Chez Sanji

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    Addestramento Loto I ~ Post 7




    Ce l'aveva fatta, lo aveva colpito. Non che sembrasse risentirne, ma per Shin era un successo. Evidentemente però il Kurogane non apprezzò quell'attacco a sopresa e, andandoci giù pesante, mise in chiaro chi comandava lì.
    Il ragazzo si ritrovò a terra rantolante, stringendosi con le mani lo spazio tra le gambe. Negli istanti appena successivi fu troppo shockato per gridare, ma quando prese consapevolezza del dolore faticò a trattenersi. Ahia, fa male... Uffa non è giusto, lei è troppo forte per me sensei... Rimase immobile sperando che le fitte diminuissero, parlando per distrarsi. Ho capito entrambe le lezioni. E credo che non me le dimenticherò tanto a breve...

    [...]

    Il tempo guarisce ogni cosa, e il ghiaccio di sicuro aiutava, quindi Shin fu in grado di rimettersi in piedi ragionevolmente presto considerati i danni. Sanji si propose di insegnare loro ancora qualche trucco prima che calasse il sole. Il ragazzo prese dalle mani dello chef quello che sembrava un mantello, o una sopraveste, accorgendosi immediatamente del notevole peso. Sicuro che una spiegazione sarebbe presto giunta si astenne dal porre domande, obbedendo e mettendoselo sulle spalle. Strinse il nodo anteriore in modo che non si sciogliesse facilmente e rimase in attesa. Ma no secondo me è carino... Al genin effettivamente la scritta piaceva. Gli dava un senso di determinazione, un'arroganza positiva, di chi è sicuro delle proprie forze.

    Rimanendo fermo non se ne era reso pienamente conto, ma appena provò a muovere il primo passo se ne accorse immediatamente: non sarebbe stata una passeggiata. Non si lasciò prendere dallo sconforto, non era nel suo carattere. Avrebbe fatto di tutto per diventare più forte, portare un po' di pesi non lo spaventava di certo. Quando però sentì che avrebbe dovuto fare l'intero giro del villaggio rimase un po' di stucco. Cosa?! Sospirò, arrendendosi al volere del sensei. E va bene, andiamo!
    Un passo dopo l'altro imparò rapidamente a bilanciare il peso, ma per correre decentemente ci avrebbe messo un po'. Visto che Shinichi era di Suna sarebbe toccato a lui fare strada. Non gli sfuggì inoltre che il chunin si stava adattando al suo passo per non lasciarlo indietro e lo ringraziò mentalmente. All'inizio, visto lo sforzo, si sarebbe astenuto da qualsiasi conversazione; già così aveva il fiatone. Ogni tanto, quando doveva svoltare o il terreno si faceva più irregolare, rischiava di perdere l'equilibrio a causa dell'intralcio, ma riuscì sempre ad evitare di ruzzolare a terra facendo una figura ben misera. Quando ebbero compiuto all'incirca un quarto della circonferenza aveva superato l'impatto traumatico iniziale e, sebbene le spalle e tutte le giunture reclamassero pietà, gli sembrò di procedere più spedito. Voltò lievemente il capo e si rivolse al compagno di allenamento. Non sono mai stato a Suna, ma immagino che il paesaggio sia molto diverso. Come vi procurate l'acqua? Da quel che sapeva il Villaggio sorgeva in mezzo ad una distesa sconfinata di sabbia ed il problema dell'approvvigionamento idrico era tutt'altro che banale. E, scusate la curiosità, sapete cosa si estende verso occidente, oltre il deserto? Ho ascoltato solo storie riportate da alcuni commercianti che frequentano il nostro emporio, ma non so quanto siano affidabili. A quel punto avrebbe lasciato l'onere di parlare al Kurogane, concentrandosi sul mantenere il ritmo della corsa.
    Dopo aver rotto il ghiaccio fu il turno di Shinichi porre domande al genin. Coppiette dici? Scusami, ma non ho nessuna esperienza con le ragazze. Lo avrebbe confessato candidamente, senza vergognarsi. In quel frangente gli sovvenne un frammento di ricordo. Quando era ancora uno studente aveva incontrato una giovane Uchiha, Kairi, con cui aveva stretto amicizia. Mentre prendevano un gelato, al termine di un allenamento che lo aveva visto prevalere sulla studentessa, lei gli aveva rinfacciato con tono scherzoso di essere più bravo con i taijutsu che con le donne. Riflettendoci meglio, probabilmente aveva ragione. Shin avrebbe comunque soddisfatto ogni altra curiosità che fosse sorta nella mente del chunin. La vedi quella spianata là in fondo? Si tratta del monumento ai caduti, se socchiudi gli occhi forse intravedi la lapide votiva al centro... Là si mangia uno dei migliori ramen del villaggio, parola di Akimichi!... Non dovresti farti sfuggire le offerte di quel negozio, sembrano quasi anticipare le nuove tendenze e fanno dei prezzi stracciati... Ah, quella è casa mia! In fin dei conti parlando il tempo passava più velocemente e la fatica, anche se solamente un poco, sembrava più leggera. Anche per questo Shin aveva sempre preferito allenarsi in coppia piuttosto che in solitaria. Si interrogò su cosa stesse stava facendo Shunsui in quel momento, doveva andare a trovarlo non appena ne avesse avuto la possibilità.

     
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