Il casinò

Free Waket-Hoshi-Historia

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    Shin si guardò attorno circospetto. Con l'equipaggiamento al completo, la wakizashi al fianco ed il coprifronte di Konoha ben in vista sul capo era chiaramente lì in quanto shinobi, tuttavia sembrava fuori posto tra i tavoli affollati da una pletora di giocatori d'azzardo, accompagnatrici, dipendenti e semplici curiosi. Più di uno sguardo sospettoso gli era stato rivolto nell'arco di tempo che aveva passato lì dentro, contro la sua volontà per altro. Ma il lavoro è lavoro e non aveva certo potuto tirarsi indietro. Con lo sguardò inquadrò il responsabile della sua attuale condizione, un uomo di mezza età, con incipienti calvizie grigie, intento a rilanciare sul 15 rosso. L'elegante completo, il mozzicone di sigaro dall'aria costosa che teneva appoggiato alle labbra e il grosso orologio d'oro al polso lo identificavano come uomo d'affari di successo, il quale aveva fatto richiesta al Villaggio di una scorta dopo non meglio imprecisate minacce alla sua persona. Per quell'incarico, nonostante fosse stato classificato dal funzionario che l'aveva accolta come missione di livello D, aveva richiesto non uno, ma ben due genin, dicendo che lui di studentelli inesperti non si fidava. Quindi l'ufficio preposto a smistare gli incarichi tra i ninja del paese aveva pensato bene di rifilargli due genin inesperti, freschi di diploma. D'altronde si poteva anche capire che non avessero risorse importanti da sprecare in faccende così banali. Uno dei fortunelli era stato Shin, il quale aveva accolto la missione più come una punizione che come un premio, ma si era dovuto ricredere quando il riccastro, pur di essere accontentato, aveva praticamente raddoppiato la loro paga. Per quello si ritrovava inchiodato lì a fare da balia ad un uomo che puzzava di fumo e non perdeva occasione di importunare la cameriere che servivano al suo tavolo. Per le prime ore la sua professionalità era stata impeccabile: con i sensi all'erta aveva studiato la conformazione del locale, in particolare le possibili vie di fuga, e tenuto d'occhio elementi particolarmente loschi. Ben presto tuttavia aveva iniziato ad annoiarsi, pregando tra sé e sé che il cambio arrivasse presto. Osservò distrattamente il cliente arraffare un enorme mucchio di fisches. Il genin aveva perso il conto di quanto avesse vinto e perso fino ad allora, ma a giudicare dallo spazio davanti a lui ricolmo di gettoni la fortuna gli stava decisamente arridendo. Finalmente al suo fianco comparve Kei Nara, il suo compagno di sventura. In mano teneva una lattina con la cannuccia e aveva uno sguardo decisamente distratto. Shin lo accolse sospirando Sei in ritardo. Quello fece un vago gesto della mano per sminuire. Ma dai saranno al massimo cinque minuti. Shin lo fissò socchiudendo appena le palpebre In realtà e quasi mezz'ora, ma non fa niente. Qui nulla da segnalare. Vado a prendermi qualcosa al bar, visto che tu ti sei già servito. Se ti servo mi trovi là. Kei si mise scherzosamente sull'attenti e si spostò per farlo passare. Per quanto avessero superato l'esame nello stesso periodo, essendo il membro del clan Kinryu più vecchio di lui di quasi un anno avrebbe dovuto dimostrargli un minimo di rispetto. Ah, i giovani di oggi...
    Al bancone prese un bicchiere di coca, ovviamente mettendolo sul conto del facoltoso cliente, per poi accomodarsi su un alto sgabello, pensieroso. Se l'era immaginato un po' diverso il suo primo incarico da ninja. Mentre rifletteva su cosa avesse sbagliato nella vita una ragazza snella e pallida gli passo a fianco. Shin registrò la cosa senza prestarci attenzione, come faceva con la maggior parte delle persone che aveva scrutato durante il suo turno. Quando poco dopo si alzò per esplorare il casinò però se la ritrovò davanti e questa volta non potè fare a meno di osservarla attentamente. Di spalle, era china su un tavolo da gioco di fianco ad un avventore come molti altri nel locale, o per lo meno questa fu l'impressione che ebbe Shin senza poterlo vedere in faccia. Ad ogni modo ad attirare la sua attenzione fu il movimento della mano della giovane, decisamente sospetto, verso la tasca dell'ignaro malcapitato. Il genin si guardò intorno, ma nessuno sembrava accorgersi di nulla; inoltre a quanto pareva nessun membro della security si trovava in zona. Dovrei intervenire, ma non è compito mio, ho già il mio cliente a cui pensare... e poi sono in pausa... Ci pensò su una frazione di secondo, guardò il bicchiere che ormai conteneva solo ghiaccio, poi prese una decisione sbuffando. Avvicinandosi di soppiatto in mezzo alla folla, fece scivolare lentamente alcuni cubetti sul collo della ragazza, lamentandosi a voce alta con un inesistente maleducato che lo aveva spintonato Che modi! Stia più attento! Ovviamente stava completamente ignorando la sua vittima, dando mostra di non essersi accorto dell'incidente. Se aveva calcolato bene i tempi la ragazza proprio in quel momento avrebbe dovuto avere in mano qualcosa che chiaramente non le apparteneva. A meno che non fosse legata al proprietario del portafoglio da qualche rapporto a lui ignoro chiaramente, e sul quale non aveva certo voglia di indagare. Dal suo punto di vista aveva fatto il suo dovere con il minimo sforzo e tanto bastava a soddisfarlo.
     
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