[Gioco] Gli Ostacoli del Fato

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  1. **Kat**
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    I ~ Alla ricerca della Fortuna: Attenzioni indesiderate


    N

    on appena la notizia che un rinomato Casinò del Paese della Montagna aveva bisogno dell’aiuto di alcuni Ninja Accademici per eliminare una minaccia che incombeva sui suoi affari, la Fuyutsuki si era barricata nei meandri della Sede della Radice, intimando ad Oboro-san di non disturbarla per nessuna motivazione. In quel momento i suoi allenamenti o i suoi impegni verso il Paese del Fuoco potevano attendere. Alcune fughe di notizie dal lontano Paese straniero narravano di un uomo che aveva svaligiato intere Sale da gioco con una mano vincente o un lancio di dadi estremamente fortunato. Lei non era mai stata particolarmente fortunata né nel Gioco e né nell’Amore. Bastava contare il numero delle volte che era ritornata a casa con le tasche vuote in una sala da Gioco oppure con il cuore infranto per i suoi amori non corrisposti.
    La Kunoichi di Konoha infrangeva ogni principio di logica. Un vecchio detto recitava che chi era sfortunato nel gioco inevitabilmente possedeva una smisurata fortuna in amore. Ed invece non era arrivato nessun principe azzurro in sella al suo cavallo pronta a prelevarla dalla Villa Fuyutsuki e portala via verso romantici tramonti. I Kami non erano mai stati benevoli con lei. I suoi studi per creare un più potente filtro d’amore delle Cinque Terre Ninja erano ancora in alto mare.
    Ma la determinazione non le mancava. Per questo aveva deciso di offrire i propri servigi per una missione d’assassinio. Desiderava “rubare” il segreto dell’innaturale fortuna che aveva ottenuto il misterioso uomo che terrorizzava le migliori sale da Gioco del Paese della Montagna. Doveva assolutamente entrare in possesso di quelle conoscenze per poter piegare alla propria volontà prima la Fortuna e poi l’amore di qualunque uomo della Nazione del Fuoco. Era stanca di attendere. Ed era intenzionata a costruire la propria felicità con le sue mani. Per questo non poteva farsi sfuggire questa occasione.
    La Sala medica allestita per Ikuuya era pervasa da strani miasmi sulfurei e vapori di dubbia natura. La serra e la dispensa d’ingredienti era stata completamente svuotata per l’occasione. In un calderone bolliva dell’acqua con diverse erbe, resine e sostanze naturali che emanavano un acre odore. Sembrava la tana di una perfida strega intenta a lanciare un sortilegio. Tra i vapori, i profumi e le provette sparse un po’ ovunque nel laboratorio Erboristico della Squadra Speciale, messo a disposizione per lei, si distingueva una minuta figura china verso alcune antiche pergamene. La ragazza era intenta a preparare alcuni Veleni ed Antidoti che sicuramente le sarebbero stati molto utili per eliminare il suo obbiettivo. Un grosso calderone, con una fiamma viva, faceva bollire alcune radici per estrarre la linfa. Il vapore veniva convogliato verso una piccola apertura sul soffitto, che dava nei cunicoli naturali dei sotterranei. Sul tavolo da lavoro c’erano diverse piante e fiori, già catalogati per tipologia e phylum. L’Erboristeria era un’arte meticolosa, una scienza esatta, simile a quella alchemica. Grazie a solide conoscenze si poteva creare la sostanza più pregiata e letale del continente. Munita di guanti, pinze e coltelli per sezionare e triturare i fusti delle piante la Fuyutsuki procedeva con estremo rigore e precisione alla preparazione dei suoi veleni. Gli ingredienti erano di ottima qualità, provenienti dalle dispense degli Aburame, custodi millenari di queste conoscenze.
    Un Alambicco brontolava ad un lato della Sala e la Kunoichi si avvicinò al tavolo da lavoro per introdurre variopinti petali di fiori, il cui colore acceso avvertiva della loro reale pericolosità. I petali vennero lasciati per alcuni minuti nell’acqua bollente del distillatore per creare una nuova sostanza, un liquido quasi incolore che conteneva in sé tutte le tossine del Mondo Vegetale raccolte dalla Kunoichi. Con un contagocce aggiunse poche millilitri di una linfa leggermente viscosa, per permettere alla soluzione di condensarsi. Occhi cristallini che si soffermarono sulle formule di quelle sostanze. Impiegò la stessa cura per creare gli antidoti richiesti in modo da non esserne priva durante la Missione. Partendo dal Veleno le bastava aggiungere alcuni infusi e particolari radici ridotte in polvere con mortaio e pestello per neutralizzare il suo effetto e creare un siero dalle proprietà benefiche.
    Lavorò[Nota: Creato Veleno Debilitante C1 x2 e Antidoto Base x1 in 2 ore e 12 minuti / Crediti Totali 110 su 120 concessi dal QM] duramente per poco più di due ore, visto che le sue eccelse conoscenze nell’ErboristeriaMaestro Erborista I
    Speciale: L’utilizzatore può creare l’equipaggiamento [Veleni] o [Antidoti] parigrado, se ha con se un’adeguata attrezzatura ed circa 1 ora ogni 50 crediti. L’utilizzatore, se dispone di un’Officina permanente, il tempo di preparazione è ridotto a 1 ora per 150 crediti.
    [Richiede competenza creazione (Erborista)]
    [Da Genin in su]

    le permisero di accelerare i tempi e limitare lo sperperio di materie prime al minimo. Non una goccia di linfa di Alberdorato cadde per sbaglio nell’Alambicco, non un grammo di polvere di radice di Lymnus fu versata sul pavimento durante la pestatura ed il cuore di Amyrkia venne estratto dalla pianta in modo ineccepibile.
    Dopo aver recuperato tutto il suo equipaggiamento decise di partire per il lontano Paese della Montagna. Come di consueto la indossava una casacca smanicata bianca con zip centrale, dove il tessuto assumeva una colorazione azzurrina. Pantaloncini neri elasticizzati che rendevano agevoli i suoi movimenti. Guanti in cuoio a protezione delle mani con bende da combattimento ben strette sugli arti sia inferiori che superiori, fino all’altezza del gomito e delle ginocchia. Porta-Kunai legato all’altezza del quadricipite destro e sacche posteriore legate alla vita grazie ad una cinghia in cuoio, in cui custodiva buona parte del suo equipaggiamento. Sulla coscia sinistra invece era legato una fodera nera in cui erano ordinati diversi Spiedi. Ed un Kit di pronto soccorso era ben saldo al fianco sinistro. Calze nere che coprivano buona parte delle bende e Sandali Ninja bianchi che completavano il suo abbigliamento. I Capelli erano raccolti in una lunga treccia con anelli in argento, un regalo di sua sorella, Ai Fuyutsuki. Ed il coprifronte celava il “Byakugō no In” sulla fronte.

    [ … ]

    Impiegò più di mezza giornata per poter raggiungere con passo spedito il Paese della Montagna. Nonostante il suo ritmo di marcia abbastanza spedito dovette fermarsi per alcune soste obbligate, soprattutto in prossimità dei Paesi limitrofi. Percorse le strade commerciali verso occidente, quelle che collegavano lo sconfinato Paese del Vento dai numerosi Paesi minori. Infatti dopo aver varcato i confini del Paese del Fuoco, dove la vegetazione era florida e le temperature miti, percorse rapidamente le rigogliose lande del Paese dei Fiumi, con i suoi innumerevoli percorsi d’acqua per poi passare alla Zona più settentrionale del Paese del Vento. Fu sorpresa dall’incredibile cambio termico e paesaggistico delle aride terre della regione ed i suoi sconfinati deserti. Infine dopo aver attraversato con estrema attenzione il misterioso Paese della Zanna riuscì a raggiungere la sua meta, facendo una rapida sosta nel Villaggio della Bruma. Qui riuscì ad ottenere chiare indicazioni per raggiungere il Tengokuhenokaidan, Casinò di un certo Yukufuna Shusendo, che si vociferava in giro che fosse un uomo d’affari risoluto e determinato.
    Prima d’incontrare il famigerato proprietario del locale venne condotta in una stanza insieme ad un nutrito gruppo di Ninja. C’era un uomo con un harem di ragazze che lo circondavano, un tizio mascherato ed un ragazzo dalla chioma scarlatta. Volti sconosciuti, ma che non le ispiravano particolare fiducia, visto che collaborare con persone che non mostravano nemmeno il loro volto non si avvicinava minimamente alle buone etichette Accademiche. Ma probabilmente erano stati convocati anche gli Shinobi più “pericolosi” e meno raccomandabili delle cinque terre Ninja per un incarico tanto particolare. Notò che c’era una certa confidenzialità tra il rosso e l’uomo accerchiato da Kunoichi. - Ayuuki Fuyutsuki, Genin del Villaggio di Konoha. Piacere di conoscervi! - Essenziale e diretta nella presentazione. Si presentò quando fu il suo turno. Mostrò uno dei suoi migliori sorrisi, lasciandosi alle spalle eventuali pregiudizi. Forse sarebbe stato piacevole collaborare con Ninja di altri Villaggio. Secondo le presentazioni la maggior parte proveniva da Sunagakure no Sato, mentre l’uomo mascherato era natio del Paese delle Risaie. Non nutriva particolare simpatia per i Ninja di Oto, considerando la sua traumatica esperienza a Villa Yakushi. Ma forse per sette giorni poteva mettere da parte i suoi preconcetti e collaborare con quel variopinto Team.
    Tutti i suoi buoni propositi furono infranti dal comportamento da Don Giovanni del Kurogane. Non fu spazientita dalle sue parole, ma dalla mano che inavvertitamente andò a palpare il suo fondoschiena. Ora capiva come mai si accerchiava di avvenenti donzelle e l’espressione della Fuyutsuki non lasciava trasparire pietà od esitazione. Lapidaria osservò con sdegno il Chuunin di Suna, che aveva osato stringere la sua mano sulle natiche. Un tocco indesiderato, spiacevole, che fece scattare improvvisamente i suoi riflessi. La mano destra piegandosi alle sue spalle provò ad afferrare con forza il polso dell’uomo, che probabilmente stava ancora profanando avidamente le sue curve femminili. Contemporaneamente a quella rapida presa la gamba sinistra retrocesse rispetto alla gemella per compiere un leggero sgambetto e sbilanciare il baricentro del malcapitato in avanti. La stessa gamba s’incuneo sul pavimento come perno per permettere una rotazione oraria del suo corpo e portarsi alle spalle della vittima, mentre il polso, eventualmente arpionato dalla stretta della Kunoichi, iniziò ad assumere una torsione innaturale. Braccio destro del Ninja Sunese che verrebbe ruotato con violenza alle sue spalle e bloccato, mentre la mano destra della ragazza provò ad applicare una pressione con tutto il corpo per spingere giù il Don Giovanni e farlo sbattere contro il pavimento. Dopo aver stabilizzato quella presa, che solo una professionista del Taijutsu poteva conoscere, provò ad applicare maggiora pressione sul braccio imprigionato in modo da creargli abbastanza dolore sull’articolazione scapolare, mentre il peso del suo corpo lo teneva giù. - Sai cosa è successo all’ultimo pervertito che ha provato a violare la mia persona? - Un sussurro alle sue orecchie. - Non sono una bambolina da proteggere o palpare. E non faccio parte del tuo Harem di deboli Kunoichi! - Solo a questo punto avrebbe lasciato la presa[Velocità e Forza Energia Blu] , qualora fosse riuscita ad imprigionarlo. - Stammi lontano.. Pervertito! - Occhi cristallini che trasmettevano solo furente ira, mentre una vena pulsante sulla sua tempia lasciava intendere lo stato d’animo poco propenso a flirtare della Kunoichi.

    [ … ]

    - Ohayou Gozaimasu! - Le “voci” sul loro mandate furono confermate non appena la Fuyutsuki raggiunse l’ultimo piano del Casinò, dove c’era anche un moderno e confortevole Hotel. Il bizzarro modo di vestirsi contrastava con la freddezza ed il cinismo nei suoi occhi. Nessun rimorso, nessuna esitazione. Parlava della morte di un uomo con tanta disinvoltura. Sicuramente non era la prima volta che usufruiva dei servigi dell’Accademia, ma non le era stato fornito nessun dettaglio a riguardo. Una reputazione immacolata, ma dal suo aspetto e dal tono della voce lasciava presagire ben altro.
    Osservò con attenzione le foto che le furono mostrate del suo obbiettivo ed impresse a fuoco quei tratti somatici. - Fuun Koikuro. - Mormorò tra sé il nome dell’uomo da neutralizzare. E rifletté attentamente sulla modalità più sicura per eliminarlo. La condizione posta da Yukufuna-san era piuttosto ostica, soprattutto per lei, visto che non era un’abile assassina. Ma confidava in ben altre capacità. Non perse la concentrazione e ascoltò con estrema attenzione le successive parole del proprietario del Casinò. Annuì con serietà. - Quindi il Koikuro non sembra affatto interessato al denaro.. ma al puro piacere di vincere. - Piccola informazione che dedusse dalle parole dell’uomo. Se aveva rifiutato una cospicua somma di denaro ed anche un costoso viaggio a quanto pare il misterioso uomo aveva ben altri obbiettivi. Anche la possibilità di screzi con il Casinò fu smentita dallo stesso Yukufuna-san, che non aveva scoperto nessun precedente o ragione personale che spingesse Fuun-san a continuare con la sua crociata ai danni delle Sale da Gioco. Ma ciò che stupì maggiormente la ragazza era gli in innumerevoli tentativi di assassinio, pestaggio e rapina già messi in atto dal proprietario del rinomato Casinò. A quanto pare l’Accademia era la sua ultima spiaggia per non finire sul lastrico. Lesse attentamente quando fu il suo turno il contenuto di quei plichi. Era sconvolgente la quantità di fortuna che quello straniero possedeva. Strizzò gli occhietti cristallini per essere sicura di aver letto bene. Le parole trascritte su quel plico non mutarono. - Due mesi fa è accaduto qualcosa di “strano” in queste terre? Che possa eventualmente essere ricollegato al nostro obbiettivo? - Ripeté quella domanda, che se era stata già posta da Ero-Shinichi. Tutto sommato le sue domande rispecchiavano un po’ il suo pensiero, quindi evitò di riproporle, ma attese comunque adeguate risposte.
    Intanto il suo interesse si soffermò maggiormente sullo stile di vita modesto che l’obbiettivo conduceva prima d’iniziare a vincere cospicue somme di Ryo dalle migliori Sale da Gioco del Paese. - È impossibile catalizzare la Fortuna su di sé… la Dea della Fortuna è cieca, invece la Sfortuna ci vede fin troppo bene. - E lei ne sapeva qualcosa. Ovviamente sperava che l’uomo le concedesse qualche informazione in più, ma preferì leggere attentamente ancora una volta il plico. - Hanahime Mido è ancora sposata al Paese dell’Artiglio? Notizie sul suo stato di salute ed eventuali tentativi di Fuun-san di riallacciare i rapporti con lei? - L’amore era sempre la chiave di tutto. - Potrei avere una foto della donna? Ed informazioni anche su di lei? - Chiese con un leggero sorriso.
    Sicuramente ciò che aveva maggiormente catalizzato l’attenzione della Fuyutsuki era la totale mancanza di Buona sorte prima delle sue miracolose vincite al Casinò. Aveva avuto una vita da “sfigato” e nemmeno gli studiosi più eccelsi delle Cinque Terre Ninja potevano considerare plausibile una simile Fortuna. Qualcosa doveva esserci dietro, anche perché chiunque aveva avuto l’ardire di recargli danno era finito all’Ospedale più vicino. Una situazione quasi comica, ma alla Kunoichi non venne affatto da ridere. Non voleva tornare a Konoha con un collare cervicale o un braccio ingessato.


     
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