Accompagnatrice anti stalker

free tra -Shu e Zakira

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  1. Zakira
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    Erano passate 24 ore, o poco più, da quando Tatehiko Kurogane incaricò la giovane kunoichi della foglia nella missione di proteggere sua figlia. Fino a quel momento non ci fu nessun avvistamento dello stalker. La notte arrivò molto presto quel giorno. La luna non era completamente piena ma bastava per illuminare l’interno della villa. Ma quella notte ci fu una sorpresa per la giovane Hoshiyama. Avvisata dal suo servitore Fang, si precipitò alla finestra per osservare l’uomo che chiese di lei. Purtroppo i suo timori divennero realtà quando fuori da quella finestra vide Shinichi. Aveva deciso di uscire allo scoperto. Sciocco da parte sua e la ragazza non riusciva a darsi una spiegazione a tutto ciò. Cosa aveva in mente? Quando aprì la porta lo tempestò di domande. Sperava solo di non svegliare Miyako con la sua voce. Tuttavia, il ragazzo sunese ascoltò le parole di Asami prima di proferire la sua.

    -Hai pensato proprio a tutte le possibilità tranne questa eh? Mi piace sorprendere le persone, ahahah. Per quanto riguarda il gelato si, mi sono intrufolato in un posticino, ma ho lasciato una lauta mancia per il disturbo. Non sono un ladro. E cosa voglio... beh, voglio semplicemente parlare un po', conoscerci meglio... potresti persino chiamarlo un appuntamento, se vuoi-

    -Un appuntamento!?-

    Asami rimase sbalordita dalle ultime parole del ragazzo. Come poteva pensare una cosa simile in quell’occasione? Soprattutto sapendo che che in quella casa c’era anche Miyako. Non si trovava in quella città per lei? E poi perchè voleva parlare con Asami? In quella missione i due erano nemici. Rimase lì a fissarlo senza parole. Fino a quando Shinichi le chiese quale cono gelato aveva intenzione di prendere. La kunoichi di Konoha si limitò a guardarlo alzando un sopracciglio per poi prendere quello alla vaniglia senza dire una parola.


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    C’erano sparsi alcuni libri per la camera. Alcuni trattavano svariati argomenti come storia o arte. Altri (quelli che aveva vicino a sè) trattavano argomenti riguardante il mondo ninja. Stava studiando da poco quelle nozioni. Infatti più che studiare stava leggendo per capirne qualcosa in più. Era così che passava la maggior parte delle sue giornate, facendo credere ai suoi genitori di studiare ciò che loro volevano. Passava così tanto tempo sui libri che la ragazza si vedeva in giro solo in caso di necessità. Proprio come quella volta che scese al pian terreno della villa per prendere un bicchiere d’acqua. Vide il padre osservare fuori dalla finestra con sguardo serio. Anche la ragazza si avvicinò ad essa e a sua sorpresa vide due uomini, vestiti elegantemente, allontanarsi dalla loro villa. Chi erano? Lei non li aveva mai visti.

    -Chi erano quelli?-

    Il padre rispose in modo freddo, senza nemmeno guardare la figlia.

    -Amici di famiglia...-

    Ad una settimana esatta da quell’avvistamento, la ragazza li vide arrivare di nuovo fino a bussare alla loro porta. La ragazza dai capelli rossi era abbastanza irritata dalla loro presenza. Suo padre, stranamente, non lo era. Di solito lui odiava gli ospiti.

    -Di nuovo loro? Ma cosa vogliono!?-

    -Ti ho detto che sono amici di famiglia!-

    Anzi sembrava quasi irritato invece dall’internvento della giovane Hoshiyama. Evidentemente c’era qualche affare in corso ed Asami non voleva a che fare con quel mondo. Così avvisò tutti i presenti che se ne sarebbe tornata nella sua camera.

    -Va bè... io torno a studiare...-

    -ASAMI, torna subito qui!-

    La sua voce tuonò non solo all’interno della casa ma anche dentro la sua testa. Come mai voleva la sua presenza? Aveva deciso di parlare di affari anche in sua presenza? Evidentemente si. Così, come indicato da suo padre, si sedette su una sedia e aspettò l’arrivo degli ospiti. Ne erano due come la volta precedente. Entrambi vestiti elegantemente. Erano quasi uguali, alti 182 cm con capelli corti biondi e occhi azzurri. Uno dei due sembrava molto più giovane dell’altro. Poteva avere una ventina d’anni. Al piccolo gruppo, con sua sorpresa, si unì anche la madre. Gli argomenti che si stavano trattando non parlavano nè di economia né di politica. La ragazza, nel frattempo, osservava fuori dalla finestra. Era una bellissima giornata e doveva sprecarla restando all’interno della villa quando poteva benissimo studiare all’aria aperta. In più si sentiva osservata. Ed era vero. Infatti quando posò il suo sguardo sul ragazza biondo, quest’ultimo la stava osservando. I loro occhi s’incrociarono ma il volto del ragazzo si spostò di scatto sui due uomini. Quando se ne andarono salutarono, con molta gentilezza, l’intera famiglia Hoshiyama. Il padre guardò la ragazza che rimase seduta sulla sedia. Dopodichè l’uomo si indirizzò verso la finestra e cominciò a guardare fuori.

    -Tsk... Asami... la prossima volta… voglio vederti con il vestito più costoso che hai… Sono stato chiaro?-

    Perchè mai la ragazza doveva vestirsi in modo elegante? Chi era quell’uomo? Un cliente? Un socio? Non aveva avuto nessuna risposta ma sapeva soltanto che i due uomini si presentavano, abitualmente, nell’abitazione degli Hoshiyama e la maggior parte delle volte Asami si ritrovava insieme a quel giovane ragazzo parlando del più e del meno. O almeno lui parlava, lei si limitava solo ad ascoltare.

    -Vostro padre mi ha riferito che state studiando parecchio in questo periodo...-

    -Si... E' vero...-

    -Ditemi cosa studiate di così tanto importante?-

    Erano all’interno del giardino, camminando lungo il perimetro. Improvvisamente si fermò in un punto. Tempo fa, quando era ancora una bambina, proprio in quel punto scoprì l’utilità del chakra. Era quello che studiava ogni pomeriggio ma non poteva di certo rivelarglielo. Così inventò cercando di essere credibile alle orecchie del giovane ragazzo.

    -Diverse arti... tra cui anche canto… e ballo...-

    -Canto e ballo! Asami siete una ragazza con del talento…-

    -No, non è vero. Non sono brava in nessuna delle due cose...-

    Ci fu un attimo di silenzio tra i due. La ragazza avevo lo sguardo basso e assente. Non vedeva l’ora di ritornare nella sua stanza. Il silenzio, però, era stato colmato dalla voce del ragazzo entusiasta per quello che stava raccontando.

    -Io in futuro prenderò il posto di mio padre nell'attività di famiglia. Per ora lo aiuto solamente restando al suo fianco.-

    La ragazza, a quelle parole, fece una smorfia per poi rispondere con molto “entusiasmo”.

    -Interessante...-

    -Isao!-

    Per fortuna in quel momento suo padre l’aveva chiamato. Per il ragazzo era il momento di andare. Invece l’aspirante ninja poteva di nuovo essere libera. Entrambi si avvicinarono al padre di Asami, che salutò il ragazzo con una stretta di mano.

    -Signor Hoshiyama, spero di rincontrarvi...-

    Quando lasciò la presa, spostò il suo sguardo sulla ragazza, prendendole la mano, coperta da un guanto bianco, e cercando i suoi occhi verdi.

    -... E spero d'incontrare anche Voi, Signorina Asami...-

    Dopodichè si allontanò. Appena girò lo sguardo, Asami ne approfittò per ritornare di nuovo in stanza. Nessuno l’aveva notato ma stava trattenendo alcune lacrime. Non voleva partecipare più a quegli incontri. Era abbastanza stanca di quella situazione.

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    I due shinobi erano seduti su una panchina poco lontano dalla villa. Il vento, abbastanza fresco, accarezzava la candida pelle e i lunghi capelli della kunoichi. Il sunese aveva posto alcune domande all’aspirante medico. Asami cercò di di rispondere in modo efficiente ai quesiti del ragazzo.

    -Tatehiko Kurogane mi ha detto che… tu l'hai presa in giro… stavi con lei solo per l'immensa ricchezza che ha. Ma...-


    Cercò di riassumere ciò che disse il padre di Miyako la sera prima. Ma aveva anche intenzione di dirgli ciò che gli aveva detto Eichiro, cioè che la ragazza, anche se l’aveva lasciato, non si era ancora ripresa dalla loro rottura poichè era stato voluto direttamente da suo padre. Ma secondo le rivelazioni di Shinichi non era stata lei a lasciarlo. Lui aveva chiuso i rapporti con Miyako poichè lei aveva tradito la sua fiducia. Forse per questo motivo Miyako non si era ancora ripresa dalla rottura con lo shinobi. Forse si era pentita? Voleva scusarsi ma non aveva trovato l’occasione? Ma dispiaciuto fu anche il ragazzo che ricordando quella storia assunse un’aria triste. Continuò con la storia dichiarando che si ritrovò a Konoha proprio per parlare con Miyako e chiarire il loro rapporto. Ma fu distratto da qualcos’altro, anzi da qualcun' altro.

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    [Le visite dei due uomini avvenivano ogni giorno. Era diventato una specie di appuntamento…
    Come sempre Asami, con i migliori abiti che aveva a disposizione, aspettava, con sguardo spento, nel salotto l’arrivo dei due uomini]


    Per l’ennesima volta, la ragazza fu portata all’interno della sua stanza per prepararsi al nuovo incontro. Se le prima volte doveva essere trascinata con la forza, con il passare del tempo lei stessa si rassegnò. Si limitava a guardarsi allo specchio senza dire una parola, osservando il suo viso trasformarsi solo con l’applicazione di un pò di matita agli occhi, rossetto dal colore chiaro e, infine, i capelli raccolti. Quel giorno il vestito era stato scelto dal padre così come i gioielli. Infatti indossava un lungo vestito color verde chiarissimo di seta. La parte superiore dell’abito, che lasciava scoperte le braccia e le spalle, era ricamato con dei motivi a fiori con la presenza di piccoli frammenti di zaffiro. Inoltre indossava guanti in seta che coprivano fino al gomito, dello stesso colore del vestito, e numerosi gioielli tra cui gli orecchini di pietra di luna regalati da suo padre. Come sempre la ragazza aspettava nel salotto per poi uscire in compagnia del ragazzo. Era passato quasi un anno dalla loro prima visita. Perchè i loro padri insistevano a vedersi? E perchè ogni volta doveva vestirsi in maniera così elegante? Già perchè l’abbigliamento della famiglia era molto diverso dalla moda del tempo e dalle altre famiglie nobili. Ma loro erano conosciuti soprattutto per distinguersi dalla massa. Soprattutto con tutte quelle regole assurde.
    I due ragazzi stavano camminando nel giardino della villa dopodichè la ragazza con gli occhi verdi si accomodò su una panchina in legno. Il ragazzo invece restò in piedi. Da quel punto di vista poteva vedere l’entrata di della sua dimora. Non vedeva l’ora di varcarla. Iniziò a fissarla intensamente. Forse così il tempo scorreva più velocemente. Fu distratta dalla voce del ragazzo che la guardava con la coda nell’occhio.

    -Oggi... siete bellissima, Signorina Asami.-

    §...§

    Il suo sguardo si spostò dalla porta al viso del suo interlocutore. Aveva il volto leggermente arrossato e cercava di nasconderlo con una mano, senza ottenere nessun risultato. Distolse lo sguardo per qualche secondo ma lo riportò di nuovo sulla ragazza, che intanto lo guardò stranita.

    -In realtà avete attirato la mia attenzione dalla prima volta che vi ho vista...-

    Improvvisamente il ragazzo si accomodò di fianco ad Asami che si irrigidì di colpo. E non per il vento freddo che in quegli attimi stava investendo la zona. Spostò la visuale guardando nel vuoto.

    -Avete dei bellissimi capelli...-

    Cosa doveva fare? Scappare o rimanere lì immobile?

    -Però... mi hanno colpito soprattutto i vostri occhi...-

    Il ragazzo portò la sua mano sinistra sulla guancia destra della giovane ragazza e delicatamente. Senza nemmeno accorgersene il suo sguardo si spostò verso gli occhi azzurri del ragazzo. La sua mano era ancora a contatto con la sua pelle candida. Anche la ragazza in quel momento arrossì leggermente.

    -Volevo dirvelo da tempo...-

    Delicatamente, con la mano destra, prese la mano sinistra di Asami. In quegli attimi anche lui la guardava negli occhi, avvicinandosi ancor di più al suo viso. Asami deglutì, forse per il nervosismo.

    -Credo... credo di essermi... innamorato di voi...-


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    -[...] Perché... mi sono innamorato di te, Asami.-


    -COSA?-

    Non lasciò lo sguardo dal sunese. Com’era possibile? Come poteva dire una cosa simile? Se le aveva seguite e aveva sentito i loro discorsi, non aveva notato che Miyako indirettamente aveva anche parlato di lui durante i suoi discorsi? Asami era confusa e rimase lì a fissarlo senza dire una parola. Una cosa era certa. Doveva far finire quella pagliacciata. Quella situazione stava diventando piuttosto imbarazzante.

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    Dopo la sua dichiarazione il ragazzo biondo avvicinò ancor di più il suo volta a quello di Asami. Gli occhi della Hoshiyama si socchiusero istintivamente. La distanza tra i due si poteva calcolare in centimetri. Aspettò l’arrivo di suo padre o di altre persone così da fermare il giovane. Ma non venne nessuno. Era una situazione imbarazzante ma doveva liberarsi. Lentamente aprì di nuovo gli occhi. In quel preciso istante la distanza fra i due era quasi nulla. I loro visi erano tremendamente vicini. La ragazza spalancò gli occhi. Nessuno era venuta a salvarla. Doveva farlo da sola.

    -NO!-

    Si liberò dalla presa del ragazzo, prendendolo alla sprovvista. Iniziò a correre, alzando leggermente la gonna per un inciampare in essa. Aveva la testa chinata ma sapeva benissimo dove stava andando,anche se le lacrime che aveva agli occhi le impedivano di vedere con nitidezza.

    -Asami!-

    Il ragazzo iniziò a correre verso di lei. Asami poteva sentire i suoi passi. Accelerò il passo per arrivare il prima possibile alla porta di ingresso. Una volta entrata e salite le scale, il suo pretendente non poteva più rincorrerla perchè l’avrebbe fermato dal padre di Asami. E così fu. Aprì velocemente la porta e senza dire una parola salì al piano superiore per andare in camera sua. Una volta entrata in camera appoggiò la schiena alla porta e portò una mano al petto. Respirava affannosamente per la lunga corsa. Era così confusa che non sapeva nemmeno lei cosa pensare. Sapeva solo che, dopo tutto quel tempo, si trovava all’interno della sua stanza. Al sicuro. Per sua fortuna. Si allontanò dalla porta quando qualcuno bussò. Chi la disturbava?

    -Lasciatemi sola!-

    Ma quelle parole furono inutili poichè la porta si aprì.

    -Sono tuo padre, Asami.-

    -Voglio restare sola!-

    Con un gesto veloce sciolse i suoi lunghi capelli rossi. Che cosa voleva? Aveva intenzione di fare una delle sue solite ramanzine alla ragazza?

    -Calmati, Asami…-

    Perchè il padre non aveva rispettato la sua riservatezza? E perchè il suo tono era così calmo? Non era per nulla infastidito della situazione? Per lui era normale la presenza ossessiva dei due uomini? Aveva scoperto che intenzioni aveva il ragazzo dai capelli biondi? Non chiese spiegazioni? Tra tutti quei pensieri ce ne fu uno in particolare che la fece inorridire.

    §Non è possibile...§

    Quell’anno aveva compiuto 15 anni e mancavano pochi mesi per il suo sedicesimo. Come voleva la tradizione della sua famiglia, le ragazze dovevano sposarsi o promesse in sposa. Ora capiva la presenza dei due. E capiva anche la richiesta del padre di vestirsi in modo più aggraziato del solito. I due non erano per niente amici di famiglia e non parlavano certo di affari. Si voltò verso il padre indicandolo con il dito. Nei suoi occhi e, soprattutto nella sua anima, c’era solo rabbia. Aveva scoperto l’obbiettivo del padre ed era inutile mentire.

    -Tu lo sapevi!-

    Il padre la guardò senza dire una parola, quasi per confermare quella supposizione. Schiarì la voce prima di proferire parola.

    -Non è una tragedia. Sai benissimo che un giorno dovrai sposarti… Inoltre hanno abbastanza soldi… non avranno un titolo nobiliare… Ma avresti una stabilità econo...-

    -Non m'interessa!... Come hai potuto!?-

    Tra i due ci fu un lungo silenzio. Nessuno dei due parlava. Si limitavano a guardarsi, senza dire una parola. Poco dopo l’uomo con i capelli rossi uscì dalla stanza ma prima di scomparire dalla vista di Asami si rivolse a lei.

    -... ne riparleremo fra due anni...-

    La ragazza rimase scioccata dall’ultima frase pronunciata dal parente. Cosa le aspettava tra due anni? Un matrimonio a sua insaputa? Lei non voleva sposarsi così giovane. Iniziò a guardare nel vuoto. Non sapeva come uscirne da quella odiosa situazione. Chi poteva aiutarla? Fu portata alla realtà grazie alle urla che stavano avvenendo nel suo giardino. Chi stava facendo tutto quel baccano? Si avvicinò velocemente alla finestra della sua stanza. Da lì poteva vedere chiaramente i due uomini discutere animatamente con il padre di Asami. Purtroppo non riusciva a capire cosa stavano dicendo. Ma fu il padre a cacciarli dalla villa Hoshiyama.

    -Asami...-

    Lei la conosceva questa voce. Era gentile e, forse, anche piena di tristezza. Come la tristezza che Asami stava provando in quel momento. Era distrutta. Forse ci volevano giorni o persino settimane per riprendersi e cercare di dimenticare quella vicenda.

    -Lasciami in pace...-

    Ma la madre di Asami non ascoltò le parole della figlia. E anche lei, come il marito, entrò nel suo rifugio. Si avvicinava lentamente alla ragazza. Ma, quando improvvisamente la figlia iniziò a parlare questa si fermò. Voleva ascoltarla, come aveva sempre fatto.

    -Per… perchè?... Io… non... me lo merito...-

    Già perchè gli era toccato quest’orrendo destino? Solo perchè era nata all’interno di una famiglia in cui le donne non avevano parola? Una famiglia che, secondo le usanze, raccomandava di far sposare le esponenti femminili della famiglia in un’età giovane. Dove le donne Hoshiyama servivano solo per far nascere i nipoti e allargare la famiglia. Era davvero questo il suo destino? Desiderava tanto visitare l’intero continente. Ma una volta sposata poteva viaggiare o doveva restare chiusa in casa come sua madre? Già sua madre aveva passato questi momenti prima di lei. Perchè non aveva fermato la folle idea del padre? Lei era contenta di vivere in quella situazione dove non aveva quasi nessun diritto? E inoltre…

    -Anche il vostro è stato un matrimonio...combinato?-

    -No, Asami. Noi... ci siamo innamorati con il passare del tempo...-

    Perchè doveva subire tutto questo? Non poteva innamorarsi come sua madre? Era tanto necessario far sposare la loro unica figlia così presto? Perchè non riuscivano a capire il dolore della figlia?

    -Asami... Non succederà.-

    -Ma... Lui... ha detto fra due anni!-

    -Asami... fidati di me... non succederà...-

    La donna cercò di calmarla con delle parole rassicuranti. Ma Asami non voleva restare un minuto di più in quella casa. Il suo obbiettivo era un giorno saper padroneggiare il chakra e utilizzarlo per curare qualsiasi essere vivente. Ma non aveva futuro in quella dimora. Dove doveva andare? Improvvisamente ricordò la presenza di suo zio nella città di Konoha. Lui si era trasferito nel villaggio della foglia per ampliare il suo commercio. E, per sua fortuna, lui non era come suo padre. Infatti lui stesso criticava vari comportamenti della sua famiglia. Poteva trasferirsi a Konoha e studiare tranquillamente senza nascondersi.

    -Lasciami sola, per favore...-

    Doveva scrivere una lettera per avvisare il parente della sua scelta. Prima però mandò via la madre che se ne andò lasciando la ragazza da sola. Prima di scriverla si era assicurata di essere sola per poi prendere un foglio di carta, l’inchiostro nero e la piuma d’oca, che utilizzava per scrivere. Scrisse una breve lettera. Forse era un pò confusionaria. Ma in quel momento stava esprimendo i suoi pensieri.


    CITAZIONE
    Caro Zio Bumi,
    Tempo fa mi avevi detto di inseguire i miei sogni.
    Oggi ne ho uno: vorrei venire lì a Konoha. Visitarla. Viverci.
    Solo a Konoha posso diventare una kunoichi.
    Lo so. E' un gesto azzardato... ma tu sei
    il solo a potermi capire.
    Spero di avere, nel bene e nel
    male, un tuo appoggio morale.
    Un abbraccio,
    Asami

    Una lacrima bagnò la lettera che venne chiusa in una busta bianca, dove fu scritto il nome dello zio. Uscì dalla camera e fermò la prima cameriera che vide. Utilizzò un tono arrogante, quasi minaccioso, anche se nel suo volto si potè leggere solo tristezza.

    -Manda questa lettera a Konoha!-

    -Signorina Asa...-

    -NON DISCUTERE! E' UN ORDINE!-

    -Si, signorina Asami.-

    Dopo quel giorno fecero visita nella villa Hoshiyama altri pretendenti. Ma la ragazza dai capelli rossi li rifiutava tutti, pronunciando un semplice “No”.

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    Non credeva che aveva attirato l’attenzione di uno shinobi. Era senza dubbio una bella ragazza. Ma lei credeva di essersi allontanata dal mondo che la circondava fino a qualche mese fa. Invece era perseguitata. All’inizio rimase sbalordita dalla dichiarazione del sunese. Non riusciva a capire cosa lo aveva colpito di lei. Spostò il suo sguardo nel vuoto. Non voleva credere alle sue orecchie. Poi, però ricordò le parole di Tatehiko. Magari voleva solo ingannarla.
    Improvvisamente la ragazza iniziò a ridere sotto i baffi per poi esplodere in una risata vera e propria.

    -AHAHAHAHAHAHAHA...-

    Contniuò a ridere a crepapelle spostando il suo sguardo verso il cielo notturno e le stelle. Quando finì di ridere il suo volto si fece serio e iniziò ad osservare un gruppo di stelle che disegnavano una piccola linea dritta. Poco dopo spostò il suo sguardo verso Shinichi. La ragazza rimase seria, guardando negli occhi del ragazzo. Portò la sua mano destra sotto al mento di lui.

    -Sei un bel ragazzo... Shinichi… su questo non ci sono dubbi...-

    Era sincera. Il suo volto l’aveva colpito anche quando il padre della ragazza che doveva proteggere gli aveva fatto vedere la sua foto. Ma non poteva ferite i sentimenti di Miyako. In più durante quella missione, anche in quell’occasione, Shinichi rappresentava solo un nemico per Asami.

    -Ma tu non mi conosci... e non dovrai farlo…-

    Fece una breve pausa per poi lasciar andare la mano dal suo mento.

    -Vieni!-

    Improvvisamente prese la mano del l’uomo e iniziò a trascinarlo con forza. Non avrebbe risposto ad eventuali domande poichè era persa nei suoi pensieri. Arrivarono nelle vicinanze della villa. Dopodichè la genin di Konoha iniziò a parlare. Il suo tono di voce era deciso ma era evidente che, anche se non lo stava guardando in faccia, quelle parole erano indirizzate a Shinichi.

    -Indirettamente Miyako ha parlato di te tutto il giorno...-

    Oltrepassarono il piccolo cancello della villa per poi percorrere il grande giardino. Era quasi infastidita dalla sua presenza ma soprattutto dalla sua dichiarazione. Non pensava minimamente ai sentimenti che Miyako provava ancora per lui.

    -Lei è ancora innamorata di te… Non la ferirei mai.-

    La ragazza spalancò la porta d’ingresso della villa. Non c’era nessuno e tutto taceva. Si sentivano solo i loro passi. Attraversarono il corridoio velocemente senza, fortunatamente, svegliare la madre. Davanti alla porta della sua camera c’era Fang. Avrebbe lasciato subito la postazione non appena avrebbe visto i due ninja. La ragazza avrebbe lasciato la mano del sunese per poi guardarlo negli occhi.

    -Tatehiko mi ha raccomandato di non farvi incontrare ma io ti lascerò parlare con lei. Hai detto di essere una persona onesta… Bene! Ora puoi dire a Miyako quello che pensi.-

    Forse l’accademia l’avrebbe richiamata in futuro per questo suo gesto sconsiderato, andando contro la richiesta del cliente. Ma almeno i due avrebbero chiarito i loro sentimenti...

    Edited by Zakira - 6/9/2016, 17:16
     
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