Il casinò

Free Waket-Hoshi-Historia

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    Magistra Vitae

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    Dilemmi morali - parte seconda
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    Shin osservò il giocatore con perplessità. Si dichiarava jonin di Suna, ed il foglioso non aveva modo di smentirlo, ma di certo non aveva esattamente un'aria temibile, anzi. Alzò le spalle, in fin dei conti non poteva giudicare un libro dalla copertina, né un ninja dall'aspetto. Magari era semplicemente in vacanza. Devo ricordarmi di chiedere a Shunsui se lo conosce, in fin dei conti sono dello stesso Villaggio Di certo era uno che sapeva farsi notare con il suo comportamento strambo, questo lo avava capito nei primi due minuti di conversazione. Relegando le procaci signorine che gli si affollavano intorno ad un ruolo marginale si era portato la ragazzina sulle ginocchia: a quanto pareva il Chikuma aveva preso la ladruncola come suo portafortuna. Non che fossero affari suoi, soprattutto dopo aver scoperto che il tipo era tutt'altro che uno sprovveduto. Eppure il ragazzo stava soppesando se allontanarsi di soppiatto e scomparire tra la folla come era giunto oppure metterlo in guardia, anche se dubitava che ebbro com'era lo avrebbe ascoltato. Quell'indecisione gli fu fatale in quanto il Sunese, voltandosi nella sua direzione, lo apostrofò in malo modo chiedendo, o meglio ordinando, che gli fossero portate due birre. Shin ci mise qualche secondo buono a capire che stava parlando proprio con lui, abbastanza sicuro che l'equipaggiamento in bella vista fosse differente dal completo dei camerieri del locale. Ogni suo dubbio fu fugato dalla pioggia di fisches che lo bersagliò. Riuscì a prenderle al volo compiendo una complicata acrobazia, resa possibile solo dai lunghi allenamenti nell'arena. Il genin era troppo sbalordito per arrabbiarsi. Armatosi di pazienza stava cercando le parole migliori per chiarire l'equivoco, quando la sua mente elaborò un concetto per altro molto semplice. Ehi, ha detto di tenermi il resto? rapidamente controllò il valore dei gettoni che stringeva in mano, deglutendo vistosamente man mano che aggiungeva zeri alla cifra. Normalmente, si sarebbe rifiutato di farsi sfruttare in quel modo. Moralmente poi, avrebbe dovuto rifiutare quei soldi. Eppure il sunese gli stava affidando un cifra tale da poter comprare non solo due birre, ma un'intero chiosco. Gli aveva offerto più o meno quello che guadagnavano i suoi in tre mesi con l'emporio, così, senza pensarci un istante. Per ottenere lo stesso quantitativo avrebbe dovuto svolgere un'altra decina di missioni come quella che l'aveva portato lì. Insomma, era un mare di soldi. Imbambolato sul posto, Shin fissava alternativamente la sua mano, racchiusa intorno ad un piccolo tesoro, ed il rosso. Cercò degli alibi per il cedimento ormai imminente: se si trattava veramente di un suo superiore avrebbe fatto bene a non irritarlo; anzi, in senso lato si poteva considerarlo un incarico a cui avrebbe dovuto obbedire. In fin dei conti, che gli costava portargli due birre? Poteva farglielo come favore personale in quanto di animo magnanimo, soprassedendo che lo avesse scambiato per un cameriere. Riprendendosi, rispose cercando di mostrarsi il più deferente possibile. Certo Hoshikuzo-sama, subito Hoshikuzo-sama. A quel punto sarebbe scattato come una molla verso il cambia monete all'ingresso del locale per ottenere il contante necessario agli acquisti, ma non prima di aver rivolto uno sguardo accigliato alla ragazza tra le braccia del jonin. Con le dita mimò il gesto ti tengo d'occhio. Poco dopo fu di ritorno con due birre ghiacciate, che servì con attenzione prima al jonin e poi alla giovane, ricambiando il suo sgardo gelido con un sorrisetto canzonatorio. Non aveva certo idea di quali fossero i suoi propositi, ma dalla scottante posizione dove era finita non poteva combinare molto, almeno secondo il giudizio innocente di Shin. Il giovane non era per nulla avezzo alle pratiche femminee dell'adulazione e dell'inganno, ma magari quel giorno avrebbe potuto imparare qualcosa di utile a riguardo. Ecco a lei, signore. Di certo il rotolo di banconote ben nascosto in una tasca interna gli aveva già insegnato quanto fosse importante trovarsi nel posto giusto e nel momento giusto. O, ancora meglio, che a fare del bene ci si guadagna sempre.
     
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