Il Tempio Segreto di Inari

Addestramento Contratto Kitsune

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Kitsune.



    -Ci troviamo in un stramaledettissimo genjustu-
    fu la mia risposta secca, ancora prima che Shin stesso proseguisse con il discorso. Eravamo arrivati alla medesima conclusione, ovvero il tempio stesso era circondato da un justu; del resto la ripetizione degli oggetti, i frammenti uguali presenti a distanze simili… in sostanza permeava in quei saloni una decadenza calcolata, un disordine ordinato. Troppo preciso per essere un frutto del caso. Tuttavia per ottenere un risalutato del genere era necessario disporre di un potere ben al di fuori delle mie capacità e di quelle di Shin stesso: - Da soli non potremmo mai sciogliere questa illusione… Per quel che vale direi di condividere la tecnica del Rilascio, vediamo che cosa ne esce e se funziona… speriamo solo di non finire in qualche casino troppo grande. - non terminai positivamente la frase, del resto non potevamo sapere che cosa ci avrebbe atteso ma giunti a quel punto la curiosità e l’orgoglio ci avrebbero impedito di recalcitrare.

    Se Shin avesse accettato la proposta…

    A vicenda eseguimmo la posizione magica della tigre e appoggiando la mano uno sulla spalla dell’altro eseguimmo la tecnica del Rilascio. Bastò un battito di ciglia e quando riaprii gli occhi per un attimo fui accecato dall'ambiente che mi circondava. Il tempio era risorto, i colori accesi, la lucentezza delle statue di bronzo, i kanji dipinti magnificamente sugli arazzi. Guardai esterrefatto il mio compagno di avventura, proferendo: - Shin, credo che, al di fuori di ogni aspettativa, abbiamo sciolto il genjustu e ci troviamo di fronte a quello che cercavamo… il tempio che tanto hai anelato. - Voltandomi a più riprese osservai l’ambiente, era la prima volta nella mia vita che mi trovavo in un posto del genere e se non fosse stato per la mia decisione di intraprendere la vita da ninja non avrei mai avuto modo di scoprire queste meraviglie. Sorrisi, in quel momento ero soddisfatto. Tuttavia il tempio stesso era vuoto, come Shin poteva notare non vi era traccia di anima viva. Forse il justu serviva solo a proteggere quello che era un tempio ormai lasciato senza praticanti, nuovamente mi rivolsi al foglioso: - Non perdiamoci d’animo. Dirigiamoci fuori di qui e vediamo da fuori se è cambiato qualcosa…- e mentre ci incamminavamo verso l’esterno successe una cosa incredibile. Alla soglia dell’entrata, all’improvviso, mi voltai verso il compagno shinobi attratto da un rumore particolare… infatti la collana aveva preso a fluttuare in mezzo all’aria! A fatica mandai giù la saliva e osservai la situazione con occhi sgomenti. E nel mentre faticavo ancora a realizzare quello che stava succedendo l’amuleto riprese a muoversi, ruotando attorno al collo e puntando verso l’interno del tempio stesso. La forza di quella attrazione fu tale da rompere il filo che lo legava e veloce come il vento schizzò, parallelo al terreno, verso il centro del santuario, nella sua zona più sacra. Tuttavia non andò a sbattere su una statua o su un muro ma bensì fu presa, da qualcuno, in mano. Alzai lo sguardo, non volevo credere ai miei occhi.

    -Benvenuti al Tempio Segreto di Inari, nobili viandanti.- furono le prime parole provenienti dal centro del tempio stesso; da una voce calma, serena ma allo stesso tempo autoritaria. Focalizzai la vista e realizzai la presenza di un uomo, un anziano religioso con lunghi capelli bianchi, quasi argentei raccolti a coda. Allo stesso tempo realizzai che non si trattava in realtà di un uomo nel vero senso della parola, viste le sue orecchie a punta e coda sporgenti. Mi inchinai, e invitai Shin a fare lo stesso. Non era sottomissione, era una semplice constatazione di trovarsi davanti ad un essere più potente, e se si voleva sopravvivere vi era una sola possibilità; ascoltare, ubbidire, sperare e poi scappare. La mia esperienza nei bassifondi era maestra di vita.

    Nel frattempo muovendo gli occhi ai lati del anziano notai la presenza di altre persone, tutte donne; tutte vestite in modo formale e sacro e tutte con connotati bestiali. Il mio sguardo si spostò di nuovo verso quello che apparentemente sembrava il capo di quella allegra compagnia di esseri mistici. Ai suoi piedi si trovava supina un’altra ragazza, simile esteriormente al resto delle donne, ma vestita malamente; sofferente e visibilmente provata. Non capivo più niente, non riuscivo a decifrare i gesti e le azioni. Ad un certo punto un paio di quelle religiose presero la ragazza… volpe se si può così definire e la portarono lontano dall’anziano, il quale al termine dell’azione prese a parlare: -Giovani Shinobi… ditemi: perché siete qui? Perché uno di voi…– il suo sguardo, rivolto verso Shin, divenne marmoreo e glaciale -… portava con sé, sigillato in questo amuleto sacro, una nostra compagna Kitsune?- Un brivido mi salì lungo la schiena. Quella domanda risuonava terribilmente perentoria.

    CITAZIONE
    Complimenti per il post precedente, le tue descrizioni si sono rivelate veramente buone e dettagliate, come ottimo il pensiero e la logica alla base. Ergo la conseguenza è che riusciamo a sciogliere il genjustu e trovarci davanti ai Kitsune. Ebbene, il grande capo pare abbastanza adirato... Come farai a sciogliere un pò la tensione e provare a calmare le acque e spiegare il tutto? A te giovane Shinobi.
     
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