Accompagnatrice anti stalker

free tra -Shu e Zakira

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  1. Zakira
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    La giornata era splendida a Konoha. Il cielo era limpido e il sole riscaldava le strade della città. C’erano pochissime nuvole e le poche assumevano strane forme che l’occhio umano interpretava. Per gli abitanti del paese del Fuoco poteva essere una bellissima giornata. Un occasione per trascorrere del tempo con i propri figli o per gli shinobi la possibilità di compiere missioni in tutta serenità. Invece per coloro che volevano migliorare avevano colto l’occasione per allenarsi. Ma per qualcuno quel tempo poteva creargli solo disagi...

    -Uff… che caldo!-

    Per Asami Hoshiyama non era così bella la giornata. Lei, a differenza di tutti gli altri, non amava il caldo. Durante il periodo della sua infanzia e adolescenza lei, insieme ai suoi genitori, si recava spesso nelle piccole villette della famiglia Hoshiyama a sud del Paese del Fuoco oppure al paese del Thé. Ad accompagnare la famiglia c’erano anche i miglior componenti della servitù. Ma non per divertirsi insieme alla famiglia, bensì per servirli. Infatti per loro non era per niente facile lavorare in località di mare senza poter nemmeno toccare l’acqua rinfrescante della zona. Asami si recava lì dopo aver trascorso l’intero anno a “studiare” e suo padre staccava la spina, non pensando per alcune settimane agli affari. Essendo entrambe zone abbastanza ventilate amava stare al sole, cercando di far prendere un pò di colore alla sua candida e delicata pelle rischiando si scottarsi ogni volta.

    -... NON RESISTO!-

    Questa volta però Asami non si trovava su una spiaggia in riva al mare. Il caldo di Konoha era molto più opprimente rispetto a quello descritto da suo zio Bumi. L’albero all’interno del giardino non riusciva a proteggerla dal caldo. Ciò nonostante cercò di riposarsi un pò. Dormendo, forse, non pensava al caldo che stava investendo il paese del Fuoco in quella stagione. La giovane kunoichi si addormentò sotto quell’albero alle 11.30.

    [...]

    Una strana figura, scesa da un imponente carrozza, iniziò a camminare in direzione della villa. Normalmente superò il cancello che separava la dimora dalla normale strada cittadina e iniziò a gironzolare del giardino. Camminava a passo lento, stando attenta a dove metteva i piedi. Era seguita da altre figure che camminavano molto più velocemente. Alcune portavano anche degli oggetti piuttosto piccoli. Improvvisamente però la sagoma si fermò davanti all’ingresso per poi dirigersi in direzione dell’unico albero presenze in quell’area. Avanzò, sempre lentamente, fino ad arrivare a pochi metri da una ragazza dai capelli rossi. Lei stava dormendo beatamente sotto l’albero ignara delle persone appena sbarcate davanti casa sua. Ma la sua quiete fu subito disturbata da un bastone in legno utilizzato dalla stessa figura che raggiunse l’albero poc'anzi.

    -Uhm…??-

    Pian piano apriva gli occhi cercando di svegliarsi dal lungo riposo. La figura davanti a se inizialmente era abbastanza sfocata. Riuscì a distinguere solo i piedi di questa persona. Aveva indosso delle scarpe eleganti che erano coperta da un lungo vestito di color verde pistacchio. L’abito diventava pomposo dal busto in su, con alcuni inserti in pizzo all’altezza del collo e polsi. La figura man mano diventava sempre più chiara e anche più familiare. Occhi grigi, capelli neri raccolti e labbra sottili. La figura non era molto alta e le sue forme erano generose ma il tutto era perfettamente proporzionato. In più indossava degli orecchini molto costosi che brillavano alla luce del sole. Quando la ragazza riconobbe la sagoma davanti a sè, rimase a bocca e occhi spalancati.

    -M… Mam...ma!?-

    Già. La sagoma dinanzi a lei si trattava di colei che l’aveva generata e l’aveva cresciuta con tutto l’amore che aveva. Una signora distinta, dalla nobile bellezza e dall’animo gentile. Lei due erano molto legate nonostante la scelta di Asami e il suo trasferimento. Da allora le due donne si spedivano lettere quasi ogni mese su vari aggiornamenti. Ma ultimamente la ragazza non aveva mai tempo di scrivere una lettera. Infatti la maggior parte delle volte la genin si trovava in biblioteca, cercando di studiare qualcosa sull’arte medica, o in semplici missioni. Il tempo libero lo utilizzava per poltrire o facendo un giro del villaggio ritrovandosi poi da tutt’altra parte. Ma quel giorno non si aspettava minimamente una visita da parte di sua madre. La donna con gli occhi grigi continuava a guardarla alzando leggermente il sopracciglio sinistro. La diciottenne si alzò di scatto e abbracciò sua mamma, energicamente.

    -Mamma! Da quanto tempo. Scusa se non ti ho scritto ultimamente… il tempo è passato così velocemente! O mio dio! Che sorpresa!-

    -Hai visto che sorpresa! Sono contenta anch’io di rivederti.-

    Le due si staccarono da quel lungo abbraccio. La madre fece alcuni passi all’indietro per poi assumere un espressione pensierosa. Dopodichè il suo volto si trasformò in uno sguardo contrariato. Ma cosa stava guardando?

    -Mmm… no non ci siamo…-

    Iniziò a fissare sua figlia tenendo lo stesso sguardo e scuotendo la testa. Cosa c’era che non andava? Forse non approvava com’era vestita la figlia? Era troppo scoperta per i suoi gusti? La ragazza prima si guardò intorno dopodichè iniziò a guardarsi prima le gambe e, successivamente, le braccia e la pancia. In effetti era abbastanza scoperta ma faceva troppo caldo per restare coperte dalla testa ai piedi. Ma in quelle ore la temperatura si era abbassata. Infatti un vento fresco accarezzava la pelle accaldata della ragazza, non facendogli sentire più quella sensazione di caldo estremo.

    -No…tu sei dimagrita troppo Asami. Non stai mangiando per niente… Dì la verità: zio Bumi non cucina come si deve, vero? Sapevo che mentiva... si dava troppe arie… povera bambina mia! Da quanto tempo non mangi?-

    Prese il viso della ragazza tra le mani e lo portò vicino al suo petto. Ma la ragazza, essendo molto più alta di lei, dovette piegare la schiena in avanti poichè non riuscì a resistere alla forza improvvisa della madre.

    -Mamma! Ma cosa stai dicendo? Zio Bumi cucinadegli ottimi piatti… Anzi a dire la verità ultimamente sto cercando di cucinare anch’io qualcosa.-

    La madre di Asami mollò subito la presa e iniziò a guardare la figlia assumendo un espressione incredula. Nel frattempo la kunoichi guardava la madre facendo un piccolo sorriso fiera di ciò che aveva appena detto.

    -Tu cucini?-

    -Bhé… si… più o meno…però…-

    La donna dai capelli neri iniziò a ridacchiare, mettendo una mano davanti alla bocca e chiudendo leggermente gli occhi.

    -Ahahahahah… Asami… sei proprio divertente.-

    La ragazza mise il broncio distogliendo lo sguardo dalla madre e guardando da tutt’altra parte. La donna, invece, si avvicinò alla ragazza accarezzandogli il braccio. Dopodichè le due iniziarono a dirigersi verso l’entrata della dimora. La servitù nel frattempo andava avanti e indietro facendo lo sempre lo stesso percorso, cioè dalla carrozza alla villa. Alcune di esse avevano numerosi oggetti in mano. Altre invece avevano solo un enorme busta bianca che portavano con molta cura all’interno della villa. Purtroppo quelle buste le conosceva e assunse uno sguardo di disapprovazione.

    -Non mi dire che quelli sono…-

    -Esatto Asami! Yumi mi ha riferito che nel tuo armadio non c’è niente. Così ti ho portato qualche abito…-

    Improvvisamente una ragazza della servitù raggiunse rapidamente le due donne con in mano una busta bianca. Una volta raggiunte le due donne, la porse ad Asami facendo un lieve inchino.

    -Signorina Asami! Questa è per voi. C’è il vostro nome sulla busta. L’ho trovata dinanzi alla porta d’ingresso.-

    -Ok… Grazie!-

    Decise di aprire la busta una volta entrata in casa. Si sedette sul divano e iniziò la leggerla mentalmente. Di fianco a lei c’era la madre che, curiosa del contenuto, aveva iniziato a leggerla. Le reazioni delle due donne furono quasi uguali. Più o meno. La diciottenne non fu per niente felice della missiva. Infatti quella sera stessa doveva prepararsi per una missione. Ma il luogo dell’incontro era più tosto insolito.

    §Perchè in un ristorante lussuoso!? Adesso sono costretta ad indossare uno di quei vestiti scomodi...§

    A quanto pare il mondo del lusso la perseguitava, anche nella sua carriera da shinobi. In più l’incontro era quella sera e la ragazza non aveva voglia di uscire di casa poichè voleva passare un pò di tempo con sua madre. Dall’altra parte la notizia risultava, dal suo punto di vista, positiva. Ultimamente stava partecipando a diverse missioni e anche se non erano molto importanti lei le riteneva tali per fare esperienza. La madre invece non fu contenta per la convocazioni inaspettata della figlia, poichè anche lei voleva passare un pò di tempo con Asami. Però era felice perchè con quella convocazione, in quel lussuoso ristorante, era la prova che avere degli abiti eleganti all’interno del proprio armadio non era una pessima idea.

    §...§

    Le due si guardarono intensamente negli occhi. La ragazza con gli occhi verdi era disperata perchè sapeva a cosa andava incontro, con la presenza della madre e della servitù. La donna con gli occhi grigi invece era quasi eccitata e non vedeva l’ora di dare ordini alla servitù per preparare la sua unica figlia a quell’incontro. Le ragazze che lavoravano per la famiglia Hoshiyama stavano ancora trasferendo i vari oggetti dalla carrozza alla villa. Ma quando la signora Hoshiyama si alzò in piedi e cercò di attirare l’attenzione di tutte battendo le mani (per due volte) la servitù smise immediatamente l’attività che stava svolgendo.

    -Ragazze!-

    Si guardò intorno per osservare l’intera servitù dopodichè puntò i suoi occhi sulla giovane shinobi.

    -Sapete quello che dovete fare… Fortunatamente ho preso quel vestito. Prendetelo!-

    Così la servitù si divise a metà. Una che cercava di trascinare Asami in bagno per prepararsi. L’altra metà invece preparava tutto l’occorrente per abbellire al meglio la ragazza. Alla fine Asami si ritrovò ad indossare un vestito lungo monospalla di colore nero con spacco laterale. Ai piedi però decise di indossare dei sandali bassi impreziositi da alcune pietre preziose. In più indossò gli orecchini in pietra di luna che a volte venivano nascosti dai lunghi capelli mossi. Come d’abitudine, nelle occasioni importanti, truccò la zona degli occhi utilizzando una matita. Si diede l’ultima occhiata allo specchio mentre tutti i componenti della servitù la guardavano fuori dalla stanza. La madre invece era seduta su una sedia guardando con tanta fierezza la sua splendida figlia.

    -Prenderai la carrozza che ti aspetterà fuori al locale una volta che avrai finito.-

    -Ok… Ci vediamo dopo.-

    Un ultimo abbraccio dopodichè la ragazza si avviò verso la carrozza, seguita a ruota dalla madre che si fermò sulla soglia della porta d’ingresso.

    -Mi raccomando: mangia!-

    -Mamma…-

    La sua voce era bassa per l’imbarazzo e il suo viso divenne un pò colorito mentre entrava all’interno della carrozza. Dopodichè il cocchiere della famiglia Hoshiyama diede il via ai cavalli che sfrecciarono lungo le vie della città. La ragazza riusciva a vedere al di fuori del mezzo grazie a una piccola finestrella. Da questa poteva vedere perfettamente il cielo, che ormai era diventato di una tonalità blu notte anche se presentava alcune aree più chiare, per via del tramonto appena terminato. La carrozza viaggiava a velocità moderata cercando di non colpire le varie persone che ostacolavano la sua corsa. Ma quando la gente aumentò i cavalli diminuirono il passo, per non creare qualche incidente. Quando arrivò davanti al ristorante la ragazza dai capelli rossi scese dal mezzo, aiutata tempestivamente dal cocchiere. Davanti al ristorante c’era un giovane uomo abbastanza alto e dai capelli corti e biondi. Quando Asami si avvicinò il ragazzo ripose tutta l’attenzione su di lei per poi guardarla negli occhi.

    -Buonasera. Io sono Asami Hoshiyama, genin del villaggio della foglia.-

    Portò con sè la lettera dell’Accademia. Così la consegnò al cameriere con la mano destra. Dopodichè guardò l’uomo di fronte a se con aria serena.

    -Devo incontrare il richiedente della missione proprio in questo ristorante.-

    Il cameriere lesse la lettera mentalmente per poi sfogliare un piccolo libretto. Molto probabilmente stava controllando se il nome era segnato in lista. Fortunatamente c’era poichè, successivamente, il cameriere accompagnò la ragazza all’interno del locale. Asami conosceva quel locale solo perchè ultimamente suo zio si recava spesso in questo posto per incontri importanti. Lo zio Bumi una volta aveva descritto il locale ad Asami, con numerosi elementi dal grande valore e dall’ambiente piuttosto intimo e raffinato. Ed una volta entrata all’interno del ristorante potè confermare le parole del parente. Lampadari sfarzosi, sedie eleganti dal colore bianco panna, le pareti, del medesimo colore delle sedie, che avevano dei motivi floreali dal colore verde chiaro. I tavoli erano abbastanza grandi di forma ovale sparsi per il locale in modo da creare degli spazi così da far passare gli eventuali clienti. Le persone all’interno del locale erano anch’esse vestite in modo elegante e mangiavano piatti dalla preparazione più raffinata. Alcune di esse, soprattutto uomini, osservarono la ragazza dal lungo vestito nero con curiosità per poi concentrarsi di nuovo sul cibo. La genin dal canto suo si guardava intorno per individuare la persona che aveva bisogno del suo aiuto per questa missione improvvisa. Non sapeva se era una donna o un uomo ma conosceva soltanto l’oggetto della missione, cioè di protezione e scorta. Improvvisamente il cameriere si fermò davanti a un tavolo.

    §Ecco!§

    Anche la ragazza, con tutta la sua eleganza, si fermò osservando l’uomo che aveva chiesto di lei. Poteva avere circa 50 anni e aveva lunghi capelli e neri e la barba del medesimo colore. Non era vestito in modo elegante ma aveva numerosi gioielli preziosi. Fece un sorrise quando vide quel particolare. Infatti anche la madre era così: non usciva di casa se non aveva indosso uno o più gioielli. Nonostante i numerosi gioielli, per Asami l’uomo non aveva per niente l’aspetto di un ricco commerciante. Forse perchè aveva come esempio suo padre. Ma forse tra i due c’era un enorme differenza: suo padre era nato già con i numerosi privilegi che una famiglia nobile e già avviata nel mercato poteva offrire, l’uomo di fronte a se evidentemente per guadagnare tutta la ricchezza che possedeva aveva dovuto faticare per raggiungere tutti gli obbiettivi. Anche perchè se aveva deciso di incontrare la kunoichi in quel lussuoso ristorante vuol dire che di denaro ne aveva anche troppo. Nel frattempo l’uomo aveva chiesto al cameriere di portare un tovagliolo. La ragazza osservò l’uomo per un pò prima di accomodarsi alla sedia, accavallando le gambe. Pochi secondi dopo arrivò il cameriere che consegnò, oltre al tovagliolo, anche i menù e del pane. Il cinquantenne cominciò subito a strafogarsi con il pane e contemporaneamente a ringraziare il cameriere.

    -Grazie pinguino-

    -Eh??-

    §...pinguino!?§

    La ragazza osservò il giovane lavoratore mentre si allontanò dal tavolo e iniziò a prendere delle ordinazioni ad un altro tavolo poco distante. Ma improvvisamente venne distratta dalla voce del richiedente della missione.

    -Allora tu devi essere Asami-chan. Molto bene, molto bene. Io sono Tatehiko Kurogane, molto piacere.-

    Porse la sua mano, piena di anelli, verso la ragazza. Asami, mentre porgeva la sua mano allungata, fece un piccolo, e forse anche falso, sorriso e strinse leggermente la mano dell’uomo.
    Aveva già sentito il nome di quell’uomo. Infatti il padre parlava spesso di economia e politica durante i pasti ma soprattutto durante le riunioni di famiglia. Infatti la famiglia Hoshiyama, sentendo i vari discorsi, cercava di eliminare la concorrenza offrendo qualsiasi prodotto. E molte volte riusciva nell’impresa festeggiando ogni volta i diversi successi. La famiglia Hoshiyama non era mai in crisi. Durante le riunioni sentiva diversi nomi e tra questi c’era anche quello di Tatehiko Kurogane, cioè il suo mandante. In realtà Asami non sapeva di cosa si occupava l’uomo visto che non s’interessava dell’economia. Purtroppo non era esperta riguardo all’economia. Lasciò la mano del cinquantenne che iniziò a introdurre la missione alla genin.

    -Sei qui perché domani mia figlia arriverà qui a Konoha, dove passerà una notte in una locanda di tua scelta, prima di ripartire assieme a te di nascosto per il villaggio di Oto. La tua missione è quella di farle da scorta, da guida, da amica, da confidente, da suo scendiletto se lei così desidera. Ho deciso di chiedere di te esplicitatamente. Sei una ragazza giovane e carina, proprio come mia figlia, per cui sono sicuro che abbiate gli stessi gusti ed andrete d'accordo. Ho anche sentito parlare della tua famiglia, per cui so che hai avuto una buona educazione, esattamente come la mia Miyako…-

    Anche se Asami aveva avuto una buona educazione fin dalla nascita, lei non amava particolarmente quel tipo di comportamento. Durante i suoi mesi a Konoha aveva sempre dato del “tu” ai suoi coetanei e non solo, cosa che prima non accadeva. Solo in casi importanti o di estrema necessità utilizzava quei suoi bei modi cordiali che gli avevano insegnato fin dalla prima volta che aveva pronunciato la prima parola. Nonostante ciò volle far presente questa sua caratteristica al richiedente della missione.

    -Bhè... si ho avuto una buona educazione... questo è vero. Ma io non amo particolarmente quel tipo di atteggiamento... troppa cordialità non fa per me. Spero che sua figlia accetterà il mio modo di fare…-

    Dopo queste parole arrivò il cameriere chiedendo ai due cosa preferivano da mangiare. Tatehiko ordinò il piatto più costoso, dell’altro pane e un litro di birra. Ora toccava il turno di Asami ma non aveva ancora controllato ancora il menù

    -Ehm… un attimo… sto controllando… vediamo. Mmm… io prendo il carpaccio di salmone affumicato… come contorno... dell’insalata. E infine del vino bianco.-

    Gli porse un sorriso mentre consegnava il menù al cameriere o pinguino, come lo chiamava il cinquantenne. Prima di mangiare di nuovo tutto il pane, ne offrì un pezzo ad Asami che accettò ma che mise da parte per dopo.

    -Allora, la missione mi pare abbastanza chiara no? Ci sono solo due piccoli inconvenienti: il primo è che mia figlia è paraplegica dalla nascita. Pertanto dovrai aiutarla spingendola sulla sua sedia a rotelle e magari cerca di non farglielo pesare. Il secondo è quel dannato Shinichi Kurogane.-

    In quel momento afferrò quattro fette di pane e quasi con rabbia le mangiò tutte assieme. Asami si sentiva un pò a disagio e non sapeva come calmare il mandante.

    -Ehmm… Chi è? Vi ha già creato problemi in passato?-

    -Quello stronzo è l'ex-ragazzo di mia figlia. L'ha sedotta cercando di accaparrarsi la mia fortuna ma fortunatamente la mia piccola Miyako era troppo sveglia per quell'idiota e l'ha lasciato. L'unico problema è che quel bastardo è un ninja ed ha cominciato a seguire mia figlia, a stalkerarla! Se a Sunagakure posso contare sulla guardia cittadina per avere un occhio di riguardo non posso avere la stessa sicurezza a Konoha. Quel bastardo è pur sempre un ninja accademico, mica posso vietargli di entrare al villaggio! Ed è qui che entri in gioco tu Asami: dovrai proteggere mia figlia dalle molestie di questo stalker. Non farti ingannare dal suo aspetto, è una vera volpe disposta a tutto pur di irretire nuovamente mia figlia! E sta attenta anche tu! Ha la faccia da pesce lesso ma è pur sempre un ninja!-

    Perchè mai Asami doveva stare attenta a quest’individuo? Era così bello da poter stregare anche la ragazza dai capelli rossi? E che trucchetti aveva utilizzato per conquistare la figlia dell’uomo? Avrebbe provato a sedurre anche Asami? A distrarla dai suoi pensieri fu proprio Tatehiko mostrandogli la foto dello stalker. E quando la vide rimase senza parole e con gli occhi spalancati dritti sulla foto.

    §!§

    Senza ombra di dubbio era un bellissimo ragazzo. Dalla foto Asami poteva notare una carnagione piuttosto scura, capelli neri che arrivavano sopra le spalle e due occhi magnetici. Infatti fu la prima cosa che notò. Forse il ninja non aveva avuto bisogno di qualche Genjutsu per conquistare il cuore di Miyako poichè già il suo aspetto aiutava tantissimo.

    §Però… la ragazza ha buon gusto…§

    Ma se la figlia di Tatehiko aveva scoperto che in realtà Shinichi voleva restare con la ragazza solo per i soldi allora andava fermato a tutti i costi. Nel frattempo la serata continuò con l’arrivo di una barca di legno con sushi e sashimi. Subito dopo un altro cameriere portò i piatti ordinati dalla ragazza dal vestito nero e il vino che venne versato subito nel bicchiere. Ogni tanto Tatehiko si lamentava della mancanza di sale all’interno del pasto. Asami, che finì di mangiare l’insalata con il carpaccio di salmone, nel frattempo gli vennero in mente alcune domande da porre al mandante.

    -Per la locanda, le spese saranno a mio carico?-

    Aveva in mano il bicchiere con all’interno un altro pò di vino. Girò il bicchiere cercando di muovere la bevanda alcolica al suo interno per poi farne un sorso. Dopodichè guardò di nuovo l’uomo tenendo in mano sempre il bicchiere, ormai vuoto.

    -La mia è semplice curiosità… Sono così ricca che la mia famiglia potrebbe sfamare di sicuro mezza Konoha… quindi per me non sono di certo un problema… è solo per regolarmi con i soldi che dovrò portare domani.-

    Fece un piccolo sorriso mostrando tutta la sua gentilezza, posando il bicchiere sul tavolo e aspettando un eventuale risposta del cinquantenne.

    [...]

    -Allora Asami-chan. Se lo vuoi il lavoro è tuo. TI prego, proteggi la mia bambina da quel mostro orribile!-

    -Può contare su di me, può stare tranquillo.-

    Tatehiko scoppiò dalla felicità non appena la ragazza accettò l’incarico. Quando uscirono entrambi dal locale l’uomo congedò Asami raccomandandola di riposarsi e che domani mattina faceva mandare qualcuno a casa sua per raggiungere sua figlia. Non appena i due si allontanarono dal locale, la ragazza raggiunse subito la carrozza che rimase lì per tutta la durata della cena. Infatti il cocchiere in quel momento stava fumando una sigaretta che spense immediatamente non appena vide la ragazza. Asami dal canto suo non vedeva l’ora di salire sulla carrozza dato che la temperatura era scesa di parecchi gradi. Infatti l’interno della carrozza era molto più caldo rispetto l’esterno. Forse stava per arrivare un temporale.

    -Allora signorina Hoshiyama… Come è andata la serata?-

    La carrozza iniziò a sfrecciare a grande velocità per le vie di Konoha. A quell’ora stranamente non c’era nessuno.Forse per il brusco calo di temperatutura. Ma Asami in quel momento stava ripensando di nuovo all’intera serata: l’incontro con il semplice ma ricco Tatehiko Kurogane, l’introduzione della missione, la foto di quel ninja e, soprattutto, il modo di mangiare dell’uomo. Ma tutto sommato il cibo che aveva ordinato era molto buono così come il vino.

    -Piuttosto bene!-

    Una volta arrivata a casa vide tutte le luci spente. Evidentemente la madre già stava dormendo. Così raggiunse la sua cameretta e si accomodò su una sedia, avanti alla scrivania con piccolo specchio. Inizialmente si guardò in esso per poi liberarsi pian piano del trucco e degli orecchini. Sperava tanto che sua figlia non fosse come lui. Allo stesso tempo però non voleva nemmeno una persona troppo aristocratica visto che anche lei, come Asami, aveva ricevuto una rigida educazione. La genin appoggiò la testa sulla scrivania, creando nella sua mente una possibile immagine della ragazza che avrebbe protetto il giorno dopo. Dopodichè chiuse gli occhi mentre un lampo illuminò la camera e quindi anche se stessa, solo però in un momento.

    §Speriamo bene...§


    [...]

    Un nuovo giorno era giunto nella città di Konoha che era stata investita da un tremendo temprale la notte prima. Quella mattina il cielo si presentava con diverse nuvole grigie e bianche che per la maggior parte del tempo passavano davanti al sole, oscurando per alcuni attimi l’intera città. La giornata rispetto al giorno precedente non era per niente calda, anzi era ottima per una missione di quel tipo. Come il suo solito Asami indossava il coprifronte della foglia al collo, dei pantaloncini corti color blu, stivali ninja con un piccolissimo tacco, una gonna aperta color marrone chiaro per abbellire lo stile, una maglietta aderente che arrivava poco sotto al seno, lasciando scoperta il suo addome piatto e mettendo in evidenzia le sue forme femminili, dal colore rosso con la manica destra molto più corta rispetto a quella sinistra e l’equipaggiamento ninja, composto da guanti, un marsupio a una tasca posizionato sulla gamba destra contenente piccole armi e uno specchietto in metallo. All’interno del marsupio aveva anche un bel pò di soldi. Magari potevano servire durante la giornata sia per lei che per Miyako. La genin aveva già fatto colazione e adesso stava con la madre seduta in giardino, aspettando l’arrivo dell’accompagnatore di Miyako. Nel frattempo sua mamma stava bevendo un thè caldo preparato da una delle numerose cameriere che seguirono la signora Hoshiyama il giorno prima.

    -Non capisco... perchè hai portato tutta questa servitù? La casa è piccola non c’è bisogno di un esercito per pulirla…-

    -Perchè dovevo portare tutti i tuoi abiti qui a Konoha… non potevo mica portarli io?-

    All’improvviso le due donne furono interrotte da una della servitù, specificando che cercavano la ragazza dai capelli rossi. Così la ragazza salutò sua madre con un abbracciò dopodichè raggiunse la porta d’ingresso, percorrendo il salotto fino ad arrivare alla porta d’ingresso. Una volta arrivata un’altra ragazza della servitù che rimase davanti alla porta per far compagnia l’ospite se ne andò lasciando l’accompagnatore ed Asami da soli.

    -Asami-sama, il mio nome è Eichiro e sono qui per accompagnarvi da Miyako-sama.-

    La ragazza annuì con la testa per poi seguire il giovane chiudendo la porta e seguendolo restando al suo fianco.
    L’accompagnatore era molto giovane. Ma nelle ricche famiglie con una servitù forse questo era una condizione normalissima. Anche nella famiglia Hoshiyama c’erano parecchi adolescenti pronti a servire i padroni di casa. Ma la maggior parte di questi era costretta. Non avendo una famiglia perchè orfani o cercando un lavoro per aiutare i parenti in difficoltà economica trovavano lavoro in quella casa. Infatti colui che si presentò davanti casa sua poteva avere al massimo quindici anni. Nonostante ciò eseguì perfettamente il suo lavoro anche se la ragazza non fu molto contenta. Con lei purtroppo si comportò in maniera troppo educata e questo la genin non lo sopportava.

    -Eichiro… io sono Asami Hoshiyama… anche se in realtà sai già chi sono. Comunque non c’è bisogno di usare così tanta cortesia con me… anche perchè abbiamo più o meno la stessa età. Non ho mica cent’anni… Ahahahahah!-

    Finì l’ultima frase con un tono divertito e dando due pacche sulla spalla destra del giovane. Durante il percorso Eichiro spiegò alla ragazza che la figlia di Tatehiko non sapeva nulla dell’arrivo di Shinichi. In più la ragazza non si era ripresa della rottura con il ninja poichè la scelta in realtà era stata presa dal padre e da tutto il clan Kurogane. Pochi minuti dopo arrivarono al luogo dell’incontro dove la diciottenne riusciva a vedere da lontano la ragazza sulla sedia a rotelle. Così Asami si avvicinò il prima possibile alla ragazza. Era totalmente diversa dal padre. La sua bellezza e il suo vestiario sottolineavano la ricchezza e l’eleganza che possedeva la giovane ragazza. A quanto pare anche la ragazza, in termini di bellezza non scherzava e forse anche questo fattore, oltre a quello dei soldi, era diventato, per Shinichi, un motivo valido per sedurre la giovane. Quando la kunoichi era abbastanza vicina fece un caloroso sorriso.

    -Ciao Miyako, io sono Asami Hoshiyama.-

    -Buongiorno Asami-san, io sono Miyako Kurogane ed è un vero piacere conoscerla. Sono molto ansiosa di vedere il prestigioso villaggio della foglia. E' la prima volta che vengo qui, anche se mi hanno parlato molto di Konohagakure. Ditemi, da dove cominciamo?-

    Nonostante la sua cordialità era emozionata di visitare la città di Konoha come una ragazzina. Lo si capiva dalla voce. La ragazza dai capelli rossi la guardò dritta negli occhi, mostrandogli un caloroso sorriso. Ma dove poteva portarla? C’erano molti posti da visitare… anche se il problema era un altro. Infatti la kunoichi spesse volte si perdeva per le strade di Konoha.

    -Ahahahahah… vedrai sarà una città splendida… tu non preoccuparti di nulla. Konoha è una città molto grande… tant’e vero che alcune volte mi perdo anch’io. Ahahahaha!-

    Velocemente si posizionò dietro le spalle della giovane ragazza prendendo i manici della sedia a rotelle. Dopodichè iniziò a spingerla.

    -Si parte!... Ah… Dimenticavo! Puoi anche darmi del “tu”, non c’è bisogno di tutta questa cortesia.-

    E così per i due iniziò il giro turistico della città più famosa del paese del Fuoco in compagnia di Asami. La ragazza sperava tanto di non perdersi ma sapeva che era impossibile. Così iniziò ad incamminarsi tra le strade di Konoha, incontrando numerose persone. Molti bambini correvano per le strade forse in ritardo per l’inizio delle lezioni in accademia. Già l’accademia
    poteva essere la prima prima struttura da visitare. Forse non era molto interessante per Miyako ma non sapeva cosa fargli vedere. In più tutte le volte che usciva di casa per fare un giro del villaggio finiva sempre per perdersi. Quei bambini potevano aiutarla a non perdersi. Così iniziò a seguirli a passo moderato per non perderli di vista. Fortunatamente la giornata era piuttosto fresca anche se il villaggio della foglia aveva un suo fascino soprattutto quando era illuminato dal sole.

    -Rispetto a ieri, oggi è una fresca e bella giornata per fare un giro… anche senza il sole. Miyako a te piace il caldo o il freddo?-

    Aspettò un eventuale risposta della ragazza mentre nel frattempo svoltò a sinistra, incamminandosi in una strada stretta e non illuminata dal sole. Voleva creare un dialogo con lei anche perchè lo stesso Tatehiko aveva chiesto alla genin di assumere con lei anche un atteggiamento d’amica e confidente. Ma Asami era anche curiosa di conoscere questa ragazza, per questo motivo era così tanto amichevole con lei. Dopo l’eventuale risposta della giovane, continuò a parlare.

    -A me invece piace il freddo… Con il caldo mi sento senza forze…-

    Una volta percorso l’intero vicolo, i tre si ritrovarono a pochi metri dall’Accademia. La genin ricordava quella zona e in più c’erano numerosi ragazzini davanti alla struttura.

    -Ecco… questa è l’Accademia. In questa struttura s’imparano le varie nozioni sul mondo ninja...-

    Sorrise dopo aver pronunciato le ultime parole. Ricordava il tempo passato all’interno di essa. E l’ultima volta che trovava all’interno di essa era per la cerimonia di premiazione e la
    consegna dei coprifronti. Dopodichè si girò intorno con sguardo interrogativo.

    §E adesso dove andiamo...?§

    La paura di sbagliare strada la tormentava in continuazione ma non poteva starsene davanti all’Accademia per tutto il giorno. Così prese una strada a caso tenendo sott’occhio sia la ragazza che il suo servitore. Per un attimo passò per una strada molto affollata ma cambiò subito direzione poichè camminare era impossibile. La strada che aveva preso era molto più tranquilla e ampia. Da lontano si poteva vedere un’enorme struttura di legno. Alle spalle di questa c’erano i vari volti dell’Hokage scolpiti nella roccia. Solo dopo averli visti aveva capito a cosa stavano andando incontro i tre giovani.

    -Questo è il Palazzo Amministrativo. Qui ci sono vari uffici… ma il più importante è sicuramente quello dell’Hokage.-

    Dopodichè fece alcuni passi all’indietro, tenendo tra le mani la sedia a rotelle, per osservare meglio i volti dei Kage della foglia scolpiti direttamente nella roccia.

    -E questi invece sono i famosi volti dei Kage. Visto che spettacolo?-

    Fece ammirare ai due stranieri ancora per altri minuti i dieci volti scolpiti nella roccia per poi lasciare quel luogo e facendo solamente un giro del villaggio. La visitatrice e il suo servitore potevano ammirare ancora le numerose persone che animavano la strada. Ai lati c’erano parecchi negozi e ristoranti che offrivano prodotti locali del villaggio e del Paese del Fuoco.

    -Allora Miyako come ti è sembra la città? Ti piace?... Io lo trovata splendida la prima volta che sono venuta… io in realtà mi sono trasferita a Konoha parecchi mesi fa per intraprendere la carriera da shinobi… E adesso abito qui a Konoha, nella zona est della città… Comunque Konoha è una città grandissima… i primi tempi non sapevo orientarmi… ora me la cavo… più o meno… Ahahahaha! Comunque se vuoi provare qualche piatto tipico non esitare a dirmelo… Offro io! Questo vale anche per te Eichiro! Non farti nessun problema!-

    Disse con tono gentile e, contemporaneamente, diede una pacca sulla spalla sinistra di Eichiro. E da quel momento in poi la ragazza dagli occhi verdi avrebbe esaudito ogni richiesta di Miyako e del suo servitore.

    Edited by Zakira - 6/10/2021, 12:11
     
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