Sacrificio, Sofferenza, Dedizione.

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  1. Shunsui Abara
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    La risposta di Shunsui venne accolta con una discreta approvazione da parte del suo nuovo maestro. Nonostante fosse felice di ciò, il genin della Sabbia non si fece prendere eccessivamente dall'entusiasmo: un compito come quello era semplicemente troppo facile per una persona che, come lui, aveva passato buona parte della sua vita in mezzo a botteghe di artigiani, falegnami e fabbri. Inoltre, i mesi che aveva speso all'interno del tempio, lo avevano in qualche modo indurito. Normalmente avrebbe detto una qualche stupida frase di vittoria in quel contesto; ora in vece aveva imparato a stare in silenzio ed al suo posto. Anche per questo non disse qualcosa sui modi strapalati di Oronoki. Il tipo sembrava essere fuori dal mondo, con il suo sguardo a volte penetrante ed a volte distaccato. Un folle a vedersi, tanto da fargli segretamente dubitare che il titolo di miglior maestro del Tempio fosse immeritato. Shunsui era passato sotto diverse persone durante il suo periodo di apprendistato: i guardiani non si potevano certamente dire un gruppo poco ecclettico, ma la preparazione degli individui che lo avevano istruito era di prima classe. Che Oronoki riuscisse a pareggiare quello standard era tutto da vedere. Non è compito mio questionare il comportamente del sensei... pensò rimettendo in riga i suoi pensieri. Eh sì, era proprio cambiato.

    Oronoki decise quindi di passare ad una fase del suo addestramento più attiva. Guardando le sue mani muoversi ed una serie di oggetti iniziare a fluttuare nell'aria, Shunsui immediatamente intuì la tecnica che gli voleva insegnare. Quella dei "Fili di Chakra" era l'abc dell'arte del marionettista. Shunsui l'aveva vista eseguire svariate volte durante la sua permanenza al Tempio, ma non gli era stato mai permesso di impararla od esercitarsi. La volta che ci aveva provato di nascosto nel suo dormitorio, era stato prontamente scoperto e gli era stata assegnata una punizione degna di questo nome. Vedendo viti e bulloni volare in aria come sospesi da un vento perenne, Shunsui sentì il desiderio di cimenatrsi nell'impresa. Oronoki gli suggerì quale fosse il modo migliore per avvicinarsi piano piano all'esecuzione corretta della tecnica. Chiaramente, il trucco consisteva nella corretta manipolazione del chakra. Grazie ad Haruki, Shunsui aveva sviluppato un seppur basilare controllo del chakra: sapeva come camminare in verticale o a testa in giù, e come utilizzare l'energia del Tentien per allungare i propri salti o scagliare piccole armi più lontane di quello che il suo semplice braccio gli avrebbe potuto permettere. La tecnica da imparare era elementare nella teoria quanto ostica nella sua applicazione pratica. L'essenzialità la rendeva un tecnica spettacolare, i cui utilizzi erano svariati. Grazie Sensei. Cercherò di sfruttare i suoi consigli al meglio. disse Shunsui vedendo che il marionettista si allontanava con Ryoshi, dando a lui il tempo di esercitarsi con la nuova tecnica.

    Senza perdere tempo, Shunsui prese una vite dal mucchio di oggetti sparpagliati a terra. La vite in questioe era lunga solo quattro centimentri, ma era piuttosto massiccia, con un testa che pesava leggermente nella mano. Shunsui sapeva che un vite di quella dimensione poteva sopportare fino cinque volte il suo peso nella direzione di lavoro. Ma non era questo ciò che gli interessava. Mantenendo il piccolo meccanismo di collegameno sul palmo della mano sinistra, il genin portò l'indice della mano destra quasi a sfirorare l'oggetto metallico. Attingendo alla sua riserva di chakra, il genin portò prima una bassissima quantità di chakra e poi 1/2 basso sulla punta dell'indice. L'energia si accumulò su quel punto della mano, e Shunsui attinse al suo controllo del chakra per stabilizzarlo. Nei suoi addestramenti di padronanza del chakra, quella quantità di energia era quella che notoriamente si utilizzava per compiere le azioni più comuni, come la camminata a testa in giù. Fu quindi con questa quantità di chakra che il genin iniziò i suoi esperiemnti.Pensa ad un filo. Un filo che parte dal dito. Pensa ad un filo. Pensa ad un filo. Pensa ad un filo...Il mantra nella sua testa si dissipò lasciando crescere la sua concentrazione. L'energia ballava sulla punta del dito, zampillando come un liquido senza una forma, a volte rimanendo attaccato a volte allungandosi per qualche millimetro nell'aria. Con attenzione, il genin iniziò ad aumentare la quantità di chakra che stava maneggiando, osservando la risposta del chakra. Piano piano, l'energia chakrica iniziò a sfuggire al contatto del suo dito, per andare a finire dritto dritto verso la testa della vite, creando una sorta di collegamento continuo ma con una forma un po' troppo allargata. A quel punto, Shunsui stava maneggiando un basso di chakra sulla punta del dito destro e si sentiva come in bilico, un passo falso ed avrebbe...improvvisamente il contatto si interruppe ed il bullone schizzò via dalla mano come se spinto.Mmm devo controllare meglio il flusso di chakra. In un certo senso questo è come usare il chakra adesivo a distanza. Dovrei cercare di sfruttare metà dell'erngia per creare il collegamento, e l'altra metà per mantenere la connessione. Con questa piccola rivelazione, Shunsui proseguì i suoi esercizi. Nuova vite, nuova storia.

    Creare il collegamento questa volta fu più facile ed immediato. Il semitrasparente filo di chakra, lungo circa un millimetro, si instaurò con semplicità tra la punta delle dita del genin e la testa della vite. Cercando di ricreare la sensazione di contatto generata dal chakra adesivo, Shunsui si concentrò nel manipolare e stabilizzare il fuso del filo. Per fare ciò, iniziò lentamente ad allontanare il dito che manteneva il collegamento dalla moneta. Mentre così faceva, percepiva l'energia che stava impiegando a mantenere la tecnica, distribuirsi se una superficie sempre più ampia. Modellare il chakra così che si mantenesse omogeneo su tutta la sua superficie era la parte più impegnativa. Di fatti, il genin impiegò più di diceci tentativi prima di far raggiungere al filo una lunghezza poco superiore ai dieci centimetri." Non è molto, ma adesso credo di aver capito come manipolare il chakra per andare oltre questo punto". Pensò massaggiando leggermente l'indice con cui aveva praticato fino ad adesso la tecnica, che iniziava ad essere dolorante per le continue manipolazioni di chakra in una porzione del suo corpo così piccola. Passando all'indice della mano sinistra, Shunsui continuò con la sua esercitazione. I dieci centimetri divennero rapidamente 20 e quindi 30, fin quando il genin potè puntare ad una vite ai suoi piedi e direttamente creare il filo senza dovercisi avvicinare. Solo a quel punto il genin iniziò ad usare il filo che aveva appena creato per 'fare' effettivamente qualcosa. Con movimenti repentini dell'indice, il genin osservò lo stesso movimento venir riportato sull'oggetto a cui il filo era connesso. All'inizio provò con gesti piccoli, per poi passare a movimenti più ampi. Con stupore, Shunsui notò che il filo era resistente, nonostante fosse sottile e sembrasse non esserci. Inoltre, si accorse che i movimento delle sue mani non corrispondevano uno ad uno alla distanza percorsa dall'oggetto, ma giocando con la lunghezza del filo poteva far compiere movimenti più ampi alla vite, rispetto a quanto aveva mosso la mano sinistra. Avrebbe continuato ad testare le capacità della tecnica fin quando il suo maestro non avesse ritenuto che fosse sufficiente.

    Sto apprendendo ora il controllo del chakra in una giocata precedente a questa =)
     
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11 replies since 23/7/2016, 14:35   135 views
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