Il casinò

Free Waket-Hoshi-Historia

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    Giorno di ferie

    I - Serata al casinò



    Hebiko era piuttosto soddisfatta dei suoi primi giorni di lavoro. Nonostante Febh si stesse rivelando comunque difficile da gestire, era stato inaspettatamente semplice convincerlo a prenderla come segretaria e allieva. Non aveva ancora avuto modo di vedere appieno il suo potenziale da sensei, ma era anche vero che era al suo fianco solo da pochi giorni. Gli aveva permesso un’intera giornata di libertà, dovendo occuparsi della consegna di alcune missive al gate di Konoha. Approfittando della vicinanza, fece capolino ad Otafuku, concedendosi una giornata libera.

    Qualcuno dovrà pur pagarmi la mancia per questo lavoretto. Vediamo… Qual’è il posto migliore per prendere soldini facili?

    Mentre vagava tra una bancarella e l’altra di quel losco paese, una miriade di luci attirò la sua attenzione, allargandole le pupille.

    Un casinò! Cariiino.

    Con un ghigno soddisfatto si infilò dentro, girovagando per i tavoli. Si soffermò al bar dove ordinò un semplice drink, e durante l’attesa squadrò al meglio che poteva tutta la sala. I tavoli erano pieni di giocatori, chi più chi meno ubriaco, la sicurezza era probabilmente in incognito, poiché i buttafuori si contavano sulle dita di una mano.

    Dovrò essere cauta, sarà meglio trovarsi una preda semplice. ...Quel rosso là in fondo con la faccia da tonto, magari.

    Un uomo, di corporatura sufficientemente robusta, non indossava vesti particolarmente raffinate, ma pareva si stesse divertendo a spendere quelli che erano i suoi risparmi alla roulette.

    Non ti dispiacerà se con parte di quelli mi ci faccio lo stipendio, mh?

    Si avvicinò con cautela, fingendosi interessata al gioco. Passando dietro al rosso, fece scivolare la mano nelle larghe tasche dei pantaloni di lui, cercandovi il portafoglio. Se per caso si fosse accorto di qualcosa, avrebbe reagito con faccia sorpresa, alzando le mani davanti a sé.

    Ops! Scusi, qua c’è pieno di gente, devo averle preso contro!

    Se non si fosse accorto di nulla, gli avrebbe svuotato le tasche senza troppi complimenti, cercando qualsiasi cosa preziosa potesse possedere, pronta a rivenderla ad una delle bancarelle del posto. Non se ne sarebbe andata da lì senza un buon guadagno.
     
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    Dilemmi morali
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    Shin si guardò attorno circospetto. Con l'equipaggiamento al completo, la wakizashi al fianco ed il coprifronte di Konoha ben in vista sul capo era chiaramente lì in quanto shinobi, tuttavia sembrava fuori posto tra i tavoli affollati da una pletora di giocatori d'azzardo, accompagnatrici, dipendenti e semplici curiosi. Più di uno sguardo sospettoso gli era stato rivolto nell'arco di tempo che aveva passato lì dentro, contro la sua volontà per altro. Ma il lavoro è lavoro e non aveva certo potuto tirarsi indietro. Con lo sguardò inquadrò il responsabile della sua attuale condizione, un uomo di mezza età, con incipienti calvizie grigie, intento a rilanciare sul 15 rosso. L'elegante completo, il mozzicone di sigaro dall'aria costosa che teneva appoggiato alle labbra e il grosso orologio d'oro al polso lo identificavano come uomo d'affari di successo, il quale aveva fatto richiesta al Villaggio di una scorta dopo non meglio imprecisate minacce alla sua persona. Per quell'incarico, nonostante fosse stato classificato dal funzionario che l'aveva accolta come missione di livello D, aveva richiesto non uno, ma ben due genin, dicendo che lui di studentelli inesperti non si fidava. Quindi l'ufficio preposto a smistare gli incarichi tra i ninja del paese aveva pensato bene di rifilargli due genin inesperti, freschi di diploma. D'altronde si poteva anche capire che non avessero risorse importanti da sprecare in faccende così banali. Uno dei fortunelli era stato Shin, il quale aveva accolto la missione più come una punizione che come un premio, ma si era dovuto ricredere quando il riccastro, pur di essere accontentato, aveva praticamente raddoppiato la loro paga. Per quello si ritrovava inchiodato lì a fare da balia ad un uomo che puzzava di fumo e non perdeva occasione di importunare la cameriere che servivano al suo tavolo. Per le prime ore la sua professionalità era stata impeccabile: con i sensi all'erta aveva studiato la conformazione del locale, in particolare le possibili vie di fuga, e tenuto d'occhio elementi particolarmente loschi. Ben presto tuttavia aveva iniziato ad annoiarsi, pregando tra sé e sé che il cambio arrivasse presto. Osservò distrattamente il cliente arraffare un enorme mucchio di fisches. Il genin aveva perso il conto di quanto avesse vinto e perso fino ad allora, ma a giudicare dallo spazio davanti a lui ricolmo di gettoni la fortuna gli stava decisamente arridendo. Finalmente al suo fianco comparve Kei Nara, il suo compagno di sventura. In mano teneva una lattina con la cannuccia e aveva uno sguardo decisamente distratto. Shin lo accolse sospirando Sei in ritardo. Quello fece un vago gesto della mano per sminuire. Ma dai saranno al massimo cinque minuti. Shin lo fissò socchiudendo appena le palpebre In realtà e quasi mezz'ora, ma non fa niente. Qui nulla da segnalare. Vado a prendermi qualcosa al bar, visto che tu ti sei già servito. Se ti servo mi trovi là. Kei si mise scherzosamente sull'attenti e si spostò per farlo passare. Per quanto avessero superato l'esame nello stesso periodo, essendo il membro del clan Kinryu più vecchio di lui di quasi un anno avrebbe dovuto dimostrargli un minimo di rispetto. Ah, i giovani di oggi...
    Al bancone prese un bicchiere di coca, ovviamente mettendolo sul conto del facoltoso cliente, per poi accomodarsi su un alto sgabello, pensieroso. Se l'era immaginato un po' diverso il suo primo incarico da ninja. Mentre rifletteva su cosa avesse sbagliato nella vita una ragazza snella e pallida gli passo a fianco. Shin registrò la cosa senza prestarci attenzione, come faceva con la maggior parte delle persone che aveva scrutato durante il suo turno. Quando poco dopo si alzò per esplorare il casinò però se la ritrovò davanti e questa volta non potè fare a meno di osservarla attentamente. Di spalle, era china su un tavolo da gioco di fianco ad un avventore come molti altri nel locale, o per lo meno questa fu l'impressione che ebbe Shin senza poterlo vedere in faccia. Ad ogni modo ad attirare la sua attenzione fu il movimento della mano della giovane, decisamente sospetto, verso la tasca dell'ignaro malcapitato. Il genin si guardò intorno, ma nessuno sembrava accorgersi di nulla; inoltre a quanto pareva nessun membro della security si trovava in zona. Dovrei intervenire, ma non è compito mio, ho già il mio cliente a cui pensare... e poi sono in pausa... Ci pensò su una frazione di secondo, guardò il bicchiere che ormai conteneva solo ghiaccio, poi prese una decisione sbuffando. Avvicinandosi di soppiatto in mezzo alla folla, fece scivolare lentamente alcuni cubetti sul collo della ragazza, lamentandosi a voce alta con un inesistente maleducato che lo aveva spintonato Che modi! Stia più attento! Ovviamente stava completamente ignorando la sua vittima, dando mostra di non essersi accorto dell'incidente. Se aveva calcolato bene i tempi la ragazza proprio in quel momento avrebbe dovuto avere in mano qualcosa che chiaramente non le apparteneva. A meno che non fosse legata al proprietario del portafoglio da qualche rapporto a lui ignoro chiaramente, e sul quale non aveva certo voglia di indagare. Dal suo punto di vista aveva fatto il suo dovere con il minimo sforzo e tanto bastava a soddisfarlo.
     
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    Ed eccolo li, il giovane ed aitante Hoshikuzu Chikuma al tavolo da gioco mentre punta i suoi soldi con un sorriso degno del più sfrontato tra i giocatori. Era sulla via di ritorno da Konoha dopo il brutto fattaccio che lo aveva visto perdere metà del corpo in un istante quando la sua attenzione capitò sul nome della città di Otafuku,. Aveva sentito tante storie su quella cittadina, ma non era mai stato a visitarla, quindi data la vicinanza e l’occasione gli sembrava semplicemente giusto approfittarne. Otafuku era una cittadina come tante altre, niente di speciale se non fosse stato per il Casinò li nei paraggi che sembrava offrire tutto ciò che un giovane Chikuma in riabilitazione potesse desiderare. Buon cibo, donne, gioco d’azzardo, donne, alcool in quantità spropositate, donne e qualsiasi altro genere di svago possibile. Insomma quel luogo era un po’ il paese dei balocchi per uno come lui.


    Quella sera il Chikuma era insolitamente fortunato mentre puntava i suoi soldi nel gioco più difficile e pericoloso di sempre la roulette -WAHAHAH!!! FORZA FORZA TIRA QUELLA PALLINA!!!- il rosso aveva capitalizzato non poco denaro e non aveva intenzione di andarsene di li senza prima averlo speso tutto. Come al solito il suo vestiario era semplice e adatto al situazione, un paio di bermuda accompagnate da una camicia con motivo floreale, un classico. Attorno a lui quattro ragazze piuttosto provocanti nei modi e nell’aspetto gli stavano letteralmente incollate addosso, mentre si strusciavano per bene sul corpo del Jonin. I seni prosperosi delle ragazze stavano inebriando la mente del Chikuma e se il tutto si univa ai due litri di birra che si era già scolato allora si poteva solo immaginare quale potesse essere il suo stato. Ancora una puntata e ancora una vittoria -YUPPIIIII!!! SONO IL RE DELLA SERATA!!!.. VENITE QUA BELLEZZE MIE..- il rosso senza esitazione aveva affondato la faccia nei seni delle giovani ragazze senza fare tanti complimenti, si insomma in fin dei conti stavano lavorando e lui non si sarebbe mai azzardato di togliere loro il pane di bocca.


    Mentre la serata proseguiva una miriade di persone erano passate al bancone, ma solo Hoshi era rimasto imperterrito vincendo una mano dopo l’altra. Qualcosa o forse qualcuno stava vegliando su di lui quella sera, ma chi? La domanda trovò presto risposta quando l’ennesima puntata si trasformò in una eclatante vittoria accompagnata da un gridolino alle sue spalle -Oh.. ma cosa?!!..- una ragazza dalla carnagione chiara e dal capello rossiccio sembrava essere la fonte di quello strano verso, un lamento che gli aveva senza alcun dubbio portato fortuna -TUUUUUUUUU!!!!- la mano del rosso si sarebbe mossa prendendo la ragazza per un braccio per poi farla sedere sulle proprie ginocchia -SEI TU IL MIO TALISMANO FORTUNATO QUESTA SERA!!!- la fiatella d’acool emessa dal rosso poteva bellamente esplodere da un momento all’altro, ma a lui non sembrava affatto impensierire la cosa. La giovane ragazza che aveva rubato il suo portafoglio era improvvisamente stata catturata e schiaffata tra le sue ginocchia solo ed unicamente grazie allo scherzetto messo in atto dal giovane foglioso in missione -COME TI CHIAMI BELLEZZA?!!!.. IO SONO HOSHIKUZU CHIKUMA!!!.. UN POTENTE JONIN DEL VILLAGGIO DELLA SABBIA!!!..- ovviamente il rosso non sapeva minimamente contenersi quando alzava il gomito, non ci riusciva da sobrio, figuriamoci da ubriaco. La ragazza avrebbe subito percepito che fuggire di li non sarebbe stato affatto semplice, il folle dalla folta capigliatura rossa sembrava possedere una forza di gran lunga superiore alla sua anche se non avrebbe assolutamente fatto nulla per farle del male. Mentre parlava il rosso aveva assunta a tratti una strana posizione delle labbra quasi stesse cercando un bacio dalla sua nuova musa ispiratrice -IO LO SO!!!.. LO SENTO!!!.. TU LO SENTI?!..- qui sarebbe stato difficile dire cosa -.. LA FORTUNA CHE EMANI!!!.. E’ DENTRO DI ME!!!- anche qui la cosa sarebbe parsa piuttosto ambigua -TI PREGO O MIA MUSA!!! RESTA QUI CON ME E DONAMI LA FORTUNA PER CONTINUARE A VINCERE!!!- ancora una puntata e ancora una vittoria, neanche farlo apposta -YUPPIIIII!!!!- la ragazza ormai era fregata.

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    -EEEEEHI!!!.. MA QUI E’ FINITA LA BIRRA!!!- il rosso sembrava quasi disperato mentre si voltava a destra e sinistra sullo sgabello cercando qualcuno che lo potesse aiutare. Per fortuna li poco distante un giovane cameriere era pronto a servirlo -EHIII TU BRUTTO SCANSAFATICHE!!!.. HO FINITO LA BIRRA!!!.. VEDI DI PROCURARNE ALTRE DUE.. UNA PER ME.. E UNA PER LA MIA MUSA!!!..- ovviamente il giovane era il povero Shin che forse non sarebbe stato contento delle attenzioni promulgate dal Chikuma. Nell’ordinare la pinta di birra il rosso aveva infatti preso una manciata di fisch lanciandole poi verso il ragazzo senza tanti complimenti -.. TENI PURE IL RESTO AMICO!!!.. BASTA CHE FAI ALLA SVELTA..- il rosso aveva lanciato abbastanza denaro da poterci comprare bellamente una piccola casa. Ed è così che quella bella serata era cominciata in compagnia di Hoshikuzu Chikuma, le sue quattro prosperose cortigiane, il suo porta fortuna ed il suo cameriere di fiducia. Ah.. che serata memorabile.

     
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    In trappola

    II - Tra le braccia del Chikuma



    Il piano era perfetto. Il rosso era ubriaco e distratto da quattro prostitute, tutti gli altri nei dintorni erano attirati dalla curiosità della sua vincita fortunata, nessuno l’avrebbe disturbata durante il suo piccolo furtarello. Nessuno, se non un’anima pura, che riusciva a resistere a qualsiasi tentazione data dal casinò, e con la sindrome dell’eroe. Il maledetto, infatti, con un rapido gesto della mano aveva infilato dei cubetti di ghiaccio nel colletto della maglia della ragazza, che troppo concentrata sulla delicatezza del suo furto non si accorse del suo arrivo, coperto dai rumori del casinò stesso.

    NnngAAAH!

    La reazione le fece cadere di mano il portafoglio ed il bicchiere, fortunatamente di plastica (a quanto pare i gestori erano abituati a questo tipo di incidenti). Istintivamente, la sua reazione la portò a voltarsi verso il presunto colpevole, un ragazzino, per di più armato, probabilmente una guardia del corpo, magari del beota che stava tentando di derubare. Il suo sguardo tagliente fissò Shin, sembrava pronta a divorarselo non appena fossero rimasti soli… Se non fosse stato per una mano che la prese saldamente per un braccio, trascinandola con forza verso di sé.
    Meno di un secondo, e Vipera si ritrovò in braccio al beota che voleva derubare, circondata dalle prostitute che gli stavano addosso. Nonostante queste ultime fossero desiderose di attenzioni (e di denaro), quel ragazzo aveva portato tutta la sua attenzione su di lei.

    Ta-talismano?

    Hebiko, in momentaneo panico, temeva di essere stata scoperta mentre frugava. In realtà il rosso aveva deciso che lei era il suo portafortuna per quella sera, cosa che alla serpe tornava parecchio scomoda. Già pronta coi pugni serrati a stenderla con un gancio sotto al mento e fuggire approfittando della rissa che si sarebbe creata, si irrigidì all’udire la parola “jonin”.

    ...Ahah! Jonin di Suna, eh? Complimentoni… M-mi chiamo Hebiko.

    Si sentiva piuttosto stretta in quella posizione. Letteralmente, date le quattro signore ben strette ai due, ma anche psicologicamente: i suoi contatti erano ridotti al minimo, se non nullo, il momento in cui si era ritrovata più vicina a qualcuno era stata una presa di lotta. Ed ora si ritrovava in braccio a quello che probabilmente era l’uomo più forte lì dentro, e che pretendeva la sua presenza accanto a lui.

    Un portafogli. Volevo solo un fottuto portafogli. Dove sei, ragazzino dei cubetti di ghiaccio?! Non pensare che dimenticherò il tuo viso tanto facilmente…

    Sibilò, cercandolo con lo sguardo il ragazzo, aveva ormai memorizzato il suo viso, ma voleva assicurarsi di ritrovarlo non appena si fosse liberata dalla presa del jonin. Venne distratta dalle sue grida, pareva chiederle se stesse sentendo qualcosa.

    Che?! Non sarà quella storia del kunai nei pantaloni, spero.

    “Parando” il vano tentativo di bacio con la mano, cercò di allontanarsi con la schiena, seppur ridacchiando. Ubriaco com’era, se avesse fatto troppa resistenza c’era il rischio che la costringesse, e data la sua forza fisica era un rischio che non le andava di correre.

    F-facciamo che i baci li risparmiamo per il fine serata, mmh? Non… Non vorrei rovinare la serie fortunata! Già!

    L’atteggiamento di Hebiko per chi la conosceva era quasi l’inverso. Non riusciva ad essere la ragazza dal carattere duro e la lingua velenosa, era impacciata, imbarazzata e pure a disagio. Se non fosse stato per quello, avrebbe trovato piacevole la sensazione di calore che le dava quel contatto sulla sua fredda pelle biancastra.

    Sì!! Sì! Resto, resto! Stà buono ora e… concentrati sul gioco!

    Hoshi chiamò a gran voce quello che lui vedeva come un cameriera, e che Vipera sapeva come suo neo rivale.

    Ohohoh. Il fato, mmh? Non mi scappi, è tutta colpa tua se sono finita qui.

    Vipera sorrise, sistemandosi per bene sulle gambe del Chikuma. Osservò le fisch di fronte a lei con gli occhi lucidi, come fossero tanti piccoli diamanti. Infilarsene qualcuna in tasca sarebbe stato rischioso, più perché rischiava di essere vista dagli spettatori che per il rosso in sé. Ma ognuna di quelle monete preziose che cadeva per via dei gesti troppo espansivi del rosso sarebbe finita tra le sue grinfie.

    Potrei lasciare che si ubriachi per bene, portarlo fuori, fargli bere qualcos’altro, ed una volta svenuto prendermi tutto il malloppo… Tanto semplice quanto geniale! Non ricorderà nemmeno la mia faccia una volta sveglio! Hehe.

    Vederla da questo punto di vista le riportò l’umore alle stelle, doveva solo evitare che allungasse troppo le mani, o avrebbe dovuto trattenere a stento i suoi istinti più violenti nel tentare di tagliargli le mani di netto.

    Birra? Perchè non qualche superalcolico, mi pare sia il momento giusto per esagerare, mmh?

    Ogni tanto i prosperosi balconcini delle signorine le ricordavano che anche loro erano lì per tentare di accaparrarsi più denaro possibile. Cercando di non farsi notare dal rosso, ad ognuna di loro che si avvicinava troppo avrebbe reagito con un soffio, simile a quello dei felini arrabbiati, fissandole rabbiosa con i suoi occhietti a fessura. Non poteva poi fare molto altro senza essere scoperta.

    Forse devo anche convincerlo a smetterla di giocare prima che perda tutti i guadagni. Magari giusto un altro paio di puntate, il tempo di farlo ubriacare per benino.

    Shin aveva fatto la parte dell'eroe, ma sarebbe stato in grado di fermare il piano mentale della serpe?
     
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    Dilemmi morali - parte seconda
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    Shin osservò il giocatore con perplessità. Si dichiarava jonin di Suna, ed il foglioso non aveva modo di smentirlo, ma di certo non aveva esattamente un'aria temibile, anzi. Alzò le spalle, in fin dei conti non poteva giudicare un libro dalla copertina, né un ninja dall'aspetto. Magari era semplicemente in vacanza. Devo ricordarmi di chiedere a Shunsui se lo conosce, in fin dei conti sono dello stesso Villaggio Di certo era uno che sapeva farsi notare con il suo comportamento strambo, questo lo avava capito nei primi due minuti di conversazione. Relegando le procaci signorine che gli si affollavano intorno ad un ruolo marginale si era portato la ragazzina sulle ginocchia: a quanto pareva il Chikuma aveva preso la ladruncola come suo portafortuna. Non che fossero affari suoi, soprattutto dopo aver scoperto che il tipo era tutt'altro che uno sprovveduto. Eppure il ragazzo stava soppesando se allontanarsi di soppiatto e scomparire tra la folla come era giunto oppure metterlo in guardia, anche se dubitava che ebbro com'era lo avrebbe ascoltato. Quell'indecisione gli fu fatale in quanto il Sunese, voltandosi nella sua direzione, lo apostrofò in malo modo chiedendo, o meglio ordinando, che gli fossero portate due birre. Shin ci mise qualche secondo buono a capire che stava parlando proprio con lui, abbastanza sicuro che l'equipaggiamento in bella vista fosse differente dal completo dei camerieri del locale. Ogni suo dubbio fu fugato dalla pioggia di fisches che lo bersagliò. Riuscì a prenderle al volo compiendo una complicata acrobazia, resa possibile solo dai lunghi allenamenti nell'arena. Il genin era troppo sbalordito per arrabbiarsi. Armatosi di pazienza stava cercando le parole migliori per chiarire l'equivoco, quando la sua mente elaborò un concetto per altro molto semplice. Ehi, ha detto di tenermi il resto? rapidamente controllò il valore dei gettoni che stringeva in mano, deglutendo vistosamente man mano che aggiungeva zeri alla cifra. Normalmente, si sarebbe rifiutato di farsi sfruttare in quel modo. Moralmente poi, avrebbe dovuto rifiutare quei soldi. Eppure il sunese gli stava affidando un cifra tale da poter comprare non solo due birre, ma un'intero chiosco. Gli aveva offerto più o meno quello che guadagnavano i suoi in tre mesi con l'emporio, così, senza pensarci un istante. Per ottenere lo stesso quantitativo avrebbe dovuto svolgere un'altra decina di missioni come quella che l'aveva portato lì. Insomma, era un mare di soldi. Imbambolato sul posto, Shin fissava alternativamente la sua mano, racchiusa intorno ad un piccolo tesoro, ed il rosso. Cercò degli alibi per il cedimento ormai imminente: se si trattava veramente di un suo superiore avrebbe fatto bene a non irritarlo; anzi, in senso lato si poteva considerarlo un incarico a cui avrebbe dovuto obbedire. In fin dei conti, che gli costava portargli due birre? Poteva farglielo come favore personale in quanto di animo magnanimo, soprassedendo che lo avesse scambiato per un cameriere. Riprendendosi, rispose cercando di mostrarsi il più deferente possibile. Certo Hoshikuzo-sama, subito Hoshikuzo-sama. A quel punto sarebbe scattato come una molla verso il cambia monete all'ingresso del locale per ottenere il contante necessario agli acquisti, ma non prima di aver rivolto uno sguardo accigliato alla ragazza tra le braccia del jonin. Con le dita mimò il gesto ti tengo d'occhio. Poco dopo fu di ritorno con due birre ghiacciate, che servì con attenzione prima al jonin e poi alla giovane, ricambiando il suo sgardo gelido con un sorrisetto canzonatorio. Non aveva certo idea di quali fossero i suoi propositi, ma dalla scottante posizione dove era finita non poteva combinare molto, almeno secondo il giudizio innocente di Shin. Il giovane non era per nulla avezzo alle pratiche femminee dell'adulazione e dell'inganno, ma magari quel giorno avrebbe potuto imparare qualcosa di utile a riguardo. Ecco a lei, signore. Di certo il rotolo di banconote ben nascosto in una tasca interna gli aveva già insegnato quanto fosse importante trovarsi nel posto giusto e nel momento giusto. O, ancora meglio, che a fare del bene ci si guadagna sempre.
     
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    Il rosso non poteva desiderare niente di meglio in quel momento. Insomma stava vincendo una bella somma di denaro, era attorniato dalla squadra nazionale di battonalandia, stava bevendo come uno squalo intento a non morire e aveva non solo trovato il suo talismano magico della serata, ma anche un servo a pagamento che in cambio di pochi spicci si era dimostrato servizievole nel esaudire ogni suo desiderio -WAAAAH!!!.. SONO IN PARADISO BABY!!!.. IN PARADISO!!!- e via altra puntata e altra corsa. Era quasi impossibile credere al fatto che il rosso per l’ennesima volta avesse beccato il colore vincente. Un discreto numero di persone si erano avvicinate a lui accerchiandolo mentre lo incitavano ad ogni puntata, come al solito il rosso stava dando spettacolo.


    -Forza talismano mio!.. bevi un po’ su su!!!- il Chikuma era brillo, ma non certo distrutto dall’alcool. Mentre sbraitava piantando ogni tanto la faccia su una delle sue nuove amiche incitava la giovane ragazza dai capelli rossi a ingurgitare il liquore appena arrivato. Che questa avesse accettato o meno faceva poca differenza al rosso che sembrava più concentrato a fare bordello che altro -FORZA GENTE!!! FATE IL TIFO PER IL FENOMENO!!!.. QUESTA SERA SBANCO IL BANCO E OFFRO DA BERE A TUTTI!!!- la parlantina del rosso era un po’ sbiascicata ma ancora comprensibile. Quando Shin giunse infine con il nettare degli dei il rosso esplose in un urlo di gioia mentre con le mani strapazzava la vipera che teneva in grembo. Senza esitare il rosso aveva preso il drink trangugiandolo -AMICO SEI IL MIGLIORE!!!- il sorriso del Chikuma lasciava trasparire tutta la sua stima verso quel ragazzo, che manco sapeva chi cazzo fosse -EHI VOI DUE!!!.. SI UNA.. E UNA DUE!!!.. RINGRAZIATE IL MO NUOVO MIGLIORE AMICO A DOVERE!!!- e quattro tette giganti finirono per collidere con la faccia del giovane e aitante Shin. Le obbedienti cortigiane a noleggio del Chikuma senza esitare si erano così lanciate su Shin abbracciandolo calorosamente mentre i loro seni prosperosi ingabbiavano la sua testa da ogni direzione.


    Mentre Shin si adoperava al suo dovere di uomo il rosso era tornato sulla ragazza che teneva tra le braccia -Ok talismano senza nome!.. fa tu la puntata questa volta.. e bada bene di vincere!!!- il rosso aveva dato alla ragazza un gruzzoletto di fisch da puntare dove più le aggradava. Una volta effettuato il lancio la pallina avrebbe cominciato a correre dentro la roulette fino a fermarsi esattamente doveva aveva puntato la vipera di Oto, una botta di culo di tali dimensioni non si era mai vista nella storia -SIIIIIIIIIIIIII!!!! VIENI QUA CHE TI STRAPAZZO UN PO’!!!- e polipohoshi entrò in azione come al suo solito.




    [...]




    Mentre le palpate si consumavano al tavolo della roulette nella stanza della sorveglianza del casinò una figura ben vestita indicava ad uno degli operatori di zoomare sul fortunato giocatore che stava sbancando alla roulette. Si trattava di un uomo sulla quarantina ben vestito e dalla pelata splendente -Mmh.. tu.. zooma su quel tavolo..- -..eh?!.. oh si subito Hiro sama..- lo schermo mostrava la precedente giocata avvenuta al tavolo. Tutto era stato registrato ovviamente, in quel luogo non vi era angolo o tavolo che non fosse stato messo sotto stretta sorveglianza. Lo schermo stava mostrando la giovane ragazza dai capelli rossi intenta a fare la sua puntata mentre la sfera sulla roulette girava freneticamente -Ecco.. passa alla telecamera fissa sulla roulette..- ora si poteva vedere il disco cominciare a diminuire la sua velocità fino quasi a fermarsi. La pallina metallica si stava avvicinando alla vittoria del rosso, ma non esattamente dove avrebbe garantito al Sunese una lauta vincita. La pallina ormai ferma sul numero perdente era scontata, quando qualcosa l’avrebbe fatta vibrare facendola cadere invece sul numero giusto. Hiro sarebbe rimasto a guardare la scena un paio di volte prima di accendere il microfono e contattare tutte le guardie in sala -Il rosso al tavolo della roulette.. sta usando qualche strano trucco per vincere.. probabilmente è in combutta con la rossa che sta sulle sue braccia e il ragazzo che gli ha portato da bere prima e ha cambiato le fisch.. prendete posizione.. sto arrivando..- un sorriso sinistro si era dipinto sul suo volto, quella sera sarebbe di sicuro stata più movimentata del previsto.

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    OT/ Voi pensavate di farla franca vero?! :sisi:
     
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    III - La paura supera la ragione



    Shin e Hebiko ormai si erano lanciati lo sguardo di sfida. Lui, da bravo eroe di turno, aveva deciso di tenerla d’occhio. Lei, rancorosa fino alla morte, lo aveva bersagliato come vittima “alla prima occasione disponibile”. Ancora non immaginavano che sarebbero finiti tutti e tre nei casini.
    Per sua fortuna, Shin non poteva ricevere troppe attenzioni dalla serpe, occupata a tenere a bada il jonin ubriaco. Le signorine che lo circondavano soddisfavano i suoi desideri sessuali a sufficienza da distrarlo a dovere per permettere alla kunoichi di fargli tenere le mani a posto. Peccato che fosse lei quella seduta in braccio a lui, e non c’era modo di evitargli la normale reazione maschile davanti a tutta quella provocante fauna femminile.

    Kami, datemi la forza, o pianto un casino.

    Se solo avessero potuto risponderle, avvisandola del disastro imminente.
    Le venne offerto dell’alcool dal rosso, un liquore abbastanza forte, che la ragazza annusò diffidente. Intenta a bloccarlo ogni qualvolta portava le mani dove non doveva, con un sospiro buttò giù un buon sorso, prendendo quella bevanda come un calmante che avrebbe dovuto aiutarla a non impazzire in quella situazione. Sforzando un sorriso, che ai più sani di mente sarebbe apparso come un ringhio allegro, alzò il bicchiere brindando con il sunese, commentando con tono di voce più innocente che poteva:

    Sììì, brindiamo alla vittoria! Beviamoci su!

    E via, a farlo tracannare più che poteva. Ma lui ancora non sospettava nulla, tanto che chiese alla giovane di fare una puntata lei stessa.

    Uhn… Ti ho detto che mi chiamo Hebiko. In realtà non ho mai giocato…

    Pareva quasi imbarazzata da quella richiesta, ma con tutti gli occhi che si ritrovava addosso non poteva certamente rifiutare. Rossa come un peperone, posò un paio di gettoni sulla roulette, un numero a caso, facendosi coinvolgere per un momento dal gioco. Osservò la pallina, che per un momento sembrò finire sul numero sbagliato, quando il fato (o forse qualche trucchetto più subdolo) decise di far finire la pallina sulla puntata giusta, facendo esplodere il pubblico per l’ennesima vittoria. Presa dall’euforia del momento, Vipera stessa alzò le braccia al cielo, gridando per la vittoria, e prontamente il rosso ne approfittò per palparla avidamente, seppur trovando poca roba con cui divertirsi. Istintivamente, Hebiko si voltò di scatto, mordendogli il collo con violenza.

    ...Merda.

    L’istante che seguì il morso la parola “jonin” le rimbombò nella mente come un tuono, e di colpo si staccò, ridacchiando impaurita.

    EHE! OPS! B-bacino violento! Sai, l’euforia della vittoria, eheh… F-fai un’altra puntata, su!

    E a causa di quell’incidente, la kunoichi tornò in allerta, fissando prima il jonin con aria preoccupata e subito dopo i dintorni. Il suo neo rivale, Shin, sembrava piuttosto “occupato” in quel momento, circondato da due delle signore prosperose che fino a poco prima si occupavano di Hoshi. Guardandosi poi attorno, notò che due delle guardie avevano gli occhi puntati su quel tavolo.

    Oddio. Oddio. Cos’ho fatto. Mi avranno vista? Pensano che voglio scatenare una rissa? ...Anche quello ci sta fissando… Ehi. Ma che diavolo sta succedendo?

    Uno di loro fece un passo troppo svelto verso il tavolo. Vipera lo colse come un allarme: iniziò a scuotere Hoshi, prendendo più fisch che poteva, infilandosele nella tasca dove teneva il suo equipaggiamento, ed infilando le altre nelle capienti tasche del jonin, lo avrebbe ripulito più tardi.

    Hoshi, direi che qui abbiamo finito, mh? Dobbiamo… Conosco un buon posto dove finire la serata, sì! Ma chiuderà in fretta, quindi muoviti, la serata al casinò è finita.

    Avrebbe voluto trascinarlo con sé, puntando banalmente alla porta d’uscita. Il suo piano era quello di sparire nei vicoli, ma perché funzionasse avrebbe dovuto essere in grado di tirare il Jonin con sé senza fatica. Non aveva fatto i conti con la sua presa.
    Dopo il morso, Hoshi, fraintendendolo, strinse la presa facendo entrare Hebiko nel panico: la sua fobia delle costrizioni l’avrebbe distratta al punto da ignorare le guardie che si avvicinavano inesorabili, concentrandola solo sul dover sfuggire a quella trappola a tutti i costi. Il suo respiro aumentò, ansioso, mentre lei si dimenava invana, cercando di scivolargli via.

    S-smettila! Non stringere!! Non mi sento a mio agio! L-lasciami il mio spazio!



    Inutile, del tutto inutile. Ubriaco com’era non avrebbe ascoltato una sola parola. Ignorando il pericolo ormai imminente, si voltò sull’ultima persona che avrebbe voluto aiutarla quella sera, Shin. Se il giovane ninja non si fosse lasciato distrarre dalle signorine, si sarebbe ritrovato addosso lo sguardo della Vipera, una silenziosa richiesta di aiuto. I suoi occhi lucidi forse avrebbero smosso il suo animo, convincendolo ad aiutarla e liberandola dalla sua fobia?
     
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    Dilemmi morali - Parte Terza
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    A quanto pare se la stava cavando piuttosto bene nel ruolo del servile attendente. Il presunto jonin sembrava averlo preso in simpatia dopo solo un paio di birre prontamente procurate dal foglioso. Tant'è che, per ricompensarlo, aveva ordinato a due delle procaci signorine che lo attorniavano di prendersi cura di Shin. Il giovane sgranò gli occhi vedendo avanzare le due maggiorate e prese a balbettare delle timide opposizioni, prontamente ignorate. N-no davvero, non c'è bisogn... Non lo lasciarono finire, tappandogli, quasi letteralmente, la bocca con i doni ricevuti da madre natura. Per la prima volta nella sua vita il genin associò la parola 'affogare' alla parola 'tette'. Cercò di liberarsi da quella stretta, almeno per respirare, ma la cosa gli riusciva difficoltosa in quanto tentava con scarso successo di non appoggiare le mani in luoghi sconvenienti. Con l'ultimo poco di fiato che gli era rimasto riuscì solamente a mormorare inascoltato A-ai-iuto... Ora, la sua educazione morale in linea di massima gli avrebbe imposto di fuggire da quella situazione per preservare la sua rettitudine e l'onore della famiglia. La parte razionale del suo cervello tuttavia si trovava a combattere contro l'interferenza di due forti istinti primordiali. Il primo, atavico, era l'istinto di sopravvivenza: pur di mettersi in salvo avrebbe di certo vinto ogni remora e toccato ovunque fosse necessario. Il secondo, legato all'età, era una sana curiosità per il corpo femminile. In fin dei conti, per i suoi diciassette anni e con nessuna esperienza in quel campo non si poteva certo pretendere che Shin fosse in grado di controllare alla perfezione gli impulsi dettati dagli ormoni. Il suo contegno e la sua professionalità stavano insomma venendo messi a dura prova.

    E alla fine cedette. Facendosi strada tra la morbida carne infilò le mani ai lati della testa per poi spingere verso l'esterno le quattro sorelle, allontanandole quel tanto che bastava per riemergere e ripredere fiato. Non aveva certo strizzato in modo inopportuno. Magari solo un po' chiuso le dita per fare meglio presa, ecco. Shin non lo aveva previsto, ma quel suo gesto se possibile fece ulteriormente precipitare la situazione. Incoraggiate dalla prima reazione attiva del ragazzo, le due cortigiane cambiarono posa. Una delle due, dalla folta chioma corvina, gli si posizionò alle spalle cingendogli il collo con le braccia affusolate e premendo il prosperoso petto contro la schiena del genin. La donna si avvicinò vicinissimo ad un'orecchio sussurrando maliziosa. Le piacerebbe un massaggio alle spalle, signorino? Nel frattempo l'altra, dai capelli rosso fiamma, si era posizionata sull'altro lato del viso rincarando la dose prima di stampargli un bacio a stampo sulla guancia Gli amici di Hoshi-sama sono anche amici nostri, non essere timido! La testa del ragazzo si era fatta stranemente leggera. Che la causa fosse la piacevole sensazione della pelle diafana sul suo collo, la pressione sensuale dei seni dietro di lui, il profumo dolce ed intenso che si levava dai loro corpi, il caldo respiro sul suo orecchio, le labbra umide sul suo viso o la voce suadente delle due era indifferente, probabilmente ognuna di queste cose contribuiva a far vacillare la sua forza di volontà. I suoi pensieri iniziavano a farsi sconnessi ed aveva difficoltà ad articolare frasi di senso compiuto. Beh, ma in fondo che male c'è... In quel frangente non era più uno shinobi, solo un ragazzino indifeso. Che gli servisse da lezione: le donne potevano essere davvero terribili.

    Per sua fortuna, prima di cedere del tutto, il suo sguardo incrociò quello di Hebiko. Fu la salvezza della sua anima. La piccola ladruncola in braccio al Chikuma stava venendo aggredita sessualmente dall'uomo. Era infatti chiaro che non desiderasse né tanto meno apprezzasse le attenzioni rivolte al suo corpo, anzi sembrava sull'orlo di una crisi di pianto isterica. Shin, per la prima volta nella serata, si sentì in colpa nei suoi confronti. Sì, era pur sempre una poco di buono, ma si meritava davvero quella punizione? A parere del ragazzo in quel caso la pena era decisamente sproporzionata rispetto alla colpa. Se si fosse fatto gli affari suoi poco prima ora probabilmente il rosso si sarebbe ritrovato con un portafogli vuoto, non che ne avesse bisogno a giudicare dalla montagna di fisches sul tavolo, ma almeno la poveretta non sarebbe stata oggetto della sua lascivia. Una nuova lezione per il genin: imparare a non farsi invischiare in cose che non lo riguardavano perché, anche agendo per il meglio, non si può mai sapere a cosa avrebbero portato i propri atti. Ma ora non poteva semplicemente stare a guardare, doveva inventarsi qualcosa per toglierla dai guai, e alla svelta prima che le svenisse davanti agli occhi per il panico. Dopo qualche secondo in cui, finalmente, aveva ritrovato la concentrazione riuscendo ad eludere la malia femminile, aveva elaborato un piano. Avrebbe agito con l'astuzia, non potendo contare sulla forza per sconfiggere un fantomatico jonin. Mi dispiace ragazze, non abbiatemene a male Con tutta la sicurezza e sfrontatezza di cui era capace si rivolse alle due accompagnatrici che lo circondavano. A quanto pare quella ragazzetta tette è più furba di voi e vi sta rubando il cliente. fece un cenno col capo indicando Hebiko Tra un po' vi manderà tutte a casa senza darvi un soldo, credetemi lo conosco bene. Non era assolutamente vero, ma a giudicare dal fare fraterno con cui il Chikuma lo trattava le due ci sarebbero probabilmente cascate. Vedendole rivolgersi l'un l'altra sguardi pensierosi decise di affondare il colpo. Certo, se voi gli faceste capire che valete più di lei... Magari con la vostra raffinata arte, che quella spocchiosa non potrebbe padroneggiare neanche con trent'anni di esperienza... Shin non scese troppo nei particolari. Non aveva abbastanza fantasia per immaginare come le due si sarebbero reimpossessate della scena. Non a caso aveva scelto una parola ambigua come arte, che ognuno poteva riempire con il significato che più gli aggrada. Le due donne, scambiandosi uno sgardo d'intesa, abbandonarono Shin come si butta via un giocattolo di cui ci si è stufati, dirigendosi verso il tavolo da gioco con movenze feline. Un po' ci rimase male, ma per lo meno ora era libero e poteva svignarsela. Non prima, però, di essersi assicurato che anche la ragazza potesse fuggire dalle grinfie del suo aguzzino. La cortigiana con i capelli corvini, che poco prima aveva parlato con voce tanto dolce al suo orecchio, prese senza tanti complimenti il braccio della poveretta gettandola a terra. Brutta troietta, non ci provare sai? Siamo arrivate prima noi! non c'era più traccia di sensualità o delicatezza nel tono che stava usando ora. Contemporanemente la rossa, con un'acrobazia degna di una ginnasta, si gettò a capofitto tra le braccia del sunese nel posto presumibilmente lasciato libero dalla ragazza. Non perdendo neanche un istante avrebbe allargato ulteriormente l'apertura sul petto del suo kimono mettendo in mostra una porzione ancora maggiore di carne. Afferrando una mano dell'uomo l'avrebbe infilata senza esitazione sotto il tessuto. Tornando a recitare la gattina spinse il suo corpo contro quello del probabilmente sopreso ninja Non mi dica che le piacciono quelle piatte...Queste sono gli unici portafortuna di cui ha bisogno potente Hoshi-sama...

    Shin era impietrito. Ok, aveva funzionato, ma se il tipo era veramente chi affermava di essere la situazione poteva esplodere da un momento all'altro. Lentamente iniziò ad arretrare. Purtroppo per lui nella confusione non aveva ancora notato che l'attenzione della sicurazza del locale era puntata su di loro ormai da un po' e che le guardie si stavano avvicinando da ogni lato. Con lo sguardo cercò Hebiko, assicurandosi stesse bene. Ora siamo pari!
     
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    A cosa serviva essere l’ottavo capo del clan Chikuma? Beh a vincere facile alla roulette ovviamente. Manipolare l’aria attorno ad una sferetta piccola come quella della roulette poteva sembrare un’impresa impossibile per chiunque ma non certo per un ninja dotato come Hoshi. Lo stronzo infatti sfruttando i suoi peculiari poteri non doveva fare altro che gestire la pallina spingendola o bloccandola quando necessario, niente di più facile, nessuno si era accorto dell’inganno tranne una persona, la più pericolosa presente li dentro.


    Il morso violente di Hebiko bloccò il Chikuma per qualche istante mentre sentiva i denti di lei penetrare le carni, non aveva provato dolore più di tanto, ma puro e violento piacere -Ohi!.. aaah.. ma allora sei una tipetta tutto pepe?!..- lo sguardo del rosso non presagiva nulla di buono mentre stringeva a se la ragazza per impedirgli di scampare. Se Hebiko poteva essere definita la Vipera di Oto allora Hoshi poteva benissimo essere identificato come il Kraken di Suna, una bestia mitologica dotata di tentacoli terrificanti capace di tenere qualsiasi cosa stretta a se. Più si dimenava più lui stringeva senza mai far male ovviamente -Daiii bellezza.. ora però mi devi il bacetto della vittoria!!!..- le labbra polipose del rosso si stavano avvicinando pericolosamente a quelle della Vipera quando una valanga di tette lo sommerse portandolo in paradiso -BOFUARGH!!!- si vide del sangue mentre cadeva, ma non sangue fuoriuscito da una ferita, bensì dal naso.


    Hebiko era libera mentre le cortigiane avevano sommerso il rosso accerchiandolo, ora poteva scappare libera e felice anche se non sarebbe stato così semplice per le e tanto meno per il giovane foglioso. Mentre il rosso attirava tutta l’attenzione dei presenti su di se le guardie del casinò avevano fatto la loro mossa dirigendosi rapide verso il tavolo da gioco. Hebiko e Shin se ne sarebbero accorti senza difficoltà dato che quelle persone erano le uniche che sembravano non badare minimamente al rosso a terra dimenarsi come un anguilla. Riconoscerli tra la folla non sarebbe stato affatto difficile, tutti erano vestiti allo stesso modo, con giacca e cravatta ed un paio di occhiali neri con tanto di auricolare, il classico dress code di chi occupava quella carica lavorativa. Hiro dalla sala comandi li stava direzionando verso di loro, se volevano togliersi da li dovevano farlo alla svelta o per loro sarebbero stati guai grossi.


    Guardandosi attorno entrambi avrebbero visto almeno otto persone puntare verso di loro facendosi largo tra la folla che intanto si era addensata li. Sembrava che li avessero accerchiati completamente anche se una via era stata lasciata libera, più per caso che per altro. Osservando la posizione degli otto i due si sarebbero accorti che nessuno in quel momento stava puntando o bloccando la strada verso il bagno, scappando in qualsiasi altra direzione sarebbero quasi sicuramente stati intercettati e a quel punti scampare sarebbe diventato dannatamente difficile, anche se non sembrava quei tizi erano tutti ex ninja o comunque persone ben allenate, Shin ed Hebiko avrebbero anche potuto tentare e darsi alla fuga ma chi avrebbe spiegato poi la loro fuga alla giurisdizione Accademica. Essere marchiati a nukenin per una storia come quella ne valeva davvero la pena?


    Se i due avessero puntato al bagno sarebbero sicuramente arrivati nel medesimo istante senza trovare niente ad ostacolarli. L’unico bagno accessibile sarebbe stato quelle delle donne, da quello degli uomini non solo proveniva un olezzo incredibile, ma anche strani rumori macabri si stavano diffondendo come un cancro nell’aria, ovattati solo dalla porta che separava una delle tazze dal resto del mondo. Nel bagno delle donne i due non avrebbero trovato nessuno, stranamente nessuna donna aveva bisogno di utilizzarlo, evento quanto mai raro. Il bagno era composto da una semplice anti camera con lavelli e specchi e tre porte che portavano ad altrettante tazze. Non vi erano finestre o pertugi dove poter scappare, l’unica via sembrava essere una grata del condotto di aereazione e un tombino abbastanza grandi da poter far passare una persona per volta. Ovviamente sarebbe stato impossibile dire dove le due strade portavano. I due potevano restare li come topi in trappola e affrontare il loro destino o cercare di darsela a gambe, in fin dei conti nessuno sapeva minimamente chi fossero e andarsene li avrebbe salvati da qualsiasi accusa. Altro particolare inoltre sarebbe stata la sacca piena di fisch che Hebiko aveva legata alla cinta e che solo ora si sarebbe accorta di avere addosso, come avrebbe fatto a spiegare il furto alle guardie della sicurezza? Avevano pochissimo tempo per decidere ed entrare in azione, le guardie una volta raggiunta la postazione di gioco sarebbero subito andate a cercare dentro al bagno, l’unica via che avevano lasciato scoperta.




    [...]




    Eh Hoshi? Beh Hoshi era ancora a terra sommerso dalle cortigiane quando gli otto agenti della sicurezza giunsero al tavolo. Impossibile dire se il rosso fosse ancora vivo sotto a tutti quei chili di tette. Quando giunsero a portata le guardie si sarebbero avventate sulle donne spostandole di peso -Avanti signorine.. alzatevi..- prima una e poi un’altra e poi altre due -Ma cosa?!..- ma di Hoshikuzu Chikuma non vi era traccia. Anche le cortigiane sembravano parecchio confuse mentre si guardavano attorno senza capire dove fosse finito il ninja della sabbia. Tutte erano certe di aver preso come minimo una decina di palpate a testa prima di rialzarsi -Hiro-sama.. lo abbiamo perso.. il ragazzo dai capelli rossi e i suoi complici..- la mano all’auricolare aveva passato il messaggio alla sala controllo -Tsk!.. quel farabutto.. cercate ovunque non può essere uscito dal casinò.. ho fatto bloccare ogni uscita e passaggio dell’edificio.. uscire è praticamente impossibile..- il pelato non sembrava preoccupato anche se l’espressione scocciata sul suo volto non presagiva nulla di buono. Mentre passava da una telecamera all’altra dando ordini ai suoi una vena pulsante era apparsa sulla sua tempia -Non costringermi a venire a stanarti di persona.. Hoshikuzu.. Chikuma..- sembrava conoscerlo bene il baldo guardiano dalla pelata lucente.

    OT/ Into the Shit!!! :riot:
     
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    Confusione
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    Alzando gli occhi, Shin si rese finalmente conto delle attenzioni indesiderate che il rosso e la ragazzina avevano attratto su di loro. Non ci mise molto a capire che se la sarebbero presa anche con lui naturalmente, per quanto potesse in tutta coscienza ritenersi innocente. Tsk, merda... Non vedeva vie di fuga percorribili, tranne la strada verso il bagno. La loro rete tuttavia non si era ancora chiusa, se agiva subito poteva sperare di cavarsela. Restava solo una piccola complicazione. Fissò negli occhi Hebiko che si stava rialzando dolorante. Probabilmente da lì a poco si sarebbe resa conto della situazione, se non lo avesse già notato in precedenza. Certo, poteva scappare lasciandola lì, ma poi si sarebbe sentito in colpa tutta la vita conoscendosi. Si mordicchiò nervosamente il labbro. Era solo una ladruncola, suggeriva la ragione; sì, ma non ha fatto nulla di così grave in fin dei conti, replicò il suo buon cuore. Si mise le mani tra i capelli spettinandoli ulteriormente. Dannazione a me e alla mia bontà! Tornando serio si avvicinò alla ragazza a rapidi passi. Il tempo si stava esaurendo, i nemici erano vicini. Aveva un piano in mente, con discrete possibilità di successo, ma doveva appurare un paio di particolari. Le si rivolse sottovoce, cercando di essere conciso. Dimmi che sai usare la Henge no Jutsu ti prego. Rassicurato dalla pur perplessa complice, perché di fatto fuggire insieme li rendeva complici, proseguì. Appena si sparge il fumo prendi l'aspetto di un civile innocente, possibilmente che non si trovi qui, e fidati, ok? Sapeva di starle chiedendo tantissimo, fino a pochi secondi prima i due non avevano fatto altro che scambiarsi segni di sfida e, nonostante Shin ora si considerasse in pari, non poteva giurare che per la giovane fosse lo stesso. Sperando avesse capito ed obbedisse ciecamente, senza lasciarle il tempo di ribattere estrasse un fumogeno dalla sacca, tolse la spoletta e lo lasciò cadere al suolo. Nei pochi istanti che il fumo impiegò a diffondersi successero diverse cose.
    Per iniziare, una cameriera che passava lì vicino lanciò un urlo lasciando cadere il vassoio che reggeva. I bicchieri si infransero fragorosamente al suolo spandendo il loro contenuto sulla moquette del casinò e spargendo vetri accuminati su una vasta area. Poco alla volta i clienti e le ruffiane sparse per la sala si lasciarono prendere dal panico. Voci terrorizzate ed indistinte si levavano chiedendo aiuto, o gridando al fuoco. In meno di un minuto si creò un fuggi fuggi in direzione delle uscite di emergenza poste ai vari angoli del locale, ma le trovarono sbarrate. I più robusti iniziarono a prenderle a spallate, nel vano tentativo di sfondare le robuste porte tagliafuoco, i meno determinati si misero a battere i pugni disperati invocando di salvarli. La sicurezza avrebbe avuto il suo bel da fare per tranquillizzarli, non c'erano dubbi. Alcune persone, soccombendo alla folla, furono spinte a terra e calpestate nella calca riportando fortunatamente ferite leggere. In ogni caso di certo una pessima pubblicità per il locale.
    I due ragazzi invece avevano altro a cui pensare. Shin sapeva che in un ambiente chiuso come quello il fumo sarebbe durato ancora a lungo, a meno che qualcuno nella sala comandi non avesse pensato di attivare le ventole in modalità aspirazione. In ogni caso non sarebbero stati lì ad aspettare il loro destino. Componendo la posizione magica richiesta il giovane mutò il suo aspetto in quello di un signorotto locale che soleva rifornirsi di merce all'emporio di famiglia. Individuando Hebiko a fatica, nonostante fosse ad un passo da lui, le passò un braccio dietro le ginocchia ed uno dietro le spalle sollevandola. Ignorando eventuali proteste si concentrò. Si era allenato a lungo per migliorare la sua tecnica, ma non aveva mai provato a trasportare una persona. Forse non era il momento giusto per fare esperimenti, ma l'unica alternativa era abbandonare la ragazza, opzione che si rifiutava di contemplare. Scattò attraverso lo spazio vuoto tra due guardie con un movimento impercettibile. I suoi movimenti erano diverse volte più rapidi del normale grazie all'allenamento e all'uso sapiente del chakra. Dopo pochi passi, della durata di un battito di ciglia, fece un piccolo salto sopra ad un tavolo da gioco per evitare un gruppo di persone che faceva da tappo, e proseguì in quel modo fino a ritrovarsi nel mezzo della sala, dove infine riatterrò. Era soddisfatto, non a caso aveva fatto della velocità il suo fiore ad occhiello. Dopo pochi altri passi accelerati si fermò, ricominciando a camminare normalmente. Evidentemente quello era il suo limite. Poggiò delicatamente i piedi di Hebiko al suolo. La ragazza probabilmente non avrebbe capito cos'era successo. L'intera azione era durata non più di un paio di secondi. Rifiatando, le parlò piano. Ora mostrati spaventata come gli altri, ma non esagerare. Intanto mi invento qualcosa. Iniziò a guardarsi intorno, finché non vide la persona che stava cercando. Calmo e professionale, Kei Nara stava rassicurando il loro cliente che presto si sarebbe risolto tutto. Sovrappensiero, afferò la mano della giovane trascinandola verso il collega. Gli si affiancò, facendo vista di prestare attenzione a qualcos'altro nella sala, e gli sussurrò la parola in codice scelta all'inizio della missione. Lo avevano fatto quasi per scherzo, solo per rispettare tutti i protocolli, ma alla fine era inaspettatamente tornato utile. Kei si irrigidì, restando in attesa del messaggio senza voltarsi per osservarlo. Dobbiamo forzare il blocco, pensi di riuscire a contattare una squadra di supporto per l'estrazione. Quelli sorrise, replicando sottovoce. E così ci sei te in mezzo a tutto sto casino? Lascia fare a me. Shin annuì mormorando un ringraziamento e si allontanò, sempre trascinandosi dietro Hebiko, in modo che non associassero lo shinobi a lui, non prima che avesse potuto inviare la loro disperata richiesta di aiuto almeno. Solo dopo un paio di metri, mentre fingeva di interessarsi ad un'uscita di sicurezza affollata di gente, si rese conto di stringere ancora la mano della ragazza. Appena l'informazione raggiunse il cervello la scostò in malo modo, chiedendosi che cosa mai gli fosse saltato in testa. Solo i Kami potevano sapere come avrebbe invece reagito lei a quel bizzarro salvataggio.
     
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    Panico

    IV - Topi in trappola



    Presa da un attacco d’ansia, Vipera cercava di dimenarsi come riusciva sa quella presa, cercando di arrivare a prendere un kunai. Era pronta a vomitargli acido negli occhi, quando una delle prostitute utilizzò le sue “grazie” per distrarre Hoshi e strattonare via la rossa con violenza, facendola cadere a terra. Per qualche secondo riprese fiato, non perché la stretta fosse davvero asfissiante, ma somatizzava quella sensazione in vero e proprio dolore fisico.
    Liberata dallo stato di shock, ebbe appena il tempo di ricordarsi del pericolo di cui si era accorta in precedenza, trovandosi la faccia del suo neo-rivale davanti al naso, un complice decisamente inaspettato. Non c’era tempo per pensare se stava cercando di incastrarla o se volesse aiutarla, dal suo sguardo intuì che fosse spaventato dalle guardie tanto quanto lei, perciò scelse di fidarsi, non avendo piani migliori se non attendere l’inevitabile. Fece un cenno d’assenso con la testa, guardando una per una le guardie che si avvicinavano inevitabili.

    Qualsiasi sia il tuo piano sarà meglio che non stia cercando di fregar-

    Una nube di fumo si espanse per il casinò, creando scompiglio generale. Obbedendo, la kunoichi si trasformò
    Tecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo:Basso )
    in una delle cameriere, decisa a mischiarsi nella folla, ma Shin aveva un’idea diversa: Hebiko sentì le sue mani addosso, sentendosi alzare per venire trasportata, sperava, accanto ad un uscita.
    Invece dopo pochi secondi si ritrovò in mezzo alla sala.
    Confusa, si guardò attorno, meditando tra sé. Magari quella era un’idea del foglioso per confondere le guardie, che li avrebbero cercati accanto alle uscite di sicurezza o eventuali vie di fuga, che in mezzo alla sala, psicologia inversa insomma. Le diede qualche consiglio, prima di prenderla per mano e stringerla in un’altra morsa.

    Non di nuovo!!

    Presa dal panico, all’inizio non ebbe nemmeno la forza di reagire. Bofonchiò qualcosa di impercettibile in mezzo a quella confusione, mentre Shin dava ordini al suo compare, allentando appena la presa. Ma poi, un cambio di direzione, ed uno strattone. E l’ansia divenne rabbia. Diede un forte strattone, liberandosi dalla morsa del ragazzo, ringhiandogli contro dimenticandosi completamente dell’ambiente circostante.

    Non mi toccare!! Pezzente!

    Un bel ringraziamento per l’unica persona che lì dentro la stava aiutando. Ma come giustificarli? Lui non conosceva la sua fobia, e lei non era in grado di controllarla. Il ragazzo avrebbe potuto notare come lei si strofinava nervosamente il polso, ansimando vistosamente. Resasi poi conto di essere in mezzo alla stanza, lontana da una qualsivoglia uscita, il panico la assalì per una seconda volta. E quella volta era davvero in trappola.

    V-voglio uscire. Adesso. M-mi manca l’aria.

    Arrivando ad avere quasi un attacco d’asma, indietreggiò appena, faticando persino a parlare.

    Ho biso...gno. Adesso. Nh…on...

    I suoi occhi, sgranati, saettavano a destra e a sinistra, consapevole che presto o tardi li avrebbero riconosciuti, cosa che la faceva sentire ancor più in trappola di quanto già non fosse. Disperata, decise di tentare il tutto per tutto, e fece l’unica cosa che le venne in mente per un disperato tentativo di crearsi una via d’uscita. Le porte erano sbarrate? Si sarebbe creata lei stessa una via di fuga. Gonfiando le guance, sputò un’ingente quantità di acido
    Saliva Acida - Suppai Tsuba
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Uccello, Cavallo, Serpente (3)
    L'utilizzatore può espellere un getto acido. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. Il liquido viscoso e corrosivo ha una gittata massima di 12 metri e causa un danno di potenza 10 e può causare una Bruciatura (DnT Leggera).
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso )
    [Da studente in su]
    verso la parete, a circa sei metri di distanza da loro, inondando chiunque fosse sulla strada e sperando che l’acido fosse forte a sufficienza da sciogliere la parete e creare un buco d’uscita.
    Se così non fosse stato, sarebbe scattata verso la parete indebolita dall’acido, e con un poderoso calcio avrebbe tentato di danneggiarla ulteriormente per distruggerla. Qualora ci fosse riuscita, sarebbe corsa fuori, voltandosi un istante prima di scappare per fissare Shin. Una semplice occhiata, frettolosa, un pensiero rivolto al ragazzo che l’aveva aiutata a scappare. E poi sarebbe iniziata la sua fuga.


    Chakra: 27/30
    Slot tecnica base: Tecnica della trasformazione
    Slot tecnica avanzata: Saliva acida

    Non ho scritto gli slot azione poichè non siamo effettivamente in combattimento, in caso modifico e li aggiungo


    Edited by Waket - 23/6/2016, 19:11
     
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    Era difficile dire se quella strana coppia fosse l’amalgama di un prodotto geniale o una coppia spaiata di idioti. Di sicuro una cosa era certa, i due avevano fegato, abbastanza fegato da creare il caos ed il panico in luogo pubblico e poi di danneggiare un edificio di fatto gestito da un villaggio ninja. Shin ed Hebiko erano riusciti con il loro stratagemma a mettersi in qualche modo in salvo, il fumogeno unito al movimento accelerato poi seguito da una attenta trasformazione era bastato per mandare in pappa le guardie del casinò, ma non certo Hiro. Ovviamente i due non potevano sapere che l’uomo che li stava osservando in realtà era un tempo un ex ninja sensitivo e proprio per questo motivo era riuscito a trovare facilmente quel lavoro, ma questi sono solo dettagli di una storia che deve ancora finire.


    L’acido di Hebiko unito al suo portentoso colpo era riuscito a sfondare la parete del casinò dando modo ai due di scappare. Di fronte a loro la foresta si apriva a perdita d’occhio lungo mille sentieri solitamente battuti dalle coppiette innamorate. La luce del sole ormai aveva lasciato spazio alla notte e solo le luci artificiali nei paraggi davano modo di vedere i dettagli ambientali con solerzia. Mentre correvano i due avrebbero avuto diverse opzioni, potevano scappare attraverso il bosco, oppure tentare di nascondersi li nei dintorni oppure boh volare se ne fossero stati in grado, di certo non avrebbero avuto comunque vita facile. Dietro di loro almeno una decina di guardie si era lanciata all’inseguimento per cercare di bloccare i due ladri. Era straordinario come tutto si fosse rivoltato contro di loro in meno di un secondo.


    Anche Hiro si era dato alla caccia mentre concentrava le sue percezioni per indirizzare i suoi uomini verso i due fuggitivi. A meno di un miracolo ben presto Shin ed Hebiko sarebbero caduti in trappola. Se anche i due avessero deciso di dividersi poco dopo la fuga un evento quanto mai inaspettato glielo avrebbe impedito. Dietro di loro infatti una strana presenza sarebbe apparsa senza alcun preavviso, una figura strana che al buio avrebbe preso forma solo dopo che questo accese una fiamma tra le mani -Yo!- la mano destra alta in segno di saluto mentre la folta capigliatura rossa ondeggiava sospinta dal vento.


    Era Hoshikuzu CHikuma che li seguiva senza muovere le gambe. In effetti il Chikuma non stava correndo bensì stava volando sopra a quella che sembrava una nuvola di vento o qualcosa del genere -Le avete prese giusto?!..- avrebbe atteso una risposta dai due prima di cambiare espressione corrugando la fronte indispettito -..le fisch!.. le avete prese vero?!!..- il rosso avrebbe continuato a seguirli aspettando una risposta. Di sicuro ai due avrebbe fatto piacere sapere che la stessa persona che li aveva lanciati in quell’inferno era tornata per salutarli in primis e per riscattare le fisch che ovviamente sperava i due avessero recuperato.


    -Aspettate non ditemi che siete scappati!.. senza prendere le fisch?!!..- il rosso non poteva crederci. Era palese che tutta quella messa in scena era stata preparata a tavolino. Il rosso aveva preparato fin dal primo istante la sua fuga, non aveva fatto altro che vincere per tutta la serata imbrogliando solo per attirare l’attenzione dei presenti e trovare due polli da rendere inconsapevoli complici. Peccato che questi non fossero stati abbastanza svegli da capirlo -WAAAAH!!!.. tutta quella fatica per restare con un pugno di mosche!..- il Chikuma si era spanciato sulla nuvola mentre continuava a seguirli come se niente fosse -Ok ok possiamo rimediare!!!- accelerando la sua velocità le mani del rosso avrebbero agguantato i due per il coppino sollevandoli da terra di forza ma senza creare loro alcun danno. Il movimento sarebbe stato semplicemente troppo rapido per chiunque di loro e ribellarsi avrebbe solo provocato una brutta caduta [Presa][Forza: Nera][Vi acciuffo come dei gattini! Che pucchosi che siete :3].


    I due senza nemmeno accorgersene si sarebbero ritrovati dopo qualche istante a non meno di un centinaio di metri sopra la foresta. Da li la luna piena illuminava tutto rendendo quella nottata magica -Waaah!.. non è magnifico?!- il trio stava semplicemente volando ad una velocità folle, tanto da rendere difficile tenere solo gli occhi aperti [Nuvola di Vento][Tecnica Avanzata][Velocità: Nera+4]

    Nuvola di Vento
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può creare un costrutto di Vento di dimensioni massime pari a 3 Unità, quintuplicandone le dimensioni. Il costrutto perde qualsiasi capacità offensiva, potrà essere manipolato senza spesa di chakra purché a contatto con l'utilizzatore.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto )
    [Richiede Manipolazione del Vento I]

    [Da genin in su]
    .


    In men che non si dica i tre sarebbero atterrati di nuovo, sul tetto del casinò, ma pensa te! Il rosso li avrebbe appoggiati sul tetto piano della struttura restando sopra di loro sulla nuvola -Sentite a me non piace lasciare le cose a metà.. quindi ora scendete giù.. entrate di nuovo li dentro e prendete le fisch che ho dimenticato prima di darmi alla fuga per colpa vostra!..- il rosso stava sorridendo. Si sarebbe grattato la pancia con fare svogliata prima di dare loro il via con l’altra mano -Su su che aspettate.. poi vi offro la cena promesso!..- la mano sulla pancia era salita al cuore. Chissà come avrebbero reagito i due.

    OT/ VVB :sisi:
     
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    Tra due fuochi
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    Non che si aspettasse riconoscenza, né tanto meno ringraziamenti, ma la reazione di Hebiko lasciò comunque Shin amareggiato. Sbaglio o mi ha chiamato pezzente? Forse avrebbe dovuto scusarsi lui per averla trascinata in giro per la stanza senza chiedere il suo parere, ma decise per una volta di mordersi la lingua e stare zitto. Mentre si guardava intorno, cercando al contempo di adeguarsi alle reazioni della folla e di studiare la posizione delle guardie, si voltò nuovamente nella direzione dove aveva abbandonato la ragazza. Alzò un sopracciglio, perplesso per la reazione che stava avendo alla situazione in cui erano finiti. Sembrava che fosse sul punto di collassare, tant'è che il genin sospettò soffrisse di una qualche forma di claustrofobia. Quando si avvicinò per rassicurarla, tuttavia, si rese conto che tale termine era un pallido eufemismo per descrivere la sua disperazione. Ehi calmati, tra poco saranno costretti ad aprire le porte e noi potremmo... sgranò gli occhi davanti al getto di acido, seguito dal violento accanirsi di calci contro la parete che finì col cedere ...uscire. Incredulo, Shin si battè il palmo della mano contro il viso producendo uno schiocco sordo. Sarebbe bastato resistere solamente un altro po', invece così avevano di nuovo l'attenzione di tutti puntata addosso. Grandioso, davvero un bel lavoro!


    Rimase un secondo indeciso sul da farsi, ma non ci mise molto a comprendere che non poteva rimanere lì dopo quanto era accaduto. Sospirando, si lanciò all'inseguimento della giovane, riutilizzando la sua mossa speciale per recuperare il ritardo accumulato. Con uno scatto impercettibile lasciò il casinò attraverso il varco aperto nel muro, finendo la sua corsa a pochi passi da Hebiko. Non sapeva bene se insultarla, facendole notare l'idiozia del suo gesto, se rassicurarla dicendo che l'avrebbe seguita finché non fossero stati al sicuro, oppure se minacciarla di consegnarla alle autorità per le sue malefatte. Nel dubbio, decise di stare zitto, limitandosi ad assumere un'espressione infastidita. Tsk. Dietro di loro Shin poteva percepire la presenza di un gran numero di guardie del casinò lanciate al loro inseguimento. Forse una decina, a giudicare dal rumore dei passi alle sue spalle. Maledizione, ed ora come ce ne liberiamo? Dubitava che se la sarebbe cavata professandosi semplicemente innocente, come in effetti era. Nella peggiore delle ipotesi avrebbero potuto torturarlo per estorcergli una confessione fasulla. Di certo, non sarebbe rimasto lì per scoprirlo. Stava faticando a tenere il passo della ragazza in mezzo al bosco, visto che correva decisamente più veloce di lui. Il sentiero era piuttosto oscuro, salvo sporadiche chiazze illuminate dalla tenue luce stellare che filtrava attraverso l'intrico dei rami. Ad un tratto furono spaventati da una voce che provenì inaspettata da un punto indistinto nel buio. Ripresosi dall'apprensione iniziale, che gli aveva fatto alzare la guardia pronto a ricevere un attacco, il genin si rese conto di conoscere quella voce. L'aveva udita a volume fin troppo alto per buona parte della serata, e se si trovavano lì in quel momento era di certo, senza mezzi termini, colpa sua. La luce che fece la sua comparsa nell'istante successivo dissipò ogni dubbio. Mentre accumulava una serie di domande ed improperi da rivolgere al sunese dentro la sua testa, quello trafelato iniziò a porre quesiti di cui il ninja, in tutta onesta, non colse il significato. Anzi. più insisteva, più Shin si domandava che diavolo volesse da lui. In realtà iniziava a sospettare di essere stato, in qualche modo, usato. Alla fine sbottò, senza riuscire a trattenersi oltre. Non so di cosa stia parlando e non lo voglio sapere, ora se permette me ne vad... La o si perse nel vuoto in quanto entrambi i ragazzi vennero sollevati come se fossero dei micetti dall'uomo seduto sulla nuvola. In effetti, sebbene non lo avesse notato in precedenza vista la scarsa illuminazione, il fantomatico jonin si librava a mezz'aria come se fosse la cosa più naturale del mondo. Una persona con i nervi meno saldi dei suoi si sarebbe fatta prendere dal panico, forse qualcuno avrebbe addirittura iniziato a piangere dallo spavento, quando alla completa mercé del rosso iniziarono a volare sopra gli alberi. Il foglioso si limitò ad incrociare le braccia rassegnato, fidandosi che finché avesse avuto bisogno di loro non li avrebbe lasciati cadere In che guaio sono finito? Quando atterrarono, tutto sommato delicatamente, sul tetto del casinò, Shin era sorpreso solo fino ad un certo punto. Di fatto stava venendo costretto a compiere un furto. Chi sa se, una volta catturati, gli avrebbero concesso le attenuanti. Incerto sul da farsi, guardò negli occhi Hebiko, cercandovi una risposta che non poteva trovare. Decise che avrebbe lasciato alla ragazza la decisione di come agire: lui si sarebbe limitato a seguirla per proteggerla. O per lo meno questa era migliore scusa che il suo cervello, duramente messo alla prova dal bizzarro susseguirsi di eventi, era riuscito ad elaborare.

    Nel frattempo, lontanto da occhi indiscreti, un nibbio stava viaggiando spedito verso il Villaggio della Foglia, più precisamente era diretto agli uffici dell'amministratore. Le ali dell'uccello si muovevano quel tanto che bastava per sfruttare al meglio le correnti ascensionali che lo stavano trasportando verso la meta. Gli occhi curiosi scrutavano il sottobosco, alla ricerca di pericoli. Vide un piccolo roditore correre tra l'erba alta, doveva aver percepito la sua presenza perché cambiò improvvisamente direzione per rifugiarsi in uno buco del terreno. Per sua fortuna il piccolo rapace lo ignorò: aveva un missione da compiere. Legata stretta alla zampa si trovava infatti una missiva telegrafica.

    Potenziale minaccia terroristica al casinò di Otafuku.
    Squadra Drago Verde sul posto.
    Si richiede l'intervento di una squadra di supporto.


    La squadra Drago Verde, formazione temporanea creata per quella specifica missione, era ovviamente formata da Shin Kinryu e Kei Nara. Il genin nel redigere la richiesta d'aiuto aveva calcato un po' la mano, ma conoscendo il modo di ragionare dei suoi superiori era certo che solo utilizzando toni drammatici si sarebbe avuta la loro attenzione. A quel punto non restava che aspettare che la macchina della giustizia della Foglia, ricevuto il messaggio, facesse la sua mossa.
     
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    Mission Impossible

    V - Complici forzati



    Ironicamente, il silenzio di Shin, rotto da un semplice sbuffo, fu ciò che convinse Vipera a ritenerlo un valido alleato provvisorio. Avrebbe risposto con un cenno della testa, disattivando la trasformazione e incitandolo a seguirla, mentre spariva nel bosco, seppur con decine di guardie alle calcagna. Si guardava attorno di continuo, pensando ad un modo per far perdere le proprie tracce, quando si rese conto del distacco tra lei e Shin. Era troppo veloce per i suoi standard.

    Non abbiamo tempo!!

    Tornando indietro, gli prese il polso, trascinandolo con sé, cercando di farlo andare più veloce. Era il suo brusco modo per dire “ce ne andremo da qui in due, non preoccuparti”. Ma tra Otesi e Konohaniani si faticava un po’ a capirsi.
    Dopo almeno mezz’ora di fuga, una figura scura apparve dietro di loro, seguendoli a velocità impressionante; la ragazza istintivamente si portò dietro Shin a mo di protezione, avendo compreso quanto fosse più debole, quando si accorse che l’uomo misterioso era proprio il rosso, che sembrava felicissimo di averli trovati.

    ...Fisch??

    Ne lei ne il rosso ricordavano al momento del sacchettino legato alla cinta della serpe. Certo, lei era giustificata, visto lo stato di shock, l’altro un po’ meno. Mostrando i denti, senza rallentare ulteriormente la sua velocità, soffiò contro il Chikuma, furiosa.

    Quindi hai imbrogliato!! E’ tutta colpa tua se ora siamo finiti in questo casino!! Io ti ammazzo!

    Forse non era saggio minacciare così apertamente un Jonin. Forse non era il caso ribellarsi di base, dato che con una semplicità quasi imbarazzante prese i due per la collottola, agitando Hebiko che, resasi conto dell’altezza a cui erano, si attaccò come riusciva al rosso, trattenendo a stento le grida.
    Il sollievo nel sentire nuovamente un terreno stabile sotto ai loro piedi durò ben poco, poiché in breve si rese conto di essere sul tetto del casinò dal quale erano appena fuggiti.

    ...Sei un ritardato o COSA?!

    Vipera sembrava sul punto di esplodere. Gli occhi sgranati, con quella sottile pupilla, fissavano il Chikuma, mentre un’aura di morte la circondava. Si sentiva usata, e il suo piano di fuga era appena stato vanificato per colpa di quello che credeva fosse un beota, che era invece riuscito ad incastrare lei e Shin. Ancora non si rendeva conto della quantità di danni che aveva causato al casinò, tantomeno che ci fosse una lettera che ormai aveva raggiunto l’amministrazione di Konoha.
    Portò le mani sulla testa, stringendo i denti. Incrociò lo sguardo con il konohaniano che, silenzioso, pareva stesse aspettando un suo ordine qualsiasi. Resasi conto che infuriarsi non l’avrebbe portata da nessuna parte, la ragazza prese fiato, girando in tondo sul tetto dell’edificio.

    ...Senti. Io… non credo che io e lui possiamo fare un lavoro migliore di quanto non riusciresti a fare tu da solo. Ci hai dimostrato di saper usare il vento, no? Bene. Usalo e prenditi tutte le fisch che ti pare. Che aspetti?? Pensi che mandare due ragazzini al suicidio sia più efficace?! So bene come funziona in questi postacci, se ti beccano a tentare di fregarli non chiameranno la sicurezza sbattendoti fuori, no. Ti chiudono in una stanza e ti pestano a sangue finché non ti passa la voglia di imbrogliare.

    Seriosa, fissò il rosso, come se avesse dimenticato di trovarsi davanti a qualcuno che poteva schiacciarla come una formica. Se il suo discorso non sarebe bastato per convincerlo, arresa avrebbe preteso un'unica cosa.

    Se vuoi quelle fisch, collaborerai anche tu. E voglio il quaranta per cento del ricavato.

    Una pretesa non da poco. Si sarebbe voltata verso Shin, seria.

    Tu? Quanto vuoi?

    No, non scherzava. Era sinceramente convinta che anche il ragazzino volesse la sua parte di bottino. Camminando intorno ai due, sembrava aver ritrovato la calma. Forse il fatto che volesse davvero quel bottino, forse il fatto che si ricordò di possedere un sacchettino con delle fisch ma di non volerlo condividere. Se dopo quell’avventura finiva a mani vuote si sarebbe infuriata a dir poco, aveva bisogno di una piccola certezza.

    Le guardie hanno perso parecchio tempo a seguirci, abbiamo un po' di tempo. Probabilmente qualcuna è rimasta, ma l’edificio dovrebbe essere stato evacquato. Perciò, Hoshizuku.

    Indicò il “pavimento” su cui erano poggiati.

    Facci un buco. Scendiamo, raccattiamo il possibile, e poi col tuo venticello ci riporti su. Una cosa rapida. Dentro. E fuori. Intesi?

    Non avrebbe fatto altro che attendere che il rosso creasse un buco per loro per farli entrare dal soffitto, dato che le uscite ed il buco creato da lei in precedenza erano circondati dalle persone uscite di corsa dal casinò.
     
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    Y Danone
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    ..Ma quanto parla?!..
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    E bla e bal e BLA!!! La rossa dalla lingua tagliente parlava e parlava senza quasi riprendere fiato. Il rosso ne aveva viste di ragazze tutto pepe, ma quella li le batteva tutte alla grande. Mentre se ne stava a gambe incrociate sulla nuvola di vento sbadigliava asciugandosi ogni tanto le lacrime con la nocca del dito indice. Lo sguardo del rosso si era posato più volte su quello del foglioso sospirando profondamente per cercare conforto, ma niente, quella parlava di continuo oh! Il rosso l’avrebbe lasciata finire prima di tornare su di lei aprendo la bocca in ultimo sbadiglio degno di un Boa WAAAAUH!!!.. hai finito?!..- sembrava quasi si fosse appena svegliato da un lungo sonno.


    Sciolta la tecnica di levitazione il rosso sarebbe tornato con i piedi a terra avvicinandosi poi ai due grattandosi la pancia sotto la maglietta -Ma dai.. credete davvero che un Jonin rispettato come me si metta a rubare al casinò.. ma che diavolo state dicendo?!..- il rosso non riusciva a credere alle sue orecchie, quei due davvero credevano di essere complici di un ladruncolo da quattro soldi -E’ ovvio che io mi trovi qui in missione zucconi.. quel che è successo è successo solo ed esclusivamente perché avevo bisogno di un diversivo per allontanare il maggior numero di guardie possibile..- il Chikuma aveva concluso con un ulteriore sbadiglio -Voi due non eravate previsti nel mio piano.. ma sembra che vi siate rivelati utili alla fine.. dovete sapere che mi ero accorto da un bel po’ di essere stato scoperto ad imbrogliare..- il rosso si era voltato dando le spalle ai due facendo spallucce -..purtroppo la situazione mi stava sfuggendo di mano quindi ho approfittato della vostra comparsa per risolvere la situazione nuovamente a mio vantaggio..- come se niente fosse il rosso si era voltato alzando il pollice della mano destra al cielo e mostrando uno splendido sorriso. Sembrava che vi fosse molto di più di quel che sembrava dietro a tutto quella stramba storia, e forse quello era il momento giusto di raccontare tutto ai due ninja.


    Dopo una lunga pausa durata una decina di minuti il rosso avrebbe cominciato a spiegare tutta la situazione -Allora vediamo un po’.. da dove potrei cominciare.. ah si.. dunque..- il rosso si stava concentrando -Qualche settimana fa l’Accademia mi ha contattato per investigare su una serie di strani furti avvenuti nella zona.. ho seguito diverse piste ma alla fine tutte mi hanno ricondotto qui.. in questo luogo..- il rosso si era spostato nuovamente sul tetto trovando un muretto dove potersi sedere -..voi forse vi chiedere cosa a che fare un casinò con una serie di furti.. beh ve lo dirò io.. riciclaggio di denaro!.. dopo diversi pedinamenti ho scoperto che il casinò viene gestito da una banda malavitosa che utilizza il casinò per riciclare il denaro ottenuto tramite i furti..- il rosso aveva preso dal taschino un pacchetto di sigarette e un accendino -..tutti i furti sono avvenuti in ville o case di proprietà di facoltose famiglie.. furti mirati e avvenuti senza alcuna effrazione o scasso.. come se i ladri fossero in grado di scomparire e riapparire nelle case per portare via il bottino..- il rosso avrebbe tirato una grande boccata di fumo prima di riprendere a parlare -..voi direte.. come fa un ladro ad entrare ed uscire da una casa senza sfondare una porta o una finestra.. beh la risposta è semplice.. Fisch speciali!- il Chikuma aveva preso dalla tasca una fisch come tante altre mostrandola ai due -..questa è una fisch che ho trovato al casinò dopo averla presa da un tizio che aveva appena giocato una ingente somma di denaro.. sembra normale.. ma se si è degli esperti dei fuuinjutsu come me.. allora le cose cambiano!..- il rosso avrebbe lanciato la fisch a Shin -..da un occhiata sul bordo della fisch!..- se lui ed Hebiko avessero guardato attentamente, molto attentamente allora si sarebbero accorti che lungo tutto il bordo del pezzetto di metallo erano incise moltissime scritte, le più incomprensibili se non dotati di particolari conoscenze ninja -..usano quelle.. ne sono sicuro.. individuano le loro prede osservandole ai tavoli da gioco e poi.. fanno in modo di far vincere loro queste fisch speciali.. un giocatore accanito non cambia mai tutte le sue fisch.. spesso se le porta a casa per giocarle in un'altra occasione e li la banda colpisce.. mettendo a segno il suo colpo..- il rosso aveva aspirato nuovamente il fumo della sigaretta per poi espirarlo in una densa nuvola di fumo.

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    Lo sguardo del Chikuma ora si era fatto serio e deciso, era ovvio che li le cose non erano affatto quelle che sembravano. Forse i due erano stati un po’ troppo precipitosi nel giudicarlo, forse Hoshikuzu Chikuma era davvero il grande ninja di cui tutti parlavano, anche se non dava quasi mai a vedere quel suo lato. Hebiko e Shin ora avrebbero capito di essere stati resi complici di qualcosa di ben più pericoloso ed importante di un semplice furterello. Quello che il Chikuma aveva chiesto loro era di supportarlo in quell’impresa -..purtroppo una fisch non è sufficiente per dichiarare apertamente guerra a questa banda di criminali.. tuttavia se noi fossimo in grado di trovare dove tengono queste fisch.. o dove vengono prodotte.. allora lo cose sarebbero diverse.. è l’Accademia a chiederlo.. siete co me Shinobi?!..- ai due non restava che decider se compiere il loro destino di ninja o se andarsene con la coda tra le gambe voltando le spalle al loro stesso onore e paese.


    OT/ Sempre a pensare male! :sisi:
     
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