Il casinò

Free Waket-Hoshi-Historia

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    Alzando gli occhi, Shin si rese finalmente conto delle attenzioni indesiderate che il rosso e la ragazzina avevano attratto su di loro. Non ci mise molto a capire che se la sarebbero presa anche con lui naturalmente, per quanto potesse in tutta coscienza ritenersi innocente. Tsk, merda... Non vedeva vie di fuga percorribili, tranne la strada verso il bagno. La loro rete tuttavia non si era ancora chiusa, se agiva subito poteva sperare di cavarsela. Restava solo una piccola complicazione. Fissò negli occhi Hebiko che si stava rialzando dolorante. Probabilmente da lì a poco si sarebbe resa conto della situazione, se non lo avesse già notato in precedenza. Certo, poteva scappare lasciandola lì, ma poi si sarebbe sentito in colpa tutta la vita conoscendosi. Si mordicchiò nervosamente il labbro. Era solo una ladruncola, suggeriva la ragione; sì, ma non ha fatto nulla di così grave in fin dei conti, replicò il suo buon cuore. Si mise le mani tra i capelli spettinandoli ulteriormente. Dannazione a me e alla mia bontà! Tornando serio si avvicinò alla ragazza a rapidi passi. Il tempo si stava esaurendo, i nemici erano vicini. Aveva un piano in mente, con discrete possibilità di successo, ma doveva appurare un paio di particolari. Le si rivolse sottovoce, cercando di essere conciso. Dimmi che sai usare la Henge no Jutsu ti prego. Rassicurato dalla pur perplessa complice, perché di fatto fuggire insieme li rendeva complici, proseguì. Appena si sparge il fumo prendi l'aspetto di un civile innocente, possibilmente che non si trovi qui, e fidati, ok? Sapeva di starle chiedendo tantissimo, fino a pochi secondi prima i due non avevano fatto altro che scambiarsi segni di sfida e, nonostante Shin ora si considerasse in pari, non poteva giurare che per la giovane fosse lo stesso. Sperando avesse capito ed obbedisse ciecamente, senza lasciarle il tempo di ribattere estrasse un fumogeno dalla sacca, tolse la spoletta e lo lasciò cadere al suolo. Nei pochi istanti che il fumo impiegò a diffondersi successero diverse cose.
    Per iniziare, una cameriera che passava lì vicino lanciò un urlo lasciando cadere il vassoio che reggeva. I bicchieri si infransero fragorosamente al suolo spandendo il loro contenuto sulla moquette del casinò e spargendo vetri accuminati su una vasta area. Poco alla volta i clienti e le ruffiane sparse per la sala si lasciarono prendere dal panico. Voci terrorizzate ed indistinte si levavano chiedendo aiuto, o gridando al fuoco. In meno di un minuto si creò un fuggi fuggi in direzione delle uscite di emergenza poste ai vari angoli del locale, ma le trovarono sbarrate. I più robusti iniziarono a prenderle a spallate, nel vano tentativo di sfondare le robuste porte tagliafuoco, i meno determinati si misero a battere i pugni disperati invocando di salvarli. La sicurezza avrebbe avuto il suo bel da fare per tranquillizzarli, non c'erano dubbi. Alcune persone, soccombendo alla folla, furono spinte a terra e calpestate nella calca riportando fortunatamente ferite leggere. In ogni caso di certo una pessima pubblicità per il locale.
    I due ragazzi invece avevano altro a cui pensare. Shin sapeva che in un ambiente chiuso come quello il fumo sarebbe durato ancora a lungo, a meno che qualcuno nella sala comandi non avesse pensato di attivare le ventole in modalità aspirazione. In ogni caso non sarebbero stati lì ad aspettare il loro destino. Componendo la posizione magica richiesta il giovane mutò il suo aspetto in quello di un signorotto locale che soleva rifornirsi di merce all'emporio di famiglia. Individuando Hebiko a fatica, nonostante fosse ad un passo da lui, le passò un braccio dietro le ginocchia ed uno dietro le spalle sollevandola. Ignorando eventuali proteste si concentrò. Si era allenato a lungo per migliorare la sua tecnica, ma non aveva mai provato a trasportare una persona. Forse non era il momento giusto per fare esperimenti, ma l'unica alternativa era abbandonare la ragazza, opzione che si rifiutava di contemplare. Scattò attraverso lo spazio vuoto tra due guardie con un movimento impercettibile. I suoi movimenti erano diverse volte più rapidi del normale grazie all'allenamento e all'uso sapiente del chakra. Dopo pochi passi, della durata di un battito di ciglia, fece un piccolo salto sopra ad un tavolo da gioco per evitare un gruppo di persone che faceva da tappo, e proseguì in quel modo fino a ritrovarsi nel mezzo della sala, dove infine riatterrò. Era soddisfatto, non a caso aveva fatto della velocità il suo fiore ad occhiello. Dopo pochi altri passi accelerati si fermò, ricominciando a camminare normalmente. Evidentemente quello era il suo limite. Poggiò delicatamente i piedi di Hebiko al suolo. La ragazza probabilmente non avrebbe capito cos'era successo. L'intera azione era durata non più di un paio di secondi. Rifiatando, le parlò piano. Ora mostrati spaventata come gli altri, ma non esagerare. Intanto mi invento qualcosa. Iniziò a guardarsi intorno, finché non vide la persona che stava cercando. Calmo e professionale, Kei Nara stava rassicurando il loro cliente che presto si sarebbe risolto tutto. Sovrappensiero, afferò la mano della giovane trascinandola verso il collega. Gli si affiancò, facendo vista di prestare attenzione a qualcos'altro nella sala, e gli sussurrò la parola in codice scelta all'inizio della missione. Lo avevano fatto quasi per scherzo, solo per rispettare tutti i protocolli, ma alla fine era inaspettatamente tornato utile. Kei si irrigidì, restando in attesa del messaggio senza voltarsi per osservarlo. Dobbiamo forzare il blocco, pensi di riuscire a contattare una squadra di supporto per l'estrazione. Quelli sorrise, replicando sottovoce. E così ci sei te in mezzo a tutto sto casino? Lascia fare a me. Shin annuì mormorando un ringraziamento e si allontanò, sempre trascinandosi dietro Hebiko, in modo che non associassero lo shinobi a lui, non prima che avesse potuto inviare la loro disperata richiesta di aiuto almeno. Solo dopo un paio di metri, mentre fingeva di interessarsi ad un'uscita di sicurezza affollata di gente, si rese conto di stringere ancora la mano della ragazza. Appena l'informazione raggiunse il cervello la scostò in malo modo, chiedendosi che cosa mai gli fosse saltato in testa. Solo i Kami potevano sapere come avrebbe invece reagito lei a quel bizzarro salvataggio.
     
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