Quanti piccoli gagni

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  1. lNearl
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    Ira

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    Atem si stava comportando in maniera valorosa, ed anzi stava dimostrando un sangue freddo degno di nota. Chiuso dentro uno scantinato, abbandonato al suo destino e con il suo sensei svenuto e mangiato dai topi non si era buttato giù, ma anzi aveva trovato addirittura la forza di alzarsi, sostenendo il peso del bambino incurante delle corte che ne ostacolavano i movimenti.
    I topi, loro si che erano delle bestie tremende, non sembravano avere coscienza nè tanto meno pietà. Fregandosene della situazione continuavano imperterriti ad attaccare, ma adesso che Atem si era alzato Ryoshi era un preda particolarmente difficile, troppo in alto per le loro caratteristiche naturali. Si sarebbero quindi riversati tutti sui piedi e sulle gambe del povero studente, che con onore stava facendo di tutto per far svegliare il genin bambino.

    Dentro di me iniziai a prendere una sorta di meta-coscienza di quello che stava accadendo. Il veleno era particolarmente efficacie, non per niente mi aveva messo fuori combattimento in meno di un minuto, cacciandomi nel mondo dei sogni e rendendomi quasi impermeabile al mondo esterno. Il mio sonno era turbolento, pieno di incubi e brutti ricordi. Gli eventi traumatici che stavo rivivendo grazie al mio inconscio non erano certo piacevoli, ma ne stavo pian piano uscendo. Non ero ancora in grado di aprire gli occhi, non ero in grado di realizzare un quadro completo di quanto si stava verificando attorno a me, ma i miei sensi stavano mandando dei chiari segnali di pericolo al mio cervello, che in maniera brusca, forse un po' troppo, decise di reagire.



    ATEEEEEEEEEEEEEMMM! LA LUNA!


    Era qualcosa di ricorrente nelle sue fasi di pazzia la luna, ne minacciava il buon senso da molto tempo, anche se nessuno per il momento ne aveva mai capito quale fosse il motivo, nè tanto meno ne aveva un idea Ryoshi stesso.
    Ad ogni modo, quel grido inconsapevole del bambino avrebbe dovuto essere una premonizione di ciò che stava per accadere, un grido carico di rabbia e di dolore. Per quanto la voce dei bambini rende sempre "attenuati" alcuni sentimenti legati al dolore, nessuno, ma proprio nessuno, avrebbe potuto fraintendere la carica emotiva di quell'urlo nel buio.
    Da sopra non avrebbero fatto tempo a scoppiare a ridere, compiaciuti di quello che stavano organizzando. Non ne avrebbero fatto a tempo perchè in fondo, anche se ci trovavamo all'interno di uno scantinato, eravamo pur sempre a Suna. La quantità di polvere, pulviscolo e sabbia trasportata dal vento era enorme, ed era esattamente il genere letale in questa situazione.


    AHHHHHHHHHHHH


    Un'altro grido, questa volta però non era da solo. Era accompagnato da un vortice di sabbia che si sarebbe pian piano creato attorno a Ryoshi, e di conseguenza attorno ad Atem stesso. L'unica possibilità per lo studente di sopravvivere al pandemonio che si sarebbe creato era rimanere nel centro del ciclone, il più stretto possibile al genin bambino, cercando di ripararsi dalla sabbia che fuori controllo ogni tanto avrebbe potuto colpirlo. Il vortice di sabbia allontanava i topi, o per meglio dire, vista l'intensità di quel vortice allontanava i pezzi di topi macellati e distrutti da loro. Nel mentre stava portando con se l'intero arredamento della stanza, che pian piano veniva risucchiato all'interno del ciclone, trasformandosi in'altra materia utile da distruggere, ed aumentando sempre di più la potenza devastante del turbine.


    MORIRETE!!! MORIRETE TUTTI!!!


    Ryoshi era totalmente incontrollabile. Una rabbia primordiale ne aveva preso il controllo. Forse la paura di quello che gli stava succedendo, forse gli effetti del veleno che debilitando la sua parte cosciente ne stavano facendo rivivere i vecchi tempi pieni di pazzia e rancore, o forse il timore di non riuscire a proteggere lo studente che gli era stato affidato lo avevano fatto totalmente andare fuori controllo. Il suo sfogo però non si sarebbe limitato a distruggere ed allontanare i topi, no. L'intensità di ciò che stava provocando era sempre maggiore, ed aveva adesso la forza di distruggere l'intera locanda, compresi i poveri abitanti del piano di sopra.
    Il turbine, che dopo aver mangiato buona parte dell'arredamento contava di una dimensione degna di nota, sarebbe come esploso verso il soffitto sopra di loro, creando un'immensa voragine e dando di nuovo luce ad Atem.

    Solo adesso lo studente avrebbe potuto vedere l'effettiva situazione, di tutto lo scantinato rimaneva ben poco. Il mobilio era andato del tutto distrutto, ed anche alcune pareti presentavano buchi e distruzione qua e la, lasciando spazi e creando collegamenti con gli edifici collegati. Il tutto, era macchiato da dosi considerevoli di sangue. Non solo tutti i roditori che poco prima li stavano attaccando erano stati tritati dalla furia di sabbia, ma nella recente "esplosione" che aveva colpito il piano superiore era stato inghiottito anche uno degli uomini che avevano visto quand'erano entrati, e che per sua sfortuna si era fatto trovare nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quest'ingente quantità di sangue, oltre al mero schifo che avrebbe potuto dare al ragazzino, aveva avuto il merito di rimanere impregnata all'interno della sabbia che il genin bambino stava inconsciamente controllando, colorandola di un rosso cremisi capace di far sembrare la scena ancor più surreale.

    Nel mentre la locanda si "scioglieva" sotto la furia del rosso, Atem sarebbe riuscito facilmente a slegarsi delle corde e liberarsi dalla vicinanza con il bambino. Ora che la sua furia si era concentrata al piano di sopra non c'era più un centro de ciclone ne quale rimanere per stare al sicuro, ed anzi dalle macerie del piano di sopra avrebbero iniziato a cadere pezzi di mattone, sassi, pezzi di intonaco e parete, che spinti dalla forza distruttiva della sabbia avrebbero potuto colpire con una forza notevole il povero studente.

    Come in un far protettivo, mentre la furia non smetteva di crescere, una sorta di nube di sabbia avrebbe sollevato Ryoshi dal piano seminterrato, portandolo verso il piano superiore dove tutti i presenti, ormai in preda al panico stavano cercando di correre verso l'uscita.
    La visione del bambino era inquietante, continuava ad avere gli occhi chiusi, era totalmente incosciente e si muoveva sulla nuvola di sabbia come se fosse in preda agli spasmi. Solo una volta arrivato in alto, la sua furia si sarebbe arrestata con un ultimo colpo di scena. Tutta la sabbia e la materia inorganica presente si sarebbe radunata attorno a Ryoshi, andando a creare una sfera di sabbia con un diametro interno di circa due metri, all'interno del quale c'era lo spazio sufficiente e necessario affinchè potessero starci Ryoshi ed un'altra persona. Pochi istanti dopo la formazione di questa sfera, essa sarebbe esplosa, facendo scattare sabbia in tutte le direzioni con una potenza di fuoco idonea a distruggere non solo la locanda, ma l'intero palazzo distruggendo ogni forma di struttura portante dell'edificio.
    Con il senno di poi, era facile capire che forse l'unico modo per sopravvivere alla potenza della sfera era trovarsi all'interno della stessa poco prima che esplodesse. Per fare questo, Atem doveva assolutamente riuscire a salire sulla nuvola di sabbia, o perlomeno far in modo di essere affianco al giovane sensei mentre la sabbia si stringeva intorno a lui.
    Certo, se fosse rimasto al piano di sotto avrebbe forse potuto sfruttare quei buchi nei muri per sgattaiolare negli edifici adiacenti, ma si sarebbe salvato ? Avrebbe fatto in tempo considerando la velocità omicida della sabbia ?

     
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17 replies since 16/7/2016, 17:29   145 views
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