Il casinò

Free Waket-Hoshi-Historia

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  1. Waket
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    In trappola

    II - Tra le braccia del Chikuma



    Il piano era perfetto. Il rosso era ubriaco e distratto da quattro prostitute, tutti gli altri nei dintorni erano attirati dalla curiosità della sua vincita fortunata, nessuno l’avrebbe disturbata durante il suo piccolo furtarello. Nessuno, se non un’anima pura, che riusciva a resistere a qualsiasi tentazione data dal casinò, e con la sindrome dell’eroe. Il maledetto, infatti, con un rapido gesto della mano aveva infilato dei cubetti di ghiaccio nel colletto della maglia della ragazza, che troppo concentrata sulla delicatezza del suo furto non si accorse del suo arrivo, coperto dai rumori del casinò stesso.

    NnngAAAH!

    La reazione le fece cadere di mano il portafoglio ed il bicchiere, fortunatamente di plastica (a quanto pare i gestori erano abituati a questo tipo di incidenti). Istintivamente, la sua reazione la portò a voltarsi verso il presunto colpevole, un ragazzino, per di più armato, probabilmente una guardia del corpo, magari del beota che stava tentando di derubare. Il suo sguardo tagliente fissò Shin, sembrava pronta a divorarselo non appena fossero rimasti soli… Se non fosse stato per una mano che la prese saldamente per un braccio, trascinandola con forza verso di sé.
    Meno di un secondo, e Vipera si ritrovò in braccio al beota che voleva derubare, circondata dalle prostitute che gli stavano addosso. Nonostante queste ultime fossero desiderose di attenzioni (e di denaro), quel ragazzo aveva portato tutta la sua attenzione su di lei.

    Ta-talismano?

    Hebiko, in momentaneo panico, temeva di essere stata scoperta mentre frugava. In realtà il rosso aveva deciso che lei era il suo portafortuna per quella sera, cosa che alla serpe tornava parecchio scomoda. Già pronta coi pugni serrati a stenderla con un gancio sotto al mento e fuggire approfittando della rissa che si sarebbe creata, si irrigidì all’udire la parola “jonin”.

    ...Ahah! Jonin di Suna, eh? Complimentoni… M-mi chiamo Hebiko.

    Si sentiva piuttosto stretta in quella posizione. Letteralmente, date le quattro signore ben strette ai due, ma anche psicologicamente: i suoi contatti erano ridotti al minimo, se non nullo, il momento in cui si era ritrovata più vicina a qualcuno era stata una presa di lotta. Ed ora si ritrovava in braccio a quello che probabilmente era l’uomo più forte lì dentro, e che pretendeva la sua presenza accanto a lui.

    Un portafogli. Volevo solo un fottuto portafogli. Dove sei, ragazzino dei cubetti di ghiaccio?! Non pensare che dimenticherò il tuo viso tanto facilmente…

    Sibilò, cercandolo con lo sguardo il ragazzo, aveva ormai memorizzato il suo viso, ma voleva assicurarsi di ritrovarlo non appena si fosse liberata dalla presa del jonin. Venne distratta dalle sue grida, pareva chiederle se stesse sentendo qualcosa.

    Che?! Non sarà quella storia del kunai nei pantaloni, spero.

    “Parando” il vano tentativo di bacio con la mano, cercò di allontanarsi con la schiena, seppur ridacchiando. Ubriaco com’era, se avesse fatto troppa resistenza c’era il rischio che la costringesse, e data la sua forza fisica era un rischio che non le andava di correre.

    F-facciamo che i baci li risparmiamo per il fine serata, mmh? Non… Non vorrei rovinare la serie fortunata! Già!

    L’atteggiamento di Hebiko per chi la conosceva era quasi l’inverso. Non riusciva ad essere la ragazza dal carattere duro e la lingua velenosa, era impacciata, imbarazzata e pure a disagio. Se non fosse stato per quello, avrebbe trovato piacevole la sensazione di calore che le dava quel contatto sulla sua fredda pelle biancastra.

    Sì!! Sì! Resto, resto! Stà buono ora e… concentrati sul gioco!

    Hoshi chiamò a gran voce quello che lui vedeva come un cameriera, e che Vipera sapeva come suo neo rivale.

    Ohohoh. Il fato, mmh? Non mi scappi, è tutta colpa tua se sono finita qui.

    Vipera sorrise, sistemandosi per bene sulle gambe del Chikuma. Osservò le fisch di fronte a lei con gli occhi lucidi, come fossero tanti piccoli diamanti. Infilarsene qualcuna in tasca sarebbe stato rischioso, più perché rischiava di essere vista dagli spettatori che per il rosso in sé. Ma ognuna di quelle monete preziose che cadeva per via dei gesti troppo espansivi del rosso sarebbe finita tra le sue grinfie.

    Potrei lasciare che si ubriachi per bene, portarlo fuori, fargli bere qualcos’altro, ed una volta svenuto prendermi tutto il malloppo… Tanto semplice quanto geniale! Non ricorderà nemmeno la mia faccia una volta sveglio! Hehe.

    Vederla da questo punto di vista le riportò l’umore alle stelle, doveva solo evitare che allungasse troppo le mani, o avrebbe dovuto trattenere a stento i suoi istinti più violenti nel tentare di tagliargli le mani di netto.

    Birra? Perchè non qualche superalcolico, mi pare sia il momento giusto per esagerare, mmh?

    Ogni tanto i prosperosi balconcini delle signorine le ricordavano che anche loro erano lì per tentare di accaparrarsi più denaro possibile. Cercando di non farsi notare dal rosso, ad ognuna di loro che si avvicinava troppo avrebbe reagito con un soffio, simile a quello dei felini arrabbiati, fissandole rabbiosa con i suoi occhietti a fessura. Non poteva poi fare molto altro senza essere scoperta.

    Forse devo anche convincerlo a smetterla di giocare prima che perda tutti i guadagni. Magari giusto un altro paio di puntate, il tempo di farlo ubriacare per benino.

    Shin aveva fatto la parte dell'eroe, ma sarebbe stato in grado di fermare il piano mentale della serpe?
     
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