Squame dal Passato

Quest di Villaggio

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    Un Tassello






    Quando Oboro riuscì a distrarlo dalla diatriba con Itai Raizen si riebbe.

    Oh.
    Questo cambia le carte in tavola.


    Smontò come se nulla fosse da Hibachi, dando una pacca sulla spalla del Mizukage.

    Resti tirchio.

    E senza ascoltare repliche si avviò verso il passaggio.

    Su, farai tardi, io il primo passo li dentro non te lo concedo se non ti spicci.

    Quando Yogan si concesse delle battute Raizen la guardo in cagnesco.

    Ah-ah-ah e tua madre è morta!
    E poverina poteva pure risparmiarselo visto che il risultato è un adolescente sotto steroidi.


    Hibachi esplose in una sonora risata, incontrollabile, il duro e spietato umorismo di Raizen, che probabilmente si poteva definire anche come “cattivo gusto” senza dare ulteriori specifiche visto la sua capacità di rappresentare alla perfezione tale definizione.

    AHAHAHAHAH!
    Colpita e aff…


    I neuroni di Hibachi avevano fatto la giusta sinapsi.

    …BRUTTO SACCO DI MERDA!
    STAI PARLANDO DELL’UNICA CREATURA CHE MI ABBIA DAVVERO RESO FELICE!


    Raizen si mise a braccia conserte.

    Non è colpa mia, sei un padre assente, dovresti educarla meglio.

    La perla, il non plus ultra, dal più alto dei pulpiti era giunta la predica più ipocrita di sempre.
    Il grande drago rosso di fronte ad una simile affermazione stava probabilmente sperimentando il deserto di pietra, o per le creature normali un ictus.
    Rimase immobile a bocca aperta, anche i segni vitali probabilmente erano in calo, prima o poi si sarebbe vendicato.
    La tomba trasmetteva uno strano senso di pace da cui Raizen venne stranamente calmato, forse la luce, forse l’avere finalmente la Samehada davanti, forse quelle parole gentili, ma quando Itai protese la mano verso la spada gli afferrò il polso.

    Aspetta, solo qualche minuto.

    Assicuratosi che non avrebbe toccato la spada si sedette davanti alla tomba e la osservò per lunghi minuti, in silenzio, aveva davanti uno dei tasselli più importanti della sua vita, per lui non era una spada soltanto, di spade come quella poteva farne quante ne voleva, probabilmente anche con caratteristiche superiori, ma come quella non ne sarebbero esistite altre.
    Era stata di due sue maestri, uno l’Hokage Ayato e l’altro Jotaro, l’unica persona che ad oggi riusciva a temere, e ora stava li, a riposo, come se non fosse mai stata toccata da nessuno, come se il tempo non fosse mai trascorso, come se non l’avesse cercata per tutti quegli anni.

    Prendila pure.

    Disse mentre si alzava dalla sua scomposta posizione di contemplazione.

    Starò a kiri a dargli uno sguardo, mi interessa una delle sue abilità, ma per il resto ho ben poco da comprendere.
    Di quest’arma il bello è la storia, non la potenza o le abilità.
    Tante armi possono essere forti, ma nessuna potrà mai essere brandita da una persona ormai defunta.


    Pareggiò Hibachi, consapevole che chiedergli un altro passaggio sarebbe stato impossibile, ma mentre stava evocando un secondo drago fu lui ad apparire nuovamente.

    Le parole sono soltanto parole, dopotutto.

    Raizen in silenzio stava per montargli in groppa, e stava per accomodarsi quando la sua coscia venne morsa da un calore estremamente intenso: Hibachi si era portato dietro qualche vena di lava, e il marchio dell’ustione sarebbe rimasto addosso al Colosso per qualche giorno.

    Ahhhhh! Che male! Jigoku ladro!
    Gratto di cesso che non sei altro!


    Ma la voce di Hibachi si levò, saccente.

    Il dolore è molto più educativo.

    Disse in un continuo della sua precedente frase, prima di scuotere via la lava e far salire le altre due kunoichi mentre Raizen borbottava qualche bestemmia in lingue del tutto sconosciute.
     
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14 replies since 4/6/2016, 05:10   341 views
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