Accompagnatrice anti stalker

free tra -Shu e Zakira

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  1. Zakira
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    La madre di Asami non aveva ancora visitato la città di Konoha. Anzi in realtà non aveva mai visitato nessun paese del continente. Almeno così sapeva Asami. Infatti entrambe, essendo all’oscuro dai vari discorsi commerciali della famiglia Hoshiyama, non avevano il diritto di viaggiare per i vari Paesi. Almeno che non erano visite di piacere, così una volta aveva confermato il padre. Così le due ascoltarono attentamente le parole della giovane sunese. Quest’ultima aveva descritto la città di Konoha, secondo il suo punto di vista, molto diversa da Suna. Da come aveva capito Asami la città del Paese del Vento era molto più piccola, con tutte le case uguali e con pochissime persone. Invece Asami quando arrivò a Konoha la trovò proprio come l’aveva immaginata. Una grande città, con numerose case e persone che animavano le numerose strade. Ma lei riuscì ad avere un’idea concreta della città del Paese del Fuoco anche grazie alle descrizioni fornite da suo zio Bumi. Infatti quelle poche volte che faceva visita al fratello, parlava sempre di Konoha. Forse in qualche modo voleva convincere suo fratello minore a trasferirsi a Konoha, insieme alla famiglia e l’eventuale servitù, per espandere il suo commercio. Ma tutte le volte erano dei tentativi inutili: purtroppo il padre di Asami era abbastanza testardo da non farsi convincere così facilmente.

    [...]

    La madre di Asami inoltre aveva domandato alla ragazza varie informazioni sull’economia della sua famiglia. A sua sorpresa aveva scoperto che Miyako aiutava il padre con gli affari commerciali anche se indirettamente. La donna ascoltando queste parole gli s’illuminarono gli occhi. Anche lei desiderava aiutare, una volta tanto, suo marito nella sua attività commerciale. Ma per alcuni motivi, a lei sconosciuti, la famiglia Hoshiyama proibiva alle donne di praticare attività commerciali di qualsiasi natura. Fin’ora non aveva conosciuto nessun esponente femminile della famiglia occupata in affari. Anche se giravano voci di una donna, se non ricordava male cugina di suo marito, che si trovava in giro per il mondo per studiare l’economia dei vari Paesi. Forse era l’unica donna della famiglia Hoshiyama a trasgredire quella regola e, molto probabilmente, quando si trovava di passaggio partecipava anche alle varie riunioni di famiglia.
    Per Asami invece gli argomenti economici non erano il suo forte. Purtroppo era stata cresciuta in modo da non fargli mancare niente senza insegnargli il vero valore del denaro. Per alcuni, soprattutto in età infantile, descrivevano Asami come una bambina capricciosa. Ogni suo ordine, o quello del padre o della madre, era esaudito dalla servitù della famiglia. Solo con il passare degli anni la ragazza dai capelli rossi smise di chiedere favori (a parte quello di mantenere segreta, con alcuni esponenti della servitù, la voglia di voler imparare le arti ninja) restandosene per conto suo per la maggior parte del tempo. Ad alimentare i suoi capricci inesistenti erano solo il padre e la madre regalando alla kunoichi numerosi vestiti e gioielli.
    Inoltre Eiko Hoshiyama chiese quali erano i suoi hobby, rispondendo tranquillamente la lettura. Era più o meno anche l’hobby preferito della donna. Leggere fu la sua più grande scoperta durante la sua gioventù. Ma un altro “hobby” erano i suoi gioielli. Passava intere giornate ad osservali o a pulirli personalmente. Erano gli unici oggetti che la donna custodiva senza farli toccare a nessuno. Anche se non erano comprati e scelti da lei ne riconosceva comunque il grandissimo valore, sia quello monetario ma soprattutto quello affettivo, visto che tutti i gioielli erano stati comprati direttamente dal padre di Asami.
    Asami invece non aveva degli hobby particolarmente interessanti. Alcune servitrici dichiaravano che da bambina amava correre e far disperare la servitù con i suoi inutili capricci. Ma con il passare del tempo l’unica cosa che fece fu quello di studiare le arti ninja sotto il grosso albero che aveva in giardino della sua vecchia dimora. Una volta giunta a Konoha preferiva passare le giornate tra le vie della città.

    [...]

    Le cameriere che portò la madre di Asami furono efficienti nel loro lavoro. Per Asami il pasto era ottimo. Era da tempo che non mangiava così bene. Gli mancava davvero tanto la cucina della servitù e quel giorno aveva deciso di mangiare tutto ciò che avevano cucinato. Per la genin i piatti cucinati da loro valevano più dell’oro. Ma questo grazie alla madre. Essendo anche una donna dal palato raffinato scelse lei personalmente i cuochi della famiglia Hoshiyama, sotto consiglio della Governate che gestiva l’interna servitù della famiglia. Anche le cameriere e i camerieri, oltre ad imparare come fare il loro lavoro, venivano sottoposti a varie lezioni di bon ton poichè la raffinatezza all’interno della famiglia Hoshiyama non doveva essere mostrata solo dai padroni di casa ma anche dalla servitù. Fortunatamente anche Miyako sembrava apprezzare il pasto, notizia che rallegrava anche la signora Hoshiyama increspando le labbra in un piccolo sorriso di soddisfazione.

    [...]

    Al momento di andare a dormire la madre andò nella stanza degli ospiti mentre la ragazza di Suna fu portata all’interno della cameretta. Anche se era abbastanza spoglia Miyako ne fu comunque felice, così riuscì ad anche ad essere più serena. La servitù in quella casa potevano essere un ostacolo per Shinichi, anche se fin’ora non era ancora uscito allo scoperto. Ma la giovane genin doveva comunque avere gli occhi ben aperti quella notte. Come annunciato da Miyako, Shinichi poteva prendere le sembianze di chiunque, facendo un’ottima recita.


    -Mi spiace che tu debba restare alzata, ma io sono sfinita... buona notte Asami.-


    Le due si salutarono e per la ragazza dagli occhi verdi era il momento di affrontare una lunga nottata. Per i primi minuti rimase in piedi a guardare fissa la porta della sua cameretta. Dopodichè camminò lungo il corridoio della casa con sguardo vigile e attento. Non era successo ancora niente. Annoiata andò a sedersi sulla sedia posizionata di fronte alla cameretta. Iniziò a fissare un punto fisso dopodichè le sue palpebre si chiusero improvvisamente.

    [...]

    -Signorina Hoshiyama…-

    Una flebile voce, quasi come un sussurro, si insinuò nella mente della giovane ragazza. Sentiva ripetere il suo cognome in continuazione. Ma la stranezza e che davanti a se c’era il buio più totale. Si concentrò sulla voce che a poco a poco diventava sempre più forte. Di chi era quella voce? E perchè non vedeva nessuno? Improvvisamente l’oscurità che si trovava di fronte a sè prendeva la forma di un’immagine, anche se essa era ancora sfocata e poco riconoscibile. Solo dopo pochi secondi davanti a sè l’immagine della porta della sua cameretta divenne sempre più nitida, anche se la palpebra del suo occhio destro rimase chiusa

    -Signorina Hoshiyama… Signorina Hoshiyama...-

    Senza muovere la testa spostò il suo sguardo verso sinistra dove vide Fang, il cocchiere della famiglia Hoshiyama. Improvvisamente si strofinò gli occhi, cercando di riprendere lucidità su quello che la circondava in quel momento. La ragazza a quanto pare stava dormendo.

    -Ehm... no! Non stavo dormendo! Stavo solo riposando gli occhi...-

    Cercò di mentire ma non potè nascondere l’evidenza. Ultimamente andava a dormire piuttosto presto e non riusciva a stare sveglia più del dovuto. Doveva migliorare anche da questo punto di vista. Fang continuò a parlare attirando l’attenzione della diciottenne.

    -Signorina Hoshiyama... c'è un uomo… chiede di voi.-

    La ragazza guardò negli occhi il giovane cocchiere che rimase lì immobile ad aspettare eventuali ordini.

    -Di me?-

    Di scatto si alzò dalla sedia guardando nel vuoto.

    §Chi sarà?§

    Guardò intensamente la porta di legno della sua camerretta. Dopodichè spostò il suo sguardo verso il corridoio. Era lui? La persona che doveva ostacolarla dall’inizio della missione, richiesta da Tatehiko Kurogane? Ma com’era possibile? Perchè mai bussare dalla porta? Non voleva più incontrare Miyako? Oppure si trattava di un’altra persona? Lanciò uno sguardo serio verso il cocchiere, dopodichè iniziò a camminare velocemente verso la finestra del salotto, seguito dal servitore. Iniziò a guardare fuori dalla finestra, spostando leggermente la lunga tenda.

    -E' lui l'uomo signorina Hoshiyama.-

    -Ma è...-

    §...Shinichi...§

    Stranamente si ritrovò fuori dalla sua porta il sunese che costituì, fino a quel momento, una minaccia per la sua missione. Perchè aveva deciso di presentarsi alla porta come Shinichi Kurogane, quando poteva benissimo prendere le sembianze di qualche cameriera o di Fang? Fece una piccola smorfia dopodichè andò ad aprire senza dire nemmeno una parola.

    -Non abbiamo avuto il piacere prima di oggi. Shinichi Kurogane. Ti darei la mano ma come puoi vedere sono un po' occupate. Vaniglia o cioccolato?-

    Shinichi si presentava proprio come nella foto mostrata dal padre di Miyako. Un uomo abbastanza alto dai capelli neri e dagli occhi grigi. Proprio come se lo aspettava. Forse se lo immaginava più alto ma il suo viso era identico a quello della foto.

    -Shinichi Kurogane...-

    Riuscì a dire solo questo, guardandolo con serietà alzando il sopracciglio, avendo le braccia conserte. Non si aspettava di avere un dialogo direttamente con lui. Anzi si aspettava tutt’altro.

    -Mi sarei aspettata tutt’altro da te...-


    Fece una smorfia per poi continuare in modo divertito. Tutto ciò che stava pensando in quel momento iniziò ad esporlo al suo nuovo interlocutore.

    -Prendere il posto di una delle mie cameriere o di Fang...-


    Si guardò in giro per poi puntare i suoi occhio verso Fang che decise di stare lì ad osservare la scena. Dopodichè guardò il tetto della casa e le varie camere e finestre che da quel punto di vista poteva intravedere.

    -...Oppure saltare all'interno della mia dimora seminando il panico oppure entrando furtivamente...-

    Dopodichè guardò di nuovo Shinich, alzando le spalle per un momento con sguardo sbalordito.

    -E invece hai bussato semplicemente alla mia porta.-

    Scosse la testa in segno di disoprovvazione. Aveva tutte le carte per entrare all’interno di quella casa. Era ancora più confusa. Se sapeva prendere il posto di qualsiasi persona. perchè non l’aveva fatto? Voleva prendersi gioco di Asami oppure non era abbastanza furbo?

    -Ti credevo più furbo, Shinichi.-

    E poi perchè aveva due coni gelato? Voleva corromperla? La ragazza dagli occhi verdi li guardò con aria sospetta dopodichè prese quello alla vaniglia e iniziò a guardarlo. Come aveva fatto a prenderne uno a quell’ora? E perchè quelle poche volte che Asami si trovava a quell’ora per Konoha tutti i negozi erano chiusi? Spostò il suo sguardo verso il volto del sunese per poi parlare.

    -O forse hai usato tutta la tua furbizia per procurarti quei due coni gelato... A quest'ora non c'è nessun negozio aperto...-

    Ora i suoi occhi verde smeraldo puntarono dritti in quelli grigi del sunese.

    -Allora, Shinichi... Cosa vuoi?-
     
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