Accompagnatrice anti stalker

free tra -Shu e Zakira

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  1. Zakira
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    Quel giorno Asami Hoshiyama fu incaricata dall’accademia per una missione. Il compito della kunoichi della foglia consisteva nel proteggere Miyako, una ragazza originaria del paese del Vento, per conto di suo padre, Tatehiko Kurogane. La diciottenne fu accompagnata da Eichiro che, prima di arrivare a destinazione, le disse di non menzionare nè un eventuale arrivo di Shinichi nè del coinvolgimento di suo padre. Una volta arrivata alle mura del villaggio, la genin riuscì a riconoscere subito la ragazza dalle nobili origini. Così per le due iniziò il tour turistico di Konoha poichè Eichiro fu lasciato libero dalla ragazza. Inoltre gli fu consegnato anche un piccolo sacchetto. Il servo, riconoscente del gesto della sua padrona, iniziò a bacargli i piedi. In un primo momento Asami rimase allibita dal quel suo comportamento per poi assumere un espressione divertita, ridendo quasi sotto ai baffi. Non aveva mai visto nessuno della sua servitù comportarsi in maniera così buffa. Forse perchè sia i suoi genitori che la Governante, ciò colei che dirigeva l’intera servitù, avevano proibito un simile comportamento. Quando la kunoichi disse alla ragazza che poteva esprimersi anche senza tutte quelle cordialità, quest’ultima ne fu contenta. Purtroppo chi nasceva in un ambiente nobile era assai difficile sia parlare in modo informale sia avere contatti con persone al di fuori della casa abitata. E se quest’ultima cosa succedeva il modo era puramente formale. Ed Asami lo sapeva bene. Tra riunioni di famiglia e rapporto con i suoi genitori (più con il padre che con la madre), l’unico momento che trovava per esprimersi come voleva avveniva solo tra gli esponenti della servitù. Questo fino alla sua ribellione contro il padre. Infatti anche con la madre utilizzava un modo più confidenziale mentre con il padre, da quella volta, non aveva più avuto modo d’incontrarlo.

    §...§

    Fortunatamente il clima, favorevole per una passeggiata, riuscì a soddisfare anche la ragazza proveniente da Suna, dichiarando che nella città più importante del Paese del Vento, le temperature erano altissime durante il giorno e molto fredde durante la notte. Una temperatura completamente differente da Konoha che offriva, in giornate come quella, una temperatura piuttosto mite. E quando Asami disse di amare il freddo, la nobile ragazza ammise di voler invitare la kunoichi nella sua città, per poi cambiare idea e invitarsi direttamente a Konoha. Eppure la ragazza dai capelli rossi non visitò una città in tutta la sua vita. Infatti il padre non la portava mai al di fuori della sua villa. Si allontanava dalla sua dimora eccezionalmente per le vacanze estive.

    -Bhe... un giretto potrei farmelo… anche perchè non ho mai visitato Suna.-

    Suna era così tanto diversa da Konoha? Quanto persone ci abitavano all’interno della città del paese del Vento? E le case? Com’erano? Com’erano le strade? Qual era il prodotto principale del paese? I ricchi mercati con quali merci avevano a che fare? Per lei Suna, come il Paese del Vento, era un mistero. E la genin non vedeva l’ora di scoprire le meraviglie che poteva offrire quel posto.

    §Un buon motivo per vedere altri posti...§

    Nonostante ciò rimase colpita dalla volontà della ragazza di ritornare di nuovo a Konoha solo per incontrare la genin. Continuando a camminare la ragazza dagli occhi verdi fece un piccolo sorriso dopodichè proferì parola.

    -Comunque... se vuoi venirmi a trovare, non farti nessun problema!-

    [...]

    Le due ragazze erano arrivate davanti all’Accademia ninja, dove numerosi ragazzini si apprestavano a raggiungerla. La ragazza dai capelli rossi iniziò a guardare l’immensa struttura interamente in legno. Quando arrivò a Konoha l’Accademia fu la sua unica ossessione. Per tanti anni aveva studiato, all’interno della sua villa, le varie nozioni sul chakra, capendone ben poco. In più l’idea di studiare di nascosto, senza farsi scoprire dal padre, comportava per lei uno stress psicologico non da niente. Forse per questa ragione non riusciva a memorizzare per niente ciò che apprendeva in villa. Ma in Accademia fu completamente diverso. Non aveva bisogno di nascondere i vari libri da nessuno poichè suo zio era ben contento di vedere la ragazza impegnata a realizzare i suoi sogni.

    -Uao! Non avevo mai visto un'accademia. Sai…-

    Improvvisamente la ragazza diminuì il tono della sua voce. Asami avvicinò la testa vicino a quella della ragazza per captare quel segreto dalla massima importanza.

    -non dirlo a mio padre ma anch'io ho ricevuto qualche insegnamento ninja, in privato ovviamente-

    -COSAA??-

    La sua voce era piuttosto alta tanto da attirare l’attenzione di alcuni ragazzini, solo però per alcuni secondi. La storia di Asami e di Miyako erano piuttosto simili. Non solo avevano la stessa posizione sociale ma avevano entrambe studiato le arti ninja. Con un’unica differenza. La ragazza dai capelli rossi utilizzò solo dei libri, senza l’aiuto di nessuno. Invece Miyako fu aiutata. Ma da chi? Ma chi gli aveva insegnato tutto ciò? E come aveva fatto a non farsi scoprire? La ragazza rimase ad occhi aperti puntando i suoi dal colore verde smeraldo su quelli di Miyako. Il suo sguardo fu ancora più intenso desiderosa di scoprire qualcosa di più. Miyako, molto probabilmente, notando la curiosità della genin rilevò che le arti ninja gli furono insegnate da un suo amico.

    -Ovviamente sono stata un'ottima allieva! Anche se ho preferito dedicarmi alle arti mediche. Sai, gli uomini sono così stupidi da ferirsi continuamente e non si curano mai decentemente. Dovresti vederlo quello! Ha un bel viso, ma sotto la maglia è completamente sfigurato dalle cicatrici!-

    Ninja e un bel viso. E se la ragazza teneva così tanto alla vita di quest’uomo, quest’ultimo non poteva essere che non altro Shinichi. Infatti nonostante la loro rottura, voluta dalla famiglia, lei lo amava ancora. E per menzionarlo in un discorso simile vuol dire che pensava ancora a lui, costantemente. Molto probabilmente voleva ancora ringraziarlo per tutto ciò che aveva fatto per lei. Ma quello di Shinichi era vero amore? Anche lui provava lo stesso sentimento di Miyako? Oppure, come disse Tateicho Kurogane, era solo interessato solo ai soldi?

    §...Shinichi...§

    La kunoichi aveva lo sguardo perso nel vuoto e restando tra i suoi pensieri. Non riuscì a capire nemmeno ciò che disse Miyako tanto da assumere un espressione neutra, prima di di ripartire e raggiungere il Palazzo Amministrativo. Ma la genin iniziò a guardarsi intorno, sperando di non essere notata dal ragazza. Era così concentrata sul giro turistico di Konoha che aveva quasi dimenticato che Shinichi poteva saltare fuori in qualunque momento. Fortunatamente non ci fu traccia del ninja dai capelli corvini e la ragazza potè mostrargli l’esterno dell’imponente edificio. Miyako, però, più per l’edificio rimase stupita per la parola “Hokage”.

    -Uao! L'Hokage! Dev'essere uno shinobi molto forte, ed impegnato. Di, l'hai mai visto?-

    -Si, ma solo una volta.-

    Ma la turista rimase ancora più stupita quando Asami la mise di fronte ai volti scolpiti degli Hokage. In effetti, come disse la ragazza, dal vivo l’intero monumento era completamente differente rispetto a una normale foto. Ebbe la stessa sensazione la prima volta che l’aspirante shinobi arrivò a Konoha. Fu proprio lo zio a portarla davanti i dieci volti dove rimase a bocca aperta a contemplarli. Non visitò mai nulla del genere in tutta la sua vita. E forse non avrebbe mai trovato nulla di simile.

    [...]

    Ora per le due era il momento di mangiare e Asami non vedeva l’ora di far assaggiare alcuni piatti di Konoha. Anche se Tatehiko aveva detto che la kunoichi non doveva occuparsi di nessuna spesa, lei, testarda com’era, aveva portato lo stesso una bella somma. L’odio per il lusso e la vita aristocratica e piena di regole (per lei senza senso) non la impediva di amare il denaro e spenderlo come lei desiderava.

    -Ti assicuro, non è un disturbo. Piuttosto comprati un bel paio di scarpe! Non che quelle che hai siano brutte eh, cioé, beh si insomma. Hai capito. Andiamo a mangiare qualche piatto tipico!-

    -Eh!?-

    La ragazza prima di avviarsi ad una locanda situata nelle loro vicinanze, che offriva anche diversi posti a sedere all’aria aperta, iniziò a guardarsi le gambe. Anzi per la precisione osservò con molta attenzione i suoi stivali ninja. Erano dei semplici stivali dal colore nero con un piccolo tacchetto, che coprivano gli arti inferiori della ragazza fin sotto al ginocchio. A Miyako potevano anche non piacere ma ad Asami servivano solo per completare il suo vestiario da kunoichi, vista la comodità.

    - Lo ammetto, non sono il massimo dello stile… però a me piacciono... Ma vedi sono molto comode per missioni o cose simili. Sai com'è: abbigliamento ninja.-


    Fece una breve pausa per poi sorridere alla ragazza. Asami aveva intenzione di pagare per lei e niente e nessuno poteva impedirglielo.

    -E comunque, per quanto riguarda i soldi, non è un disturbo! Anzi per me è un piacere... -

    Il suo tono era decisamente gentile ma allo stesso tempo voleva imporre la sua scelta. A quanto pare Miyako doveva a che fare una ragazza dal carattere piuttosto deciso. Dopodichè Asami condusse la sedia a rotelle in direzione della locanda da lei individuata e occupò un tavolo abbastanza grande. A quell’ora stranamente non c’era nessuno e la shinobi della foglia non sapeva darsi una spiegazione. Ma per la ragazza forse era un bene così le due potevano parlare con tranquillità. Prima di sedersi Asami spostò una delle sedie per far spazio a Miyako. Dopodichè spostò leggermente la sua sedia posizionandola affianco alla ragazza. Subito dopo un giovane ragazzo si avvicinò all due ragazze con in mano un taccuino.

    -Cosa vi porto?-

    -Allora, prendiamo 1 piatto di Takoyaki... 4 dango e 2 spiedini di pollo. Io da bere solo dell'acqua. Grazie.-

    A differenza della genin Miyako ordinò dell’alcol. Asami poteva bere tranquillamente un bicchiere di vino, la sua bevanda alcolica preferita, ma essendo in servizio voleva concentrarsi sull’obbiettivo della missione. In quegli attimi di attesa si guardò anche in giro per scovare l’eventuale presenza del ninja. Dopodichè fermò il suo sguardo serio su quello di Miyako, portando una mano sotto al mento.

    §Chissà...§

    -Quali sono i piatti tipici di Suna? Quali ingredienti si possono trovare?-

    Forse la ragazza si aspettava molto (ma molto) più seria. Forse inizialmente avrebbe assunto uno sguardo perplesso o avrebbe riso ma in quel momento la mente della genin aveva vagato tra i suoi mille pensieri. Alle mani aveva indosso ancora i guanti, che tolse solamente dopo l’arrivo delle pietanze portate dal cameriere.

    [...]

    Mentre Asami stava addentando l’ultimo spiedino di pollo, Miyako aveva chiesto ad Asami qualcosa della sua famiglia.

    -La famiglia Hoshiyama è una delle più nobili del continente, anche se è poco conosciuta. Forse è stata esclusa dalle altre per l'odio verso gli shinobi. Ma non tutti sono così... io sono la testimonianza che non tutti gli esponenti della famiglia seguono quell'assurda regola… Per quanto riguarda la mia famiglia… fino a poco tempo fa abitavo in una villa, non lontano da Konoha. Siamo solo in tre… già purtroppo sono figlia unica… avrei tanto voluto avere una sorella-

    Fece un gran sorriso quando finì la frase. Poi ricominciò a parlare, introducendo qualcosa sulla servitù della famiglia.

    -Ad animare la villa è unicamente la servitù… Non so nemmeno il numero preciso. Loro, comunque, sono un elemento fondamentale per la casa.-

    Quando disse quella frase pensò agli ex shinobi che lavoravano all’interno di quella casa, solo per necessità economiche. Loro aiutarono la ragazza all’introduzione del mondo ninja, prestandogli i vari libri. Ma la sua storia non era affatto triste, mettendola in confronto con quella di Miyako. Infatti quest’ultima raccontò un aneddoto della sua famiglia. Confessò alla genin, rimanendo sbalordita e allo stesso tempo a disagio, che sua madre morì subito dopo il parto. Dopodichè iniziò a parlare del padre anche se Asami l’aveva conosciuto la sera precedente.

    -A volte mio padre è un po' burbero, scorbutico e non è un gran modello ma, in fondo in fondo mi vuole bene e so che vuole il meglio per me. Anche se... certe volte vorrei essere più forte e ribellarmi un po'. Sai, con la scusa di proteggermi ha dovuto fare delle brutte cose. E anch'io, per assecondarlo, ho dovuto mentire. Non è una cosa di cui vado fiera, però... uff-

    -...Miyako... Anche il mio è così. Anzi io son dovuta scappare di casa per intraprendere il mio percorso da kunoichi. Per lui dovevo essere solo la brava figlia maritata con un altro nobile dall' immensa ricchezza e madre dei suoi futuri nipoti ed eredi, possibilmente tutti maschi, dei beni della famiglia Hoshiyama.-


    Dopodichè prese in mano il suo bicchiere d’acqua, bevve l’ultimo sorso per poi ricominciare a parlare.

    -Con la conseguenza però di allontanarmi da mia madre. Fortunatamente ci sentiamo
    tramite lettere. Ieri è anche venuta a trovarmi... Starà a Konoha per un bel pò… Che bello! Non vedo l’ora di passare un pò di tempo con lei!-


    -Cosa?! Mi spiace tantissimo Asami! Se l'avessi saputo!-

    Miyako iniziò a scusarsi facendo un inchino. D’istinto Asami si alzò dalla sedia e iniziò ad agitare le braccia a caso.

    -No... ma non preoccuparti Miyako! Sono in missione, è il mio lavoro.-

    -Andiamo subito da lei! Così potrai portare avanti la tua missione e passare del tempo con lei! Se per te non è un problema, intendo.-

    -Cosa?? An-andare da l-lei!?-

    La ragazza dagli occhi verdi rimase alquanto sbalordita dalle parole della ragazza che aveva di fronte. Perchè non voleva più visitare la città di Konoha? Forse era stata una pessima guida? La ragazza aveva notato i gravi problemi di orientamento di Asami? Questo non poteva saperlo la genin visto che non aveva la capacità di leggere nel pensiero. Forse però era la soluzione migliore per Asami. Così la ragazza aveva una meta precisa, senza girare a vuoto per il villaggio.

    -Mmm... io abito nella zona est di Konoha, la più ricca… posso mostrarti quella zona della città e poi subito dopo andare da mia madre... l'idea non è male...-

    In quegli stessi attimi il cameriere si avvicinò al tavolo delle due clienti, per presentargli il conto. Stava per appoggiare il foglietto di carta con la relativa somma sul tavolo quando, improvvisamente, la kunoichi fermò il braccio del lavoratore e iniziò a muoverlo portando la mano del malcapitato davanti al suo volto. Iniziò a guardarlo con aria minacciosa per poi portare l’altra mano libero all’interno del suo marsupio, situato vicino alla gamba destra. Come ogni ninja il marsupio poteva contenere alcuni oggetti, tra cui diverse armi di piccole dimensioni. Che intenzioni aveva la shinobi? Tra i due c’era pochissima differenza di altezza e la ragazza continuò a fissarlo dritta negli occhi. Forse voleva incutere timore; ma per quale motivo?

    §...§

    Improvvisamente dal marsupio cercò di lanciare due foglietti di carta, anche se in realtà si trattava di semplici banconote, sul viso del cameriere. Dopodichè, con uno scatto, prese i suoi guanti sul tavolo e raggiunse le maniglie della sedia a rotelle. Provò a correre il più veloce possibile, salutando il cameriere a voce alta e allontanandosi alzando un polverone dietro i suoi piedi.

    -Puoi tenerti anche il resto! Grazieeee!-

    [...]

    Le due ragazze si apprestavano a raggiungere la zona est di Konoha. Quella era la zona più ricca della città con meravigliosi fiori colorati e dominata da un’atmosfera di quiete assoluta. Ma in quella zona c’era un edificio molto importante per i nobili che abitavano quella zona. E le ragazze arrivarono proprio davanti a quella struttura dove s’insegnavano nobili e antiche tradizioni.

    -Questa è la casa da té di Konoha... Qui le nobili ragazze imparano l'arte dell'eleganza...-

    Asami dal canto suo non era mai entrata all’interno della della casa da Thé. E non aveva intenzione di entrarci, poichè aveva rinunciato a quella vita piena di regole e comportamenti.

    §...§

    Mentre osservò intensamente la casa da thé, il suo pensiero andrò dritto a Miyako e ciò che gli raccontò quella mattinata. Era mai andata ad una casa da Thé? Suo padre, burbero com’era, imponeva alla figlia come comportarsi, ma soprattutto…

    -Miyako, come hai fatto a non farti scoprire da tuo padre? Mi riferisco agli insegnamenti ninja… Anche la servitù conosce questo tuo segreto?-

    Più che curiosa si domandava come aveva fatto la ragazza. Asami era stata scoperta in pieno dal padre. Ricordava ancora quel giorno. Le urla, il libro ormai bruciato e infine il suo litigio con il padre che portò poi il trasferimento immediato della ragazza a Konoha. Aspettò l’eventuale risposta della ragazza per poi allontanarsi da quel posto per dirigersi verso la sua dimora.

    [...]

    La villa di zio Bumi, nonché attuale dimora di Asami, era una villa posta su un solo piano. Nonostante ciò era molto spaziosa e lo si poteva percepire anche guardandola dall’esterno. La lussuosa dimora era circondata a un ampio giardino, recintato da una staccionata in legno. Le due giovani donne potevano notare la presenza della servitù impegnata in diversi compiti. Invece a sinistra del giardino, in corrispondenza di un albero, c’era una figura femminile in completo stato di relax. Asami sapeva di chi si trattava. Così iniziò a chiamarla alzando la voce.

    -Mamma!-

    Asami spinse con maggiore forza la sedia a rotelle, per raggiungere il più presto possibile il cancello in legno, che venne aperto in tempo da due ragazze della servitù. Queste ultime poi salutarono le ragazze con estrema gentilezza ma con un tono incerto, facendo un leggero inchino. Molto probabilmente erano intimorite anche dalla figura dell’ospite inaspettato.

    -Buon-buongiorno...-

    Si avviò subito verso sua madre, facendo un piccolo sorriso alle due cameriere. Più si avvicinavano alla figura più si distingueva da tutto il resto. Un abito color lilla, capelli neri raccolti a mò di chignon basso, una collana tempestata di gioielli preziosi come i suoi orecchini composta da numerosi diamanti. Le labbra erano messe in risalto grazie all’uso di un rossetto, dal colore rosso non troppo acceso. Alle mani aveva diversi anellii, tra cui la fede che testimoniava la sua unione con uno degli uomini più ricchi del paese. Fece un sorriso amorevole verso le due ragazze, nonostante la sconosciuta identità di una delle due.

    -Ciao mamma! Come sta andando la giornata?-

    -Oh molto bene, Asami.. Oggi la temperatura non è nè troppo calda nè troppo fredda ... Così ho chiesto alle ragazze di mettere questo tavolo… Quanto amo l'aria fresca!-

    Dopodichè spostò il suo sguardo verso Miyako, assumendo un espressione di curiosità e alzando il sopracciglio sinistro. Dopodichè iniziò a parlare, con un tono molto calmo.

    -Abbiamo un'ospite...-

    -Mamma, ti presento Miyako. Mikayo lei è Eiko Hoshiyama, mia madre.-

    Aspettò la presentazione della giovane sunese, per poi prendergli delicatamente la mano destra e la portò verso di sé, racchiudendola fra le sue, così candide e ben curate.

    -E' piacere di conoscerti, Miyako.-

    Dopodichè puntò i suoi occhi grigri in quelli della ragazza, pieni di amore. Poi lasciò la sua mano e si rivolse ad entrambe, con tono gentile.

    -Siete arrivate appena in tempo per prendere il thé... Così potete farmi compagnia.-

    Non voleva sentire nessuna risposta negativa da parte di entrambe poichè con un cenno aveva già avvisato alcune cameriere che si trovavano poco lontano dalla donna. In un batter d’occhio portarono una sedia ad Asami, posizionandola affianco alla sunese che nel frattempo si trovò di fronte alla signora Hoshiyama.

    -Miyako... se desideri dell'altro, chiedi e ti sarà dato.-

    Nel frattempo la servitù iniziava a preparare il tavolo con varie leccornie, esaudendo un eventuale richiesta dell’ospite.

    Edited by Zakira - 6/10/2021, 12:07
     
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