Il Risveglio della Terza Cavia

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  1. Luis
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    Nobuo
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    La Natura di questo prodotto


    Di quello che accadde al suo involucro non ebbe coscienza, deliziato dallo strazio che l'operazione condotta dall'eliminatore gli aveva procurato, Nobuo si ritrovò a fluttuare nella nebbia estraniato dal suo corpo. Il jutsu che aveva permesso alla sua psiche di svilupparsi in quegli anni sembrava essersi riattivato forse a causa della violenza che aveva portato al suo svenimento, come se si trattasse di un interruttore di emergenza l'aveva posto al sicuro chiudendolo in una realtà fittizia. Il chunin, ora cosciente di quel trucchetto, arricciò il naso infastidito per l'impedimento occorso al suo personalissimo piacere.
    I vapori che lo avvolgevano iniziarono a diradarsi dando nuova lucidità alla sua mente, percepì il calore del sole sul viso e le braccia solleticate da una placida brezza, la terra sotto gli scarponcini riprese consistenza ed infine il peso del proprio corpo tornò a gravare sulle gambe mentre gli occhi prendevano a distinguere forme e colori. Lo shinobi tornò a vivere quel Mondo illusorio che l'aveva visto crescere e maturare, ma non vi era nulla di piacevole, comprendeva pienamente la falsità di quelle percezioni e già aveva messo in moto i suoi pensieri in cerca di una via di fuga da quella prigione mentale. Il Villaggio del Suono lo circondava così come lo ricordava (non quello attuale, ma la sua prima versione, quello creato da Orochimaru ancor prima della nascita dell'Accademia), ma non vi erano abitanti ed un silenzio assoluto appesantiva l'atmosfera. Inizialmente sorpreso dall'assenza di personaggi in quella nuova messinscena, il ragazzo trovò bizzarro il fatto di essersi appena accorto che il cielo fosse completamente nero, privo di sole o stelle, eppure il paesaggio era illuminato ed egli stesso sentiva il tepore delle radiazioni dell'astro mancante, non vi era modo di capire quanto tempo fosse passato e più si sforzava di pensarci più le sensazioni si facevano confuse, aveva l'assoluta certezza di aver appena aperto gli occhi su quel sogno ed al tempo stesso di averci già trascorso diversi anni. Qualcosa questa volta non aveva funzionato come doveva ed un senso di inquietudine lo assalì.
    Un violento scossone lo fece barcollare strappandolo a quei ragionamenti, arretrò impaurito, il terreno iniziò a fessurarsi e le crepe presero ad allargarsi zigzagando in ogni direzione disegnando un'intricato arabesco a terra come sulle pareti delle case e la volta scura che aveva sostituito il cielo, a quel punto l'aria si riempì del frastuono di miliardi di vetri che andavano in frantumi, assordandolo.

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    Uno spettacolo al tempo stesso maestoso e terrificante, il paesaggio cadeva in pezzi e l'Esperimento non aveva alcuna scelta se non quella di osservare impietrito, se quella era la sua psiche aveva davvero qualche problema da affrontare e non sapeva nemmeno di cosa si trattasse. La realtà che lo attorniava continuava a tremare collassando su se stessa, portò le mani alle orecchie cercando di attenuare il rumore di distruzione, così intenso da fargli male, mentre l'ansia e la paura crescevano. Sembrava non esserci scampo, correre non sarebbe servito poichè il mondo stava morendo e non vi era luogo o nascondiglio che lo avrebbero tenuto al sicuro, l'angoscia che gli bruciava in petto come un tizzone ardente era un avvertimento che non sapeva ignorare. Si lasciò cadere in ginocchio ed in quel esatto momento un'esplosione accecante trasformò tutto in un immenso spazio nero. Nobuo sorrideva, non l'espressione di chi si diverte ma piuttosto di chi davanti all'inevitabile si arrende, così rimase inginocchiato fissando il vuoto e sentendo freddo, il gelo lasciato dalla vita che abbandona il corpo.

    Questo luogo non ti appartiene più. Sparisci!


    L'ordine perentorio giunse da tutte le direzioni, il ninja accasciato a terra ebbe un fremito e risollevando lo sguardo cercò l'origine di quella voce ma non vi era nulla su cui puntare gli occhi e per un momento si chiese addirittura se li avesse aperti o meno.

    HO DETTO SPARISCI!!


    Una tremenda forza lo costrinse nuovamente a terra, schiacciato da una pressione tale da paralizzarlo, inerme. In quel momento un suono di passi, lenti ma inesorabili, fece eco nel vuoto di quello spazio senza fine ed una risata sguaiata fece trasalire Nobuo.

    WAHAHAH! Qualcosa ti trattiene qui, vero?! Ma è solo questione di tempo, ormai. Il tuo corpo, o meglio il MIO corpo, ti rigetterà come uno scarto.


    Come una secchiata d'acqua gelida la verità di quello che stava succedendo divenne palese, il ninja riprese consapevolezza della sua situazione, la confusione mentale che l'aveva colpito vedendo il Mondo andare in pezzi qualche attimo prima gettandolo nel baratro della disperazione stava svanendo. Tsk! Sorrise, questa volta beffardo Dannati balordi, è così che si conduce un'operazione d'impianto?! Lasciando che l'innesto lavori come un parassita? Stupidi! . Puntò le braccia a terra e si sforzò di tirarsi in piedi, ancora sotto l'influsso di quella spinta che cercava in tutti i modi di tenerlo schiacciato.
    Era vero che qualcosa lo aveva trattenuto lì impedendo alle Ossa di prendere pieno controllo del suo corpo, i sigilli impostigli da Orochimaru l'avevano chiuso in una bolla illusoria proteggendolo, ma questo aveva concesso anche alla Volontà dei Kaguya di fagocitargli il corpo in quel momento privo della sua presenza, sostanzialmente le mura che dovevano salvaguardarlo si erano trasformate malauguratamente in una gabbia ora andata distrutta. Il chakra era stato consumato quasi del tutto nel momento dell'impianto della costola, i tessuti ossei avevano preso a nutrirsi dell'energia dello shinobi replicandosi e sostituendosi a quelli dell'ospite e mentre la parte fisica di quel procedimento avanzava, anche a livello incorporeo la conquista dell'anima e della mente di Nobuo era progredita fino al momento in cui quel piccolo nucleo venne dissolto, rivelando l'essenza stessa dello shinobi. Ascoltami bene, Palliduccio, ho aspettato decenni per avere il controllo di questo prodotto... I muscoli delle braccia tremavano per lo sforzo, ma per ogni secondo di lotta un centimetro veniva guadagnato, ormai già con un solo ginocchio poggiato a terra. E non ho certo intenzione di farmelo fregare da una sanguisuga come te.

    Credi di avere una scelta? Credi forse di poter lottare?! Ah! Ridicolo... puoi resistere, ma non riuscirai mai a liberarti di Me!

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    Il sorriso sul volto dell'estraneo era pieno di sicurezza, ma vacillò quando anche l'altro si mostrò pieno di baldanza recuperando la posizione eretta. Era palese lo sforzo fisico che stesse compiendo anche semplicemente per sostare in piedi davanti a quella candida presenza, ma non vi era dubbio alcuno -guardandolo- sulla fermezza di spirito che aveva recuperato ora che il fuuinjutsu illusorio applicato al suo cervello era andato distrutto, Nobuo si era trasformato nel predatore ed aveva posato lo sguardo sulla preda che solleticava i suoi appetiti. Liberarmi di te dici?! nascose il volto dietro la mancina, buttando indietro il capo lasciando che una risata cristallina gli scuotesse le spalle Ahahah... li-liberarmi di... di te... ahahah Era pieno d'arroganza e questo disturbava la Volontà dei Kaguya che, percependo la minaccia, ringhiò a denti serrati puntando il dito contro il suo avversario.

    SMETTILA! Smettila immediatamente! Non ti concedo di deridermi. Io sono lo Spirito dei Kaguya, sono la forza portante che da loro il Potere! INGINOCCHIATI!!!


    L'aria attorno al chunin vibrò e per un attimo la pressione che ancora gravava sulle sue spalle parve aumentare in maniera esponenziale, ma non cedette limitando la sua ricaduta ad una semplice flessione degli arti inferiori. Oh, sì! Sì! Mostrami il tuo Potere! inspirò profondamente prima di raddrizzarsi con maggior nonchalance, quasi si fosse abituato allo sforzo e questo colpì l'aggressore che fece un passo indietro, intimorito da quella dimostrazione di forza e resistenza, un gesto che non sfuggi alle iridi brune di Nobuo Non capisci vero? Sono io che ti ho voluto, io ti ho lasciato entrare dentro di me. IO non voglio liberarmi di te, desidero impadronirmi della tua forza, possederti ed usarti come più mi aggrada... fece un pesante passo in avanti e l'altro di riflesso ne fece uno all'indietro Sarai il potere con cui vincerò le mie battaglie, ti utilizzerò per il mio piacere e te ne sarò grato... l'incedere si fece più sciolto e sicuro, la Volontà invece era rigida e si muoveva a scatti, la distanza tra i due andava riducendosi e per ogni metro in meno la spavalderia dell'otese cresceva quasi la stesse assorbendo dal suo interlocutore che appariva sempre meno fermo sulle gambe.
    La camminata divenne corsa bruciando in pochi attimi lo spazio residuo che li divideva. L'Esperimento era sovreccitato, gli occhi sgranati fissavano l'obbiettivo con desiderio bruciante ed un rivolo di bava colò da un angolo della bocca deformata in una smorfia animale, appariva ormai impossibile frenarlo ed in un ultimo slancio si esibì in un poderoso gancio al volto della figura bianca che gli stava di fronte, un'immagine di impareggiabile forza e brutalità a cui rispose il secco suono di ossa rotte che un qualsiasi spettatore si sarebbe aspettato, sfortunatamente l'esito non fu quello dato per scontato, infatti le fratture non distrussero il cranio della Volontà ma le falangi ed il polso dell'arto con cui era stato sferrato l'attacco. Nobuo si ritrasse portando la mano deformata in grembo accovacciandosi, un sordo lamento accarezzò le orecchie dell'altro che, in risposta al colpo, aveva appena voltato il capo di lato nemmeno avesse ricevuto uno schiaffo da una ragazzina. L'azione aveva messo in risalto l'eccezionale resistenza tipica di quel rinomato clan.

    YAHAHAH!! Stupido... Stupido... stupidostupidostupidostupi... eh?!


    Riavutosi per un attimo lo Spettro si lasciò andare ad uno sfogo che s'interruppe immediatamente guardando il combattente che appariva rannicchiato su se stesso dolorante, in un primo momento il rantolo sembrò quello di un sofferente che cerca con tutte le sue forze di nascondere il dolore, ma la natura di quel suono era del tutto differente addirittura agli antipodi delle sensazioni che un danno del genere dovrebbe naturalmente causare ad una persona normale, ma di normale in Nobuo vi era ben poco. Quando rivolse nuovamente il capo verso l'alto non vi era afflizione, bensì appagamento ben riconoscibile anche nella folle maschera che era divenuta il suo volto. Uooohh... ssiii... è questo che voglio! ♥ La mano, producendo suoni agghiaccianti mentre ossa e tendini si ricomponevano, riacquistò in brevissimo tempo la sua anatomia, un'operazione che non sembrava poter essere trascurata dal beneficiario di quella repentina guarigione e che naturalmente avrebbe prodotto non poco dolore in qualsiasi essere umano e che invece sembrava gustare allo shinobi, sempre più infoiato e fuori controllo. Nessuno vorrebbe liberarsi della propria puttana! FAMMI GODERE! Travolto dall'impeto balzò contro la sua preda scaricandogli una gragnola di colpi sul volto ed il petto, ad ogni impatto lo schiocco di ossa spezzate e gocce di sangue riempivano l'aria attorno ai due, lo shinobi inarrestabile continuava ad infierire sul suo avversario, chiuso a riccio in una guardia serrata, e sul suo stesso corpo incurante dei danni che si stava auto infliggendo, cazzotto dopo cazzotto le mani si stavano letteralmente spappolando non dando il tempo alla straordinaria rigenerazione di ricomporle e mentre l'animalesco assalto procedeva le risate si disperdevano nello spazio senza fine che era la Volontà di Nobuo. Quando non vi furono più pugni con cui colpire venne il tempo dei calci e dei morsi, azzannò il volto dell'entità all'altezza dello zigomo spaccandosi alcuni denti, ma una piccola breccia si aprì nell'armatura apparente impenetrabile della pelle marmorea, una piccola crepa che diede ancor più animo all'attacco. Nobuo si avvinghiò con i moncherini e le gambe rotte al corpo iniziando a divorarne il volto, ora a far da contorno alla scena erano le grida disperate della Volontà dei Kaguya che, inerme, veniva consumata un boccone alla volta.

    All'esterno, i due medici avrebbero potuto assistere alla battaglia sotto altre spoglie: se in un primo momento il corpo della cavia parve andare fuori controllo, lentamente si riebbe ed i tessuti dapprima impazziti ripresero la loro consueta fisionomia, con lentezza certo ma senza più arrestarsi e per chi aveva avuto l'occasione di assistere alla rigenerazione propria degli Yakushi vi avrebbe potuto ritrovare una certa somiglianza. Forse alla brillante mente dell'Eliminatore sarebbe sovvenuta la particolare natura di quel corpo, le sue origini, e lì vi avrebbe trovato la spiegazione a quanto stava accadendo. La Volontà dei Kaguya stava soccombendo alla capacità rigenerativa presente nei geni che aveva ereditato Nobuo dal suo "padre" biologico. Un corpo nato da un esperimento il cui scopo era creare un siero capace di rendere uno shinobi un perfetto ricettacolo di conoscenze ninja era terreno fertile per qualsiasi impianto, la cavia perfetta per quell'esperimento.
     
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