Il Tempio dell'Unico Credo

[News Free aperta a tutti]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    神道 - 一

    Shinto, la via degli Dei

    ~La Via degli Dei~





    «Un Dio vive nella memoria e nel cuore delle persone.
    Se dimenticato o non ritenuto vero, Egli cessa di esistere.»


    Le parole di Atasuke risuonavano nella sala della Karyuuken, seguito da un secco “Stack” che proveniva dalla scacchiera dinnanzi a lui. “Hmpf... Voi Umani e le vostre convinzioni... Non comprenderete mai la vera natura del divino” Stack Rispose una differente voce, già ben nota, specialmente alle due piccole volpine che già avevano deciso di concedere il loro “dono”. «Come sempre sei troppo duro con il mondo, Toshiro» Stack “E tu sei troppo buono, Atasuke... è per questo...” «Che continui a non volerti fidare di me?» “...” Stack “No...” Sospirò la volpe “Per questo continuo a credere che l'essere umano non abbia speranza” L'Uchiha sospirò a sua volta, concentrandosi per un istante sulla scacchiera, quasi dimenticando il discorso che stava proseguendo. Stack «Eppure... per quanto sembra che siamo sempre senza speranza... continuiamo sempre a risollevarci e ad avanzare...» I suoi occhi neri si spostarono in quelli della Kitsune, che non trattenne una smorfia, notando come il maestro della Karyuuken lo stesse mettendo in difficoltà sia sulla scacchiera che nella discussione.
    “Te lo concedo, Atasuke... L'essere umano è estremamente testardo” Stack «Testardo?» Stack “Decisamente... tanto che a volte tende a ripetere gli stessi errori, continuando a guardare avanti e dimenticando ciò che ha passato” Stack “Scacco matto”
    L'Uchiha si arrestò a quella affermazione, osservando con attenzione la scacchiera ed i pezzi ancora disposizione, tastandosi il mento con fare meditativo. «Così sembrerebbe... Eppure... sembra che anche qualcun altro abbia il brutto vizio di non guardare che avanti» Stack “Oh, eppure a me sembra alquanto palese il contrario” Stack «Ed è per questo che hai perso» Stack “Cos- DANNATO!”
    Ringhiò alla fine Toshiro, adirato per la sconfitta ormai palese ed imminente su entrambi i fronti e decisamente indisposto dal gentile sorriso dell'Uchiha. «Ti stringerei la mano, ma sembra che io non sia ancora abbastanza “puro” per evitare di ustionarti... quindi... come se avessi fatto» “Ti detesto, Uchiha” «Non dire così, amico mio... In fondo è stata una bella partita» “Per te, forse” «Su, dai, so che non ti piace perdere, ma non mi pare il caso di fare queste scene. Un po si vince, un po si perde. Nessuno può essere perfetto» “Nessun Umano forse...” Rispose sibilante la Kitsune, evidentemente colpita nel profondo da quella discussione. «Come vuoi, Toshiro... Ad ogni modo ora sono stanco, spero non ti spiaccia rimandare a domani la rivincita»
    E con cortesia Atasuke si alzò in piedi, voltandosi come per abbandonare la sala, quando la voce di Toshiro lo arrestò nuovamente. “Fermo!” «Si, Toshiro?» “Non andare, abbiamo ancora molto di cui discutere” «Davvero?» “Davvero.”
    In parte preoccupato da quel tono, in parte intrigato, Atasuke tornò a sedersi, servendosi anche un bicchiere di sakè per accompagnare la discussione.
    “Il consiglio vorrebbe che ti dedicassi ad un evento...” «Un evento?» “Si... ne stanno parlando ultimamente... Gruppi di monaci invasati fanno visita a tutte le corti ed i palazzi portando l'evento del nuovo dio” «Nuovo dio?» “Dio delle Origini. Questa è l'idea che è trapelata tra la gente delle corti” Lo sguardo di Toshiro sembrò farsi ancora più serio di quanto già non fosse. «Sembrerebbe un problema decisamente grosso per un normale essere umano... Non dovrebbero essere questioni... divine?» “Dovrebbero” «E allora credo di aver perso un punto...» “IL punto!” Ringhiò rabbiosa la Kitsune, prima di riprendere fiato e la dovuta calma per proseguire con il discorso “... il punto è che in quel luogo, noi non possiamo intervenire... Sembra che si tratti di un luogo sacro, dal potere immenso... tuttavia l'influenza dei diversi culti rende quel luogo non puro per noi... e sai come la cosa possa crearci dei problemi” «Ho capito...» Annuì a quel punto Atasuke, comprendendo che per loro che non avevano ancora concesso il loro “dono” fosse impossibile recarsi in quel luogo in sicurezza. «Immagino però che sia troppo pericoloso anche per hari e Kitsu» “Assolutamente. Loro sono immuni all'impurità, tuttavia, sono troppo piccole per potersi dirigere in un luogo simile”
    A quel punto Atasuke si alzò, dando le spalle alla volpe ed incamminandosi fuori della stanza, fermandosi una volta raggiunta l'uscita della stessa, voltando appena il capo, mostrando al suo interlocutore solo parte del profilo sinistro. «Trattenetele qui allora... Partirò quanto prima e vedrò cosa potrò scoprire su questo luogo... anche se credo che non ci sia nulla di così pericoloso in una cerimonia» “Non sottovalutare le divinità, Atasuke” «Non lo farò. Semplicemente non comprendo il motivo di tali preoccupazioni» “Il motivo, Atasuke? Un Dio vive nella memoria e nel cuore delle persone. Se dimenticato o non ritenuto vero, Egli cessa di esistere.” «Ma non avevi detto che era solo una convinzione umana questa?» “Hmpf... l'unica cosa errata è l'applicazione letterale ad un dio. Una divinità non decade così facilmente. Gli dei si generano con semplicità tramite atti di pura fede. Ma ucciderli... è decisamente un'altra cosa e quando un dio si sente dimenticato...” «Agisce come un Uomo che sa di essere vicino alla morte» “Esattamente”
    E li il discorso tra i due si concluse, mentre Atasuke, meditabondo, vagava per le sale della Karyuuken, ripensando a quanto la Kitsune gli avesse rivelato.

    [...]


    Nei giorni successivi, anche Atasuke ebbe il “piacere” di poter assistere alla comunicazione del grande evento e di posare i suoi occhi sulle pergamene finemente lavorate riportanti il festoso evento. °Dunque è questo ciò di cui parlava Toshiro° Pensò tra se, ascoltando il banditore, osservandosi attorno e vedendo quanto successo egli stesse ottenendo dalla folla che si era radunata attorno a lui.
    L'emozione era grande, la felicità estrema, eppure, forse proprio per le parole della volpe, Atasuke aveva come una strana sensazione, come se qualcosa non fosse propriamente come dovesse essere.
    Forse lo stesso concetto di unione delle 5 maggiori religioni non sembrava trovare un vero senso in un simile rituale, seppure l'intento potesse essere lodevole. Ad ogni modo, decise di non dare peso a quei pensieri, limitandosi a proseguire oltre, memorizzando il luogo e la data per prepararsi al viaggio verso l'isola della cerimonia. “Nessuno può domare i cieli” fece eco al banditore una voce femminile che appariva anziana e saggia, eppure estremamente suadente. «Come nessun peccato può essere condonato a cuor leggero, Kumiho-sama» Rispose lui, senza nemmeno voltarsi verso la vecchietta che lo aveva affiancato e che a quelle parole gli lanciò uno sguardo come di sfida, che trapelava un certo grado di soddisfazione. “Sembra che le mie abilità stiano peggiorando, Uchiha-kun... Non sarà mica che sto realmente invecchiando?” «Certo che no, Kumiho-sama, anche se questo aspetto non si addice alla vostra bellezza» Ribattè con un gentile sorriso “Oh... e da quando sei tu ad essere il seduttore? In teoria dovrei essere io a cercare di sedurti con maliziosi apprezzamenti, non il contrario” «Sottolineo soltanto il vero... Ad ogni modo... è di questo che mi parlava Toshiro, non è vero?» “Esattamente” «Allora mi imbarcherò quanto prima per l'isola di Shinkyuu e vedrò di capire che cosa vi spaventa tanto» “Allora buona fortuna, giovane Atasuke... E vedi di tornare vivo... Le piccole ne morirebbero se tu non facessi ritorno” E gli occhi neri di lei si levarono in quelli di Atasuke, portando un carico emotivo decisamente insolito per la signora delle ingannatrici, la più abile e pure delle Kitsune femminili. «Non le deluderò. Il loro dono è al sicuro con me» Ribattè lui, con altrettanta decisione, per poi porgere i propri saluti alla “vecchia” e dirigersi a casa, dove si sarebbe preparato per il viaggio.

    [...]


    Quando tutto fu pronto, Atasuke si mise in marcia con il suo solito passo spedito. Tuttavia, nonostante avesse delle pessime sensazioni in merito a quell'evento e nonostante gli avvisi delle Kitsune, il suo abbigliamento era semplice e festoso. Indossava infatti il suo Kimono di seta viola, quello che usava solitamente per le cerimonie alla Karyuuken, completato dall'Hakama, anch'essa perfettamente tenuta e finemente lavorata, solitamente tenuta per le occasioni formali e le cerimonie.
    Di tutto il suo equipaggiamento, però, erano solo visibili le sue due spade, portate in bella vista al fianco, mentre tutti gli altri oggetti rimanevano ben celati tra le pieghe degli abiti, pronti ad essere afferrati alla prima occasione utile in caso di necessità.
    A passo svelto, non ci mise più di 6 ore a raggiungere il piccolo porto da cui poteva imbarcarsi, assieme a molti altri pellegrini alla volta dell'isola, sede dell'evento.
    Il viaggio fu tranquillo, senza nulla di particolare degno di essere annotato o quantomeno fino allo sbarco sull'isolotto. La bellezza del luogo era impressionante e non faticava a percepire qualcosa di divino all'opera. L'isola era praticamente tutta ricoperta da una sorta di fitta foresta, ricca di vita e di mistero. Avanzando placido lungo il tortuoso sentiero, gli occhi dell'Uchiha scorsero molte creature di piccola taglia che scorrazzavano tra gli alberi, come scoiattoli e piccoli roditori. O almeno questo è ciò che apparvero essere in un primo istante.
    Allertato, o meglio, incuriosito dalle creature, Atasuke arrestò la propria marcia, decidendo di compiere qualche passo al di fuori del sentiero, come a voler indagare meglio su quelle presenze, le quali, accortesi di lui, anziché fuggire sembrarono arrestarsi, voltandosi come a guardarlo, incuriosite. Osservandole con attenzione, Atasuke vide come quelle creature sembrassero di fatto degli uomini di piccola taglia, estremamente piccoli e dalla pelle bianca e candida come la neve. Tuttavia, i loro volti avevano qualcosa di strano, qualcosa di inumano, come se scolpiti in semplici ciottoli, rendendoli quasi grotteschi e particolari. °Che siano... Kodama?°
    Non potè evitare di chiederselo, allungando la mano verso le creature, come a volerle tastare, verificando che fossero reali e non solo frutto della sua immaginazione. Di tutta risposta le creature sembrarono farsi più coraggiose, avvicinandosi a lui e lasciandosi accarezzare, evidentemente apprezzando la cortesia, per poi svanire tutto d'un tratto al suonare di una voce alle sue spalle. “HEY, TUTTO A POSTO!?” A quelle parole, evidentemente rivolte a lui, Atasuke voltò il capo, guardando chi mai lo stesse chiamando, vedendo solo un uomo di mezza età che si sbracciava dal percorso, evidentemente allertatosi nel vederlo chinato in mezzo agli alberi al di fuori del sentiero.
    «Si, non si preoccupi. Avevo solo visto qualcosa di strano e sono venuto a controllare cosa fosse» Rispose, sorridente, salutando con il gesto del braccio l'uomo che riprese quindi il suo cammino verso il tempio. Quando egli si fu allontanato, le piccole creature sembrarono riapparire intorno a lui, alcune scuotendo la testa ed emettendo suoni particolari, come se in qualche modo stessero cercando di comunicare con lui usando i suoni della foresta.
    Non trattenne poi un sorriso quando si rese conto che una di quelle creature gli era letteralmente salita in testa e si era appollaiata sul suo capo mentre un'altra restava in piedi sulla sua spalla destra. «Sembra che vi piaccia, non è così?» ed in risposta ricevette l'allegro e leggero scrosciare di suoni delle creaturine che evidentemente avevano compreso le sue parole, condividendole. «Devo raggiungere il tempio, ora... se volete farmi compagnia mi farebbe molto piacere... è da quando ero bambino che non incontro più dei Kodama...» E mentre riprendeva il viaggio, la sua mente viaggiava nel passato, ricordando i momenti passati nella foresta a giocare assieme agli amici e di tanto in tanto anche con qualche raro kodama che aveva deciso di fargli compagnia a suo modo, finché poco alla volta, i piccoli spiriti degli alberi avevano smesso a poco a poco di fare visita, abbandonando, apparentemente, le foreste attorno al villaggio della Foglia, sempre più indebolita e sempre meno pura.

    [...]


    Il viaggio, per quanto tortuoso fosse, grazie alla presenza ed alla guida dei piccoli Kodama, si fece lieto e tranquillo, anche se nei rari casi in cui incrociava qualche viandante, essi apparentemente svanivano nel nulla, scomparendo, di fatto, solo alla vista. Forse per un meccanismo di protezione o forse proprio per la "legge Shintoista" secondo cui se lo spirito veniva dimenticato o ritenuto non vero, esso smetteva di esistere. E forse i piccoli Kodama, altro non facevano che sottostare a quella regola...


    Buon game a tutti! :riot:

     
    .
53 replies since 25/6/2016, 12:18   1357 views
  Share  
.