Quanti piccoli gagni

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  1. lNearl
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    La parola sbagliata.

    III




    Si sa, tra bambini ed adolescenti le gerarchie sono una cosa importante. L'educazione impartita dai genitori può essere molto rilevante, ma rimane pur sempre difficile visto il naturale scarso livello di maturità insegnare ai bambini che la legge del più forte non è l'unica funzionante. Il ragazzo più grande che si era avvicinato ad Atem ad esempio questo meccanismo non l'aveva minimamente capito. Alla risposta di Atem il suo viso assunse quella che voleva essere un'aria determinata, anche se poi calata sul visto non ancora del tutto definitivo di un adolescente il risultato era quasi più ridicolo che spaventoso.


    Forse non ci siamo capiti mezza sega. Io ti dico che devi pagare per passare, e tu tiri fuori dei dadi ?


    Era evidente che quel tizio doveva essere un po' il capogruppo, infatti vedendolo più determinato anche gli altri due ragazzi si avvicinarono nell'arco di due metro da me e da Atem. La situazione non mi sembrava particolarmente pericolosa, i ragazzini sembravano solo dei bulli, però mi sarei divertito a vedere come si sarebbe comportato lo studentello.


    Dai Huni, fagli vedere chi sei! Se tu prendi quello grande noi facciamo a fette il piccoletto.

    Stavo appunto pensando qualcosa del genere Kuro. Questi due devono imparare il rispetto.

    Io non ero mai stato un tipo da scazzottate, ma ne avevo vissute diverse per le strade del villaggio e ben sapevo quanto potevano essere pericolosi dei bimbi incazzati. Mi preparai psicologicamente, per essere pronto se fosse stato necessario intervenire a difendere Atem mentre i nostri tre nemici si mettevano nelle loro posizioni di combattimento. I due più piccoli, Kuro e Yushi si spostarono attorno a me, quasi volendomi accerchiare, mentre Huni rimaneva davanti ad Atem.
    D'un tratto, senza che si parlassero minimamente iniziarono la loro offensiva. I ragazzi erano evidentemente coordinati, segno che avevano combattuto assieme già delle altre volte.
    Huni tirò indietro il braccio destro per chiuderlo a pugno, e dopo aver bilanciato il corpo fece partire un gancio diretto alla guancia sinistra di Atem. Non si sarebbe certo fermato li. L'addestramento della strada è particolarmente severo,e tutti sanno che se uno commette l'errore di essere troppo clemente generalmente viene sempre malamente punito. Subito dopo quel gancio Huni avrebbe fatto partire un jab con il pugno sinistro dritto verso il naso di Atem, andando quindi a comporre un rapido 1-2 di cazzotti. A quel punto avrebbe tirato fuori dal cilindro la sua mossa finale, avrebbe portato rapidamente in avanti la gamba destra facendo intendere al suo avversario volenteroso di giocare a dadi che gli stesse per arrivare una ginocchiata nello stomaco, ed invece il movimento si trasformò in una semplice finta. La gamba destra non completò il suo percorso, ed invece che colpire divenne l'appoggio per una poderosa testata che Huni avrebbe cercato di impartire mirando allo sterno di Atem.


    Qualunque fosse stato l'esito di quello scambio di colpi Huni avrebbe poi arretrato di un paio di metri, giusto in tempo per incitare i suoi scagnozzi.


    Forza, su , di quel bambinetto devono rimanere solo i capelli!

    Kuro e Yushi erano partiti all'attacco in maniera combinata, anch'essi padroneggiavano bene l'uso delle finte e mi stavano accerchiando riempendomi di colpi. Per questioni di scena non potevo certo difendermi in maniera adeguata, anche perchè non sarebbe stato utile ai fini delle missione. Incassai tutti i colpi, in maniera più o meno vistosa, riparandomi solo da quelli potenzialmente fastidiosi come i pugni sul naso. Bisogna dire che mentre Yushi attaccava come uno scalmanato ed un tutta foga, Kuro sembrava più calcolatore, sapeva dosare la forza dei suoi attacchi ed usare la spinta del suo busto per attaccare in maniera concreta. Ad ogni modo, la forza dimostrata finora era minima, e salvo colpi di scena non avrei avuto nulla da temere.


    Aiuto Atem, sono fortissimi, non so come fare! Scappiamo, o paga!! Aiuto aiuto!

    Per amore di scena non potevo che comportarmi in quel modo, l'arte della recitazione era effettivamente grande in me, e probabilmente sarei risultato molto credibile anche allo studente, che avrebbe forse messo in dubbio le reali capacità del genin bambino. Dopo quella frase incassai ancora un paio di colpi, dopodichè simulai di cadere a terra sulle ginocchia, per essere poi in totale balia dei colpi dei due piccoletti.
    Rimane Atem a dover gestire la situazione, d'altronde era lui il fratellone.
     
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