La moneta misteriosa

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    La moneta misteriosa

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    Santuario capo di Inari - Paese delle Risaie





    Shin alzò appena il capo per osservare il santuario che si ergeva davanti a lui da sotto il bordo del grande cappello di paglia che gli copriva il capo. Il viaggio fino a lì era durato diversi giorni, ma era stato tranquillo. Aveva varcato il confine tra il Paese del Fuoco e quello delle Risaie senza particolari problemi grazie al suo status di ninja accademico e al relativo periodo di pace che il mondo degli shinobi stava attraversando. Ad ogni modo per evitare inutile seccature aveva scelto di vestirsi sobriamente, riponendo gran parte del suo equipaggiamento all'interno di appositi rotoli da cui richiamarlo in caso di necessità. Indossava quindi un semplice kimono fermato alla vita da un'ampia fascia che faceva da cintura, a cui aveva legato la propria wakizashi. Ai piedi calzava dei semplici sandali mentre calcato in testa portava un largo cappello di paglia conico da viaggio che gli copriva in parte il viso, compreso il coprifronte di Konoha. Così conciato si confondeva con il gran numero di mercanti e contadini che incontrava lungo il percorso, diretti verso i centri urbani per espletare i propri affari o di ritorno alle loro dimore in campagna. Aveva camminato sotto il sole senza sosta, dormendo lo stretto necessario sotto le stelle o in qualche locanda e mangiando quanto avevano da vendere gli abitanti dei villaggi che incontrava. Era da poco passata l'ora di pranzo quando finalmente il giovane era giunto alla sua meta, ed ora scrutava la fila di torii vermigli che conducevano allo spazio sacro. Quasi inconsciamente portò la mano al petto per accertarsi che il ciondolo fosse ancora al suo posto, poi si avviò passando sotto i portali lignei. C'era un gran via vai di fedeli, curiosi e turisti nel piazzale antistante il tempio. Alcuni bambini giocavano ad inseguirsi intorno alle statue delle volpi guardiane che assistevano impassibili alla scena ornate da bandane rosse intorno al collo. A passi misurati lo shinobi si diresse verso l'altare dove, dopo aver atteso il proprio turno, giunse le mani formulando una preghiera silenziosa. Perché si avverasse non avrebbe dovuto rivelarla a nessuno. Sgusciando tra la folla si diresse all'ufficio del tempio trovandovi un servizievole novizio. Pochi minuti più tardi, fu condotto alla presenza del capo del santuario. Consegnò la propria spada ed il cappello al novizio ed entrò nella porta che gli era stata indicata. Ad accoglierlo nella penombra un anziano monaco, seduto sulle ginocchia, che gli fece cenno di accomodarsi al basso tavolino davanti a lui. Shin, salutando rispettosamente, prese posto. Attesero in silenzio che un altro assistente del tempio versasse loro il the e si ritirasse. Fu poi il religioso a prendere la parola. Cosa ti porta nel nostro santuario, venerabile shinobi? Le parole del priore trasmettevano un senso di pace profonda, eppure gli occhi fissi in quelli di Shin, come se stesse cercando di leggere la sua stessa anima, esprimevano un'incredibile vitalità. Il ragazzo decise di essere completamente sincero con lui. Con movimenti studiati estrasse il talismano che portava al collo, porgendolo al sant'uomo. Questi lo prese in mano, studiandolo con attenzione. Si trattava di una moneta votiva, con un foro centrale. Su di un lato erano impresse due volpi che si inseguivano, sull'altro una spiga di riso ed una katana, oltre ad alcuni kanji minuscoli. Dopo un poco la ripose sul tavolo, pronto ad ascoltare la storia dello shinobi. Questa moneta appartiene alla mia famiglia da almeno cinque generazioni, era stata affidata al nonno di mio nonno, che a mia volta l'ha data a me quando sono diventato un ninja. Ho fatto delle ricerche, sembra si tratti di un conio di qualche santuario di Inari, ma nessuno degli esperti che ho interpellato ha saputo rivelarmi quale. Per questo ho deciso di venire qui, nel tempio che coordina il culto di quasi tutto il continente. Spero che lei possa aiutarmi. A quel punto chinò il capo fino al bordo del tavolo in segno di supplica: si stava rimettendo nelle mani del vegliardo. Quelli si limitò a sorridere quietamente, invitandolo a rialzarsi. Tuttavia quando parlò lo fece con una nota di dispiacere nella voce. Hai fatto bene a rivolgerti a noi, teniamo un registro aggiornato di tutte le monete prodotte dai templi che adorano Inari. Purtroppo non sono sicuro di poterti essere d'aiuto: non ho mai visto prima questa combinazione di simboli. Consulterò alcuni rotoli dei miei predecessori, attendimi qui per favore. A quel punto si sarebbe alzato, molto lentamente, uscendo da una porta nella parete opposta a quella da cui il ragazo era entrato. Rimasto solo Shin recuperò la moneta e se la rimise al collo, nascondendola sotto il vestito. Il the si era ormai raffreddato quando il priore ricomparve. Non si sedette, quindi fu il ragazzo ad alzarsi in piedi per rispetto. Ho trovato un traccia forse, ma si tratta appena di un frammento, quindi non vorrei darti false speranze. Si parla del santuario più antico del continente, situato da qualche parte nel Paese del Fuoco. Purtroppo secondo le storie è andato distrutto moltissimi anni fa e si è persa memoria della sua stessa posizione. Si fa però un nome: Yume. Non si sa se sia il nome di un fiume, di un monte o di un villaggio, il testo che ne parla è corrotto. Questo è quanto posso dirti. Detto ciò si inchinò, mentre due monaci entravano nella stanza per sistemarla ed accompagnare fuori il giovane. Ti auguro buona fortuna nella tua ricerca, venerabile Shin.

    Shin rifletteva sulle parole dell'anziano religioso seduto sulle gradinate del sentiero che conduceva al santuario rigirando tra le mani la moneta. Non aveva ancora trovato le risposte che stava cercando, ma almeno aveva una pista. Calcandosi il copricapo sul viso si allontanò da quel luogo di preghiera. Ridiscendendo dalla modesta altura su cui sorgeva il templio il giovane osservava il gran numero di uomini al lavoro nelle risaie che si estendevano a perdita d'occhio lungo la via. Non fu certo sorpreso: in fin dei conti il paese doveva il suo nome proprio a quella coltivazione. Inoltre il santuario principale di Inari sorgeva in quello stato proprio perché, tra tutti gli attributi conferiti al kami, quello di dio del riso era senza dubbio quello più antico. Raggiunto il villaggio si diede da fare per cercare un passaggio, trovando infine un mercante disposto a dargli uno strappo fino alla prossima tappa. Aveva appena finito di scaricare le sue merci ed il suo carro era praticamente vuoto, in quanto non aveva nulla da caricare in quella località. Shin lo ringraziò e gli allungò alcune monete come ricompensa. Salito a bordo trovò già un altro ragazzo, e dedusse che avesse avuto la stessa idea. Tuttavia, perso nei suoi pensieri, non avrebbe rivoltò parola allo sconosciuto se non dopo che il carro avesse iniziato a muoversi. A quel punto, come risvegliato dagli scossoni, lo avrebbe fissato, chiedendogli con tono neutro dove fosse diretto, giusto per spezzare il ghiaccio.

     
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