aveva la velocità né il tempo necessari per potersi difendere.
    Fumihiko non era pronto a morire, e incredibilmente non morì, ma fu altrettanto devastato mentalmente.
    Shunsui aveva tranciato di netto la testa di quella "bambina", salvando Fumihiko da una morte certa. Una persona normale avrebbe ringraziato la persona che gli aveva appena salvato la vita, ma non Fumihiko. Per Fumihiko quel gesto aveva significato una sconfitta personale: senza l'aiuto di un'altra persona Fumihiko sarebbe morto lì, in quel momento; non riusciva a provare gratitudine per Shunsui, in fondo l'aveva fatto solamente per i suoi doveri di shinobi e per sopravvivenza personale, non di certo perché voleva aiutare Fumihiko; che provava solamente frustrazione e rabbia con sé stesso per non essere riuscito a farcela da solo. Aveva sempre pensato di non avere bisogno di nessun altro, non aveva mai avuto bisogno di nessun altro fino a quel momento, nel quale la sua vita era stata letteralmente nelle mani di qualcun altro.
    Fumihiko era rimasto qualche secondo fermo, deciso a mollare, ma la vista dei cadaveri di quella donna e di quello che adesso sembrava essere un congegno gli fecero capire che non doveva mollare; non credeva in nessuna entità superiore che gli aveva dato una seconda chance; ma credeva in sé stesso, e sapeva di non voler fare quella fine; doveva solamente continuare a lavorare e a migliorare per non dover più dipendere da qualcun altro, e non provare più quella situazione di impotenza che aveva appena provato.
    Era successo tutto nel giro di pochi secondi, ma era un'esperienza che lo aveva segnato, inserendo in lui una voglia di di riscatto, di sopravvivere e di non avere più bisogno di nessuno che bruciava dentro di lui come una nuova fiamma, che però già divampava dentro di lui; simile a quella che si era accesa il giorno della morte di sua madre e che aveva dato inizio alla sua nuova vita.
    Dopo essersi ripreso Fumihiko osservò il cadavere ai suoi piedi, e notò che il suo kunai aveva sortito l'effetto desiderato, centrando in pieno la testa della bambina, che a quanto pare era una marionetta o un qualche marchingegno.
    Fumihiko si avvicinò successivamente al cadavere della donna; Shunsui lo aveva già esaminato e gli passò un taccuino, che raccontava gli ultimi giorni dell'archeologa, vissuti nella fuga e nella paura al quale Fumihiko non doveva cedere se voleva sopravvivere.
    Uno dei suoi compagni era morto, non era precisato come, mentre la sorte degli altri due era ancora sconosciuta, anche se Fumihiko dubitava fossero sopravvissuti.
    Ssei.. tu.. Mah.. e.. st..
    La frase della bambina gli tornò in mente, spingendolo a ragionare, "sei tu maestro", era questo che probabilmente il robot gli voleva dire; il maestro era sicuramente il suo creatore, ma Fumihiko dubitava che stesse controllando quel congegno, che sembrava impazzito e senza controllo, forse alla ricerca del suo "maestro"; ma qualcuno, o qualcosa, aveva richiuso la botte nella prima stanza, ed adesso quel macigno che impediva loro la fuga... Fumihiko voleva venire a capo di quella faccenda, e dovette ammettere di essere contento di avere un team insieme a lui. In quell'immensa stanza c'era una porticina che sembrava portare ad un'uscita, così Fumihiko la imboccò subito dietro a Shunsui e si ritrovò in un corridoio illuminato solamente dalla luce delle loro torce; continuando a scendere sempre di più Fumihiko notò degli strani segni lungo le pareti; sembravano incisioni fatte a caso, ma Fumihiko era sicuro che non fosse così.
    Ci avrebbe messo del tempo, ma decise di analizzare quei segni alla ricerca di un nesso o di un significato che lo avrebbe aiutato a risolvere il mistero che aleggiava cupo in quelle rovine.

    Dopodiché Fumihiko avrebbe proseguito lungo quel corridoio, ritrovandosi in una gigantesca stanza assai inquietante.
    File e file di manichini appesi dalle ascelle si protraevano in quella stanza, della quale Fumihiko non poteva vedere la fine; sembravano abbandonati, e molti erano rovinati o a terra.
    Chiunque stesse controllando il burattino che ci ha attaccato prima, potrebbe attaccarci con uno di questi in qualsiasi momento.

    Shunsui aveva detto questo, ma Fumihiko era convinto che il mostro incontrato nella stanza prima non fosse in quel momento agli ordini di nessuno; e se i manichini in quella stanza fossero ancora funzionanti, per Fumihiko ed il suo gruppo sarebbe stata la fine vista l'immensa quantità di questi. Avanzando di qualche metro Fumihiko poté vedere il sangue, una traccia che li conduceva verso un altro cadavere, probabilmente una trappola che li stava portando dritti verso l'assassino dell'archeologo che supponeva stessero per trovare.
    Shunsui a quanto pare la pensava come lui riguardo a quella scia di sangue; e propose un piano di avanzamento collettivo che permettesse loro di avere una visuale a 360 gradi, in modo da evitare imboscate.
    Penso che sia l'unica possibilità che abbiamo, avendo una sola torcia; anche se avrei preferito dividerci in due gruppi in modo da poter cercare meglio eventuali indizi, e da non cadere tutti nell'evidente trappola in cui ci stiamo cacciando; così che un team avrebbe potuto aiutare l'altro in caso di bisogno... Ma prima di avviarci penso sia meglio verificare con cosa potremmo avere a che fare.
    Non avrebbe certo detto di avanzare con cautela, dopo i recenti eventi era diventato scontato; ma prima di seguire quella scia di sangue voleva sapere se quei manichini potevano rappresentare un pericolo per il gruppo di ninja; avrebbe fatto segno al suo gruppo di avvicinarsi al primo manichino lì vicino insieme a lui, insieme a loro avrebbe evitato di attivare un qualche meccanismo che lo avrebbe fatto secco o di cadere in una trappola. Grazie alla precedente esperienza aveva anche capito che non doveva dipendere dagli altri, ma che poteva sempre chiedere il loro aiuto per raggiungere i suoi obbiettivi.
    Avrebbe infatti analizzato attentamente quel manichino, alla ricerca di un pulsante, di un pannello tecnologico o di un arma, per verificare se quei manichini fossero ancora funzionanti, e se qualcuno li comandasse; cercando di non attivare un esercito contro di lui. Dopo l'esperienza con la bambina preferiva sapere con cosa aveva a che fare prima di rischiare di essere ucciso.
     
    .
24 replies since 2/6/2016, 15:59   518 views
  Share  
.